Come nasce la Costituzione

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VENERDÌ 29 NOVEMBRE 1946

ASSEMBLEA COSTITUENTE

COMMISSIONE PER LA COSTITUZIONE

ADUNANZA PLENARIA

9.

RESOCONTO SOMMARIO

DELLA SEDUTA DI VENERDÌ 29 NOVEMBRE 1946

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RUINI

 

INDICE

Sui lavori della Commissione

Presidente – Fabbri – Terracini – Taviani – Tupini – Ghidini – Togliatti – Cevolotto – Nobile – Caristia – Moro – Giua – Conti – Colitto.

La seduta comincia alle 18.20.

Sui lavori della Commissione.

PRESIDENTE comunica che è sorta qualche incertezza sopra l’ordine dei lavori da seguire. In un’anteriore seduta la Commissione decise formalmente di procedere al coordinamento dei lavori della prima e della terza Sottocommissione per quella parte attinente ai rapporti economici che era stata trattata da tutte e due: in seguito la Commissioneplenaria in avrebbe dovuto affrontare l’esame del resto coordinato.

Vi era dunque un’indicazione precisa e l’ufficio di Presidenza convocò l’Assemblea plenaria per iniziare l’esame delle materie concordate fra la prima e la terza Sottocommissione.

Due sedute fa, quando si disse di cominciare a discutere, un rappresentante della prima Sottocommissione propose che si cominciasse a discutere dai primi articoli della prima Sottocommissione e la Commissione approvò.

Ieri sera, invece, in un ordine del giorno, firmato Dossetti e altri, si esprimeva il desiderio della prima Sottocommissione che non si cominciasse a discutere la sua parte, perché intendeva prima finirla interamente. Ricorda di aver riferito su ciò, sia pur sommariamente, ma disse chiaramente del contenuto della proposta, e dichiarò che, se non vi erano opposizioni, si sarebbe cominciato a discutere sul tema dei rapporti economici, coordinato fra le due Sottocommissioni. Invitò pertanto a presentare gli emendamenti del caso.

Oggi però è sorto, in seno alla prima Sottocommissione, un voto nel quale è detto che non si desidera che sia discusso il progetto da essa redatto, se non è completo.

D’altra parte, in seno alla terza Sottocommissione, si è manifestato pure il desiderio che non si cominci dal tema del lavoro, ma che si esaminino prima le questioni dei rapporti generali.

In sostanza, le proposte sono tre: 1°) esaminare la parte già coordinata; 2°) cominciare dai primi articoli della prima Sottocommissione; 3°) rinviare senz’altro le sedute della Commissione plenaria al primo di gennaio, in modo che le Sottocommissioni, per quell’epoca, possano compiere il lavoro.

Ricorda che gli stessi componenti della Commissione hanno manifestato il proposito di accelerare i lavori. Quali erano i propositi dell’ufficio di Presidenza? Da oggi 29, fino al 10 dicembre, si sarebbe potuto, con una seduta plenaria al giorno, ad esempio nel pomeriggio (mentre alla mattina si sarebbero riunite le Sottocommissioni), approntare il lavoro sopra il testo coordinato fra la prima e la terza Sottocommissione e sul rimanente testo della prima Sottocommissione, esaurendo così la prima parte dello schema di Costituzione. Col 10 dicembre, riunendosi l’Assemblea costituente, ed essendo impossibile alla Commissione di riunirsi due volte il giorno, nella mattina avrebbe potuto convocarsi la seconda Sottocommissione, per arrivare alla fine del mese, avendo completato il suo lavoro; cosicché in gennaio la Commissione plenaria avrebbe potuto rivedere ed approvare anche il lavoro della seconda Sottocommissione.

Ora, se la Commissione plenaria sospende da oggi le adunanze per riconvocarsi nei primi giorni di gennaio, quali saranno le conseguenze?

