ASSEMBLEA COSTITUENTE
CCCXXVIII.
SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 1947
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TERRACINI
INDICE
Votazione per la nomina di tre membri dell’Alta Corte prevista dall’articolo 24 dello statuto della Regione siciliana; di un membro supplente dell’Alta Corte medesima:
Presidente
Risultato della votazione:
Presidente
Bertola
Arcangeli
Rodi
Cortese Pasquale
Fabbri
Preti
Bernini
Nitti
Colonnetti
Cevolotto
Mortati
Votazione segreta dei disegni di legge:
Norme per la prima compilazione delle liste elettorali nella provincia di Gorizia. (49).
Norme per la limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista. (50).
Presidente
Risultato della votazione segreta:
Presidente
Inversione dell’ordine del giorno:
Presidente
Disegno di legge (Seguito e fine della discussione):
Riordinamento dei Corpi consultivi del Ministero della pubblica istruzione. (35).
Presidente
Martino Gaetano, Relatore
Gonella, Ministro della pubblica istruzione
Interrogazioni urgenti (Svolgimento):
Presidente
Marazza, Sottosegretario di Stato per l’interno
Corbi
Paolucci
Di Fausto
Perassi
Nobile
Grazi
Lizzadri
Grassi, Ministro di grazia e giustizia
Presentazione di una mozione:
Presidente
Grassi, Ministro di grazia e giustizia
Corbi
Interrogazioni con richiesta d’urgenza (Annunzio):
Presidente
Grassi, Ministro di grazia e giustizia
Interrogazioni (Annunzio):
Presidente
La seduta comincia alle 17.
MAZZA, ff. Segretario, legge il processo verbale della precedente seduta pomeridiana.
(È approvato).
Votazione per la nomina di tre membri dell’Alta Corte prevista dall’articolo 24 dello Statuto della Regione Siciliana; di un membro supplente dell’Alta Corte medesima.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: Votazione per la nomina di tre membri dell’Alta Corte prevista dall’articolo 24 dello Statuto della Regione Siciliana; di un membro supplente dell’Alta Corte medesima;
Desidero rammentare che quando abbiamo deciso di porre all’ordine del giorno questa nomina, siamo rimasti di intesa, per la logica stessa della questione, che essa avrebbe avuto un valore provvisorio, perché da una parte urgeva, specialmente per le sollecitazioni dei deputati siciliani e dell’Assemblea Regionale siciliana, che si procedesse a questa nomina; dall’altra l’Assemblea Costituente non ha ancora esaminato lo Statuto siciliano nel suo coordinamento con la Costituzione della Repubblica ed è chiaro che all’atto di questo coordinamento, se vi sarà qualche riferimento alla prevista Corte Costituzionale dello Statuto siciliano, bisognerà adeguarlo al testo definitivo.
Secondo l’articolo 13 del Regolamento della Camera, dovendosi procedere alla nomina di tre membri effettivi dell’Alta Corte, ogni deputato deve scrivere soltanto due nomi sulla scheda di votazione. In tal modo, resta garantita la rappresentanza della minoranza.
Estraggo a sorte il nome dei deputati che comporranno le due Commissioni di scrutinio per queste due elezioni. Faranno parte della prima Commissione i deputati: Mezzadra, Bettiol, Finocchiaro Aprile, Fabbri, Vilardi, Giolitti, Tozzi Condivi, Rivera, Stampacchia, Pajetta Giancarlo, Bonomi Paolo, Gervasi, della seconda i deputati: Cappugi, Costa, Zerbi, Buffoni, Dominedò, Farini Carlo, Laconi, Bellato, Martinelli, Zaccagnini, Benedettini e Minio.
Si proceda alla votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione. Invito gli scrutatori a recarsi nell’apposita sala per procedere allo spoglio delle schede.
Votazione segreta dei disegni di legge: Norme per la prima compilazione delle liste elettorali nella provincia di Gorizia (49); Norme per la limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista. (50).
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto sui seguenti disegni di legge:
«Norme per la prima compilazione delle liste elettorali nella provincia di Gorizia» (49);
«Norme per la limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista» (50).
(Segue la votazione).
Avverto che le urne rimarranno aperte per lo svolgimento dell’ordine del giorno.
Inversione dell’ordine del giorno.
PRESIDENTE. Propongo un’inversione dell’ordine del giorno, in maniera da riprendere l’esame del disegno di legge sul riordinamento dei Corpi consultivi del Ministero della pubblica istruzione.
Credo che potremo portare a termine quest’oggi l’esame di questo disegno di legge, cosicché domani potremo dedicarci al progetto della Costituzione.
(Così rimane stabilito).
Seguito della discussione del disegno di legge: Riordinamento dei Corpi consultivi del Ministero della pubblica istruzione. (35).
PRESIDENTE. Come l’Assemblea ricorda, dobbiamo ora esaminare l’articolo 13. Incomincia ora la parte del disegno di legge intitolata: «Consiglio Superiore delle antichità e delle belle arti».
Si dia lettura dell’articolo 13 nel testo ministeriale.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il Consiglio superiore per le antichità e belle arti è composto di 25 membri, oltre il Ministro che lo presiede. È ripartito in 5 Sezioni di 5 membri ciascuna: la prima per l’archeologia, la paletnologia e l’etnografia; la seconda per l’arte medioevale e moderna; la terza per gli edifizi monumentali, per l’urbanistica e per le bellezze naturali; la quarta per le arti figurative contemporanee e relative scuole; la quinta per l’arte musicale e drammatica e relative scuole».
MARTINO GAETANO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTINO GAETANO, Relatore. Onorevole Presidente, le modifiche che la Commissione aveva creduto di apportare al disegno di legge ministeriale per ciò che riguarda i due corpi consultivi di cui dobbiamo ora occuparci, quello delle antichità e belle arti e quello delle accademie e biblioteche, sono modifiche di dettaglio, che il Ministro in privati colloqui aveva dichiarato di accettare.
Io credo pertanto che, per maggiore celerità dei nostri lavori, si potrebbe prendere come base della discussione il testo della Commissione, qualora il Ministro dichiarasse di aderire a questa proposta. Così potremmo più sicuramente terminare nella seduta odierna l’esame di questi ultimi articoli.
PRESIDENTE. Onorevole Ministro, ella aderisce?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Dato che fra i due testi non vi è diversità, accetto.
PRESIDENTE. All’articolo 13 del testo ministeriale corrisponde l’articolo 6 della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il Consiglio Superiore per le antichità e belle arti è composto di venticinque membri, oltre il Ministro che lo presiede. È ripartito in cinque sezioni di cinque membri ciascuna: la prima per l’archeologia, la paletnologia e l’etnografia; la seconda per l’arte medioevale e moderna; la terza per gli edifici monumentali, per l’urbanistica e per le bellezze naturali; la quarta per le arti figurative contemporanee e relative scuole; la quinta per l’arte musicale e drammatica e relative scuole».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, pongo in votazione l’articolo.
(È approvato).
Segue l’articolo 7 del testo della Commissione, che corrisponde all’articolo 14 del testo ministeriale. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«La prima Sezione è composta di due professori universitari di ruolo di discipline archeologiche, eletti dai professori di ruolo delle Facoltà di lettere, di due sopraintendenti alle antichità, di uno studioso di discipline archeologiche, scelto dal Ministro.
«La seconda Sezione è composta di due professori universitari di ruolo di storia dell’arte medioevale e moderna, eletti dai professori di ruolo delle Facoltà di lettere, di due sopraintendenti alle gallerie, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità, di uno studioso di storia dell’arte, scelto dal Ministro.
«La terza Sezione è composta di due professori universitari di ruolo, eletti dalle Facoltà di architettura, o nel proprio seno o tra i professori di ruolo di architettura generale o tecnica delle Facoltà di ingegneria; di un sopraintendente ai monumenti, eletto dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità; di un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici scelto dal Ministro, e del presidente della Commissione Pontificia di arte sacra.
«La quarta Sezione è composta di un direttore e di un professore di ruolo delle accademie di belle arti, eletti congiuntamente dai capi di istituto e dai professori di ruolo delle accademie stesse, dei licei artistici e degli istituti e scuole d’arte; di due artisti, che abbiano partecipato almeno ad una mostra internazionale, e di uno studioso di arti figurative, scelti dal Ministro.
«Della quinta Sezione fanno parte: un direttore e un professore di ruolo dei Conservatori di musica, congiuntamente eletti dai direttori e dai professori dei Conservatori; un compositore o interprete musicale, estraneo ai Conservatori, uno studioso di arte drammatica e musicale o interprete drammatico, scelti dal Ministro; e un rappresentante dell’Accademia di arte drammatica, designato dalla Commissione artistica della detta Accademia».
PRESIDENTE. Si dia ora lettura del testo ministeriale.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«La prima Sezione è composta di due professori universitari di ruolo, di discipline archeologiche, eletti dai professori di ruolo delle Facoltà di lettere, di due sopraintendenti alle antichità, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità, di uno studioso di discipline archeologiche, scelto dal Ministro.
«La seconda Sezione è composta di due professori universitari di ruolo di storia dell’arte medioevale e moderna, eletti dai professori di ruolo delle Facoltà di lettere; di due sopraintendenti alle gallerie, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità; di uno studioso di storia dell’arte, scelto dal Ministro.
«La terza Sezione è composta di un professore universitario di ruolo, eletto nel proprio seno dalle Facoltà di architettura; di due sopraintendenti ai monumenti, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità; di un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici e di un architetto o ingegnere, scelti dal Ministro.
«La quarta Sezione è composta di un direttore e di un professore di ruolo delle accademie di belle arti, eletti congiuntamente dai capi di istituto e dai professori di ruolo delle accademie stesse, dei licei artistici e degli istituti e scuole d’arte; di due artisti, che abbiano partecipato almeno ad una mostra internazionale, e di uno studioso di arti figurative, scelti dal Ministro.
«Della quinta Sezione fanno parte: un direttore e un professore di ruolo dei Conservatori di musica, congiuntamente eletti dai direttori e dai professori dei Conservatori; di un compositore o interprete musicale, estraneo ai Conservatori, uno studioso di arte drammatica e musicale o interprete drammatico, scelti dal Ministro; e un rappresentante dell’Accademia di arte drammatica, designato dalla Commissione artistica della detta Accademia.
«Per la designazione dei membri elettivi delle cinque Sezioni, ciascun elettore voterà per un solo nome, quando per ogni categoria siano due i consiglieri da eleggere».
PRESIDENTE. Come si rileva dal confronto dei due testi, al primo comma la Commissione ha soppresso l’inciso: «eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità» relativo ai due sopraintendenti alle antichità. Onorevole Ministro, accetta la soppressione?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Insisto perché questo inciso resti, dato che è mantenuto nelle Sezioni successive. Quindi o si mantiene, o si toglie in tutte.
PRESIDENTE. Prego il Relatore di esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. Ritengo che si tratti di un errore di stampa, perché l’inciso esisteva anche nel testo della Commissione.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il primo comma, che, dopo le spiegazioni del Relatore, è identico nei due testi:
«La prima Sezione è composta di due professori universitari di ruolo di discipline archeologiche, eletti dai professori di ruolo delle Facoltà di lettere, di due sopraintendenti alle antichità, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità, di uno studioso di discipline archeologiche, scelto dai Ministro».
(É approvato).
Il secondo comma è uguale nei due testi:
«La seconda Sezione è composta di due professori universitari di ruolo di storia dell’arte medioevale e moderna, eletti dai professori di ruolo delle Facoltà di lettere, di due sopraintendenti alle gallerie, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità; di uno studioso di storia dell’arte, scelto dal Ministro».
Lo pongo in votazione.
(È approvato).
Il terzo comma è invece nel testo della Commissione diverso dal testo ministeriale.
Prego l’onorevole Relatore di esporre il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. L’avviso della Commissione è espresso nella relazione che ho presentato, nella quale si dice:
«La rappresentanza, in seno al Consiglio, delle specifiche competenze nel campo dell’urbanistica, edifizi monumentali e bellezze naturali (sezione 3a), prevista dal progetto ministeriale, è stata oggetto di critiche non infondate da parte dell’attuale Commissione consultiva delle belle arti e della Facoltà di architettura dell’università di Napoli».
In sostanza, sia la Facoltà di architettura della Università di Napoli che la Commissione delle belle arti hanno fatto presente che, così come era organizzata questa terza Sezione nel disegno ministeriale, finiva col diventare organo della burocrazia, e ciò per la preminenza degli elementi burocratici sugli altri componenti elettivi della Sezione: mentre è evidente che il Consiglio superiore non deve essere organo della burocrazia.
Pertanto, dalla Facoltà di architettura di Napoli e dalla Commissione delle belle arti sono state fatte proposte che la Commissione ha, nella quasi totalità, creduto di accogliere. E cioè: anziché un solo professore delle Facoltà di architettura, due professori (e si è specificato poi che essi devono essere eletti dalle Facoltà di architettura o nel proprio seno o fra i professori di architettura generale o tecnica delle Facoltà d’ingegneria, i quali evidentemente hanno lo stesso diritto all’elettorato passivo dei professori delle Facoltà di architettura). Poi, si è creduto utile seguire il suggerimento della Commissione delle belle arti, includendo nella Sezione del Consiglio il presidente della Pontificia Commissione di arte sacra, perché in Italia l’arte è in grande prevalenza arte sacra, ed è dunque opportuno che una persona specificamente competente si trovi nella Sezione del Consiglio. Infine è stato soppresso l’ingegnere o architetto scelto dal Ministro. Alla Commissione non è sembrata necessaria la presenza di un ingegnere o architetto, poiché quasi tutti i membri della Sezione sono ingegneri o architetti.
PRESIDENTE. L’onorevole Di Fausto ha presentato il seguente emendamento:
«Sostituire il terzo comma col seguente:
«La terza Sezione è composta di un professore universitario di ruolo, eletto dalle Facoltà di architettura o nel proprio seno o tra i professori di ruolo di architettura generale o tecnica delle Facoltà di architettura; di due soprintendenti ai monumenti eletti dal personale del gruppo A del ruolo monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità; di un architetto scelto dal Ministro e del presidente della Pontificia Commissione d’arte sacra».
Ha facoltà di svolgerlo.
DI FAUSTO. Alla terza Sezione volevo che fosse incluso anche il presidente della Pontificia Commissione di arte sacra, poiché, escluso il patrimonio classico, il patrimonio artistico delta Nazione per l’86 per cento è di arte sacra.
Sono d’accordo per quanto riguarda la eliminazione di un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici, il che avrebbe conferito alla Commissione un maggior carattere burocratico.
PRESIDENTE. L’onorevole Perassi ha presentato il seguente emendamento:
«Al terzo comma, alle parole: un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici scelto dal Ministro, e del presidente della Commissione Pontificia di arte sacra, sostituire le seguenti: un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici ed uno studioso di arte sacra, scelti dal Ministro».
