Come nasce la Costituzione

POMERIDIANA DI DOMENICA 21 DICEMBRE 1947

ASSEMBLEA COSTITUENTE

CCCXLV.

SEDUTA POMERIDIANA DI DOMENICA 21 DICEMBRE 1947

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CONTI

indi

DEL PRESIDENTE TERRACINI

INDICE

Disegno di legge (Seguito e fine della discussione):

Modificazioni al decreto legislativo 10 marzo 1946, n. 74, per l’elezione della Camera dei deputati. (48).

Presidente

Scoccimarro, Presidente della Commissione

Marazza, Sottosegretario di Stato per l’interno

Perassi

Morelli Renato

Uberti

Fuschini, Relatore per la maggioranza

Merighi

Sansone

Russo Perez

Longhena

Micheli

Votazione segreta:

Presidente

Risultato della votazione segreta:

Presidente

Comunicazione del Presidente:

Presidente

Per un provvedimento di clemenza nell’atto in cui si approva la nuova Costituzione:

Presidente

Mazza

Gronchi

Parri

Boldrini

Leone Giovanni

Castiglia

Ghidini

Grassi, Ministro di grazia e giustizia

Fresa

Mastrojanni

Coppa

Sardiello

Rubilli

Lussu

Di Gloria

Laconi

Russo Perez

Per la festa nazionale della Repubblica italiana:

Presidente

Bacciconi

Per la pubblicazione delle nuove norme sull’epurazione:

Castelli Avolio

Presidente

Sui lavori dell’Assemblea:

Presidente

Tonello

Interrogazioni (Annunzio):

Presidente

La seduta comincia alle 18.10

LEONE GIOVANNI, ff. Segretario, legge il processo verbale della precedente seduta pomeridiana.

(È approvato).

Seguito della discussione del disegno di legge: Modificazioni al decreto legislativo 10 marzo 1946, n. 74, per l’elezione della Camera dei deputati. (48).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: Modificazioni al decreto legislativo 10 marzo 1946, n. 74, per l’elezione della Camera dei deputati. (48). Ricordo che gli onorevoli Morelli Renato, Badini Confalonieri, Rescigno ed altri hanno proposto di inserire, al titolo VIII, prima dell’articolo 85, un altro articolo del seguente tenore:

«L’elettore incluso definitivamente nell’elenco degli astenuti senza giustificato motivo è sottoposto, con decreto dell’Intendente di finanza, al pagamento della somma di lire 500 se non è iscritto nei ruoli delle imposte complementari di reddito, di lire 2000, se iscritto nei detti ruoli».

A questo testo è stato ora proposto dalla Commissione di sostituire il seguente:

«Le norme che stabilissero nella legge elettorale per il Senato della Repubblica nuove sanzioni a carico di coloro che si astengano dal voto, saranno applicate anche per l’elezione della Camera dei deputati».

In sostanza, con questo secondo emendamento si vuole rimettere alla legge per l’elezione del Senato ogni decisione sulla proposta dell’onorevole Morelli.

L’onorevole Presidente della Commissione ha facoltà di parlare.

SCOCCIMARRO, Presidente della Commissione. A proposito dell’emendamento presentato dall’onorevole Morelli, relativo alle sanzioni per coloro che non votano, la Commissione all’unanimità ha convenuto di proporre all’Assemblea un articolo aggiuntivo, come norma transitoria, il cui significato è questo: che del problema non si discuterà ora, ma in sede di legge elettorale per il Senato e le decisioni, che verranno prese in merito, escludendo o ammettendo sanzioni, per la legge del Senato, varranno anche per la legge elettorale relativa alla Camera dei deputati.

In sostanza si rinvia tutto il problema alla discussione della futura legge elettorale del Senato, convenendo che le decisioni che si prenderanno per il Senato avranno valore anche per la Camera dei deputati. Resteranno così impregiudicate le diverse tesi dei vari Gruppi e per il momento si inserisce come norma transitoria questa proposta della Commissione, sulla quale tutti i membri della stessa hanno convenuto, compreso l’onorevole Renato Morelli, presentatore dell’emendamento.

PRESIDENTE. Quale è il parere del Governo?

MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Il Governo è d’accordo.

PERASSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERASSI. Non ho nessuna difficoltà a che si rinvii; ma resta inteso che tutte le questioni rimangono impregiudicate, compresa quella della pregiudiziale che questo articolo o articoli analoghi non sono compatibili con l’articolo 48 della Costituzione.

MORELLI RENATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MORELLI RENATO. Dichiaro che ritiro il mio emendamento a questa condizione: che resti impregiudicata anche la mia opposizione alla questione proposta dall’onorevole Perassi.

UBERTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UBERTI. Circa l’osservazione fatta dal collega Perassi, siamo dell’intesa che la norma così stabilita ha un suo valore nella legge per l’elezione della Camera dei deputati, per cui quelli che ritengono che la preclusione non esista in nessun modo, hanno pienamente diritto di far valere che non ha nessun fondamento. (Commenti).

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo aggiuntivo proposto dalla Commissione:

«Le norme che stabilissero, nella legge elettorale per il Senato della Repubblica, nuove sanzioni a carico di coloro che si astengono dal voto, saranno applicabili anche per le elezioni della Camera dei deputati».

(È approvato).

Gli onorevoli De Martino, Sullo, Damiani, Caronia, Delli Castelli, Cassiani, Firrao, Froggio ed altri hanno presentato il seguente ordine del giorno:

«L’Assemblea Costituente delibera che negli ospedali e nei ricoveri di invalidi con almeno cento elettori saranno istituite sezioni elettorali il cui seggio potrà ricevere il voto dei ricoverati, se necessario, anche presso il letto dei medesimi, e del personale relativo. (Rumori a sinistra).

FUSCHINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FUSCHINI, Relatore per la maggioranza. In un ordine del giorno si deve dire: «fa voti», non «delibera». Propongo formalmente tale modifica.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo il parere della Commissione su questa proposta.

SCOCCIMARRO, Presidente della Commissione. Non trattandosi di un emendamento, la Commissione non intende esprimere un parere.

PRESIDENTE. Quale è il parere del Governo?

MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Mi rimetto all’Assemblea.

MERIGHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MERIGHI. Faccio osservare che non tutti gli ospedali costituiscono un tutto unico ove si possa stabilire un seggio elettorale. Molti ospedali sono costituiti in padiglioni, delle volte separati parecchio l’uno dall’altro. Occorrerebbe quindi stabilire, per questi ammalati dei singoli padiglioni, un seggio per ogni padiglione. (Commenti).

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno testé letto con la modifica proposta dall’onorevole Fuschini.

(Dopo prova e controprova, e votazione per divisione, è approvato).

Si dia lettura dell’ultimo articolo del disegno di legge.

MATTEI TERESA, Segretaria, legge:

«La presente legge entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica».

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(È approvato).

L’onorevole Perassi ha proposto di sostituire la intitolazione della legge con la seguente:

«Norme per l’elezione della Camera dei deputati».

L’onorevole Perassi ha facoltà di svolgere la sua proposta.

PERASSI. La modifica del titolo che io propongo mi pare sia giustificata dal contenuto della legge. E poiché, a quanto mi risulta, la Commissione non avrebbe difficoltà ad accettare la sostituzione, ritengo inutile svolgere le ragioni di questa proposta.

PRESIDENTE. Quale è il parere della Commissione?

SCOCCIMARRO, Presidente della Commissione. La Commissione non si oppone alla proposta dell’onorevole Perassi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la seguente intitolazione proposta dall’onorevole Perassi per il disegno di legge in esame:

«Norme per l’elezione della Camera dei deputati».

(È approvata).

È stato presentato il seguente ordine del giorno dagli onorevoli Sansone ed altri:

«L’Assemblea, preso atto dell’ordine del giorno De Martino testé votato, fa voti che sia ammessa la propaganda elettorale negli ospedali ed istituti di cura». (Commenti al centro e a destra).

Una voce al centro. Non è una cosa seria.

PRESIDENTE. L’onorevole Sansone ha facoltà di svolgere l’ordine del giorno.

SANSONE. Onorevoli colleghi, mi ha sorpreso il modo con cui è stato accolto lo ordine del giorno che ho presentato, perché ho sentito dire da qualcuno che non è una cosa seria.

Non comprendo, però, se non è serio l’ordine del giorno che ho presentato io, o se non è serio, invece, quello che abbiamo votato poco fa.

Di qui non si esce: se è serio l’ordine del giorno votato prima, è molto serio che anche negli ospedali si possa fare una giusta propaganda elettorale. (Commenti al centro e a destra). Noi non possiamo lasciare alle amorevoli cure di qualcheduno la coscienza degli elettori che sono negli ospedali; ma è necessario che queste amorevoli cure siano ampie da parte di tutti: noi non possiamo ammettere che vi sia da una parte un monopolio di queste amorevoli cure. A buon intenditor, poche parole. (Commenti).