Personalmente non è favorevole a questa decisione, che spetta alla Commissione. Dichiara peraltro, nella sua responsabilità, che la sospensione della Commissione plenaria determinerebbe un effetto non favorevole nel Paese. Non bisogna dimenticare gli ordini del giorno deliberati. Per accelerare i lavori, darà la parola, ma molto sommariamente, a chi vorrà parlare su quest’argomento, ricordando che non si tratta di impostare questioni di principio, ma di decidere al più presto l’ordine dei lavori, partendo dal presupposto che la Commissione deve far sì che i suoi lavori siano conclusi a tempo, in modo che l’Assemblea Costituente possa poi adempiere la sua funzione nel termine stabilito dalla legge.

FABBRI propone che, di mano in mano che le Sottocommissioni lavorano nel modo più celere possibile, le parti del progetto preparate affluiscano a un Comitato di coordinamento, in modo che la Commissione plenaria non si riunisca di nuovo se non di fronte ad un testo predisposto da tale Comitato.

TERRACINI comprende il coordinamento tra la prima e la terza Sottocommissione per le materie comuni; ma quando si passa alle materie non comuni, un lavoro di coordinamento non è pensabile, a meno che non si vogliano ricopiare materialmente gli articoli e presentarli ordinatamente in una serie di fogli.

Ritiene comunque che il lavoro della Commissione plenaria debba incominciare. Nel precedente periodo di adunanze è stato deciso il coordinamento tra le materie comuni della prima e della terza Sottocommissione. Questo coordinamento è stato compiuto, e non si rende ora conto perché la materia coordinata non debba essere presa in esame dalla Commissione plenaria.

Delle tre proposte accennate dal Presidente, l’ultima, quella che i lavori della Commissione plenaria siano rinviati al 1° gennaio, deve, a suo parere, essere respinta. Sarebbe in contradizione con la decisione presa ieri sera, e non potrebbe motivarsi, né di fronte alla Costituente, né di fronte alla massa del popolo, il rinvio di un altro mese.

In quanto poi alla materia da prendere immediatamente in esame, non ha preferenze particolari. Pensa tuttavia che proprio quella materia, che è stata già esaminata in secondo grado da due Sottocommissioni riunite, si presenti più naturalmente per l’esame conclusivo della Commissione plenaria.

TAVIANI ritiene che si sia tutti d’accordo che non convenga rinviare i lavori al 1° gennaio, ma non è d’accordo con l’onorevole Terracini di cominciare la trattazione del testo concordato fra la prima e la terza Sottocommissione, perché ovvi motivi logici impongono di iniziare l’esame dal primo capitolo della Costituzione. Se così non si facesse, sorgerebbero inevitabilmente in seguito questioni relative alla collocazione degli articoli, con perdita maggiore di tempo.

Crede che, dato l’andamento dei lavori della prima Sottocommissione, il 5 dicembre la Commissione plenaria possa prendere in esame il primo capitolo della Costituzione.

TUPINI avverte che la prima Sottocommissione avrà bisogno di almeno otto sedute, che potranno essere anche due al giorno, per terminare il proprio lavoro.

PRESIDENTE osserva che il giorno 10 si avrà la riunione dell’Assemblea costituente.

GHIDINI dichiara di essere contrario al rinvio al primo di gennaio per una ragione di carattere politico.

Riteneva che, in seguito alla presentazione dello schema dei capitoli della Costituzione, logicamente si sarebbe iniziato l’esame della parte predisposta dalla prima Sottocommissione, anche perché alcuni articoli da essa approvati hanno un’influenza su tutta l’articolazione successiva, in quanto attengono a doveri e diritti fondamentali.

Per queste ragioni accede alla proposta fatta dall’onorevole Taviani.

TOGLIATTI intende sollevare una questione relativa al metodo di lavoro della Commissione plenaria, nei confronti di quello seguito dalle Sottocommissioni.

Sembra che prevalga l’opinione che la Commissione plenaria debba svolgere un lavoro di redazione articolo per articolo, a somiglianza di quanto hanno fatto le Sottocommissioni.