Ha facoltà di svolgerlo.
PERASSI. Il mio emendamento riguarda l’ultima parte del terzo comma.
Io concordo perfettamente con quanto hanno detto l’onorevole Relatore e l’onorevole Di Fausto sull’importanza – che nessuno può disconoscere – che in Italia hanno i monumenti artistici di carattere religioso. È, quindi, opportuno che in seno a questa Sezione vi sia una persona particolarmente competente in questo campo. Questa è un’esigenza da tutti riconosciuta.
Si tratta semplicemente di vedere in quale forma giuridica questa esigenza tecnica debba essere realizzata. Nel progetto del Governo di questo non si parlava. Nel progetto della Commissione, invece, si vorrebbe andare incontro a questa esigenza tecnica, disponendo che è membro di diritto il presidente della Pontificia Commissione di arte sacra.
Io non ho naturalmente nessuna prevenzione contro questo competentissimo consesso. Soltanto faccio un rilievo di ordine strettamente giuridico: mi pare che sia forse il primo caso (a me, almeno, non ne constano altri) che in una legge permanente dello Stato si prevede che di un organo dello Stato sia membro di diritto una persona che fa parte di un organo che fa capo ad un’autorità estranea allo Stato.
Perciò, pur venendo incontro alle esigenze tecniche ed artistiche che hanno suggerito questa proposta, io direi di sostituire la frase: «membro di diritto il presidente della Commissione Pontificia» con questa: «uno studioso di arte sacra, scelto dal Ministro».
PRESIDENTE. Prego la Commissione di esprimere il suo parere.
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione accetta la proposta dell’onorevole Perassi.
PRESIDENTE. L’onorevole Ministro ha facoltà di esprimere il suo parere.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Accetto la proposta della Commissione relativa ai professori di architettura, cioè di elevarli da uno a due. Accetto pure l’inclusione di un membro della Commissione Pontificia di arte sacra. Mi astengo sulla forma, sulla quale deciderà l’Assemblea, però aderisco all’idea di mettere un competente di arte sacra. Invece su un’altra questione non sarei d’accordo con la Commissione, direi, per una ragione di architettura del Consiglio Superiore.
Nella prima Sezione si è convenuto che ci devono essere due sovraintendenti per le antichità; nella seconda Sezione due sovraintendenti per le gallerie; nella terza Sezione i due sovraintendenti ai monumenti sarebbero ridotti a uno, mentre per i monumenti in genere la formula è più vasta del sopraintendente alle antichità e gallerie. Quindi proporrei lasciare i due sovraintendenti e di recuperare, diciamo così, il posto di cui c’è bisogno, eliminando il membro designato dal Ministro dei lavori pubblici, cioè eliminando un membro che aumenta la così detta burocratizzazione che è stata deprecata.
MARTINO GAETANO, Relatore. Accettiamo anche questa proposta del Ministro.
NOBILE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NOBILE. Mentre si parla di «sburocratizzare» io osservo che l’unico elemento il quale non rappresentava la burocrazia, viene in questo modo eliminato ed è l’ingegnere o l’architetto scelto dal Ministro.
Ci sono valentissimi architetti che non sono professori di Università ed il Ministro deve avere la possibilità di introdurre un rappresentante di questi architetti nel seno della Sezione. Quindi bisogna, se non si vuole burocratizzare, lasciare l’architetto o l’ingegnere scelto dal Ministro.
PRESIDENTE. Implicitamente lei respinge la proposta della inclusione del rappresentante dell’arte sacra.
NOBILE. No.
PRESIDENTE. Bisogna restare in numero di cinque.
NOBILE. Respingo, semmai, quello dei lavori pubblici. In sostanza proporrei di accettare per questa parte il testo del Ministro.
PRESIDENTE. Prego l’onorevole Martino di esprimere il parere della Commissione sulla proposta del Ministro.
MARTINO GAETANO, Relatore. Sono d’accordo con la proposta del Ministro.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la prima parte del terzo comma:
«La terza Sezione è composta di due professori universitari di ruolo, eletti dalle Facoltà di architettura, o nel proprio seno o tra i professori di ruolo di architettura generale o tecnica delle Facoltà di ingegneria».
(È approvata).
BERTOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERTOLA. Io voterei in favore dell’emendamento Perassi, cioè sostituirei al presidente della Commissione Pontificia uno studioso di arte sacra, purché si precisasse meglio e si aggiungesse, dopo le parole: («studioso di arte sacra», le altre: «membro di un’Accademia d’arte sacra», in quanto la Commissione Pontificia può considerarsi un’Accademia di arte sacra.
PRESIDENTE. Prima di decidere su questo argomento, pongo in votazione la seconda parte del comma, con la modifica proposta dal Ministro:
«di due sopraintendenti ai monumenti, eletti dal personale di gruppo A del ruolo dei monumenti, musei, gallerie e scavi di antichità».
(È approvata).
Secondo la proposta dell’onorevole Gonella, bisognerebbe sopprimere adesso la parte successiva che dice: «di un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici», in quanto si dovrebbe permettere l’inclusione dello studioso d’arte sacra. L’onorevole Nobile propone che si conservi l’architetto.
Pongo in votazione dapprima le parole: «di un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici scelto dal Ministro».
(Non sono approvate).
Pongo in votazione le parole:
«di un architetto o ingegnere scelto dal Ministro».
(Non sono approvate).
Passiamo alla votazione dell’ultima parte del comma:
«e del Presidente della Commissione Pontificia di arte sacra,».
Questa formula è stata proposta dall’onorevole Di Fausto.
MARTINO GAETANO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione, accogliendo la proposta Perassi, ha abbandonato la propria formulazione.
PRESIDENTE. Ricordo che il Ministro della pubblica istruzione si rimette all’Assemblea.
Pongo in votazione la formula:
«del presidente della Pontificia Commissione di arte sacra».
(Dopo prova e controprova non è approvata).
Pongo in votazione la formulazione della Commissione:
«di uno studioso di arte sacra».
(È approvata).
Pongo in votazione l’emendamento aggiuntivo dell’onorevole Bertola:
«membro di un’Accademia di arte sacra».
(Non è approvato).
Passiamo al quarto comma, identico nei due testi.
Lo pongo ai voti.
(È approvato).
Il quinto comma è identico nei due testi:
«Della quinta Sezione fanno parte: un direttore e un professore di ruolo dei Conservatori di musica, congiuntamente eletti dai direttori e dai professori dei Conservatori; un compositore o interprete musicale, estraneo ai Conservatori, uno studioso di arte drammatica e musicale o interprete drammatico, scelti dal Ministro; e un rappresentante dell’Accademia di arte drammatica, designato dalla Commissione artistica della detta Accademia».
Lo pongo in votazione.
(È approvato – L’articolo è approvato così modificato).
Passiamo all’articolo 15, che corrisponde all’articolo 8 della Commissione, e che è identico nei due testi. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il presidente di ciascuna Sezione è nominato dal Ministro tra i componenti.
«Il Consiglio, quando il Ministro non lo presieda di persona, è presieduto da un vicepresidente nominato dal Ministro tra i presidenti di Sezione.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 9 del testo della Commissione, che corrisponde all’articolo 16 del testo ministeriale. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il Consiglio superiore è convocato in adunanza plenaria tutte le volte che si tratti di esaminare questioni generali che il Ministro intenda sottoporre al suo esame.
«Per la validità delle deliberazioni del Consiglio plenario si richiede la presenza di almeno due terzi dei consiglieri.
«Le Sezioni del Consiglio, ciascuna nell’ambito della propria competenza, dànno parere sulle questioni o provvedimenti di carattere tecnico per i quali, a norma delle disposizioni vigenti, è prescritto il parere del Consiglio.
«Per la validità delle deliberazioni di Sezione è richiesta la presenza di almeno quattro componenti».
PRESIDENTE. Il primo ed il secondo comma sono identici nei due testi. Li pongo in votazione.
(Sono approvati).
Il terzo comma nel testo ministeriale è del seguente tenore:
«Le Sezioni del Consiglio, ciascuna nell’ambito della propria competenza, danno parere sulle questioni o provvedimenti che investano, comunque, un giudizio di carattere tecnico».
L’onorevole Ministro ha facoltà di esprimere il parere del Governo sul terzo comma del testo della Commissione.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Mi rimetto all’Assemblea.
PRESIDENTE. L’onorevole Martino ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. Penso sia opportuno mettere in votazione il testo della Commissione, perché il dire, come è detto nel testo ministeriale: «che investano, comunque, un giudizio di carattere tecnico», significa sottrarre qualsiasi funzione all’amministrazione centrale e devolvere tutto al Consiglio Superiore per le belle arti; il che mi sembra uno sproposito. Il Ministro non potrebbe più trasferire un bidello senza chiedere il parere del Consiglio. Per questa ragione mi pare più opportuno riferirsi a quelle questioni di ordine tecnico, per cui è richiesto dalla legge il parere del Consiglio, e non a tutte le questioni che investano comunque un giudizio di ordine tecnico.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il testo della Commissione del terzo comma, per cui il Ministro ha dichiarato di rimetterei all’Assemblea.
(È approvato).
L’ultimo comma è uguale nel testo ministeriale e nel testo della Commissione
Lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 17, che è identico nei due testi (articolo 10 della Commissione).
Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«È costituita in seno al Consiglio delle antichità e belle arti una Giunta, presieduta dal vicepresidente del Consiglio e composta dei presidenti di Sezione, per l’esame di questioni di particolare urgenza o per procedere a lavori di carattere preparatorio per le deliberazioni del Consiglio plenario o delle Sezioni».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 18, che corrisponde, salvo piccole varianti di forma, all’articolo 11 della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«È costituito un Consiglio di disciplina, nominato dal Ministro, che dà parere sulle questioni disciplinari riguardanti il personale direttivo ed insegnante delle scuole e degli istituti di istruzione artistica, presieduto da un professore universitario della Facoltà di giurisprudenza, membro della prima Sezione del Consiglio superiore della pubblica istruzione, e composto del direttore e del professore di Accademie di belle arti, del direttore e del professore di Conservatori di musica, membri del Consiglio superiore delle antichità e belle arti».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo al capitolo dedicato al Consiglio Superiore delle accademie e biblioteche. Si dia lettura dell’articolo 12 del testo della Commissione, che corrisponde all’articolo 19 del testo ministeriale.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il Consiglio Superiore delle Accademie e Biblioteche è composto di dodici membri, oltre il Ministro della pubblica istruzione, che lo presiede, e cioè: di un ispettore generale bibliografico, scelto dal Ministro, e di tre bibliotecari direttori di biblioteche governative, eletti dai bibliotecari di ruolo; di un direttore di biblioteca non governativa e di due studiosi, che abbiano singolare competenza nel campo della bibliotecnica e della biblioteconomia, scelti dal Ministro: e di cinque presidenti delle Accademie e dei corpi scientifici, eletti dai membri ordinari degli anzidetti sodalizi.
«Avranno diritto ad una rappresentanza nel Consiglio le Accademie ed i Corpi scientifici seguenti:
1°) Accademia pugliese delle scienze in Bari;
2°) Accademia delle scienze dell’Istituto in Bologna;
3°) Accademia Gioenia in Catania;
4°) Accademia della Crusca in Firenze;
5°) Accademia economica agraria dei Georgofili in Firenze;
6°) Accademia fiorentina di scienze morali «La Colombaria» in Firenze;
7°) Accademia ligure di scienze, lettere e arti in Genova;
8°) Accademia di scienze, lettere e arti in Lucca;
9°) Accademia Peloritana dei Pericolanti in Messina;
10°) Istituto lombardo di scienze e lettere in Milano;
11°) Accademia di scienze, lettere e arti in Modena;
12°) Accademia Pontaniana in Napoli;
13°) Accademia di scienze, lettere e arti (già Società Reale) in Napoli;
14°) Accademia di scienze, lettere e arti in Padova;
15°) Accademia di scienze, lettere e arti in Palermo;
16°) Accademia italiana Arcadia in Roma;
17°) Accademia nazionale dei Lincei in Roma;
18°) Insigne Accademia di San Luca in Roma;
19°) Istituto di studi romani in Roma;
20°) Società italiana delle scienze (detta dei XL) in Roma;
21°) Accademia di Santa Cecilia in Roma;
22°) Accademia dei Fisiocritici in Siena;
23°) Accademia delle scienze in Torino;
24°) Accademia di agricoltura in Torino;
25°) Istituto veneto di scienze, lettere e arti in Venezia;
26°) Accademia di agricoltura, scienze e lettere in Verona».
PRESIDENTE. Gli onorevoli Arcangeli e Tozzi Condivi hanno proposto il seguente emendamento:
«Al primo comma, alle parole: dodici membri, sostituire: quattordici membri; e alle parole: cinque presidenti, sostituire: sette presidenti».
L’onorevole Arcangeli ha facoltà di svolgerlo. ‘
ARCANGELI. Non occorre illustrarlo, perché è chiara la ragione che lo ha ispirato: conferire un maggior apporto democratico di carattere elettivo. Infatti si tratta soltanto di aumentare di due unità gli elementi a carattere elettivo.
PRESIDENTE. L’onorevole Relatore ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione si rimette alla Assemblea. In linea di principio si può accettare la proposta formulata dagli onorevoli colleghi.
PRESIDENTE. L’onorevole Ministro della pubblica istruzione ha facoltà di parlare.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Mi rimetto anch’io all’Assemblea.
NOBILE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NOBILE. Desidero chiedere al Ministro se fra gli elettori dei tre bibliotecari in sede di corpo elettorale faranno o meno parte i funzionari che sono oggi adibiti all’Istituto di patologia del libro. Come è noto, in questo Istituto esistono funzionari di altissimo valore e recentemente la prima Commissione legislativa ha approvato un decreto legislativo col quale si faceva di questi funzionari un ruolo a parte. Quindi, potrebbe non essere chiaro che anche essi abbiano il diritto di prendere parte a questa votazione. Vorrei pregare il Ministro di dare un chiarimento al riguardo.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. È vero che fanno parte di un ruolo a parte, ma uno è il ruolo generale dei bibliotecari.
RODI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RODI. Desidererei proporre che, invece di dire «singolare competenza», si dica «particolare competenza».
MARTINO GAETANO, Relatore. Accetto.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Accetto anch’io.
PRESIDENTE. Allora, pongo in votazione il primo comma dell’articolo 19, così modificato:
«Il Consiglio Superiore delle accademie e biblioteche è composto di quattordici membri, oltre il Ministro della pubblica istruzione, che lo presiede, e cioè: di un ispettore generale bibliografico, scelto dal Ministro, e di tre bibliotecari direttori di biblioteche governative, eletti dai bibliotecari di ruolo; di un direttore di biblioteca non governativa e di due studiosi, che abbiano particolare competenza nel campo della bibliotecnica e della biblioteconomia, scelti dal Ministro; e di sette presidenti delle accademie e dei corpi scientifici, eletti dai membri ordinari degli anzidetto sodalizi».