Se pertanto noi abbiamo la sincera intenzione di fare delle cose serie e non delle cose che abbiano sapore di faziosità, io penso che l’Assemblea, in tutta coscienza, debba accogliere l’emendamento da noi presentato. (Commenti).

RUSSO PEREZ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO PEREZ. Poiché immagino che si tratti di una proposta avanzata con serietà, io vi dichiaro che l’attuazione pratica di questa proposta non è possibile, perché, mentre è possibile l’attuazione di quell’ordine del giorno che abbiamo approvato, che cioè vi siano delle sezioni elettorali le quali, invece di funzionare, per esempio, in una scuola, funzionino in un ospedale, perché gli ammalati possono abbandonare il proprio letto, la propria camerata ed andare a votare nello stesso stabile dove sono ricoverati, non so invece come si possa immaginare una propaganda elettorale. (Commenti).

LONGHENA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LONGHENA. Io mi rivolgo a tutti i colleghi e dichiaro loro che come ho approvato il primo ordine del giorno approvo anche il secondo. (Commenti).

Abbiate pazienza: permettete che, all’ultimo momento, in una questione che interessa me personalmente come presidente di ospedali, io dica quello che è il frutto della mia esperienza nelle passate elezioni politiche ed amministrative, in occasione delle quali io ottenni dal Presidente della Corte d’appello di Bologna che in un ospedale fosse istituita una Sezione elettorale. (Commenti).

Piuttosto che gli ammalati fossero portati con pericolo della loro vita in altra sede, ritenni opportuno che compissero il loro dovere di cittadini nello stesso ospedale. E non solo, ma ho anche permesso – non credendo con ciò di venir meno né ai miei doveri di presidente né ai miei doveri di cittadino – che nel sanatorio dipendente da me ed anche in altri ospedali, tutti i partiti facessero propaganda prima delle elezioni.

Soltanto, io ho raccomandato che a ciò venissero delegati uomini dotati di un certo senso di delicatezza, affinché non si verificassero quegli attriti e quegli scontri che avrebbero potuto essere pregiudizievoli alla salute dei degenti. Ed io posso dichiarare che, con tutta la propaganda che fu fatta, nessun inconveniente mai si verificò.

Perciò, mentre ho concesso il mio voto all’ordine del giorno di prima, do ora, altrettanto sinceramente, il mio voto a questo secondo ordine del giorno.

MICHELI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELI. Io sono lieto che il mio concittadino professor Mario Longhena, nella sua qualità di Presidente di un ente ospedaliero, abbia ricordato qui come la vecchia legge permetteva che gli ammalati negli ospedali potessero votare, e che effettivamente il voto al quale i colleghi di sinistra hanno creduto di contrastare era una cosa che era già consentita nella legge antica, e quindi non meritava tutto il clamore col quale esso è stato accolto, tanto è vero che il nostro collega Longhena ci ha narrato come nel suo grande ospedale la Sezione si sia organizzata ed abbia funzionato.

E allora noi che cosa abbiamo fatto col voto precedente? Abbiamo completato semplicemente la cosa, integrando legislativamente col garbo opportuno, quanto pel passato era meno ampiamente stabilito. Permettete che io mi riferisca al passato legislatore, perché qualche piccola parte in esso pure io l’ho avuta. (Approvazioni al centro).

Ora, se questo è e se la situazione di fatto si determinava anche prima in questo modo, come il collega Longhena ha testimoniato (e sono lieto che lo abbia testimoniato lui, perché, se avessi accennato io a quella possibilità, forse qualcuno di voi (accenna a sinistra) sarebbe stato più dubitoso nell’accettare le mie parole), ecco che per quanto riguarda l’ordine del giorno presentato dal collega Sansone, sorto improvvisamente in mezzo a tanti filistei, seppure è una cosa seria (perché io non dubito mai della serietà dei colleghi che parlano in quest’Aula anche perché non voglio che essi dubitino mai della mia) penso che forse egli ignorasse i precedenti, perché è arrivato in ultimo, perché le possibilità consentite dalla vecchia legislazione non conosceva, perché non c’era quando abbiamo discusso nel 1946, e quando abbiamo discusso della stessa questione in altre leggi elettorali antecedenti. Quindi egli si è trovato in quella gioconda ingenuità che pure spesso investe molti di noi, di fronte a nuovi problemi che sorgono improvvisamente. Così egli è partito in quarta, presentandoci questo ordine del giorno, il quale non sarebbe in fondo necessario in quanto che, chiunque ammetta la libertà di voto, non può negare quel tanto di propaganda che è necessaria perché la libertà di voto si esplichi. E noi siamo fra questi.

Ma se noi vogliamo invece solennemente affermarla in un ordine del giorno, se vogliamo sottolineare in modo cospicuo una affermazione di questo genere, allora noi apriamo tutte le porte, non dirò dei padiglioni– cui accennò il collega Merighi, avvertendo che gli ospedali sono formati da tanti padiglioni – ma delle corsie addirittura. E allora avremo non solo un propagandista per padiglione, ma un propagandista per corsia, e arriveremo anche ad un propagandista per letto. E allora, dove andiamo a finire? (Rumori a sinistra).

Permettete, o colleghi, che aggiunga come poco per volta bisognerà arrivare a consentire il contradittorio, ad ogni letto avremo un agit-prop della parte vostra, il nostro rappresentante e forse anche il rappresentante dell’onorevole Sansone perché il suo partito resterà distinto; ed il povero ammalato finirà per turbarsi e forse anco passare a miglior vita in anticipo, se questi nostri bravi propagandisti vorranno insistere a propinargli ciascuno la propria verità politica e sociale.

Ecco perché noi dobbiamo lasciare le cose come sono state sistemate con il nostro ordine del giorno votato prima attraverso tanti clamori di divisione ecc., inutili certo, se i nostri bravi colleghi avessero ben compreso come le cose non variavano troppo da quelle che erano possibili nel buon tempo antico, che consentivano le Sezioni ospedaliere come quella accennata dal Presidente degli ospedali di Bologna onorevole Longhena, per istanza del quale il Presidente di quella Corte di Appello ha consentito che si formasse la Sezione elettorale. Perché qui è l’altro punto debole. La Sezione elettorale funziona soltanto il giorno in cui si vota, mentre, se prevalesse l’ordine del giorno Sansone, si tratterebbe di svolgere la propaganda in tutto il periodo precedente la campagna elettorale. Quanti giorni? Con quali limiti? Ora, che le piazze d’Italia sono libere per questo sta benissimo, ma starebbe male se questa incontrollata possibilità fosse trasportata negli ospedali: ne deriverebbe una confusione fra ammalati, infermieri e medici, tale da determinare veramente una cosa poco seria, e non ammissibile fra gente minorata che deve essenzialmente restare tranquilla.

Per queste ragioni io pregherei il collega Sansone, dopo aver udito quanto ha detto l’onorevole Longhena, di voler ritirare la sua proposta, perché contrastante a quei sentimenti stessi che hanno ispirato le sue parole. (Approvazioni al centro e a destra).

PRESIDENTE. L’onorevole Presidente della Commissione è invitato ad esprimere il suo parere.

SCOCCIMARRO, Presidente della Commissione. La Commissione, come non ha espresso il suo parere sul precedente ordine del giorno, non lo esprime su questo. Fa soltanto l’augurio che gli ammalati siano lasciati in pace.

PRESIDENTE. Quale è il parere del Governo?

MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Mi dichiaro contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno dell’onorevole Sansone già letto.

(Dopo prova e controprova, non è approvato).

Votazione segreta.

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto sul complesso del disegno di legge.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione ed invito gli onorevoli Segretari a procedere alla numerazione dei voti.

(Gli onorevoli Segretari numerano i voti).

Risultato della votazione segreta.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione segreta del disegno di legge: Modificazioni al decreto legislativo 10 marzo 1946, n. 74, per l’elezione della Camera dei deputati:

Presenti e votanti     357

Maggioranza           179

Voti favorevoli        275

Voti contrari            82

(L’Assemblea approva).

Hanno preso parte alla votazione:

Abozzi – Adonnino – Alberti – Aldisio – Allegato – Ambrosini – Andreotti – Arcaini – Arcangeli – Avanzini – Ayroldi – Azzi.

Bacciconi – Badini Confalonieri – Baldassari – Balduzzi – Baracco – Barontini Anelito – Bartalini – Basile – Bastianetto – Bazoli – Bei Adele – Bellato – Bellavista – Bellusci – Belotti – Bencivenga – Benedetti – Benedettini – Benvenuti – Bernini Ferdinando – Bertola – Bertone – Bettiol – Biagioni – Bianchi Bruno – Bianchini Laura – Bibolotti – Bocconi – Boldrini – Bolognesi – Bonino – Bonomi Ivanoe – Bonomi Paolo – Bordon – Borsellino – Bosco Lucarelli – Bovetti – Bozzi – Braschi – Bubbio – Bulloni Pietro – Burato.