Se così fosse, la Commissione plenaria avrebbe bisogno di tanto tempo quanto ne ha impiegato ciascuna delle Sottocommissioni. Questo è un assurdo e sarebbe sconveniente, e non concorda nemmeno con l’ordine del giorno approvato ieri. A suo parere la Commissione plenaria dovrebbe lasciare il massimo di tempo alle Sottocommissioni per condurre a compimento il loro lavoro con un massimo di perfezione, naturalmente nella misura che questo termine si addice all’opera umana e dei legislatori. Compito della Commissione plenaria non dovrebbe essere quello di esaminare parola per parola il testo che sarà presentato, ma unicamente di inserirlo nel quadro fondamentale che ieri è stato approvato, per poi portarlo alla discussione dell’Assemblea costituente, ove avverrà l’esame di ogni articolo.

CEVOLOTTO è del parere che i rilievi dell’onorevole Togliatti siano in contrasto con le riserve talvolta espresse nella prima Sottocommissione di ripresentare alla Commissione plenaria qualche proposta non accettata; così pure con la facoltà di presentare emendamenti stabilita nell’ordine del giorno approvato dalla Commissione.

D’altra parte, accettando il criterio dell’onorevole Togliatti, l’esame della Commissione non si eserciterebbe su ogni parte della Costituzione, perché ciascuna Sottocommissione non avrebbe modo di interferire e di discutere sul lavoro fatto dalle altre Sottocommissioni.

NOBILE pensa che la proposta dell’onorevole Togliatti debba essere accolta se si vuole veramente presentare al più presto all’Assemblea costituente il progetto; diversamente non si potrà evitare una lunga discussione sugli articoli che concernono questioni di grande importanza, per cui occorrerebbero per lo meno due mesi di tempo.

CARISTIA si rende conto delle obiezioni prospettate dall’onorevole Togliatti; ma d’altro lato pensa che non si possano trascurare le ragioni addotte dall’onorevole Cevolotto. Occorre dare la possibilità ai membri delle altre Sottocommissioni di fare delle obiezioni, di proporre emendamenti su quanto possa avere deciso un’altra Sottocommissione. Allo stesso modo con cui bisogna cercare di affrettare il nostro lavoro, dobbiamo essere anche convinti che i membri di altre Commissioni abbiano il diritto di interloquire sul lavoro svolto in seno ad una Commissione che non sia la loro. Occorre, pertanto, trovare un contemperamento che concili queste due esigenze.

MORO è d’accordo con l’onorevole Togliatti, in quanto se si dà alle Sottocommissioni il modo di preparare con piena conoscenza della materia il progetto, il loro esame potrà essere limitato a quei punti sui quali si sia manifestato un dissenso.

D’altra parte, pensa che ogni componente della Commissione plenaria possa considerarsi rappresentato in ciascuna delle tre Sottocommissioni incaricate di predisporre il progetto.

PRESIDENTE avverte che l’onorevole Conti ha presentato il seguente ordine del giorno:

«La Commissione delibera di costituire un Comitato composto del Presidente della Commissione, dei Presidenti e dei Segretari delle Sottocommissioni e di dieci Commissari designati dai gruppi, incaricato di procedere alla redazione del testo della Costituzione, a mano a mano che le Sottocommissioni completino il lavoro, salvo ratifica della Commissione plenaria del progetto finale destinato alla discussione dell’Assemblea».

TOGLIATTI vorrebbe che fosse precisato un punto che può servire a superare talune obiezioni. Pensa che questo Comitato debba avere la facoltà, qualora nel corso del dibattito sorga un problema che si consideri fondamentale, di rimetterlo all’esame della Commissione plenaria. Si tratta, insomma, di lasciare alla discussione della Commissione le questioni di maggiore rilievo.

CEVOLOTTO non avrebbe difficoltà ad aderire all’ordine del giorno dell’onorevole Conti, purché fosse data facoltà ai singoli Commissari di esporre proposte concrete e presentare emendamenti.

GIUA vorrebbe che si precisasse il significato delle parole contenute nell’ordine del giorno dell’onorevole Conti: «salvo ratifica della Commissione plenaria». Si intende forse che si dovrà discutere il testo proposto, prima di inviarlo all’Assemblea costituente? Ora, l’ordine del giorno Conti si riallaccia alla proposta dell’onorevole Togliatti, proposta che è di svalutazione della Commissione dei 75 e che non permette una completa elaborazione del testo; per modo che la discussione che si vuole evitare in sede di Commissione plenaria bisognerà farla dinanzi alla Assemblea costituente.