(È approvato).
Segue l’elencazione delle Accademie e dei corpi scientifici.
L’onorevole Arcangeli, ha presentato il seguente emendamento:
«Al secondo comma, all’elenco delle Accademie e dei Corpi scientifici, aggiungere: 27°) Accademia Georgica in Treia;
28°) Accademia dei Catenati in Macerata».
Ha facoltà di svolgerlo.
ARCANGELI. Dirò poche parole. Si tratta, nel primo caso, della più antica Accademia d’Italia del secolo XV°, più antica di quella di Firenze, che conta, fra soci italiani e stranieri, i nomi più grandi nella scienza e nell’arte. Non ho altre parole da spendere per quella di Macerata che è conosciutissima da tutti.
PRESIDENTE. Gli onorevoli Cappelletti, Rumor, Valmarana, Tosato, Cimenti, Marzarotto, Ferrarese, Bettiol, Pat e Garlato hanno presentato il seguente emendamento:
«Nel caso che la Commissione mantenga il suo articolo, aggiungere all’elenco delle Accademie e Corpi scientifici aventi diritto ad una rappresentanza nel Consiglio superiore delle accademie e biblioteche:
Accademia olimpica di Vicenza».
Onorevole Ministro, quale è il suo parere?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Accetto le due proposte aggiuntive, sia quella dell’onorevole Arcangeli, sia quella dell’onorevole Cappelletti, però, vorrei che si lasciasse la porta aperta per aggiungere anche altre accademie.
PRESIDENTE. L’onorevole Cortese Pasquale ha proposto di includere l’Accademia di scienze mediche di Palermo.
Al punto 15 della elencazione, è già prevista la inclusione dell’Accademia di lettere, scienze ed arti di Palermo.
CORTESE PASQUALE. Desidero rilevare che l’Accademia di scienze mediche di Palermo, oltre ad essere una delle più antiche (se non forse la più antica) di Europa, ha nobili tradizioni scientifiche. Hanno figurato in essa parecchi tra i nomi più illustri della scienza medica italiana. Credo che l’Accademia non sia ignota al Presidente della Commissione, che potrà testimoniare del valore e della importanza di essa.
PRESIDENTE. L’onorevole Martino Gaetano ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. Anzitutto mi associo all’onorevole Ministro nell’accoglimento dei tre emendamenti che sono stati discussi prima. Quanto a questo ultimo dell’onorevole Cortese, desidero dire che personalmente, come studioso siciliano e conoscitore di questa Accademia medica di Palermo, che ha bellissime tradizioni ed un alto prestigio, io sarei favorevole alla sua inclusione. Tuttavia la maggioranza della Commissione non è del mio parere poiché ritiene che allora si dovrebbe, per criterio di equità, includere anche l’Accademia medica di Roma, e numerose altre Accademie mediche esse pure ricche di tradizioni e di prestigio che esistono in Italia. Questo è il parere della Commissione.
Ripeto, sono dolente che il mio punto di vista personale non sia condiviso dalla maggioranza della Commissione.
PRESIDENTE. L’onorevole Cortese Pasquale ha facoltà di dichiarare se mantiene la sua proposta.
CORTESE PASQUALE. Dopo le dichiarazioni del Relatore e sentito il parere contrario della Commissione, non insisto.
BERTOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERTOLA. Vorrei far notare che la Commissione, nel voler stabilire un elenco di Accademie o Istituti del genere, si è andata ad impegolare in una questione delicatissima che urta contro tradizioni e campanilismi che non finiranno più. Io proporrei che si tornasse quindi al testo ministeriale, e si mettesse in votazione l’ultimo comma dell’articolo 19 nel testo ministeriale, perché altrimenti non soltanto non la finiremmo più, ma indubbiamente creeremmo tali disappunti fra gli studiosi, che finiremmo per avere delle critiche numerose.
RODI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RODI. Mi associo a questa considerazione dell’onorevole Bertola.
PRESIDENTE. L’onorevole Martino Gaetano ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. Desidero chiarire questo punto: la Commissione non si è «impegolata in questa faccenda» con propria soddisfazione; la Commissione ha rilevato semplicemente che il 17 luglio 1947, con una ordinanza ministeriale, fu stabilito quali accademie avessero diritto a votare per la elezione dei propri rappresentanti nel Consiglio Superiore delle accademie e biblioteche e che in questo elenco (preparato dalla Direzione Generale. delle Accademie e Biblioteche) mancavano tre delle più illustri accademie d’Italia, quella dei fiosiocratici di Siena, l’Accademia Gioenia di Catania e l’Accademia Peloritana dei Pericolanti. Non ho bisogno di illustrare l’importanza di queste accademie che la Commissione ha ritenuto di aggiungere nell’elenco ministeriale. Occorre a questo riguardo rilevare che sarebbe stato necessario predisporre un regolamento di esecuzione. Noi ci troviamo, forse per la prima volta, in una condizione alquanto rara nell’attività legislativa italiana: una legge è stata prevista senza prevedere un regolamento di esecuzione di essa.
Questo elenco di accademie avrebbe dovuto trovar posto nel regolamento di esecuzione; non esistendo quest’ultimo, viene tutto lasciato all’arbitrio della burocrazia ministeriale, il che rappresenta un errore. Oggi l’attuale Ministro ha preparato un elenco di ventitré accademie; il Ministro successivo, alla prossima elezione potrà preparare un elenco di altre ventitré accademie e noi non sapremmo mai, in definitiva, chi sono coloro che devono eleggere i loro rappresentanti in seno al Consiglio Superiore delle accademie e biblioteche.
Ecco perché, tenendo fermi i ventitré nomi, la Commissione ha creduto di completare questo elenco con l’aggiunta di altre tre accademie, le quali sono ricche di tradizioni e di prestigio e sono ogni anno sovvenzionate dalla stessa Direzione Generale delle Accademie e Biblioteche.
PRESIDENTE. Onorevole Bertola, lei presenta una formale proposta di emendamento?
BERTOLA. Propongo che su questo punto si torni al testo ministeriale.
PERASSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERASSI. Dichiaro, anzitutto, che non ho una preferenza marcata per l’una o per l’altra delle due tesi, però, tenuto conto di quanto ha detto l’onorevole Relatore – il quale ha osservato che se vi fosse un regolamento di esecuzione, si potrebbe lasciare al regolamento l’elencazione delle accademie – credo che l’emendamento proposto dal collega Bertola potrebbe essere modificato nel senso di dire che l’elenco delle accademie e dei corpi scientifici che hanno diritto ad una rappresentanza nel Consiglio sarà stabilito dal regolamento, e non con decreto del Ministro.
PRESIDENTE. Onorevole Bertola, ella è d’accordo?
BERTOLA. Accetto la modificazione proposta dall’onorevole Perassi.
PRESIDENTE. Prego l’onorevole Relatore di voler esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. Se l’onorevole Ministro è disposto a preparare un regolamento di esecuzione, non ho niente in contrario. (Commenti).
PRESIDENTE. Prego l’onorevole Ministro di voler esprimere il proprio parere al riguardo.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Desidererei che il proponente onorevole Perassi spiegasse i termini del regolamento: intende egli che il regolamento debba essere approvato con la procedura legislativa?
PERASSI. No, i regolamenti non sono discussi dalle Camere.
MARTINO GAETANO, Relatore. A me pare che non si possano approvare regolamenti se non con provvedimento del Consiglio dei Ministri.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Pongo in votazione la formulazione dell’onorevole Perassi.
«L’elenco delle Accademie e dei Corpi scientifici che avranno diritto ad una rappresentanza nel Consiglio, sarà stabilito dal regolamento».
(È approvata).
L’articolo 19 risulta nel suo complesso così approvato:
«Il Consiglio Superiore delle Accademie e Biblioteche è composto di quattordici membri, oltre il Ministro della pubblica istruzione, che lo presiede, e cioè: di un ispettore generale bibliografico, scelto dal Ministro, e di tre bibliotecari direttori di biblioteche governative, eletti dai bibliotecari di ruolo; di un direttore di biblioteca non governativa e di due studiosi, che abbiano particolare competenza nel campo della bibliotecnica e della biblioteconomia, scelti dal Ministro; e di sette presidenti delle Accademie e dei Corpi scientifici, eletti dai membri ordinari degli anzidetti sodalizi.
«L’elenco delle Accademie e dei Corpi scientifici che avranno diritto a una rappresentanza nel Consiglio sarà stabilito dal Regolamento».
Passiamo all’articolo 20 del testo ministeriale identico all’articolo 13 del testo della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il Consiglio Superiore delle Accademie e Biblioteche dà pareri sulle proposte di pubblicazione di edizioni nazionali, sulle questioni di massima riguardanti l’ordinamento delle biblioteche, e sulla conservazione, la tutela del patrimonio librario raro e di pregio e sull’acquisto di raccolte o pezzi di singolare valore, su studi di alto interesse nazionale e internazionale, ed in genere su ogni altro problema che il Ministro intenda sottoporre al suo esame.
«Esso, quando il Ministro non lo presieda di persona, è presieduto da un vicepresidente, nominato dal Ministro tra i Consiglieri.
«Per la validità delle deliberazioni del Consiglio, si richiede la presenza di almeno nove consiglieri».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvata).
Passiamo all’articolo 21, del testo ministeriale, identico all’articolo 14 del testo proposto dalla Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«In seno al Consiglio è costituita una Giunta di cinque membri, presieduta dal vicepresidente del Consiglio, e composta di quattro consiglieri, dei quali due scelti dal Ministro e due dal Consiglio.
«La Giunta si pronuncia sulle questioni che il Ministro ritenga, per motivi di urgenza, di sottoporre al suo esame.
«Per la validità delle deliberazioni della Giunta, si richiede la presenza di tre componenti».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo allora alle disposizioni generali. Si dia lettura dell’articolo 15, del testo della Commissione, diverso dal ministeriale.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«I direttori generali, gli ispettori centrali ed i capi divisione del Ministero della pubblica istruzione, secondo la propria competenza, possono essere invitati a partecipare, senza diritto a voto, alle sedute dei Consigli Superiori ed alle riunioni delle singole Giunte».
MARTINO GAETANO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTINO GAETANO, Relatore, Proponiamo che si sostituisca la parola: «Sezioni» all’altra: «Giunte».
PRESIDENTE. Sta bene. Pongo in votazione l’articolo con questa modificazione della Commissione.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 23, del testo ministeriale, identico all’articolo 16 del testo della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«I componenti dei Corpi consultivi, contemplati nel presente decreto, sono nominati con decreto del Ministro della pubblica istruzione, durano in carica tre anni e possono essere confermati.
«I consiglieri che cessano durante il triennio sono sostituiti per la restante parte del triennio da consiglieri eletti o nominati con le stesse forme dei consiglieri cessati.
«I consiglieri non possono prendere parte a concorsi banditi dal Ministero della pubblica istruzione né in qualità di commissari né in qualità di candidati».
Nessuno chiedendo parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 24, del testo ministeriale. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«I Consigli si adunano normalmente due volte all’anno e, in via straordinaria, tutte le volte che il Ministro lo ritenga necessario.
«Quando vi siano questioni che possano interferire sulla competenza di più Sezioni, queste si pronunziano congiuntamente sotto la presidenza del vicepresidente del Consiglio competente».
PRESIDENTE. Il corrispondente articolo 17 nel testo della Commissione è del seguente tenore:
«I Consigli si adunano normalmente due volte all’anno, nel mese di marzo e nel mese di ottobre o in via straordinaria tutte le volte che il Ministro lo ritenga necessario».
Onorevole Gonella, lei accetta questo testo?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Mi rimetto all’Assemblea.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il testo della Commissione.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 25, del testo ministeriale, identico all’articolo 18 della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Il Ministro può, per singole e determinate materie, costituire presso ciascun Consiglio speciali Commissioni, alle quali possono esser aggregati membri estranei ai Consessi.
«Quando si tratti di questioni che riguardano istituzioni o scuole, le quali non abbiano diretta rappresentanza, il Ministro può chiamare a riferire direttamente al Consiglio e alla competente Giunta della Sezione il capo dell’istituzione o della scuola, o un suo delegato».
PRESIDENTE. A questo articolo l’onorevole Perassi ha proposto il seguente emendamento:
«Dopo il primo comma, aggiungere il seguente:
«Quando si tratti dell’ordinamento degli studi di una Facoltà universitaria, sarà invitato a partecipare, con voto consultivo, il preside più anziano delle Facoltà interessate».
L’onorevole Perassi ha facoltà di svolgerlo.
PERASSI. Questo emendamento si collega al sistema di formazione della prima Sezione.
Come l’Assemblea ricorda, i membri della prima Sezione sono eletti per gruppi di facoltà. Questa mattina abbiamo già adottato una disposizione tendente a rendere possibile che nella Sezione si abbia una varietà di competenze, dichiarando ineleggibile uno solo dei designati quando siano designati due o più professori della stessa disciplina. È una cautela che già serve a qualche cosa. Però bisogna tener conto che i gruppi di Facoltà, quali sono stati costituiti, sono tali per cui non è esclusa l’eventualità che nella Sezione del Consiglio Superiore non si abbia alcun professore di una qualche facoltà. Per esempio, vi sono quattro membri che sono designati dalla Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali e di chimica industriale; può darsi benissimo che nessuno della Facoltà di chimica industriale sia designato. Così per altri casi; per esempio, per la Facoltà di scienze statistiche, demografiche e attuariali, che fa gruppo con quelle di giurisprudenza e di scienze politiche.
Ora, quando il Consiglio Superiore è chiamato ad esaminare progetti di legge o progetti di regolamenti che riguardano l’ordinamento degli studi di una certa Facoltà, a prescindere dal concorso che può essere dato dai membri competenti per le singole materie, sembra opportuno che, a titolo consultivo, partecipi chi ha una visione d’insieme delle esigenze di tale Facoltà.
PRESIDENTE. Onorevole Martino, vuole esprimere il parere della Commissione?
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione accetta l’emendamento proposto dall’onorevole Perassi.
PRESIDENTE. E lei, onorevole Gonella?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Anch’io lo accetto.
PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione. Si tratta di votare il testo della Commissione, includendovi dopo il primo comma l’emendamento dell’onorevole Perassi. Il testo completo risulta, quindi, il seguente:
«Il Ministro può, per singole e determinate materie, costituire presso ciascun Consiglio speciali Commissioni, alle quali possono essere aggregati membri estranei ai Consessi.
Quando si tratti dell’ordinamento degli studi di una Facoltà universitaria, sarà invitato a partecipare, con voto consultivo, il preside più anziano delle Facoltà interessate.
Quando si tratti di questioni che riguardano istituzioni o scuole, le quali non abbiano diretta rappresentanza, il Ministro può chiamare a riferire direttamente al Consiglio e alla competente Sezione della Giunta il capo dell’istituzione o della scuola, o un suo delegato».