Caccuri – Caiati – Cairo – Calamandrei – Calosso – Camangi – Campilli – Camposarcuno – Candela – Canevari – Cannizzo – Caporali – Cappa Paolo – Cappelletti – Cappi Giuseppe – Cappugi – Capua – Carboni Enrico – Caroleo – Caronia – Carpano Maglioli – Carratelli – Caso – Castelli Edgardo – Castelli Avolio – Castiglia – Cavalli – Cavallotti – Cerreti – Cevolotto – Chieffi – Chiostergi – Ciampitti – Cianca – Ciccolungo – Cifaldi – Cimenti – Cingolani Mario – Coccia – Codacci Pisanelli – Colitto – Colombo Emilio – Colonna di Paliano – Colonnetti – Conci Elisabetta – Condorelli – Coppi Alessandro – Corbi – Corsanego – Corsi – Cortese Guido – Cortese Pasquale – Costa – Cotellessa – Cremaschi Carlo – Cremaschi Olindo.

Damiani – D’Amico – D’Aragona – De Caro Gerardo – De Gasperi – Del Curto – Detti Castelli Filomena – De Maria – De Martino – De Mercurio – De Michele Luigi – De Michelis Paolo – De Palma – De Unterrichter Maria – Di Fausto – Di Gloria – Di Vittorio – Dominedò – Dossetti.

Ermini.

Fabriani – Facchinetti – Faccio – Fantoni – Fantuzzi – Farina Giovanni – Farini Carlo – Fedeli Aldo – Federici Maria – Ferrarese – Ferrario Celestino – Ferreri – Filippini – Fiore – Fioritto – Firrao – Flecchia – Foa – Foresi – Fornara – Franceschini – Froggio – Fuschini – Fusco.

Gabrieli – Galati – Galioto – Gallico Spano Nadia – Garlato – Gasparotto – Gavina – Germano – Gervasi – Geuna – Ghidetti – Ghidini – Giacchero – Giacometti Giordani – Giua – Gonella – Gortani – Gotelli Angela – Grassi – Grilli – Gronchi – Guariento – Guerrieri Emanuele – Guerrieri Filippo – Gui – Guidi Cingolani Angela – Gullo Rocco.

Imperiale – Iotti Leonilde.

Jervolino.

Laconi – La Malfa – Landi – La Pira – La Rocca – Leone Giovanni – Lizier – Lombardi Carlo – Lombardi Riccardo –Lombardo Ivan Matteo – Longhena – Longo – Lopardi – Lozza – Lucifero – Luisetti.

Maffi – Magnani – Magrassi – Magrini – Malagugini – Maltagliati – Malvestiti – Mancini – Mannironi – Marazza – Mariani Enrico – Marina Mario – Marinaro – Marinetti – Martinelli – Martino Gaetano – Marzarotto – Massini – Massola – Mastino Gesumino – Mastino Pietro – Mastrojanni – Mattarella – Mattei Teresa – Mazza – Medi Enrico – Mentasti – Merighi – Merlin Angelina – Mezzadra – Miccolis – Micheli – Minella Angiola – Minio – Molinelli – Momigliano – Montagnana Rita – Montalbano – Montemartini – Monterisi – Montini – Morandi – Morelli Renato – Morini – Mortati – Mùrdaca – Murgia – Musolino.

Nasi – Negro – Nenni – Nicotra Maria – Nobile Umberto – Nobili Tito Oro – Notarianni.

Orlando Camillo.

Pallastrelli – Paolucci – Parri – Pat – Pecorari – Pella – Pera – Perlingieri – Perrone Capano – Pesenti – Petrilli – Piemonte – Pignatari – Pollastrini Elettra – Ponti – Preti – Priolo – Proia – Pucci – Puoti.

Quarello – Quintieri Adolfo.

Raimondi – Rapelli – Reale Eugenio – Reale Vito – Recca – Rescigno – Restagno – Ricci Giuseppe – Rivera – Rodinò Mario – Rognoni – Romano – Romita – Roselli – Rossi Giuseppe – Rossi Maria Maddalena – Rossi Paolo – Rubilli – Ruggeri Luigi – Rumor – Russo Perez.

Saccenti – Saggin – Salizzoni – Salvatore – Sampietro – Sansone – Sapienza – Sardiello – Sartor – Scalfaro – Scarpa – Scoca – Scoccimarro – Scotti Francesco – Selvaggi – Sicignano – Siles – Silipo – Simonini – Spataro – Stampacchia – Stella – Sullo Fiorentino.

Tega – Terranova – Tieri Vincenzo – Titomanlio Vittoria – Togni – Tonello – Tonetti – Tosato – Tosi – Tozzi Condivi – Treves – Trimarchi – Tripepi – Turco.

Uberti.

Valenti – Valian, – Vallone – Valmarana – Varvaro – Venditti – Viale – Vicentini – Vigna – Vigo – Villabruna – Villani – Volpe.

Zaccagnini – Zanardi – Zannerini – Zerbi – Zotta – Zuccarini.

Sono in congedo:

Arata.

Canepa – Carmagnola – Cavallari.

Jacini.

Merlin Umberto.

Preziosi.

Ravagnan.

Trulli.

Vanoni – Vernocchi.

(La seduta, sospesa alle 19.35, è ripresa alle 20.10).

Presidenza del presidente TERRACINI

Comunicazione dei Presidente.

PRESIDENTE. Comunico che, avendo l’onorevole Abozzi rinunziato, per motivi di salute, a far parte della Commissione speciale incaricata di esaminare il disegno di legge per l’elezione del Senato della Repubblica, ho chiamato a sostituirlo l’onorevole Capua.

Per un provvedimento di clemenza nell’atto in cui si approva la nuova Costituzione.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti ordini del giorno:

«L’Assemblea Costituente, nell’atto in cui si approva la Costituzione della Repubblica italiana, sicura di interpretare il sentimento unanime degli italiani, auspica un atto di clemenza per i reati politici e per quelli comuni.

«Mazza».

«L’Assemblea Costituente invita il Governo a prendere, in occasione della promulgazione della Costituzione, un provvedimento di clemenza nei confronti di coloro che, avendo attivamente partecipato alla lotta di liberazione, sono stati condannati o sono imputati di reati sia per il fine, sia per le circostanze, di natura politica.

«Calamandrei, Parri, Longo, Scotti, Arcaini, Boldrini, Gasparotto».

«L’Assemblea Costituente, nell’atto in cui approva la Costituzione della Repubblica, sicura di interpretare il sentimento unanime degli italiani, auspica provvedimenti di clemenza per i reati politici e per quelli ad essi connessi, con particolare riguardo ai reati, il cui movente si ricollega allo spirito della lotta di liberazione nazionale.

«Gronchi».

L’onorevole Mazza ha facoltà di svolgere il suo ordine del giorno.

MAZZA. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, non credo di dover illustrare il mio ordine del giorno. In una occasione come quella di domani mi pare che il meno che si possa fare sia un atto di clemenza verso quegli italiani che per un loro atto di fede abbiano commesso dei reati politici o dei reati comuni. (Commenti). Mi pare che questa richiesta venga da tutta l’opinione pubblica. Quindi, mantengo il mio ordine del giorno rimettendomi alla volontà dell’Assemblea.

PRESIDENTE. L’onorevole Gronchi ha facoltà di svolgere il suo ordine del giorno.

GRONCHI. Basteranno poche parole a chiarire il movente, che ha ispirato questo ordine del giorno.

Non è un puro atto di convenienza o di ritualità, quello che noi chiediamo nel momento solenne nel quale l’Assemblea si appresta ad approvare la nuova Costituzione, ma un atto di clemenza, che deve significare la sollecitudine dell’Assemblea stessa verso gli ancora numerosi o imputati o condannati per reati, i quali hanno avuto nella loro natura politica una ispirazione che si connette con quello spirito della lotta di liberazione nazionale, la quale è stata una delle vie, forse la via maggiore, attraverso cui l’Italia ha ritrovato i suoi ordinamenti democratici che oggi si appresta a consacrare nella Costituzione.

Ritengo che in questi sentimenti ed in questa sollecitudine tutti i settori della Camera, senza esclusione, potrebbero e dovrebbero essere concordi. (Applausi).

PRESIDENTE. L’onorevole Parri ha facoltà di svolgere il suo ordine del giorno.