In realtà, pensa che si voglia liberare la Commissione dei 75 dalla responsabilità che si è assunta di fronte al Paese di preparare la Costituzione in un tempo ristretto. I lavori non sono ancora finiti e si cerca la scappatoia di rinviare la discussione all’Assemblea costituente.

Ora, visto che la Commissione dei 75 non può discutere a fondo tutti i problemi trattati dalle Sottocommissioni, si potrebbe rinviare all’ufficio di Presidenza il lavoro di coordinamento dei testi delle singole Sottocommissioni, lasciando poi alla Commissione plenaria di decidere.

CONTI crede che l’unico modo per uscire dalle difficoltà sia quello indicato prima dall’onorevole Fabbri e poi dall’onorevole Togliatti. Può avere ragione l’onorevole Giua ritenendo che il rinvio ad un Comitato ristretto di redazione possa significare una diminuzione dell’autorità della Commissione dei 75, che è come un sinedrio investito di una grande funzione; ma se si è d’accordo che questa è una Commissione di studio che elabora un progetto, che prepara il materiale perfezionandolo fino al punto dell’articolazione più precisa possibile, evidentemente le osservazioni dell’onorevole Giua non hanno ragione di essere. Ritiene che si possa accogliere con piena fiducia il metodo di lavoro proposto, con i suggerimenti integrativi degli onorevoli Togliatti e Cevolotto. In seguito al rilievo dell’onorevole Giua, piuttosto che «ratifica» direbbe poi nell’ordine del giorno «esame ed approvazione».

GHIDINI dichiara che voterà contro l’ordine del giorno, in quanto non ha fiducia che il sistema proposto possa far guadagnare tempo. Per quel poco di esperienza che ha, è convinto che questi Comitati non accelerino i lavori; soprattutto è contrario, perché sostanzialmente la Commissione si scarica delle sue responsabilità riversandole sul Comitato.

TAVIANI propone che il Comitato sia composto di 18 membri, rispettando la proporzione dei gruppi nella Commissione plenaria.

PRESIDENTE pone ai voti l’ordine del giorno Conti, nel quale la parola «ratifica» viene sostituita dalle parole «esame ed approvazione», con l’aggiunta dei codicilli dell’onorevole Taviani, nel senso che si rispetti la proporzione dei gruppi, e degli onorevoli Togliatti e Cevolotto, nel senso che, ove sorgano nel Comitato questioni importanti siano rimesse alla Commissione in seduta plenaria, e che tutti i commissari possano presentare al Comitato i loro emendamenti.

COLITTO dichiara di votare contro, perché convinto che, dopo il lavoro del Comitato, la situazione si ripresenterà identica a quella attuale.

(L’ordine del giorno è approvato).

TOGLIATTI propone che ì Presidenti dei gruppi parlamentari si mettano d’accordo per la designazione dei membri del Comitato.

(Così rimane stabilito).

PRESIDENTE. Essendo esaurito l’ordine del giorno, la Commissione sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 19.30.

Erano presenti: Amadei, Ambrosini, Basso, Bocconi, Bozzi, Canevari, Caristia, Castiglia, Cevolotto, Colitto, Conti, Corsanego, De Michele, De Vita, Di Giovanni, Di Vittorio, Dominedò, Fabbri, Fanfani, Federici, Fuschini, Ghidini, Giua, Grassi, Grieco, Laconi, Lami Starnuti, La Pira, La Rocca, Lussu, Mancini, Mannironi, Marinaro, Mastrojanni, Molè, Moro, Mortati, Nobile, Noce, Paratore, Perassi, Pesenti, Piccioni, Rapelli, Ravagnan, Rossi, Ruini, Taviani, Terracini, Togliatti, Togni, Tosato, Tupini, Uberti, Vanoni, Zuccarini.

Erano assenti: Bordon, Bulloni, Calamandrei, Cappi, Codacci Pisanelli, Dossetti, Einaudi, Farini, Finocchiaro Aprile, Iotti Leonilde, Leone Giovanni, Lombardo, Lucifero, Marchesi, Merlin Lina, Merlin Umberto, Patricolo, Porzio, Targetti.