Se nessuno chiede di parlare, pongo in votazione questo testo.
FABBRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABBRI. Chiedo la ragione speciale per la quale i Consigli sono qui chiamati Consessi. Perché cambiare la denominazione? Lasciamo Consigli.
PRESIDENTE. Prego l’onorevole Ministro di esprimere il suo parere.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Per me sta bene.
PRESIDENTE. Prego l’onorevole Relatore di esprimere il suo parere.
MARTINO GAETANO, Relatore. La parola «Consessi» mi sembra più appropriata, perché altrimenti bisognerebbe dire: «Consigli ovvero Sezioni del Consiglio ovvero Giunte del Consiglio». La parola Consessi mi pare più generica e quindi più adatta.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 25 con l’aggiunta dell’emendamento Perassi, accettata dal Ministro e dal Relatore, dopo il primo comma.
(È approvato).
Passiamo all’articolo 26 nel testo della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Le funzioni di segretario degli organi consultivi, contemplati nella presente legge, sono affidate ad un funzionario di grado quarto, nominato su proposta del Ministro della pubblica istruzione. A tale scopo, nel ruolo della carriera amministrativa viene aggiunto un posto di Direttore generale e soppresso un posto di Ispettore generale».
PRETI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PRETI. Io vorrei chiedere al Presidente della Commissione quale bisogno ci sia di stabilire in questo articolo che deve essere nominato apposta un direttore generale di IV grado. Sembra quasi che si voglia far posto ad un nuovo direttore generale, e aggiungere così un altro anello alla burocrazia. Mi sembra più semplice l’originaria proposta del Ministro.
PRESIDENTE. Invito il Relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. Il Segretario del Consiglio Superiore della pubblica istruzione è stato finora un funzionario della direzione generale dell’istruzione superiore.
Si vengono ora a creare organi diversi e più complessi. Noi abbiamo un Consiglio generale delle antichità e belle arti, un Consiglio Superiore delle accademie e biblioteche, tre sezioni distinte per il Consiglio Superiore della pubblica istruzione. Sembra opportuno, anche per il prestigio di questo corpo consultivo, che l’unico segretario sia un funzionario di grado elevato, il più elevato dell’amministrazione, anche per evitare la dipendenza di questo ufficio dalla burocrazia di una delle varie direzioni generali.
Tuttavia la Commissione non ha una ragione particolare per insistere e si rimette all’Assemblea, pur avvertendo che l’articolo era stato così formulato per accordi intervenuti fra il Ministro e il relatore della commissione.
BERNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERNINI. Mi associo alle osservazioni dell’onorevole Preti. Ritengo che non sia opportuno specificare a quale grado deve appartenere il segretario, anche per un’altra ragione. Stabilendo che debba essere un funzionario di alto grado si verrebbe a creare una specie di relazione d’imbarazzo fra alcuni membri delle Sezioni, che potrebbero essere i maestri e professori medi i quali in un certo senso possono essere dipendenti da questo alto funzionario. Quindi propongo che sia tolta la specifica del grado a cui deve appartenere il segretario.
PRESIDENTE. Prego l’onorevole Ministro di esprimere il suo parere.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Accetto la proposta della Commissione in considerazione del fatto particolare che non si tratta di istituire un posto di grado IV, perché la Commissione propone di sopprimere un posto di ispettore generale. Quindi la differenza è minima e non si istituisce un nuovo posto.
NITTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NITTI. Io non ho voluto partecipare a questa discussione, perché tutto il congegno del disegno di legge mi dispiace; ma trovo che noi arriviamo alla stravaganza di fissare chi sarà il segretario del Consiglio superiore della pubblica istruzione.
Sono stato diciotto anni al Consiglio superiore della pubblica istruzione, quando vi erano grandi personalità: da Carducci a De Amicis e a Fogazzaro, grandi letterati, grandi scienziati, a cominciare da Cannizzaro. Tutti i grandi italiani erano allora nel Consiglio superiore! Ora, chi di noi si pose allora il problema: chi doveva essere il segretario del Consiglio superiore della pubblica istruzione? Era un funzionario nominato d’accordo fra il vicepresidente del Consiglio superiore e chi lo presiedeva, che prima era il Ministro. Essi nominavano d’accordo il segretario. Ma non c’era nessuna formalità. Chi sono stati, per venti o trenta anni, i segretari? Niente scienziati, niente personaggi, niente direttori generali, ma semplicemente dei buoni funzionari, incaricati di fare il verbale. La grande difficoltà è fare il verbale, soprattutto in un Consiglio come quello dell’istruzione. E quando vi sono state personalità, uomini dai grandi nomi, hanno fatto cattiva prova.
Dunque, d’accordo col vicepresidente del Consiglio dell’istruzione, il Ministro nominava il segretario.
Ora, perché si vuole arrivare e stabilire che il segretario deve essere un personaggio e di che grado deve essere? Ma quando mai? Potete voi pensare che uomini come Carducci o come Cannizzaro si mettessero a discutere di queste questioni? Ma era uno che sapesse fare il verbale, e basta! Non create dunque di queste strane cose! Il Consiglio avrà il segretario più adatto, cioè chi saprà fare un buon verbale, e il Ministro, d’accordo coi vicepresidenti lo sceglierà. Sono cose interne, si tratta di interna corporis!
Vi prego, quindi, di omettere questa parte, che è assolutamente assurda! (Approvazioni).
NOBILE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NOBILE. Sono d’accordo con quanto ha detto l’onorevole Nitti e proporrei la soppressione di questo articolo. Per quello che io so, le funzioni di segretario sono sempre assunte dal più giovane dei membri del Corpo consultivo. Quindi non è affatto il caso di precisare che le funzioni di segretario siano disimpegnate da un alto funzionario. Il segretario è il membro più giovane, che deve fare il verbale.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Credo che l’onorevole Nobile non abbia precisa nozione delle funzioni del segretario. Mi appello ai membri del Consiglio superiore che sono qui presenti e che possono darmi atto come il segretario non è il più giovane che fa il verbale, ma è colui che mantiene la continuità dell’organismo, il quale ha attività saltuaria, poiché si riunisce due volte all’anno. Si possono sopprimere tutti i gradi gerarchici dell’amministrazione (su questo posso essere anche d’accordo), ma, nell’ambito del sistema vigente, la Commissione proponeva di sostituire a un grado V un grado IV. Non si istituisce con questo nessun posto nuovo. Per questo si sembrava che, considerando il fatto che nel Consiglio superiore sono ammessi perfino direttori e ispettori e perfino capi divisione del Ministero (perché gli articoli 15 e 22 che abbiamo approvato ne parlano), non mi sembra che nel caso specifico si tratti di una stonatura. Comunque, mi rimetto all’Assemblea.
PRESIDENTE. Mi pare in definitiva che c’è la proposta di ritornare alla formulazione del testo ministeriale. La Commissione aderisce?
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione aderisce.
PRESIDENTE. Pertanto pongo in votazione il testo ministeriale:
«Le funzioni di segretario degli organi consultivi, contemplati nella presente legge, sono affidate a funzionari della carriera amministrativa della Amministrazione centrale della pubblica istruzione».
(È approvato).
Passiamo all’articolo 27 del testo ministeriale, identico all’articolo 20 del testo della Commissione. Se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«Con ordinanza del Ministro della pubblica istruzione saranno stabilite le modalità di svolgimento delle votazioni per la designazione dei membri elettivi dei tre Consigli».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
Si dia lettura dell’articolo 28, del testo ministeriale, identico all’articolo 21 della Commissione.
MOLINELLI, Segretariolegge:
«Sono richiamate in vigore, in quanto possono essere tuttavia applicate, tutte le disposizioni vigenti al momento dell’emanazione del regio decreto-legge 20 giugno 1935, n. 1070, che facevano obbligo al Ministro della pubblica istruzione di sentire, per determinate materie, il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione o di uniformarsi allo stesso.
«Ogni altra disposizione contraria alla presente legge è abrogata».
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
NOBILE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NOBILE. Per quanto riguarda il Consiglio superiore della pubblica istruzione, l’articolo 4 fissa le attribuzioni della prima Sezione; l’articolo 8 stabilisce su quali questioni debba essere interpellata la seconda Sezione, l’articolo 11 stabilisce le competenze della terza Sezione, più o meno sommariamente. Per il Consiglio superiore di Accademie e delle biblioteche, l’articolo 28 stabilisce con precisione su quali argomenti il Consiglio sia chiamato a dare pareri. Per quanto riguarda invece il Consiglio superiore delle antichità e belle arti si tace completamente. Ora, anche per ragione di euritmia qualche cosa si dovrebbe dire. Ad ogni modo trovo che bisognerebbe precisare quali sono le competenze del Consiglio superiore delle antichità e belle arti…
PRESIDENTE. Onorevole Nobile, l’articolo 16 prevede quanto lei ha prospettato. D’altra parte doveva, semmai, presentare un emendamento formalmente redatto nel punto adatto della legge. Non possiamo, adesso che siamo giunti all’ultimo articolo, ritornare indietro su quanto è stato fatto.
NOBILE. Io non intendevo che si ritornasse indietro, bensì che si desse facoltà al Ministro di precisare questa competenza.
MARTINO GAETANO, Relatore. È già precisata.
PRESIDENTE. Sono state presentate alcune proposte di norme transitorie. La prima è degli onorevoli Moro, Colonnetti, Bertola, Calamandrei, Binni, Marchesi:
«Per la prima volta la Sezione universitaria del Consiglio superiore della pubblica istruzione potrà essere eletta separatamente e funzionare, pur mancando le altre Sezioni del Consiglio, per le materie di sua esclusiva competenza. Sarà presieduta temporaneamente da un membro eletto dalla Sezione stessa».
È accettata da tutti?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. L’accetto.
PRESIDENTE. Pongo in votazione questa norma transitoria.
(È approvata).
Passiamo alla seconda norma transitoria dell’onorevole Colonnetti:
«In occasione della prima elezione dei membri della Sezione universitaria saranno esclusi dall’elettorato passivo i professori che sono stati nominati in seguito ad un concorso nei confronti dei quali sia in corso una pratica di revisione a norma del decreto legislativo…».
L’onorevole Colonnetti ha facoltà di svolgerla.
COLONNETTI. Ho presentato questa proposta al solo fine di evitare che si verifichino nel funzionamento del prossimo Consiglio superiore inconvenienti analoghi a quelli che si sono recentissimamente verificati nelle nomine delle Commissioni che dovranno giudicare i concorsi universitari.
Il Ministro sa – ed è bene che sappiano tutti i colleghi – che, in occasione della nomina di queste Commissioni, non è stata fatta nessuna eccezione quanto alla eleggibilità dei giudizi. Ed è accaduto che, attraverso le votazioni, sono stati in molte commissioni eletti a commissari dei professori, i quali erano stati nominati in base a concorsi posteriori al 1942, che sono attualmente soggetti a revisione. Ora, è apparso subito evidente che questi Commissari si troverebbero in una posizione molto sospetta nel giudicare i candidati agli attuali concorsi, in quanto i loro giudizi potrebbero pregiudicare le revisioni in corso alle quali essi sono soggetti. Il Ministero ha interpellato in proposito il Consiglio di Stato che si è pronunciato per la ineleggibilità di questi professori a far parte delle Commissioni giudicatrici, sicché il Ministero si trova oggi in questa situazione, di non poter in alcune Commissioni chiamare a far parte quelli che dal corpo elettorale hanno avuto il massimo numero dei voti; e il grave è che, esclusi questi, le Commissioni rischiano di essere formate con membri che hanno avuto pochissimi voti dal corpo elettorale.
Ora la incompatibilità si ritrova immutata nei riguardi del Consiglio superiore, dalle cui decisioni le revisioni dipendono. Tutto ciò non sarebbe naturalmente successo, se le revisioni fossero state fatte a tempo. Il fatto che queste revisioni non siano state ancor fatte dipende da cause che sono ben note a questa Assemblea e che hanno determinata la carenza del passato Consiglio superiore. Sta di fatto che il nuovo Consiglio superiore si dovrà pronunciare in proposito; e non è ammissibile che siano chiamate a far parte di questo Consiglio persone che in queste revisioni sono direttamente interessate e che da queste revisioni potrebbero veder in qualche modo menomata la loro posizione. Per questo mi è parso necessario proporre che, a differenza di ciò che fu fatto nelle votazioni delle ultime Commissioni, questa incompatibilità sia affermata in precedenza, e resa nota al corpo elettorale, escludendo senz’altro dalla eleggibilità quei professori che, essendo implicati in una di queste operazioni di revisione, potrebbero nel Consiglio superiore portare una voce interessata a pregiudizio degli interessi di quelli che la revisione hanno richiesta.
PRESIDENTE. Qual è il pensiero della Commissione?
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione accetta la proposta Colonnetti.
PRESIDENTE. Onorevole Ministro, quale è il suo parere?
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Mi rimetto all’Assemblea; però devo far presente un particolare tecnico. Se si accetta il criterio di escludere dalla eleggibilità coloro che hanno partecipato a concorsi sottoposti a revisioni, si dovrebbe arrivare ad escludere anche i professori che hanno fatto parte delle Commissioni giudicatrici di questi candidati, perché la posizione è pressoché analoga. Ora, se si arrivasse anche a questa seconda tappa dell’esclusione, si verrebbe ad escludere circa il cinquanta per cento del corpo accademico attuale. Perciò, faccio presente le conseguenze, da un punto di vista tecnico, a cui questo principio porterebbe. Per quanto riguarda la sostanza mi rimetto all’Assemblea.
MARTINO GAETANO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTINO GAETANO, Relatore. Desidero precisare che, secondo la proposta Colonnetti, se io ho ben compreso, dovrebbero essere esclusi dall’elettorato passivo soltanto coloro che furono compresi nelle terne di quei concorsi che sono oggetto di revisione e per i quali è stata chiesta la revisione. Non i giudici. Né posso io condividere l’apprezzamento del Ministro che vi sia analogia tra i giudici ed i vincitori di quei concorsi; perché ricorrono contro la più gran parte di quei concorsi coloro che non poterono partecipare ai concorsi stessi per ragioni razziali o perché non iscritti al partito nazionale fascista. Non vedo quale possa essere la responsabilità di coloro che giudicarono quei concorsi. Era la legge che impediva a costoro di partecipare ai concorsi; ed i professori che fecero parte delle commissioni giudicarono solo i candidati, cioè coloro che possedevano i requisiti voluti dalla legge. Essi non furono chiamati ad esprimere il profondo giudizio sugli attuali ricorrenti. Ora, estendere l’ineleggibilità anche ai giudici, come propone il Ministro, mi sembra eccessivo. Noi accettiamo la proposta Colonnetti, ma nei limiti in cui tale proposta è contenuta.