PARRI. Il nostro ordine del giorno traeva origine da quello analogo presentato dall’onorevole Maffi. Premesso che da parte nostra non vi può essere nessuna intenzione a frapporre ostacoli a provvedimenti che possono giovare a ridurre le frizioni tra i partiti politici in questa congiuntura così delicata della vita nazionale, noi non abbiamo chiesto e non cerchiamo di sapere a quante categorie di delitti intendesse provvedere l’ordine del giorno presentato dall’onorevole Maffi, ma sapevamo bene che una notevole ragione di risentimento nasceva a causa di quei detenuti per reati comuni, commessi dopo la lotta di liberazione, ai quali ora ha accennato l’onorevole Gronchi, quei detenuti per reati comuni, che però una più equa, una più comprensiva e, credo, anche una più obiettiva valutazione da parte dei magistrati avrebbe potuto far comprendere come reati politici. Perché la natura delle circostanze di quel periodo avrebbe potuto farli rientrare nella categoria dei reati politici. In presenza dell’ordine del giorno Gronchi, con lo spirito che deriva dalle sue stesse parole, credo che i sottoscrittori del nostro ordine del giorno non abbiano difficoltà ad associarsi all’ordine del giorno Gronchi stesso, che credo possa essere accolto con unanimità di consensi dalla Assemblea.

BOLDRINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOLDRINI. Non ho nulla in contrario ad associarmi all’ordine del giorno Gronchi, ma vorrei richiamare l’attenzione dell’Assemblea sulle ragioni che ci hanno spinto a presentare il nostro ordine del giorno.

Credo che non sia da sottovalutare il ricordo di come è avvenuta la smobilitazione del C.V.L. Molti volontari della libertà, dopo la smobilitazione del Corpo, che avvenne in sette giorni, non regolata da alcuna legislazione, senza organizzazione assistenziale, e senza la possibilità per i comandanti di seguire i loro volontari, si sono trovati improvvisamente nella crisi di passaggio dalla illegalità alla legalità. Questa crisi morale ha portato molti giovani a commettere reati; ma se questi reati sono stati compiuti, forse la responsabilità non ricade in parte anche su di noi, che dovevamo indubbiamente preparare questi giovani, dopo anni di guerra spietata, dopo due anni e più di montagna, ad entrare nella vita civile?

 

Voi, con l’amnistia, avete tesa una mano ai fascisti; ebbene penso che con lo spirito nel quale l’onorevole Gronchi ha presentato il suo ordine del giorno, l’Assemblea possa invocare un atto di clemenza, anche per questi giovani. Se con la destra noi abbiamo colpito giustamente i volontari, i quali avevano peccato, con la sinistra noi dobbiamo dar loro la possibilità di riprendere il loro ruolo nella vita civile. (Applausi a sinistra).

PRESIDENTE. L’onorevole Leone Giovanni ha presentato il seguente ordine del giorno:

«L’Assemblea fa voti al Governo perché emani amnistie e condoni per reati politici commessi precedentemente all’armistizio e per i quali precedenti amnistie e condoni non siano operativi».

Ha facoltà di svolgerlo.

LEONE GIOVANNI. Onorevoli colleghi, dirò solo due parole su questo mio ordine del giorno. Poiché gli ordini del giorno presentati finora vogliono essere elogiabile espressione di un particolare stato d’animo che mira alla pacificazione degli italiani, io penso che occorra segnalare – può darsi benissimo che nei precedenti ordini del giorno questa mia preoccupazione sia espressa, ma io ho voluto sottolinearla, salvo poi al Governo stabilire come la può tradurre in una forma legislativa – la preoccupazione che restino fuori da questo provvedimento, che vuole essere espressione di pacificazione degli animi, alcuni particolari giudicati, che sono certamente non rispondenti alla nostra coscienza giuridica. Mi riferisco a tutte quelle forme di reati che sono stati commessi in epoca anteriore alla data dell’armistizio e che sono stati puniti o sono stati ripresi in esame per effetto di una serie di leggi retroattive, le quali non rispondevano allora, ma non rispondono soprattutto oggi, alla nostra coscienza giuridica, se è vero che abbiamo scritto nella Costituzione un articolo per cui la legge non può avere effetto retroattivo.

Queste forme di reati, che sono stati compiti con leggi di carattere retroattivo, sono stati in gran parte coperti dall’amnistia successiva al referendum del 2 giugno. Senonché, quell’amnistia e quel condono, ponendo delle eccezioni, per alcuni casi molto limitati, non ha avuto un’applicazione in senso universale, come completa opera di pacificazione.

D’altra parte, accanto a questo elemento che ho sottolineato, cioè necessità di non permanere nella applicazione di una legge con effetto retroattivo, la quale, nel momento in cui votiamo la Costituzione, si pone in drastico contrasto con una norma posta nella Costituzione stessa, va segnalato un altro profilo, ed è questo: che l’amnistia del giugno del 1946, scritta bene o male, ha portato comunque nella sua applicazione, come più volte avete deplorato in questa Assemblea, alla conseguenza che moltissimi maggiori responsabili del fascismo e della disfatta sono tornati in circolazione, mentre dei piccoli uomini, che nel 1919, 1920, 1921, 1922 hanno commesso reati politici, per i quali non è stata operativa l’amnistia o il condono, sono restati sotto il peso delle sentenze di condanna e sono tuttora nel carcere.

Ed allora, se quest’ansia sentiamo (questo non è un problema politico, ma un problema di coscienza e di giustizia) di fronte all’applicazione dell’amnistia o del condono per i più eminenti rappresentanti del regime fascista, di fronte ad una legge ad effetto retroattivo, la quale non risponde alla coscienza giuridica italiana, soprattutto nel momento in cui votiamo la Costituzione, è opportuno invitare il Governo, se un provvedimento di amnistia dovrà emettere, ad inserirvi la copertura definitiva di tutte quelle condanne che sono state inflitte per effetto di leggi retroattive, concernenti però reati precedenti all’armistizio, quei reati cioè che sono stati commessi dal 1919 in poi e che sono stati ripescati dalla sepoltura di una amnistia o di una assoluzione, per essere riportati in giudizio, con un discredito evidente della norma della irretroattività della legge penale, e soprattutto con un discredito della norma per cui il tempo opera come risanamento di tutte le ferite prodotte da ogni forma delittuosa.

Se questa mia preoccupazione è espressa negli altri ordini del giorno, è evidente che il mio resta assorbito; ma se non è espressa, io ritengo che debba essere sentita da tutti i settori dell’Assemblea, se questa Assemblea vorrà sentire l’appello per la pacificazione degli spiriti in un momento solenne, nel quale, applicando la Costituzione italiana, vogliamo chiudere una pagina triste, anche per la storia del nostro diritto. (Applausi al centro).

RUSSO PEREZ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO PEREZ. L’onorevole Leone ha detto che avrebbe pronunciato brevi parole. Io dirò veramente brevi parole, non soltanto a nome mio, ma anche a nome dei colleghi del Gruppo dell’unione nazionale.

La nostra non è che una raccomandazione al Governo, perché il Governo trasmetta questo nostro desiderio al Capo dello Stato.

Onorevoli colleghi, in Italia non vi è mai sicurezza del diritto, perché è il Paese in cui si promulga il più gran numero di amnistie.

Tuttavia, se in questa occasione l’Assemblea desidera che un atto di clemenza venga, noi certamente non saremo dissenzienti; però, non nell’ordine di idee esposte dall’onorevole Gronchi, ma, se mai, nell’ordine di idee esposte dagli onorevoli Mazza e Leone. Noi tutti diciamo di perseguire uno scopo nobilissimo, quello della pacificazione degli italiani, ma poi, in atto, noi non facciamo quanto occorre perché la pacificazione ci sia. L’onorevole Mazza ha detto: reati politici in genere; l’onorevole Gronchi ha detto: una determinata qualità di reati politici. Quindi l’atto di clemenza ben venga, ma che sia rivolto a tutti coloro che hanno peccato per servire una qualsiasi ideologia.

PRESIDENTE. L’onorevole Castiglia ha presentato il seguente ordine del giorno:

«L’Assemblea Costituente, nell’atto in cui a compimento dei suoi lavori consegna al Popolo italiano la sua nuova Carta costituzionale

fa voti

perché il Governo faccia le opportune pratiche perché i Governi alleati consentano a che vengano estesi i provvedimenti di amnistia e condono ai reati commessi in danno delle forze militari alleate o di un loro componente, e a quelli giudicati dai tribunali militari alleati».

Ha facoltà di svolgerlo.

CASTIGLIA. Non si tratta di un ordine del giorno che contempli i reati politici, ma si riferisce ai molti condannati, e anche molti detenuti, per reati che, se fossero stati commessi in danno di cittadini italiani o delle amministrazioni italiane, sarebbero stati coperti o da amnistia o da condono, mentre per il fatto di essere stati commessi in danno delle forze militari alleate o di appartenenti alle forze militari alleate, o per essere stati giudicati dalle Corti alleate, non sono stati coperti né da amnistia né da condono. La ragione è nota, perché il Governo alleato si oppose, quando vennero le amnistie del Governo italiano e del Capo dello Stato, a che l’amnistia venisse estesa a questo genere di reati.