GONELLA. Ministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Devo precisare che non ho affatto proposto di estendere. Ho detto che l’accettazione di quel concetto porterebbe ad estendere; e questa considerazione la portavo come elemento critico rispetto a quel criterio. Non condivido affatto quello che ha detto l’onorevole Martino in questo momento. Indubbiamente, se è una turbativa della revisione dei concorsi la presenza nel Consiglio di un professore il cui concorso è sottoposto a revisione, è ugualmente una turbativa la presenza nel Consiglio superiore di uno dei professori che ha giudicato e che tenderà a considerare come normale il suo giudizio. Infatti non v’è solo il caso prospettato dall’onorevole Martino nella revisione dei concorsi (cioè dei candidati che non abbiano potuto partecipare per ragioni politiche e razziali); vi sono dei giudizi dati da Commissioni in base a criteri politici. Ora, la presenza di uno di quei Commissari è indubbiamente una turbativa nella revisione dei concorsi. Questo dicevo appunto, perché si valutasse la gravità delle conseguenze e non perché si estendesse il criterio esposto dall’onorevole Colonnetti.
COLONNETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COLONNETTI. Se il Presidente me lo permette e se i colleghi mi concedono un momento di attenzione, penso che valga la pena che le cose siano ben chiarite prima che si prenda una decisione.
Esistono due diversi casi di revisione di concorsi: ci sono dei ricorsi nei quali i risultati del concorso sono incriminati per asserita faziosità dei Commissari. È evidente che in questi casi ha ragione il Ministro, quando dice che tanto i ternati, che sono stati eletti in seguito a quel giudizio, come i Commissari, che hanno emesso il giudizio, sono parte in causa. Essi sono infatti implicati in ciò che è avvenuto, e interessati nelle eventuali successive discussioni. In questi casi, dunque, giustizia vorrebbe che tanto i Commissari come i ternati fossero esclusi dal futuro Consiglio Superiore. Ma ci sono molti altri casi, e sono i più numerosi, nei quali invece la revisione del concorso è richiesta soltanto da candidati che non vi hanno potuto partecipare, in quanto ne sono stati esclusi per ragioni razziali o perché non iscritti al partito nazionale fascista.
In questi casi i vincitori del concorso restano interessati e la loro presenza nel Consiglio Superiore può essere sospetta di parzialità, in quanto la revisione può menomare la loro posizione riconoscendo ai concorrenti, allora esclusi, una posizione in terna. Ma i Commissari non hanno nessuna responsabilità in quanto è avvenuto, non avendo avuto occasione di giudicare questi concorrenti esclusi; quindi non sono interessati né nella riuscita, né nella non riuscita della revisione.
Così stando le cose, io chiedo all’onorevole Ministro se ritenga possibile, nelle condizioni attuali della istruttoria di queste revisioni, distinguere, i casi in cui la revisione è chiesta per supposta faziosità dei Commissari, dai casi, in cui è semplicemente chiesta da candidati che non hanno potuto partecipare, e che partecipando avrebbero potuto prendere posto nella terna. Se il Ministro ritiene questo possibile, non v’è dubbio che, nel primo caso, dovrebbero essere dichiarati ineleggibili tanto i vincitori del concorso come i loro giudici; nel secondo caso soltanto i vincitori. Se invece il Ministro ritiene che una distinzione di questo genere nella congerie dei ricorsi giacenti presso il suo Ministero non possa essere fatta con tutta sicurezza, allora non resta che ripiegare sopra la soluzione proposta col mio emendamento, che ha lo scopo di eliminare tutti i vincitori di concorsi, che sono indubbiamente parte interessata e perciò non devono sedere nel Consiglio superiore, che di tali revisioni deve decidere, passando sopra alle altre eventuali incompatibilità, fortunatamente meno numerose, di Commissari, i quali sono incriminati di faziosità, ma contro cui mi sembra, non si possa procedere se non possono essere identificati con sicurezza.
Io mantengo quindi fermo il mio emendamento, disposto ad aggiungervi l’affermazione della incompatibilità per i Commissari, solo se il Ministro ci dà affidamento di potere con sicurezza identificare quali sono i Commissari interessati alla non revisione e quali sono invece assolutamente fuori causa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della norma transitoria proposta dall’onorevole Colonnetti.
COLONNETTI. Prima che si addivenga alla votazione io penso che si dovrebbe attendere la risposta dell’onorevole Ministro.
PRESIDENTE. Non possiamo discutere in questa sede un disegno di legge, che è ancora abbastanza indeterminato.
Ella stesso, onorevole Colonnetti, nella sua proposta ha messo dei puntini. Dovrà essere discusso, ma nella sede opportuna.
CEVOLOTTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CEVOLOTTO. L’onorevole Colonnetti ha rivolto una domanda al Ministro; sarebbe opportuna una risposta.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Ho già dichiarato che mi rimetto all’Assemblea; non ho parere da esprimere.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la norma transitoria proposta dall’onorevole Colonnetti, testé letta.
(È approvata).
Passiamo alla norma transitoria proposta dagli onorevoli Mortati, Ermini, Bettiol, Medi, Dossetti, Dominedò, La Pira, Lazzati:
«Per la prima formazione del Consiglio superiore della pubblica istruzione si potrà procedere alla costituzione della Sezione universitaria indipendentemente da quella delle altre, per il solo esercizio delle attribuzioni di sua competenza previste dagli articoli della presente legge.
«L’integrazione del Consiglio mediante la elezione e la nomina degli altri membri deve avvenire entro quattro mesi dall’entrata in vigore della presente legge».
Osservo che di questa resta valido il secondo comma, mentre il primo è assorbito dalle precedenti votazioni.
L’onorevole Mortati ha facoltà di svolgere la sua proposta.
MORTATI. Rinunzio a svolgerla.
PRESIDENTE. L’onorevole Relatore ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.
MARTINO GAETANO, Relatore. La Commissione accetta la proposta Mortati.
PRESIDENTE. L’onorevole Ministro della pubblica istruzione ha facoltà di esprimere il suo parere.
GONELLA, Ministro della pubblica istruzione. Accetto.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il secondo comma della norma proposta dall’onorevole Mortati:
«L’integrazione del Consiglio mediante la elezione e la nomina degli altri membri deve avvenire entro quattro mesi dall’entrata in vigore della presente legge».
(È approvato).
Passiamo all’articolo 29, ultimo del disegno di legge: se ne dia lettura.
MOLINELLI, Segretario, legge:
«La presente legge sostituisce integralmente il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 30 giugno 1947, n. 602, ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale».
PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.
(È approvato).
La votazione a scrutinio segreto di questo disegno di legge avrà luogo in una delle sedute di domani.
Gli onorevoli Franceschini, Moro, Ferrarese e Sartor hanno presentato il seguente ordine del giorno:
«L’Assemblea Costituente esprime il voto che la nuova Carta costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano».
Credo che questa sia la sede più opportuna per votare questo ordine del giorno.
(È approvato all’unanimità – Vivi, generali applausi).
Risultato della votazione segreta per la nomina di tre membri dell’Alta Corte prevista dall’articolo 24 dello Statuto della Regione siciliana; di un membro supplente dell’Alta Corte medesima.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione segreta per l’elezione di tre membri dell’Alta Corte, prevista dall’articolo 24 dello Statuto della Regione siciliana.
Votanti 358
Hanno avuto voti:
Ferrara 172
Bracci 151
Ortona 129
Rocco 62
Jemolo 17
Ranelletti 6
Voti dispersi 17
Schede nulle 1
Schede bianche 13
Hanno pertanto ottenuta la maggioranza dei voti: Ferrara, Bracci ed Ortona e li proclamo eletti.
Comunico il risultato della votazione di un membro supplente dell’Alta Corte, previsto dall’articolo 24 dello Statuto della Regione siciliana.
Votanti 358
Hanno avuto voti:
Vassalli Filippo 183
Jemolo Arturo 124
Bracci 5
Voti dispersi 18
Schede nulle 2
Schede bianche 28
Ha pertanto ottenuta la maggioranza Vassalli Filippo e lo proclamo eletto.
Hanno preso parte alla votazione:
Abozzi – Adonnino – Alberti – Aldisio – Allegato – Amadei – Ambrosini – Amendola – Arcaini – Arcangeli – Avanzini.
Badini Confalonieri – Baldassari – Balduzzi – Baracco – Barbareschi – Bargagna – Barontini Anelito – Barontini Ilio – Basile – Bastianetto – Bei Adele – Bellato – Bellusci – Belotti – Bencivenga – Benedettini – Bernabei – Bernamonti – Bernini Ferdinando – Bertola – Bertone – Bettiol – Biagioni – Bianchi Bruno – Bibolotti – Binni – Bocconi – Boldrini – Bolognesi – Bonino – Bonomelli – Bonomi Paolo – Bordon – Borsellino – Bosco Lucarelli – Bovetti – Bozzi – Braschi – Bruni – Bucci – Bulloni Pietro – Burato.
Caccuri – Caiati – Cairo – Calamandrei – Calosso – Campilli – Camposarcuno – Canepa – Canevari – Cannizzo – Caporali – Cappa Paolo – Cappelletti – Cappi Giuseppe – Capua – Carbonari – Carboni Angelo – Carboni Enrico – Carignani – Caristia – Caroleo – Caronia – Carpano Maglioli – Carratelli – Cassiani – Castelli Edgardo – Castelli Avolio – Castiglia – Cavallotti – Cerreti – Cevolotto – Chatrian – Chiaramello – Chiarini – Cianca – Ciccolungo – Cifaldi – Cimenti – Cingolani Mario – Clerici – Coccia – Codacci Pisanelli – Codignola – Colitto – Colombi Arturo – Colonnetti – Conci Elisabetta – Condorelli – Conti – Coppi Alessandro – Corbi – Corbino – Corsanego – Corsi – Corsini – Cortese Pasquale – Costa – Costantini – Cotellessa – Cremaschi Carlo.
Damiani – D’Amico – De Falco – Del Curto – Delli Castelli Filomena – De Maria – De Martino – De Mercurio – De Michele Luigi – De Michelis Paolo – De Palma – De Unterrichter Maria – Di Fausto – Dominedò.
Ermini.
Fabbri – Fabriani – Fantoni – Fantuzzi – Faralli – Farina Giovanni – Farini Carlo – Fedeli Armando – Ferrari Giacomo – Ferrario Celestino – Ferreri – Fietta – Filippini – Fiorentino – Fioritto – Firrao – Flecchia – Foa – Foresi – Fornara – Franceschini – Fuschini – Fusco.
Gabrieli – Galati – Gallico Spano Nadia – Garlato – Gasparotto – Gavina – Germano – Gervasi – Geuna – Ghidetti – Giacchero – Giacometti – Giannini – Giolitti – Giordani – Giua – Gonella – Gorreri – Gortani – Grassi – Grazi Enrico – Grieco – Grilli – Gronchi – Guariento – Guerrieri Emanuele – Guerrieri Filippo – Guidi Cingolani Angela – Gullo Fausto – Gullo Rocco.
Imperiale – Iotti Leonilde.
Jacometti – Jervolino.
Labriola – Laconi – La Malfa – Lami Starnuti – Landi – La Pira – La Rocca – Leone Francesco – Leone Giovanni – Lettieri – Li Causi – Lizier – Lizzadri – Lombardi Carlo – Lombardo Ivan Matteo – Longhena – Longo – Lozza – Luisetti – Lussu.
Maffi – Magnani – Malagugini – Maltagliati – Mannironi – Marconi – Mariani Enrico – Marinaro – Martino Gaetano – Marzarotto – Massola – Mastino Gesumino – Mastrojanni – Mattarella – Mattei Teresa – Matteotti Carlo – Mazza – Mazzoni – Meda Luigi – Medi Enrico – Merighi – Merlin Angelina – Mezzadra – Miccolis – Micheli – Minella Angiola – Minio – Molinelli– Montagnana Mario – Montagnana Rita – Montalbano – Montini – Morandi – Moranino – Morelli Luigi – Morelli Renato – Mortati – Moscatelli – Murdaca – Musolino – Musotto.
Nasi – Negro – Nicotra Maria – Nitti – Nobile Umberto – Nobili Tito Oro – Noce Teresa – Notarianni – Novella.
Orlando Camillo.
Pajetta Giuliano – Pallastrelli – Paolucci – Paratore – Paris – Parri – Pastore Raffaele – Pat – Pecorari – Pella – Pellegrini – Pera – Perassi – Perlingieri – Pertini Sandro – Perugi – Piccioni – Piemonte – Pieri Gino – Pistoia – Platone – Pollastrini Elettra – Pressinotti – Preti – Priolo – Proia – Pucci.
Quarello.
Raimondi – Rapelli – Reale Eugenio – Recca – Rescigno – Restagno – Ricci Giuseppe – Riccio Stefano – Rivera – Rodi – Rodinò Ugo – Romita – Rossi Giuseppe – Rossi Maria Maddalena – Rossi Paolo – Rubilli – Ruggeri Luigi – Ruini – Rumor.
Saccenti – Salizzoni – Salvatore – Sampietro – Scalfaro – Scarpa – Schiavetti – Schiratti – Scoca – Scotti Alessandro – Scotti Francesco – Segni – Sereni – Sicignano – Siles – Silipo – Silone – Simonini – Spallicci – Spano – Stampacchia – Stella – Sullo Fiorentino.
Tambroni Armaroli – Targetti – Tega – Tessitori – Titomanlio Vittoria – Togni – Tomba – Tonello – Tosato – Tosi – Tozzi Condivi – Tremelloni – Treves – Trimarchi – Tripepi – Trulli – Turco.
Uberti.
Valenti – Valiani – Valmarana – Venditti – Veroni – Viale – Vigna – Villabruna – Villani – Volpe.
Zaccagnini – Zanardi – Zannerini – Zerbi – Zotta.
Sono in congedo:
Carmagnola – Caso – Cavallari.
Ghidini.
Jacini.
Mastino Pietro.
Preziosi.
Quintieri Adolfo.
Ravagnan.
Sardiello.
Vanoni.
Svolgimento di interrogazioni urgenti.
PRESIDENTE. L’onorevole Sottosegretario di Stato per l’interno intende rispondere alle seguenti interrogazioni presentate con richiesta d’urgenza:
«Per sapere se risponde a verità che sia stato decretato lo scioglimento del Consiglio comunale di Pescara e, se ciò fosse vero, quali ne sarebbero le ragioni.
«Corbi».
«Per sapere se sia vero che abbia proposto al Presidente della Repubblica lo scioglimento dell’Amministrazione comunale di Pescara e, in caso affermativo, quali motivi lo abbiano a ciò indotto.
«Paolucci».
«Per conoscere i motivi per cui è stata sciolta l’Amministrazione comunale di Pescara.
«Grazi».
L’onorevole Sottosegretario di Stato per l’interno ha facoltà di rispondere.