Mi pare che, in questo momento, in cui il popolo italiano, attraverso la sua Carta costituzionale, vuole intraprendere una nuova via, che è anche la via della sovranità nazionale, sia opportuno che il Governo faccia i necessari passi presso i Governi alleati, perché consentano a che i decreti di amnistia precedenti vengano estesi anche a questi reati. Mi pare che la questione, pur investendo categorie di reati comuni, abbia anche un certo sapore politico, che incide sulla sovranità dello Stato e del popolo italiano.

GHIDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GHIDINI. Onorevoli colleghi, io volevo soltanto fare una raccomandazione; sono perfettamente d’accordo che questo atto di clemenza debba riguardare principalmente i partigiani, i reati politici ed altri. Ma io lo vorrei possibilmente più esteso. Parlo in linea di massima e non intendo fissare né i reati né i criteri da adottare. Osservo solo che vi sono molti reati comuni – per i quali sarebbe più appropriato l’istituto dell’indulto che non quello della amnistia – i quali meritano speciale considerazione; sono reati che sono stati indubbiamente commessi e che rispondono a quella che è la struttura giuridica fissata dal nostro codice penale. Però, almeno per nove decimi, sono il frutto dello sconvolgimento morale che si è verificato nel nostro Paese, specialmente a seguito della guerra.

Ci sono dei giovani che si sono mantenuti costantemente sulla retta via, i quali d’un tratto hanno commesso reati di una gravità eccezionale; parlo di omicidi, reati contro la proprietà, rapine, ecc. e ciò senza aver percorso quel tirocinio che tutti percorrevano una volta prima di commettere questi reati. Questi reati esistono, ma veramente non esiste il delinquente che corrisponde a queste figure di reati: sono il frutto dell’ambiente particolare e dello sconvolgimento morale che si è verificato con la guerra. E com’è difficile la ricostruzione materiale del nostro Paese per le strade distrutte, per i ponti sconvolti, è altrettanto difficile la ricostruzione morale.

Di questo, però, dobbiamo tener conto, ed io auspico che in quell’atto di clemenza che dovrà essere compiuto si tenga conto, in quella proporzione che si crederà, anche di questi reati comuni che meritano un’indulgenza ed una comprensione speciale. (Applausi a sinistra).

GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Onorevoli colleghi, io non ho presenti i testi degli ordini del giorno presentati dai diversi colleghi; però è opportuno che informi l’Assemblea dell’attuale situazione giuridica.

Per quanto si riferisce ai reati politici, è opportuno che l’Assemblea tenga presente che sono intervenuti diversi provvedimenti, e, per quanto si riferisce particolarmente ai partigiani, un provvedimento stabilì che tutti i reati commessi durante la guerra di liberazione fossero ritenuti reati politici e quindi amnistiati.

C’è stato, poi, un provvedimento – che chiamiamo Parri – il quale, per tutti i reati commessi dal 22 ottobre 1922 fino al 25 giugno 1943, elargì un’amnistia.

Finalmente c’è l’amnistia ultima, quella Togliatti, del giugno 1946, che fu estesa a tutti i reati politici dall’8 settembre 1943 al 22 giugno 1946.

Quindi i reati, comunque qualificati, purché di natura politica, sono stati largamente coperti da oblio per l’esigenza del Paese di ricomporsi attraverso una pacificazione. Quindi, i reati politici veri e propri fino all’epoca del referendum del 1946 sono amnistiati.

Si tratta di considerare ora i reati politici commessi da quell’epoca ad oggi, i quali solo potrebbero essere presi in considerazione. C’è un’altra categoria, quella dei reati connessi ai reati politici, che possono essere di una gamma infinita, ma che sono connessi ai reati politici e per i quali anche l’amnistia del giugno 1946 ha provveduto sotto la figura del condono, con l’articolo 9, secondo le diverse condanne: pena di morte, ergastolo, reclusione per trenta anni, per venti anni e via di seguito.

Sia, quindi, nel campo dei reati politici, sia in quello dei reati connessi, bisogna riconoscere che sono state larghe le disposizioni prese dal Governo, a favore della pacificazione italiana. Questo invito da parte dell’Assemblea è comunque un suggerimento, che potrà avere il suo peso, e che anzi certamente lo avrà, specie se espresso unanimemente al Capo dello Stato, in occasione dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana.

Io ho sentito tuttavia il dovere di farvi considerare che si tratta di situazioni già delimitate, nelle quali si potrà, sì, intervenire: ma il campo è stato tuttavia già molto arato. Se, ad ogni modo, questa vostra affermazione verrà e se, soprattutto, verrà in maniera concorde e in maniera rispondente a questo alto sentimento con cui voi guardate alla pacificazione del Paese, il Governo sarà, da parte sua, ben lieto di proporre al Capo dello Stato di usare atti di clemenza.

PRESIDENTE. Dobbiamo allora, onorevoli colleghi, passare alla votazione di questi ordini del giorno. Faccio osservare che nei confronti di alcuni di essi è possibile trovare un punto di incontro, per giungere ad un’unica formulazione, per altri, invece, poiché pongono questioni particolari, ciò non sarà possibile.

Mi pare, pertanto, che fra gli ordini del giorno presentati dagli onorevoli Mazza, Gronchi e Parri, vi sia qualche cosa di comune. Prego pertanto i firmatari di questi ordini dei giorno di volermi far conoscere se ritengono di potere addivenire ad una formulazione unica dei loro ordini del giorno.

MAZZA. Onorevole Presidente, il mio ordine del giorno mi sembra il più ampio e mi pare risponda anche al desiderio or ora espresso dall’onorevole Ministro.

PRESIDENTE. Sta bene. Gli onorevoli Parri, Calamandrei e Boldrini e gli altri firmatari dei loro ordini del giorno mi hanno fatto in questo momento conoscere che aderiscono all’ordine del giorno presentato dall’onorevole Gronchi.

GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Nel mio primo intervento non ho preso in esame i particolari. Per quello che si riferisce alla proposta dell’onorevole Castiglia, non credo sia il caso che egli insista con un suo ordine del giorno particolare, in quanto si tratta di reati commessi contro le forze armate. Non sarebbe peraltro opportuno che noi ci rivolgessimo agli alleati. Se intendiamo di usare al riguardo un atto di clemenza, usiamolo: ma è evidente che dovrà trattarsi di un atto di nostra assoluta sovranità.

Del resto, in tutti questi casi, io ho proposto quasi sempre la domanda di grazia. Non sarebbe, comunque, mai il caso di accettare la proposta dell’onorevole Castiglia; ossia, che noi ci adoperassimo per ottenere dagli Alleati il permesso di usare un atto di clemenza, il quale costituisce invece una esclusiva competenza del Capo dello Stato italiano.

PRESIDENTE. Onorevole Castiglia, lei mantiene il suo ordine del giorno?

FRESA. Dichiaro a nome dell’onorevole Castiglia, dopo le spiegazioni date dall’onorevole Ministro Guardasigilli, che egli ritira il suo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Allora restano gli ordini del giorno Gronchi, Leone Giovanni e Mazza.

La differenza sostanziale fra queste formulazioni è la seguente: che l’ordine del giorno Mazza e quello Leone Giovanni contemplano anche i reati comuni, mentre l’ordine del giorno Gronchi limita la richiesta di un atto di clemenza ai reati politici, nell’accezione più larga di questo termine, cioè riferendosi a reati connessi a reati politici.

Ciò premesso, passiamo alla votazione.

LEONE GIOVANNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEONE GIOVANNI. Se bene ho interpretato il pensiero dell’onorevole Gronchi, e soprattutto quello dell’onorevole Ministro, a me pare che il mio ordine del giorno si ponga non in rettifica né in ampliamento di quello Gronchi; ma che voglia segnalare al Governo la necessità di distinguere quel complesso di reati commessi venti o venticinque anni fa, al momento dell’instaurazione del fascismo, e per i quali occorre una particolare maggiore benevolenza, dato il decorso del tempo e dato tutto quello che ho detto prima, dal complesso di reati commessi dopo l’8 settembre.

Sotto questo aspetto, siccome il Ministro diceva che è un particolare che egli prenderà in considerazione, senza impegno di volerlo risolvere favorevolmente, in sede di formulazione del testo unico delle amnistie – perché mi pare che si miri in fondo ad un testo unico delle amnistie e dei condoni politici – mantengo il mio ordine del giorno, pur aderendo a quello dell’onorevole Gronchi, nel quale io ritengo che il mio sia compreso, come una particolare segnalazione.

RUSSO PEREZ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO PEREZ. Chiedo all’onorevole Gronchi se ha difficoltà ad omettere l’ultima parte «il cui movente si ricollega allo spirito della lotta di liberazione».

GRONCHI. La mantengo.

RUSSO PEREZ. Allora chiedo che sia posto in votazione prima quello dell’onorevole Mazza, perché è più largo.