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. In seguito a reclami pervenuti da molti cittadini di Pescara nel giugno scorso il Ministro dell’interno, secondo una notissima prassi, disponeva l’invio di un Ispettore superiore di ragioneria. Questo Ispettore, dopo una lunga inchiesta compiuta esaminando tutti gli atti di quella Amministrazione, in concorso con tutti i funzionari della medesima, riferiva di aver accertato una serie di gravissime mancanze, per le quali appariva opportuna la nomina di un Commissario tecnico al comune. Tali mancanze dalla relazione dell’Ispettore sono risultate largamente documentate. Il Ministro dell’interno tuttavia, prima di prendere quel provvedimento, cui l’articolo 323 della legge comunale provinciale gli dava il diritto e gli imponeva il dovere, chiedeva, secondo un sistema costantemente adottato, di sottoporre i fatti al Consiglio di Stato e di chiederne il parere.
Credo che a chiarire nel modo migliore all’Assemblea i motivi del lamentato provvedimento valga, più che ogni discorso, la lettura della parte centrale del parere del Consiglio di Stato.
Il Consiglio di Stato, infatti, ritenuto che il Ministero dell’interno aveva disposto l’inchiesta, della quale ho parlato, al fine di accertare l’effettivo funzionamento di quella Amministrazione comunale, inchiesta conclusasi con la relazione depositata il 1° agosto ultimo scorso, rilevava come l’inchiesta medesima «avesse messo in luce» – sono le testuali parole del parere del Consiglio di Stato – «gravissime deficienze e irregolarità nel funzionamento dell’Amministrazione comunale di Pescara». Il parere del Consiglio di Stato così prosegue: «Risulta infatti da essa e dall’abbondante documentazione allegata, che innanzitutto l’Amministrazione non ha posto alcuna cura e alcuna attenzione al gravissimo problema finanziario che assilla quel comune. Il bilancio dell’esercizio in corso è stato deliberato solo alla fine di agosto ultimo scorso ed in seguito ad intervento dell’Ispettore. La gestione delle imposte di consumo offre una entrata di molto inferiore a quella che potrebbe rendere, solo perché viene gestita in economia anziché con il sistema dell’appalto». (Rumori – Interruzioni all’estrema sinistra).
Sto leggendo il parere del Consiglio di Stato, non un atto del Governo. (Interruzione del deputato Tonello).
PRESIDENTE. Onorevole Tonello, la prego.
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. «Nulla è stato fatto dal Comune per porre in essere l’imposta di famiglia, il cui provento potrebbe anche essere molto elevato. A questo lato puramente negativo, ma con evidenti gravi conseguenze per tutto l’andamento della Amministrazione, corrisponde, d’altro canto, un aumento non sempre giustificato di spese, sia con l’aumento delle indennità al sindaco ed agli assessori…» (Interruzioni – Commenti all’estrema sinistra).
SCOCCIMARRO. Ci dica quale è lo stipendio del sindaco!
LEONE FRANCESCO. Viva i sindaci proletari! (Applausi all’estrema sinistra).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. «…sia con l’assunzione continuata di nuovi dipendenti, dei quali non si sente il bisogno, e che per di più risultano essere elementi non idonei e non capaci».
Una voce all’estrema sinistra. Ci vogliono i fascisti per voi!
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Mi permetto di ricordare ancora che sto leggendo il parere del Consiglio di Stato. (Applausi al centro) «…sia, ancora, con l’eccessiva spesa di lire venti milioni per la nettezza urbana, affidata ad una cooperativa non attrezzata e non dotata di mezzi propri, ma requisiti.
«Risulta inoltre che, nel procedere alle nomine ad impiegati, sono state favorite persone legate da stretti vincoli di parentela o di amicizia col sindaco o con gli assessori…» (Rumori all’estrema sinistra – Interruzioni).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, facciano silenzio, li prego!
LUSSU. L’altro giorno l’Assemblea ha abolito il controllo di merito, e questo fa impressione! (Commenti).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. «…che anche altri incarichi, come quello di incaricato per le funzioni di stato civile nella frazione di Caprara, sono stati affidati, anche in violazione della legge, solo a persone legate politicamente con gli amministratori comunali… (Rumori a sinistra) prescindendo da qualsiasi considerazione circa la capacità delle persone (Rumori a sinistra); che tutto l’andamento dell’ufficio comunale è gravemente compromesso e non è controllato dagli amministratori, che non se ne curano, che è enorme l’arretrato esistente negli uffici del Comune».
«Emergono ancora dalla relazione su indicata e dai documenti ad essa allegati altri numerosi atti di partigianeria commessi dall’attuale amministrazione comunale… (Rumori e interruzioni a sinistra) nell’espletamento delle sue funzioni, mentre a carico di vari assessori sono state mosse accuse di vario genere, che lanciano sulle loro figure ombre e sospetti».
SICIGNANO. Di che genere? (Commenti).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. «Considerato che il quadro generale dell’andamento della pubblica cosa a Pescara, quale è dimostrato e documentato dall’inchiesta svolta, è effettivamente grave, e che la responsabilità di tutto ciò non può non risalire ai sistemi ed ai criteri seguiti dall’attuale Consiglio comunale, la cui attività non appare ispirata a criteri di retta amministrazione, il che provoca evidenti malumori e disagio nell’animo dei cittadini (Rumori all’estrema sinistra – Interruzione del deputato Moscatelli) con evidente pregiudizio dell’ordine pubblico, sono da ritenere sussistenti i gravi motivi di ordine pubblico indicati dall’articolo 323 della Legge comunale e provinciale del 1915… (Interruzioni all’estrema sinistra) per indurre a ritenere non solo conveniente, ma addirittura necessario lo scioglimento dell’attuale Consiglio (Rumori all’estrema sinistra); scioglimento che appare l’unica misura idonea in rapporto alla situazione». (Interruzioni all’estrema sinistra).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, tacciano, per favore.
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. «Al riguardo il Consiglio ritiene anzi di dover esprimere il proprio compiacimento all’Amministrazione dell’interno e alla Direzione generale proponente per il provvedimento adottato». (Applausi al centro – Rumori – Commenti all’estrema sinistra).
LACONI. Questa è una provocazione. (Rumori al centro).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Io non so se i colleghi sappiano che il Consiglio di Stato è il supremo organo amministrativo…
LACONI. È presieduto da un fascista!
Una voce a sinistra. È fratello del grande fratello! (Commenti al centro – Rumori a sinistra).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, facciano silenzio!
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Non desidero fare apprezzamenti sulla persona dell’attuale Presidente del Consiglio di Stato, che pure è noto come uno dei più grandi giuristi italiani del momento e che non ha alcuna responsabilità evidentemente con quelle che furono le colpe attribuibili ai suoi fratelli. (Commenti a sinistra – Rumori).
PRESIDENTE. Onorevole Marazza, la prego: attenda un momento. Io desidero sapere se si vuole che queste interrogazioni vengano svolte: facciano il favore di tacere!
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Ad ogni modo non credo di avere una responsabilità, diretta o indiretta, per il parere del Consiglio di Stato. (Rumori a sinistra).
Ad ogni modo, per concludere su questo punto, devo dire che il parere del Consiglio di Stato risale al 21 ottobre di quest’anno, quando, a presiederlo, era l’onorevole Ruini, che contemporaneamente presiedeva la Commissione per la Costituzione italiana (Applausi al centro – Commenti a sinistra).
Comunque, Presidente della Sezione, che questo parere ha emesso è, come è noto, il Consigliere Malinverni. Credo che sul conto di lui non possano muoversi le obiezioni che sono state testé mosse sul conto di altri.
Ad ogni modo, io ho accennato prima che il parere del Consiglio di Stato riassumeva, a mio avviso, quelli che erano stati i motivi che avevano indotto il Ministro dell’interno a proporre al Capo dello Stato lo scioglimento di questa amministrazione. Non è stato senza ulteriore preoccupazione che il Ministro dell’interno si è indotto ad un atto di cui non gli sfuggiva né la gravità né la responsabilità. (Commenti a sinistra).
LACONI. Viva la Democrazia cristiana, autonomista! (Rumori al centro).
CIMENTI. Nomini qualche altro partito, ma non la Democrazia cristiana. (Rumori all’estrema sinistra).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Attenendosi comunque, alle proposte del Consiglio di Stato, ritiene il Ministro dell’interno di non aver potuto assolvere in modo più regolare e legale a quelli che sono anche in questa incresciosa circostanza i suoi precisi doveri. (Applausi al centro e a destra).
SCOCCIMARRO. Anche il popolo di Pescara si associa.
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Non credo che altrettanto legale possa dirsi il contegno del sindaco di Pescara, il quale, avuto notizia di questo provvedimento, ha dichiarato, e direttamente e a mezzo dei suoi amici, che egli non lascerà la sede comunale. (Commenti al centro – Rumori a sinistra – Scambio di apostrofi).
PRESIDENTE. L’onorevole Corbi ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
CORBI. Onorevoli colleghi, è nella consuetudine dichiararsi insoddisfatti delle dichiarazioni del Ministro Scelba o di quelle che per lui è costretto a farci l’onorevole Marazza (Commenti al centro); io volentieri questa consuetudine avrei infranto se il Ministro Scelba, o chi per lui, una volta tanto avesse voluto da parte sua riferire i fatti in maniera obiettiva. (Proteste al centro).
Risponderò alle precisazioni fatte dall’onorevole Marazza; insisterò però particolarmente sul fatto che il provvedimento contrasta in modo assoluto con le norme stabilite dalla legge.
Il prefetto di Pescara, da me richiesto del perché di questo provvedimento, disse di essere all’oscuro di ogni cosa, ed aggiunse che, molto probabilmente, il provvedimento era dovuto, anzi certamente era dovuto al fatto che il bilancio era stato presentato con notevole ritardo.
Ebbene, ci dica l’onorevole Marazza quanti comuni hanno presentato in termine utile i propri bilanci e quanti comuni hanno avuto approvati i propri bilanci dopo quello di Pescara. (Interruzioni).
L’onorevole Marazza ha accennato alle indennità degli amministratori di Pescara, ma non ci ha detto quale sia la remunerazione che il sindaco di Pescara percepisce. Glielo dico io, onorevole Marazza, e le dico che il sindaco socialista di Pescara non è l’onorevole Vanoni; egli percepisce 10 mila lire al mese! (Commenti a sinistra).
L’onorevole Marazza, riportando il parere del Consiglio di Stato, il quale ha deliberato sulla base di una inchiesta fatta da un funzionario del Ministero dell’interno mandato apposta dal Ministro Scelba, ha parlato di irregolarità a proposito della gestione della nettezza urbana. È vero: la nettezza urbana è oggi affidata alle cure di una cooperativa, in gestione provvisoria, perché nessuno degli appaltatori di Pescara ha voluto riconoscere sufficientemente remunerative le condizioni che faceva l’amministrazione comunale. Diteci dunque chiaramente se è nel vostro programma che non solo gli interessi di una cooperativa, ma anche quelli di un comune, debbano essere sacrificati a quelli degli speculatori pescaresi!
Si è parlato anche di assunzione di personale in maniera eccessiva e ingiustificata. Ebbene, sta di fatto che negli ultimi tempi 35 dipendenti comunali sono stati licenziati e nessuna assunzione è avvenuta in quel comune, e fra questi dipendenti la stragrande maggioranza è composta di socialisti e comunisti! (Commenti al centro).
SCOCCIMARRO. È reato di falso, onorevole Marazza! (Commenti a sinistra).
CORBI. A dimostrare la verità di quanto io dico stanno queste lettere del prefetto di Pescara. Sono lettere di sollecitazione, onorevole Marazza; ne prenda – per cortesia – visione e le dia al Presidente. Dicono che il personale disoccupato è composto di reduci e invalidi, e le risposte del sindaco sono tutte dello stesso tenore: «Volentieri aderirei ai suoi desideri, ma le necessità del bilancio non me lo consentono». (Commenti a sinistra).
Inutile poi ricordarle, onorevole Marazza, che, a proposito dell’assunzione di personale e di altri addebiti mossi, si entra in materia che è stata già definita in questa Assemblea: controllo di merito, come giustamente osservava l’onorevole Lussu, e poco tempo fa questa Assemblea Costituente lo ha abolito. Quindi, le osservazioni che fa il Consiglio di Stato sono assolutamente prive di fondamento giuridico.
Si è parlato di intendimenti non sereni e non obiettivi. Ebbene, si citi qualche caso, si dimostri come, quando, dove, in quale circostanza si sono verificate illegittime partigianerie. Lei ha parlato di un certo paese in cui il sindaco avrebbe fatto non so che cosa. Non ho capito bene per i clamori, però le sarei molto grato se volesse documentare la faziosità e la partigianeria di questa amministrazione, cosa che fino a questo momento non è stata fatta.
In ultimo, questo provvedimento sarebbe stato preso per motivi di ordine pubblico. Lasciamo stare… vi tornerò fra poco. Ora passiamo ai fatti. V’è stata a Pescara, diversi mesi fa, una prima ispezione fatta dell’ispettore Gibilisco. Questo ispettore prese visione di tutti i documenti e alla fine del suo lavoro lasciò una relazione con le sue impressioni sicché il sindaco e gli assessori potessero prenderne visione. Nessun addebito veniva mosso all’amministrazione. Ma qualcuno non fu contento dell’esito di questa ispezione; qualcuno era rimasto deluso ed allora si decise una nuova ispezione. Questa volta l’ispettore era il commendatore Giove. Questo signore, venuto a Pescara, non ha mai parlato col sindaco, mai con nessuno degli amministratori. Ha preso visione di ciò che ha voluto, ma prima di partire non ha fatto nessuna osservazione e nessuna comunicazione, come sarebbe stato suo dovere, qualora avesse riscontrato delle irregolarità, agli amministratori di quel comune.
Ora, dopo cinque mesi ci si trova di fronte a questo provvedimento, disposto in verità, con una procedura molto strana e di cui si viene a conoscenza in modo tutto affatto regolare. Come se ne è avuta conoscenza, onorevole Marazza? Lei lo sa, la Confederazione generale del lavoro chiedeva alla Camera del lavoro di Pescara spiegazioni a proposito di certi turbamenti che le locali organizzazioni sindacali avrebbero preparato in vista dello scioglimento di quel Consiglio comunale di cui nessuno aveva mai avuto prima notizia. E questo avveniva in data 3 dicembre.
Onorevole Marazza, a che cosa si voleva arrivare? Quando a Pescara nessuno sapeva e nessuno si sognava che questo Consiglio comunale dovesse essere disciolto, come la Camera del lavoro poteva preparare di già le agitazioni?
Volevate costituire un precedente, forse? Seguire l’esempio di Schuman e dire che i sindacati… (Interruzioni – Ilarità al centro).
Passiamo oltre. Lei – mi correggo – il Consiglio di Stato si è servito dell’articolo 323 ritenendolo valido al caso. Ma non è così, per questo. Io contesto la legittimità del provvedimento. L’articolo 323 dice: «I Consigli comunali e provinciali possono essere sciolti per gravi motivi di ordine pubblico o quando, richiamati alla osservanza di obblighi, loro imposti per legge, persistono a violarli…, ecc.
Ebbene, il Ministero dell’interno per invocare il provvedimento avrebbe dovuto dimostrarci tre cose:
1°) che vi siano stati obblighi imposti dalla legge che il Consiglio comunale si sia rifiutato di osservare. Ciò non è avvenuto mai;
2°) che il Consiglio comunale sia stato richiamato. Mai nessuno l’ha richiamato, mai nessuno gli ha mosso addebiti;
3°) che il Consiglio comunale, una volta richiamato, abbia persistito nel violare le leggi.
Onorevole Marazza, non le sembra che, per lo meno, sia stata interpretata male dal sommo consesso questa norma (Rumori al centro) che il più modesto giudice conciliatore è in grado di intendere?
Questo provvedimento, onorevole Marazza, è illegale, viola le leggi.
Sta di fatto, onorevole Marazza, (forse lei queste cose non le sa, ma noi in Abruzzo le sappiamo) che da che si è costituito questo Governo in Abruzzo sono stati sostituiti tre prefetti su quattro, il prefetto di Aquila, il prefetto di Pescara, il prefetto di Teramo. Solo il prefetto di Chieti, forse perché più prono ai desideri dell’onorevole Spataro – il quale oggi ripete le gesta di Giacomo Acerbo (Applausi all’estrema sinistra – Rumori al centro) – è stato lasciato al suo posto; o forse perché ha dato grandi prove di… lealtà repubblicana costituendo una Giunta provinciale amministrativa da cui sono esclusi tutti i repubblicani, a qualsiasi partito appartengano. Ma di questo vi potrà dire meglio l’onorevole Paolucci. (Interruzione del deputato Mazza).
Non solo i prefetti sono stati rimossi (e certo non erano comunisti o socialisti) ma sin anche quei segretari comunali, dei più piccoli comuni, che non si battevano il petto tutte le volte che vedevano un deputato democristiano! (Rumori al centro).
Noi sappiamo che quanto si è fatto per Pescara si sta facendo per tutti gli altri comuni dell’Abruzzo. Da sei mesi il comune di Avezzano è sottoposto ad inchieste continue e se quel Consiglio non è stato sciolto è perché non avete potuto trovare neppure questi miserabili pretesti che avete addotto per il comune di Pescara. (Applausi a sinistra).
Noi abbiamo chiesto, ed abbiamo fatto un’interrogazione al Ministro Scelba, perché il segretario comunale di Celano, denunciato per sottrazioni e per furti, fosse rimosso dal suo posto. Ebbene, quel segretario, son passati mesi, ed è ancora là. (Rumori al centro).
Il sindaco di Civita Aquana, in provincia di Pescara, si è visto costretto a denunciare il parroco del paese per faziosità. Questo parroco è stato condannato nonostante le… preghiere che sono state fatte per lui; ma la risposta è stata immediata: il giorno dopo alle 7 del mattino il prefetto ha inviato il ragioniere capo della prefettura a sequestrare tutti i documenti per cercare di trovare in difetto quella amministrazione, ma non v’è riuscito.
Giacché ci siamo è bene che le parli anche di un tal funzionario della prefettura di Aquila: Continenza, se non erro già repubblichino epurato, il quale quando parla con gli amministratori dei comuni domanda: «A quale partito appartieni?». E se è socialista: «sei del partito di Nenni e Basso o saragattiano?», e così si regola… (Commenti). Ma questa azione del Governo è concertata mirabilmente; è un coro, non sempre di voci bianche. Perché gli amministratori democristiani in tutti i comuni dove non sono in maggioranza – e per nostra fortuna non in tutti sono in maggioranza – si dimettono allo scopo di far cadere le amministrazioni comunali; e quando non valgono tali espedienti ricorrono ad altri sistemi: si rivolgono agli onorevoli locali perché manovrino a Roma… Così si è regolata la Democrazia cristiana a Pescara che non si presenta al Consiglio e sabota tutta l’attività di quell’amministrazione che ha in suo onore la ricostruzione di una città danneggiata, distrutta, saccheggiata. Quest’amministrazione ha fatto risorgere una città in così breve tempo che costituisce onore per queste rinate istituzioni democratiche. (Applausi a sinistra). Onorevole Marazza, non ingannerete i cittadini di Pescara creando disordini e facendo, come avete fatto, circolare la voce che il sindaco di Pescara era fuggito con 40 milioni in tasca. (Commenti).
Il sindaco di Pescara non è fuggito e non fuggirà da Pescara. Onorevole Marazza, la verità è che oggi sono vicine le elezioni politiche e che non è possibile fare le nuove elezioni amministrative a distanza di tre mesi, come la legge prescrive. Volesse il cielo! Ma voi volete nelle mani il comune, perché l’olio, la pasta, i, pacchi U.N.R.R.A. e così via possono fare miracoli elettorali. (Applausi a sinistra – Proteste al centro). Voi state corrompendo la vita pubblica italiana. Credete che l’Abruzzo sia ancora quello delle vecchie personalità, quello degli ascari governativi? No, vi sbagliate! (Commenti). Si è detto che il provvedimento sarebbe stato preso per motivi d’ordine pubblico per evitare chissà quali agitazioni nella città di Pescara; mai nessuno ha protestato contro quella amministrazione; mai una sola dimostrazione. Solo oggi l’ordine pubblico è minacciato. Tutta l’Italia in questi giorni ha protestato per le gesta di questo comitato di affari, che oggi si chiama Governo d’Italia (Applausi all’estrema sinistra – Commenti al centro).
L’Abruzzo era rimasto tranquillo fidando su quanto i deputati democristiani, mandati anche dai lavoratori abruzzesi, avevano promesso prima del due giugno.
GIACCHERO. Pensi alle sue promesse, non alle nostre.
CORBI. La mia promessa la sto mantenendo denunciando i vostri abusi. (Proteste – Commenti al centro). L’onorevole Scelba è rimasto deluso della tranquillità della popolazione abruzzese e se vuole ancora le piazze e le città arrossate di sangue (Rumori al centro) è padrone di farlo, ma se ne pentirà!
PAJETTA GIULIANO. Il dirigente sindacale calabrese chi l’ha ammazzato?
CORBI. Sappia l’onorevole Scelba che gli abruzzesi lo hanno compreso e non si lasceranno intimidire dalle sue minacce e dai suoi ricatti.
Il comune di Pescara è forte della solidarietà di 3000 comuni socialisti e comunisti. (Commenti). Il comune di Pescara è sostenuto da tutta la popolazione; vada a vedere, onorevole Marazza, e vedrà chi turba l’ordine pubblico, e vedrà che solo chi ha riferito in quel modo ed ha voluto quel provvedimento è nemico dell’ordine, della pace dei lavoratori e come tale lo additiamo agli italiani, ai democratici, ai repubblicani. (Applausi a sinistra).
PRESIDENTE. L’onorevole Paolucci ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
PAOLUCCI. Devo dire che non sono affatto sodisfatto delle dichiarazioni fatte dall’onorevole Sottosegretario per l’interno; ma devo dire altresì che sono rimasto vivamente sorpreso del tenore di quelle dichiarazioni e – me lo consenta, onorevole Marazza – della faciloneria e della temerarietà che le hanno inspirate.
Voglio dimostrarvi, se me lo permettete, amici della destra, coi fatti, che nella mia terra di Abruzzo il Governo ha più volte violato la legge, che a violare la legge è stato proprio il Ministro dell’interno, il quale ha anche irriso alle istituzioni repubblicane e democratiche ed alla volontà popolare, e vuol provocare disordini.
Il fatto di Pescara è di una gravità eccezionale: si tratta dello scioglimento dell’amministrazione comunale di un capoluogo di provincia.
Nelle ragioni che avrebbero determinato il provvedimento, io distinguo due parti: una parte che contiene addebiti vari, generici, e quella parte, non esito a dichiararlo, è calunniosa; ed una parte che contiene addebiti specifici e determinati.
La prima parte, onorevoli colleghi, accenna, nella sua genericità, ad abusi ed a prevaricazioni. Se ne parla apertamente: l’avete sentito dalla viva voce del Sottosegretario per l’interno. Voi stessi dovete però chiedervi: quale denunzia vi è stata a carico di questi pretesi prevaricatori? Nessuna denunzia! Allora il Ministro non ha fatto il suo dovere, visto che non ha denunciato questi prevaricatori e questi amministratori disonesti! (Vivi applausi a sinistra).
Andiamo alla seconda parte, in cui si accenna ad irregolarità amministrative, che si riducono poi a due o tre episodi specifici. Ritardo nella presentazione del bilancio comunale. Ora io vi dico, qual è il comune che non si è trovato nelle stesse condizioni? Considerate che la città di Pescara è una città martoriata dalla guerra, e considerate anche un particolare che vi è sfuggito ed è questo: che gli organi di tutela amministrativa, i prescritti organi di tutela, hanno approvato questo bilancio, per quanto presentato in ritardo. (Applausi a sinistra).
Altri atti amministrativi irregolari si concreterebbero, poi, nella mancata applicazione di aumenti di imposte e sovraimposte. Questa asserzione è falsa, perché pur potendo l’amministrazione comunale di Pescara sostenere di aver diritto all’esenzione di alcune imposte, diritto riconosciuto per altri comuni sinistrati, come ad esempio per quelli della mia provincia, la provincia di Chieti, ha egualmente fatto il suo dovere ed ha applicato queste sovraimposte e stava procedendo alla riscossione delle medesime.
Terzo appunto, le indennità che percepirebbe il sindaco, avvocato Italo Giovannucci. Abbiamo sentito che queste indennità ammontano a lire 10.000 al mese.
Una voce all’estrema sinistra. L’onorevole Spataro quanto guadagna? (Rumori e proteste al centro).
PAOLUCCI. Il sindaco di Pescara ha già dovuto in gran parte abbandonare i suoi affari professionali per ridursi a fare il sindaco e lo ha fatto lodevolmente, tanto è vero che è con lui tutta la cittadinanza. (Approvazioni a sinistra – Rumori al centro). Riceve forse l’avvocato Giovannucci emolumenti dall’amministrazione della R.A.I.? (Interruzioni – Rumori al centro).
Altri addebiti specifici: l’affidamento della nettezza urbana ad una cooperativa. Ma dovreste vergognarvi. (Vivi applausi all’estrema sinistra – Rumori al centro). Altro addebito: l’assunzione di personale in esuberanza. Via, fate ridere! (Commenti al centro e a destra).
Vi ha dimostrato l’onorevole Corbi che 35 impiegati furono licenziati, nonostante le lettere e le sollecitazioni del vostro prefetto. Ma, ripeto, la questione essenziale si riduce al parere del Consiglio di Stato – non ve ne meravigliate, perché non v’è da stupirsi se il Consiglio di Stato e la Corte di cassazione violino a volte la legge. (Commenti al centro). Infatti preciso e tassativo è il disposto dell’articolo 323: «I Consigli comunali e provinciali possono essere sciolti per gravi motivi di ordine pubblico o quando, richiamati all’osservanza di obblighi loro imposti per legge, persistono, ecc.».
Se voi mi aveste dimostrato che a Pescara, per irregolarità amministrative, vi fosse stato pericolo di gravi incidenti, di gravi perturbamenti dell’ordine pubblico, allora avrei potuto anche io dire che si era creata una situazione tale da rendere necessaria l’adozione di questo provvedimento. Ma, se questo pericolo fosse nato, onorevole Marazza, non avrebbe avuto tempo il Ministero dell’interno di fare l’inchiesta, né avrebbe avuto il tempo di ricorrere al Consiglio di Stato! In quel caso si sarebbe adottato un provvedimento immediato di scioglimento dell’amministrazione.
Gli altri motivi attengono al secondo requisito stabilito dalla legge, quando cioè ci si trovi di fronte ad un Consiglio comunale o provinciale il quale si rifiuti di ottemperare a precisi obblighi di legge. Che cosa avviene allora? Vi deve essere l’invito, la messa in mora del Consiglio comunale o provinciale ad ottemperare a determinati obblighi di legge. Il rifiuto è la ribellione alla legge. Questo è il secondo caso.
Vi ho dimostrato come il Governo abbia violato la legge e con lui il Consiglio di Stato.
Ma io voglio citarvi un episodio, amici democristiani, che mi riguarda un po’ personalmente. Dopo le dichiarazioni dell’onorevole Scelba quando il Governo fu oggetto di attacchi da parte di questi settori a proposito della politica interna (l’onorevole Scelba disse di essere il tutore della legge, tutore imparziale, obiettivo e sereno, specialmente contro i sindaci democristiani) io gli scrissi un biglietto, che era così concepito: «Mi sono rivolto in diverse occasioni al prefetto di Chieti perché avesse, ai sensi di legge, destituito il sindaco democristiano del Comune di Poggiofiorito, condannato dal Tribunale di Chieti per delitto di sottrazione di grano all’ammasso con sentenza passata in giudicato; assolto dopo qualche mese per insufficienza di prove per altro delitto di sottrazione all’ammasso». (Interruzioni a sinistra).
Poi, gli scrissi in data 4 ottobre: «In base alle dichiarazione che testé ha fatto nell’Aula applichi la legge contro questo sindaco e lo destituisca in base alle sanzioni della legge comunale e provinciale», perché ricordo che ella disse che bastava il rinvio al giudizio o il decreto di citazione di un amministratore per sospenderlo dalle funzioni. Ebbene, ho atteso invano la risposta! Ho sollecitato la risposta l’8 novembre, ma non è venuta e non verrà! (Commenti a sinistra).
Ma, io voglio darvi un’altra dimostrazione. La seconda mia proposizione era precisa, tassativa, categorica: il Ministro dell’interno irride alle istituzioni repubblicane e democratiche e calpesta la volontà popolare. Il fatto di Pescara è significativo ed è un episodio della massima importanza.
Io, che ho un po’ la mania delle interrogazioni, ebbi occasione tempo addietro di chiedere quanto ci fosse di vero nella notizia che il Prefetto fosse in procinto di costituire quella deputazione provinciale chiamandone a far parte, quali membri effettivi, cinque demo-cristiani, tre liberali ed un qualunquista, i quali sono, ad eccezione del Presidente, tutti monarchici, dimenticando che siamo in Repubblica e senza tener conto dei risultati delle elezioni politiche in quella Provincia che erano stati i seguenti:
Partito demo-cristiano (purtroppo) 84.284; Partito repubblicano 19.205; Unione democratica indipendente 20.360; Partito socialista 13.339; Unione democratica italiana 11.845; Partito comunista italiano 9.000; Fronte dell’uomo qualunque 6.151; Partito d’azione 7000 circa.