PRESIDENTE. Sta bene. L’ordine del giorno Mazza è del seguente tenore:

«L’assemblea Costituente, nell’atto in cui si approva la Costituzione della Repubblica italiana, sicura di interpretare il sentimento unanime degli italiani, auspica un atto di clemenza per i reati politici e per quelli comuni».

LEONE GIOVANNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEONE GIOVANNI. Chiedo che sia votato per divisione: reati politici e reati comuni. C’è una differenza enorme.

MASTROJANNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASTROJANNI. Onorevoli colleghi, il Guardasigilli ha fatto opportunamente rilevare che molti provvedimenti di amnistia e indulto si sono susseguiti per i reati politici; però, sta di fatto che alcuni reati politici di maggiore gravità sono rimasti esclusi dai provvedimenti di clemenza.

Poiché vi sono diversi ordini del giorno, alcuni dei quali, come quello presentato dall’onorevole Mazza, intendono implicitamente che si estenda l’eventuale atto di clemenza ai reati per i quali non è stato possibile di applicare alcun decreto di amnistia e di indulto, prego l’Assemblea Costituente di considerare se i reati politici esclusi fino ad oggi dai provvedimenti di clemenza che si sono susseguiti, debbano in questa occasione essere presi in considerazione, perché anche ad essi si estenda il provvedimento di clemenza.

Una voce a sinistra. Quali sono?

MASTROJANNI. Sono i reati consumati dal 1922 in poi e per alcuni dei quali, intendo riferirmi anche ai reati di sangue, non sono stati applicati provvedimenti di clemenza.

Chiedo pertanto che si precisi l’intenzione dell’Assemblea, e cioè se si vuol rimediare all’inconveniente per il quale leggi retroattive sono state applicate a reati che nell’epoca in cui furono consumati non erano previsti da alcuna disposizione di carattere penale, o se tali reati debbono essere esclusi; e se il provvedimento di clemenza che sarà per essere emanato debba riferirsi esclusivamente ai reati politici consumati dal 1943 in poi, e per i quali i precedenti provvedimenti di clemenza non hanno avuto alcun riferimento.

Ritengo che l’Assemblea Costituente, se effettivamente, come l’onorevole Russo Perez ha auspicato, intende sollecitare questa pacificazione generale nel momento in cui entra in vigore la nuova Costituzione, deve estendere il provvedimento di clemenza a tutti i reati di natura politica che comunque fino ad oggi non sono stati coperti né da amnistia né da indulto.

COPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COPPA. Vorrei fare una proposta. Dato che l’atto che noi chiediamo al Governo deve avere un particolare significato per la nuova storia d’Italia che comincia con la nuova Costituzione, sarebbe opportuno che l’Assemblea non fosse divisa su questo argomento. Proporrei pertanto che i capi Gruppo si riunissero per formulare un testo che raccolga il consenso di tutta l’Assemblea.

GRONCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRONCHI. Io potrei accedere ad aggiungere al mio ordine del giorno un comma separato, la cui formulazione tuttavia sul momento non riesco a concretare, ma che fosse press’a poco questa:

«L’Assemblea auspica inoltre che l’atto di clemenza possa estendersi anche ai reati comuni di minore rilievo»; (Commenti all’estrema sinistra) oppure si potrebbe dire: «tenuto presente che in taluni di essi ha contribuito lo sconvolgimento morale» o altra frase del genere.

Comunque bisognerebbe fare un comma separato.

PRESIDENTE. Onorevole Parri, lei è d’accordo?

PARRI. Sono d’accordo.

PRESIDENTE. Onorevole Mazza, ella conserva il suo ordine del giorno o accetta il testo Gronchi così modificato?

MAZZA. Non ho difficoltà ad accettare questo testo, ritirando il mio.

PRESIDENTE. Allora la formulazione aggiuntiva potrebbe essere la seguente:

«L’Assemblea Costituente esprime il desiderio che un atto clemenza possa essere disposto anche a favore dei reati comuni di minore entità». (Commenti all’estrema sinistra).

GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Onorevoli colleghi, desidero ricordare alla Assemblea che i Parlamenti sorsero per difendere i cittadini dalle tasse; poi, questo principio fu capovolto e i Parlamenti finirono con l’aumentare sempre le tasse a carico dei cittadini! (Si ride).

Noi abbiamo voluto dare, nella nuova Costituzione, alle Assemblee legislative la difesa della prerogativa, che è sovrana, dell’amnistia e dell’indulto; non vorrei però che l’Assemblea facesse una gara a chi più concede, a chi più dà. (Applausi al centro).

Non esageriamo! V’è un fine politico che bisogna raggiungere, e dinanzi al quale dobbiamo tutti inchinarci; ma che si possa allargare questa concessione ai reati comuni contro i quali deve essere vigile il senso della difesa sociale, non credo sia il caso. (Applausi). Quindi penso che sia prudente dare un suggerimento al Capo dello Stato per i reati che possano collegarsi a finalità politiche, che possano portare ad una pacificazione, ma non esageriamo fino ad arrivare ai reati comuni per non andare contro il principio della difesa sociale della quale tutti dobbiamo essere gelosi custodi. (Applausi).

PRESIDENTE. Gli onorevoli Sardiello e Candela hanno presentato il seguente ordine del giorno:

«L’Assemblea Costituente, nell’atto di approvare la Costituzione della Repubblica, fa appello al Governo perché emani un opportuno atto di clemenza, nello spirito della pacificazione degli animi pei reati politici e pei comuni meno gravi».

Invito i colleghi a considerare l’opportunità, per non intralciare i nostri lavori, di non presentare altri testi, che finiscono poi con l’essere tutti più o meno simili, ma di accordarsi su un testo concordato. Comunque, l’onorevole Sardiello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SARDIELLO. Penso vi sia qualche cosa di diverso, ed è questo; che mentre dalle altre parti dell’Assemblea o, meglio, negli altri ordini del giorno si auspica un determinato provvedimento, nel senso di segnarne precisamente da ora i limiti, l’ordine del giorno proposto da me e dall’onorevole Candela tiene conto delle dichiarazioni dell’onorevole Grassi, perché non può sfuggire all’Assemblea la somma di motivi, la rilevanza di preoccupazioni che sono in fondo al pensiero enunciato dal Ministro della giustizia. Ecco perché io, anziché proporre un determinato atto di clemenza, formulo genericamente un voto dell’Assemblea, la quale, nell’atto di approvare la Costituzione della Repubblica, fa appello al Governo perché sia emanato un opportuno atto di clemenza per la pacificazione degli animi sia per i reati politici che per i reati comuni meno gravi. (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Sardiello, dopo quanto ella ha detto mi convinco sempre più che il suo testo non si discosta per nulla, ad esempio, da quello dell’onorevole Mazza.

GHIDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Ghidini, le sue proposte sono state accolte in quel secondo comma che l’onorevole Gronchi ha dichiarato di essere pronto a includere nel suo ordine del giorno.

GHIDINI. Mi pare che l’ordine del giorno modificato dall’onorevole Gronchi parli di reati di minore rilievo: è su questo punto che non mi trovo d’accordo.

PRESIDENTE. Voterà contro, specialmente dopo le dichiarazioni del Ministro Grassi che ha sollevato obiezioni anche per questi minori reati.

RUBILLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUBILLI. Ho chiesto di parlare per una dichiarazione di voto molto semplice e sobria. Io credo che un solo concetto debba essere affermato dall’Assemblea. Non condivido il pensiero dei vari proponenti di ordini del giorno, i quali vorrebbero quasi tracciare uno schema di progetto di amnistia. Ritengo soltanto che, nel momento solenne in cui si approva la Costituzione, un solo desiderio ed un solo voto debba partire da noi: fare appello, a mezzo del Governo, al Capo dello Stato perché voglia sanzionare meglio la solennità dell’approvazione della legge costituzionale con un atto di clemenza che tenda ad una maggiore pacificazione degli animi. E basta: vedrà il Governo, e meglio ancora vedrà il Capo dello Stato in quali limiti e fino a qual punto creda opportuno di spingere il suo atto di clemenza. (Vivi applausi).

Noi non dobbiamo dare suggerimenti né formulare proposte. Esprimiamo solo il voto che alla Costituzione si associ la clemenza con la concordia. Il resto non è opera nostra; i limiti e la portata di un’eventuale amnistia dipendono dal Governo, e di più dal Capo dello Stato. (Applausi).

Quindi approvo per queste semplicissime considerazioni solo la prima parte dell’ordine del giorno Gronchi, se su questo si vota, e non approvo il resto.

RUSSO PEREZ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO PEREZ. Chiedo la votazione per divisione. Nell’ordine del giorno Gronchi vi è un periodo di cui non condivido i principî, cioè il punto in cui si auspica un provvedimento che sia particolarmente clemente per una certa categoria di cittadini e per una certa categoria di reati. (Commenti).

Questo noi non vogliamo: noi vogliamo che cessi il sistema delle preferenze per alcune categorie di cittadini. Occorre andare dal particolare al generale, dalla divisione all’unificazione. (Commenti).

PRESIDENTE. Sull’ordine del giorno Gronchi è stata chiesta la votazione per divisione. Voteremo prima la seguente parte.

«L’Assemblea Costituente, nell’atto in cui approva la Costituzione della Repubblica, sicura di interpretare il sentimento unanime degli italiani, auspica provvedimenti di clemenza»;

poi voteremo la frase:

«per i reati politici e per quelli ad essi connessi»;

infine v’è da aggiungere:

«con particolare riguardo ai reati, il cui movente si ricollega allo spirito della lotta di liberazione nazionale».

LUSSU. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUSSU. Io non voterò la prima parte dell’ordine del giorno Gronchi, che parla di reati politici in generale; voterò solamente i reati politici connessi alla lotta partigiana.

Sento il dovere di dichiarare che in coscienza non mi sembrerebbe di potere aderire ad una richiesta di amnistia, che comprendesse anche i reati commessi da fascisti. (Commenti).

Ho l’impressione che in materia la democrazia repubblicana abbia già fatto il massimo che potesse fare.

Una voce a destra. Bella pacificazione!

LUSSU. Seguendo il discorso dell’onorevole Giovanni Leone, ho avuto l’impressione che, se si ascoltasse il suo suggerimento, verrebbero anche amnistiati gli assassini di Matteotti e di Carlo Rosselli.

MANCINI. …e di Amendola!

LUSSU. Io penso che questo non sia possibile. Parlo con sincero spirito di pacificazione, ma questa pacificazione deve essere intesa come tale; perché, per quel principio generale, per cui gli estremi si incontrano, noi abbiamo pacificato talmente, che i pacificati si sono rivolti contro di noi con spirito di guerra. Per cui dico: basta! (Applausi alla estrema sinistra).

PRESIDENTE. L’onorevole Di Gloria mi ha fatto pervenire il seguente ordine del giorno:

«L’Assemblea Costituente, nell’accingersi ad approvare la Carta costituzionale, prega il Governo di farsi interprete presso il Capo dello Stato perché voglia promulgare un provvedimento di amnistia e di condono al precipuo scopo di conseguire la pacificazione nazionale».

Onorevole Di Gloria, rammarico che la mia preghiera di poco fa non l’abbia convinta, tanto che, dopo tutti gli ordini del giorno presentati e modificati, ella me ne fa pervenire un altro. Vorrei sperare che ella dichiarasse di non conservarlo, tanto più che il concetto contenuto in questo suo ordine del giorno è rispecchiato nella prima parte dell’ordine del giorno Gronchi.

Votandosi per divisione, ella può perfettamente affermare il suo pensiero votando a favore della prima parte di questo ordine del giorno e contro le altre.

DI GLORIA. Mi sembrava di avere bene interpretato, con il mio ordine del giorno, il concetto espresso dall’onorevole Rubilli. Visto che l’Assemblea aveva manifestato molto palesemente la sua approvazione al concetto espresso dall’onorevole Rubilli, ho creduto di fissarlo, senza delimitare il campo di applicabilità, che verrà esaminato dal Capo dello Stato.

PRESIDENTE. La prima parte dell’ordine del giorno Gronchi dice per l’appunto ciò che dice tutto il suo ordine del giorno, onorevole Di Gloria.

Peraltro l’onorevole Rubilli mi fa pervenire quest’altro ordine del giorno:

«L’Assemblea Costituente fa appello al Capo dello Stato, a mezzo del Governo, perché, nel momento in cui si approva la Costituzione, provveda ad un atto di clemenza nei limiti che crederà più opportuni, e specialmente per i reati politici, allo scopo di concorrere alla maggiore pacificazione degli animi». (Applausi al centro e a destra).

L’onorevole Ghidini inoltre propone di aggiungere il seguente periodo all’ordine del giorno Gronchi:

«L’Assemblea ritiene che l’atto di clemenza potrebbe estendersi a quei reati comuni che traggono origine dal disordine morale derivato dalla guerra». (Commenti al centro e a destra).

Onorevoli Gronchi, accetta questa aggiunta al suo ordine del giorno?

GRONCHI. Non mi oppongo all’aggiunta di queste parole.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prima parte dell’ordine del giorno Gronchi:

«L’Assemblea Costituente, nell’atto in cui approva la Costituzione della Repubblica, sicura di interpretare il sentimento unanime degli italiani, auspica provvedimenti di clemenza».

(È approvata).

Seguono le parole: «per i reati politici e per quelli ad essi connessi».

MASTROJANNI. Chiedo formalmente che si voti per divisione, perché noi approviamo la parte relativa ai reati politici, ma non quella riguardante i reati ad essi connessi.

PRESIDENTE. Sta bene.

LUSSU. In tal modo mi si mette in condizione di non poter votare così come io ho detto poco fa.

PRESIDENTE. Ella ha udito che io mi sono posto ad alta voce il quesito del come disporre la votazione per poter rispondere al problema da lei posto, ma debbo dire che non vedo veramente come si possa fare diversamente, da come si è fatto; come si possa cioè non accedere alla richiesta di votare per divisione.

GRONCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRONCHI. A me sembra, sommessamente, che questa seconda parte del mio ordine del giorno mal si presti ad una divisione, perché costituisce un tutto unico, e se noi lo dividiamo, rischiamo veramente di dare a una parte un significato che il proponente e, credo, la maggior parte del mio Gruppo – se non la totalità – non può accettare. Pertanto propongo di votare integralmente questa seconda parte. (Commenti a destra).

PRESIDENTE. Onorevole Gronchi, quando v’è una richiesta di votazione per divisione bisogna procedervi. I colleghi cerchino di votare sulle singole parti in maniera che il loro pensiero risulti nel complesso espresso il più chiaramente possibile.

LACONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LACONI. Credo che si potrebbero sodisfare le varie esigenze ponendo in votazione anzitutto le parole: «per i reati politici»; poi, invece che le altre parti separatamente, tutto il testo comprese anche le parole «per i reati politici». In tal modo, coloro i quali non desiderano votare per una sola parte si asterranno dalla votazione e voteranno, eventualmente, in un secondo momento, per il tutto.

PRESIDENTE. La proposta sarebbe allora, tradotta in termini concreti, questa: di votare dapprima la formulazione «per i reati politici»; poi quest’altra: «per i reati politici con particolare riguardo ai reati il cui movente si ricolleghi allo spirito della lotta di liberazione nazionale», ed infine: «e per quelli ad essi connessi».

In questo modo si muta un po’ l’ordine con cui è stato redatto l’ordine del giorno, ma indubbiamente si va incontro alle varie esigenze.

LUSSU. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUSSU. Io chiedo scusa, ma siccome la confusione l’abbiamo fatta una volta con l’amnistia, desidererei non farla una seconda volta. Sento che non posso votare… (Commenti – Interruzioni).

PRESIDENTE. Onorevole Lussu, lei ha già fatto la sua dichiarazione di voto.

LUSSU. Se io votassi questa formulazione, sarebbero compresi tutti i reati politici. (Interruzioni al centro).

PRESIDENTE. Onorevole Lussu, proponga lei una formula.

LUSSU. La mia formula è:

«Per i reati politici il cui movente si ricolleghi allo spirito della lotta di liberazione nazionale».

PRESIDENTE. Ella la propone come emendamento; e come tale quindi la porremo ai voti.

GRONCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRONCHI. Mi permetto di dire ancora che l’ordine del giorno è concettualmente unico e difficilmente separabile. Perciò, la procedura proposta dall’onorevole Laconi mi pare la migliore. Il mio Gruppo si asterrebbe dal votare la prima parte isolata, poi voterebbe la seconda, e poi tutto insieme, in maniera che il voto venga espresso con la maggiore chiarezza possibile.

PRESIDENTE. Sta bene.

Tuttavia, ora, per dare corso alla richiesta dell’onorevole Lussu, dovrò porre in votazione la sua formulazione, che è sostitutiva di tutta la seconda parte del testo dell’onorevole Gronchi.

Pongo pertanto in votazione la seguente formula proposta dell’onorevole Lussu:

«Per i reati politici il cui movente si ricolleghi allo spirito della lotta di liberazione nazionale».

(Dopo prova e controprova, non è approvata).

Pongo in votazione le parole, esclusive di tutto il resto dell’ordine del giorno Gronchi:

«per i reati politici».

(Non sono approvate).

Pongo in votazione le parole:

«per i reati politici con particolare riguardo ai reati il cui movente si ricolleghi allo spirito della lotta per la liberazione nazionale».

(Sono approvate).

Pongo in votazione le parole:

«e per quelli ad essi connessi».

(Sono approvate).

Segue la proposizione aggiuntiva proposta dall’onorevole Ghidini, del seguente tenore:

«L’Assemblea ritiene che l’atto di clemenza potrebbe estendersi a quei reati comuni che traggono origine dal disordine morale derivato dalla guerra».

Su questa formulazione sono state mosse obiezioni dal Ministro di grazia e giustizia.

L’onorevole Ghidini ha facoltà di dichiarare se la mantiene.

GHIDINI. La mantengo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la formulazione proposta dall’onorevole Ghidini, della quale ho dato testé lettura.

(Non è approvata).

Chiedo ora all’onorevole Leone Giovanni se mantiene il suo ordine del giorno, che è già stato svolto.

LEONE GIOVANNI. Lo mantengo.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione, dandone nuovamente lettura:

«L’Assemblea fa voti al Governo perché emani amnistie e condoni per reati politici commessi precedentemente all’armistizio e per i quali precedenti amnistie e condoni non siano operativi».

(Non è approvato).

Per la Festa nazionale della Repubblica italiana.

PRESIDENTE. È stato presentato il seguente ordine del giorno, firmato dagli onorevoli Maffi, Rossi Maria Maddalena, Carpano Maglioli, Longo, Cianca, Sardiello, Corbino, Mancini, Binni, Parri, Preti, Bibolotti, Molinelli, Di Vittorio e Cevolotto:

«L’Assemblea Costituente, allo scopo di solennizzare l’avvento della Costituzione repubblicana e di celebrare i principî politici e sociali che sono a fondamento di essa, dichiara il 2 giugno di ogni anno Festa nazionale della Repubblica italiana».

Pongo in votazione questo ordine del giorno.

(L’Assemblea sorge in piedi – Vivissimi, prolungati applausi).

Dichiaro l’ordine del giorno approvato per acclamazione.

Altri ordini del giorno di contenuto identico erano stati proposti ma devono considerarsi assorbiti.

BACCICONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BACCICONI. Formulo una raccomandazione al Governo perché, nel giorno della ricorrenza della Festa nazionale della Repubblica, a tutti i lavoratori dell’industria privata, sia impiegati che operai, e ai dipendenti dello Stato sia accordata, secondo la prassi sindacale, la doppia giornata di retribuzione.

PRESIDENTE. Questa raccomandazione sarà portata a conoscenza dei Ministri competenti.

Per la pubblicazione delle nuove norme sull’epurazione.

CASTELLI AVOLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLI AVOLIO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi! Dinanzi la prima Commissione per i progetti di legge è all’esame il progetto contenente le nuove disposizioni sull’epurazione.

Quella che io rivolgo al Governo e all’Assemblea è una semplice raccomandazione: e cioè che le norme per l’epurazione, che da un paio di mesi sono state annunziate dai giornali, per contribuire all’auspicata opera di generale pacificazione degli animi, vengano pubblicate al più presto possibile. E siccome a me consta che i lavori della prima Commissione già trovansi a buon punto, la mia raccomandazione è che queste norme siano approvate e pubblicate al più presto ed entrino in vigore subito dopo la pubblicazione e l’entrata in vigore della Costituzione.

PRESIDENTE. Assicuro l’onorevole Castelli Avolio che di questa sua raccomandazione sarà tenuto il debito conto.

Sui lavori dell’Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, oggi pomeriggio sono cominciate ad affluire le proposte relative al testo della Costituzione risultante dai lavori del Comitato di redazione e di coordinamento. In una lunga riunione tenuta oggi pomeriggio, presso la Presidenza, dai rappresentanti autorizzati di tutti i Gruppi sono stati presi alcuni accordi che mi fa debito di comunicare all’Assemblea. Il maggior numero di esse – e si attengono tutte alla norma, e cioè propongono tutte di ritornare dal testo del Comitato a quello votato in Assemblea – a un primo esame hanno rivelato la possibilità di un immediato accordo. E pertanto domattina nelle prime ore, prima che si inizi la seduta, un ristretto Comitato procederà alla loro valutazione. È prevedibile che solo poche non potranno essere risolte. Per queste si chiederà il giudizio dell’Assemblea. Si tratta, in realtà, di questioni non sostanziali ma di formulazione, per le quali può sembrare che sia stato sfiorato il margine della sostanza.

È opportuno che per la seduta pomeridiana non vi siano più questioni sospese. E pertanto domani mattina, alle 11.30, si terrà una seduta per l’esame di quelle piccole superstiti questioni che fosse ancora necessario dirimere..

TONELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TONELLO. L’onorevole Ministro delle finanze aveva promesso che avrebbe risposto, almeno di sfuggita, a una mia interrogazione relativa alla imposta di famiglia. Chiedo che voglia compiacersi di farlo ora, poiché è presente.

PRESIDENTE. Onorevole Tonello, trasformi la sua interrogazione in interrogazione con richiesta di risposta scritta e l’onorevole Ministro Pella sollecitamente le darà risposta.

Interrogazioni.

PRESIDENTE. Si dia lettura delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MATTEI TERESA, Segretaria, legge:

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e l’Alto Commissario per l’igiene e la sanità pubblica, per conoscere:

1°) in considerazione dello stato di precarietà in cui si trovano da tempo in Sicilia gli uffici provinciali di sanità pubblica e la Direzione regionale, quali sono i motivi per i quali ancora, dopo 4 anni, il personale continua a gravare sul bilancio dello Stato con una assegnazione forfetaria, devoluta esclusivamente per il mantenimento dei servizi sanitari e non specificamente a titolo di pagamento degli stipendi e competenze relative al personale dipendente;

2°) nell’eventualità che la nuova riforma sanitaria in atto allo studio, non dovesse

riconoscere ed estendere alle altre provincie d’Italia l’ordinamento sanitario stabilito in Sicilia con decreto 23 ottobre 1943, in applicazione all’ordinanza n. 9 del Governo militare alleato, quale sarebbe la sorte degli impiegati nuovi assunti e la posizione del personale proveniente dagli Enti assorbiti;

3°) se, in via eccezionale, così come è stato praticato per altri Enti, quali gli uffici provinciali del lavoro e l’U.P.S.E.A., non si creda opportuno provvedere con urgenza, analogamente, con apposito decreto, ad un adeguamento dei gradi e gruppi corrispondenti a quelli dell’Amministrazione statale in conseguenza delle funzioni disimpegnate, per evitare il danno economico ed il disagio in cui versano in atto le categorie in questione.

«Patricolo».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se e come sono stati chiesti ai titolari delle cattedre universitarie, pareri e giudizi sulla istituzione di centri di ricerca amministrati dal Consiglio nazionale delle ricerche.

«In particolare ciò si chiede per quanto concerne lo statuto e l’organizzazione del centro di geofisica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Barontini Anelito».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri degli affari esteri e dei trasporti, per conoscere i motivi che hanno determinato il divieto di transito sul territorio nazionale di autopullman svizzeri con conseguenze dannose al turismo.

«Per sapere inoltre se non credano assolutamente urgente e necessario promuovere disposizioni per un regime dei trasporti automobilistici nazionali e internazionali più rispondente alle esigenze del progresso e della economia nazionale.

«Le linee automobilistiche nazionali e internazionali devono potersi sviluppare in reazione agli accresciuti bisogni del traffico commerciale e turistico con la soppressione degli ostacoli esistenti e che si concretano in fatto in un grave danno d’ordine generale e in un intollerabile monopolio di imprese private. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Pera, Canepa».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare perché venga efficacemente prevenuta ed effettivamente impedita la proiezione di pellicole cinematografiche contrarie al buon costume. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Codacci Pisanelli»

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere se non creda opportuno ricondurre alla originaria funzione l’Opera nazionale combattenti, istituita per l’assistenza ai combattenti e reduci fin dal 1919, potenziandone la Sezione sociale, e ripristinandone l’amministrazione ordinaria con gli organi e le rappresentanze previste nell’atto di costituzione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Musotto».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della marina mercantile, per conoscere se non ritenga socialmente e politicamente utile modificare il decreto fascista sull’istituzione delle compagnie portuali, onde interrompere un monopolio di lavoro reso più aspro dallo speciale periodo di emergenza che sta attraversando la nostra economia..

«L’interrogante è convinto che l’apertura dei ruoli degli operai portuali cosiddetti obbligati o medaglionati, entro limiti e condizioni stabiliti da apposita legge, sanerebbe una ingiustizia grave che dura da anni e permetterebbe ai cosiddetti operai facoltativi di compiere cogli altri i doveri ed i diritti del comune lavoro. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Caso».

PRESIDENTE. La prima delle interrogazioni testé lette sarà iscritta all’ordine del giorno e svolta al suo turno; le altre saranno trasmesse ai Ministri competenti, per la risposta scritta.

La seduta termina alle 21.25.

Ordine del giorno per le sedute di domani.

Alle ore 11,30:

Coordinamento degli articoli approvati del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.

Alle ore 17:

Votazione finale a scrutinio segreto della Costituzione della Repubblica italiana.