Ebbene, allorché interpellai il Ministro Scelba, la risposta – esilarante – fu questa: che il Prefetto di Chieti aveva provveduto a quelle nomine in armonia con i risultati delle elezioni politiche. (Commenti).
Si è aggiunto che sarebbe stato nella facoltà del Prefetto di riservare un certo numero di posti anche ai partiti socialista e comunista; ma, si disse, occorreva raggiungere un accordo.
Senonché dopo un anno circa di tentativi nessun accordo fu possibile raggiungere.
Una voce al centro. Vi sono stati offerti quattro posti.
PAOLUCCI. Ma il finale comico è questo: si è dichiarato cioè che non risultava che nessuno dei deputati provinciali fosse iscritto al partito monarchico.
Ci voleva la tessera! (Commenti – Rumori a sinistra).
Una voce al centro. Lei cita cose che non hanno niente a che vedere con l’Amministrazione di Pescara. Sono cose inesatte.
PAOLUCCI. Io dico soltanto al Governo: badate, l’abruzzese è un popolo tenace, forte, e la provincia di Chieti e quella di Pescara sono state percosse tremendamente dalla bufera della guerra. La mia sola provincia conta 52 comuni sinistrati, di cui 10 almeno sono come Cassino! Ebbene, quella popolazione non si è mai mossa, neanche quando il Governo ha lasciato i paesi della montagna abbandonati a loro stessi, neanche quando le macerie non venivano da nessuno rimosse – e ci sono ancora – Voglio dire che è un popolo paziente, tenace, laborioso; ma che sente le ingiustizie, è così sensibile alle ingiustizie ed ai soprusi che, se si muovesse, nessun Ministro dell’interno potrebbe frenarlo.
Questo io vi dico. Non vorrei che si verificassero altri lutti in quella mia terra. Badate bene a quello che fate! Non siate faziosi e settari nei riguardi della popolazione d’Abruzzo!
Questa è la preghiera che io rivolgo al Governo. (Vivissimi applausi a sinistra – Congratulazioni).
PRESIDENTE. L’onorevole Grazi ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
GRAZI. Io non sono né sodisfatto né insoddisfatto della risposta che ha dato il rappresentante del Governo: sono semplicemente meravigliato, perché la risposta è stata improntata tutta sul contenuto del rapporto del Consiglio di Stato. Ora, quel rapporto ha un sapore così strano di pretesto, anzi così chiaro di pretesto, che, a quella stregua, si possono mandare a mare tutte le amministrazioni comunali.
E ve lo spiego con un esempio. Prendete il bilancio: tutti i comuni l’hanno presentato in ritardo; non perché Pescara sia stata particolarmente sinistrata, ma perché molte tasse ed imposte che dovevano essere applicate non si sono potute applicare effettivamente, per la semplice ragione che il Governo non aveva fissato le aliquote e le Giunte provinciali amministrative nemmeno.
Quindi, quando i comuni hanno dovuto impostare il loro bilancio hanno dovuto ritardare, perché non sapevano le somme corrispondenti a ciascuna voce.
Questo è un fatto. Quindi, a questa stregua, si dovrebbe sciogliere addirittura il Governo, perché esso ha commesso la stessa infrazione alle leggi imputata al comune di Pescara.
Nei comuni si infrangono continuamente molte altre disposizioni di legge, perché se volessimo applicare la legge comunale e provinciale così com’è, o dovremmo fare ostruzionismo per non applicarla, o cadremmo continuamente nell’illegalità.
Ricordo che c’è una norma fondamentale per la quale le stesse sedute del Consiglio comunale dovrebbero essere verbalizzate sul momento: questo non è mai avvenuto e non avverrà mai. E così per la Giunta.
Ma ci sono anche altre infrazioni che si fanno nei comuni.
I chiarimenti che ha dato il Sottosegretario hanno un aspetto poco sodisfacente, un aspetto di pretesto, e non voglio trattenere l’Assemblea ripetendo quello che hanno detto coloro che mi hanno preceduto.
Dico semplicemente una cosa: il gioco è molto pericoloso, perché noi vogliamo fare le cose sul serio. Noi vorremmo provvedimenti che servissero allo scopo; io posso dirvi invece che la Commissione per la finanza locale sistematicamente boccia tutti i provvedimenti che noi proponiamo per sistemare la finanza dei Comuni. Io ho fatto, ad esempio, una proposta relativa alla sistemazione del dazio di consumo; ed è stata regolarmente bocciata.
Io dunque mi accollo la responsabilità di questo odioso provvedimento e me lo bocciano: perché? Perché evidentemente colpisce certe categorie di persone anziché colpirne altre. E poiché è qui presente in questo momento anche l’onorevole Ministro di grazia e giustizia, colgo l’occasione per ricordare che bisognerebbe finalmente varare il famoso provvedimento per la riassunzione di tutti i discriminati; provvedimento già da tanto tempo preannunciato e che non giunge mai.
Sono queste dunque tutte le cause che pongono in istato di agitazione i comuni, ed esse sono evidentemente da imputarsi al Governo e non già ai Comuni. Quello che sta facendo il Ministro dell’interno è dunque, ho detto, un gioco pericoloso. È un gioco pericoloso perché tende a dimostrare come non vadano innanzi tutte le amministrazioni che sono di un determinato colore; ed è pericoloso questo gioco, perché tali amministrazioni sono numerose.
Io penso pertanto che sarebbe saggezza da parte del Governo rivedere il provvedimento e tornarci sopra. (Applausi a sinistra).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Evidentemente il tono assunto da questa discussione non consente a me di replicare: non è un tono sul quale io mi saprei trasportare. Desidero soltanto dire agli amici ed avversari che l’ultima accusa che io mi sarei atteso era proprio quella di avere informato la Confederazione generale del lavoro. La verità è che il Ministero, venuto a conoscenza del fatto che agitazioni di ordine sindacale si andavano preparando in Pescara (Rumori all’estrema sinistra) e non sapendosene render conto, ha scritto alla Confederazione generale del lavoro la lettera che evidentemente conoscete e con la quale comunicava tutto ciò che io sono venuto a riferire quest’oggi.
A ciò desidero aggiungere una cosa sola, che cioè, a seguito di questa comunicazione, al Ministero dell’interno e alla Confederazione generale del lavoro è pervenuto questo telegramma:
«Camera lavoro protesta indignata contro falsa accusa stia preparando agitazioni sediziose contro eventuale scioglimento Consiglio comunale di Pescara». (Commenti a sinistra).
Credo che il tono di questo telegramma sia tale da annullare in gran parte l’efficacia delle dichiarazioni che qui abbiamo sentito. (Rumori a sinistra).
Mi sbaglierò. Da quando sono tenuto a rispondere ad interrogazioni che mi vengono dalla sinistra dell’Assemblea, ho imparato che sbagliarsi è facile.
TOGLIATTI. Dire la verità è difficile! (Rumori al centro).
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Io spero che nessuno qui dentro – e vorrei proprio cominciare dalla sinistra dell’Assemblea – possa farmi il torto di affermare che io abbia mai riferito qualche cosa che non sia perfettamente esatta.
Una voce a sinistra. Oggi!
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Ma oggi io ho letto un parere del Consiglio di Stato; non ho riferito quelle che potevano essere le risultanze di una mia inchiesta. (Rumori a sinistra).
PRESIDENTE. Facciano silenzio, per favore!
MOSCATELLI. Delle diecimila lire cosa ne dice l’onorevole Marazza?
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. I particolari che desiderate io credo che già li potreste leggere nella «Gazzetta Ufficiale», dove è integralmente pubblicata la relazione del Ministro al Capo dello Stato, accompagnatoria del decreto di scioglimento.
Una voce all’estrema sinistra. Perché non l’ha letta qui?
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Se volete che io vi intrattenga fino a domattina, per fortuna ho fiato ed ho forze per rimanere in vostra compagnia. (Interruzioni a sinistra).
Comunque – non so se siano diecimila lire; non lo credo – (Rumori a sinistra) so però che l’onere che sarebbe derivato al Comune da queste indennità ammontava ad un milione annuo. (Commenti al centro). Devo aggiungere e precisare che nel bilancio questa stessa indennità era indicata in lire 500 mila. (Interruzioni a sinistra).
Avete voluto, con una competenza giuridica che mi permetto di contestarvi, discutere, come avete discusso, in diritto, il parere del Consiglio di Stato. Voi eravate scandalizzati di questo parere, degli errori di diritto. Ho sentito parole molto gravi in proposito. Permettetemi di dirvi che, da modestissimo giurista quale io sono, sono terribilmente scandalizzato del vostro parere. (Applausi al centro). Nel mio paese c’è un proverbio che, per essere dialettale, è molto efficace. Non oso ripeterlo. Forse la solennità dell’Aula vieta che risuonino altre voci che non siano in lingua italiana, se pure abbastanza sgrammaticata talvolta, salvo ognuno, si intende. (Applausi al centro – Commenti a sinistra). Ma quel proverbio, che consiglia al pasticciere di fare il suo mestiere, è un proverbio, vi assicuro, che questa sera va proprio applicato. (Applausi al centro – Commenti a sinistra).
PRESIDENTE. Chiedo all’onorevole Sottosegretario per l’interno se intende rispondere alla seguente interrogazione degli onorevoli Lizzadri e Romita:
«Al Ministro dell’interno, per avere precise informazioni sui luttuosi fatti di Roma (Primavalle) e sulle responsabilità del suo Dicastero nell’ordine dato di sparare su una folla di donne, bambini e disoccupati, colpevoli di protestare contro l’inerzia del Governo e dell’amministrazione comunale per le necessità più immediate delle popolazioni dei quartieri periferici di Roma. Gli interroganti chiedono, inoltre, di conoscere quali provvedimenti verranno presi nei confronti dei responsabili, e se verranno emanare disposizioni chiare ed energiche, perché non si spari su masse di popolo che chiedono lavoro.
Onorevole Sottosegretario di Stato per l’interno, risponde lei?
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Sì, rispondo io.
Una voce all’estrema sinistra. Dov’è il Ministro dell’interno? (Rumori).
LIZZADRI. Chiedo di parlare per una questione pregiudiziale.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LIZZADRI. Stamane l’onorevole Scelba, Ministro dell’interno, non posso dire che aveva promesso, ma aveva fatto capire che avrebbe risposto stasera in fine di seduta, tanto più che da parte nostra c’era stata una richiesta perché rispondesse il Ministro personalmente. Mi perdoni l’onorevole Marazza, perché ciò non vuol significare assolutamente una mancanza di riguardo verso di lui, anzi è una prova di stima nei suoi riguardi, ma io interrogante non posso fare a meno di parlare in un modo quando siede a quel banco l’onorevole Marazza e in un altro quando siede l’onorevole Scelba.
PRESIDENTE. Onorevole Lizzadri, non si dilunghi, formuli la sua pregiudiziale.
LIZZADRI. La pregiudiziale è questa: io chiedo, col consenso dell’onorevole Marazza, che la risposta alla mia interrogazione sia rinviata a domani nel pomeriggio, per modo che risponda il Ministro Scelba, che noi riteniamo responsabile della politica interna del nostro Paese.
PRESIDENTE. Onorevole Sottosegretario, la prego di pronunziarsi su questa pregiudiziale.
MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Io sono qui per rispondere alle interrogazioni che sono state rivolte al Ministro dell’interno e credo di averne tutti gli elementi. Comunque, sono a disposizione dell’Assemblea se l’Assemblea ritiene di dover rinviare la discussione. Però non posso evidentemente impegnare il Ministro dell’interno a venire a rispondere personalmente qui, dal momento che la legge gli dà il diritto di farsi sostituire dal suo Sottosegretario.
PRESIDENTE. Onorevole Lizzadri, dipende da lei dichiarare se rinunzia allo svolgimento stasera, cioè se rinunzia in parte al carattere d’urgenza che ella aveva dato alla sua interrogazione, salvo fissare poi da parte del Governo la data dello svolgimento.
Qualora lei non faccia questa dichiarazione, è evidente che all’interrogazione sarà risposto stasera dall’onorevole Sottosegretario, a ciò delegato.
LIZZADRI. A queste condizioni, preferisco che la mia interrogazione sia rinviata e spero però che il Ministro dell’interno ne comprenderà l’urgenza e non vorrà rinviarla sine die.
PRESIDENTE. Tenga presente, onorevole Lizzadri, che questa sera lei rinunzia allo svolgimento dell’interrogazione. Dipenderà dal Governo il fissare eventualmente la nuova data dello svolgimento.
Questo sia chiaro perché non sorgano più equivoci.
LIZZADRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LIZZADRI. La ragione per la quale io accetto questo rinvio è che risponda il Ministro Scelba.
GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Onorevoli colleghi, è necessario chiarire, in quanto non è possibile che un Governo solidale possa accettare l’ipotesi che un Sottosegretario non debba rispondere per il suo Ministro! (Applausi al centro – Commenti a sinistra).
Si tratta di questione fondamentale e basilare dell’attività parlamentare. Su questo punto non v’è discussione. Il Regolamento disciplina la funzione ispettiva del Parlamento nei confronti del Governo (Interruzioni a sinistra); e la funzione ispettiva porta a queste conseguenze: che il deputato ha il diritto di interpellare il Governo; il Governo ha il dovere di rispondere, ma risponde con i membri che esso crede. È questo un principio che non possiamo vulnerare. Noi possiamo accettare la proposta fatta dal nostro illustre Presidente, ossia che l’interrogazione fissata all’ordine del giorno alla quale il Governo solidalmente è presente viene ad essere ritirata in questo momento e ripresentata in maniera che il Ministro dell’interno possa fissare un’altra data per la risposta. (Applausi al centro e a destra – Commenti a sinistra).
Presentazione di una mozione.
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente mozione:
«L’Assemblea Costituente invita il Governo a revocare l’illegale ed ingiusto provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale di Pescara».
«Corbi, Moranino, Scoccimarro, Bruni, Ferrari, Scotti Francesco, Togliatti, Faralli, Fiorentino, Landi, Luisetti, Matteotti Carlo, Paolucci, Calamandrei, Lussu, Grazi, Pajetta Giuliano, Molinelli, Mezzadra, Villani, Cevolotto, Lombardi Carlo, Cacciatore, Laconi, Carpano Maglioli, Zanardi, Donati, Nobili Tito Oro».
Secondo le norme del Regolamento il Governo farà sapere quando intende che sia svolta questa mozione.
GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Secondo il Regolamento della nostra Assemblea Costituente il Governo nel termine previsto di tre giorni farà conoscere quando accetterà di discutere la mozione.
CORBI. Vorrei rivolgere una preghiera al Governo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rivolgerla.
CORBI. Vorrei che si tenesse presente che a Pescara regna una viva agitazione e che è necessario, se il Governo veramente vuol tutelare l’ordine pubblico… (Proteste al centro).
PRESIDENTE. Onorevole Corbi, lei può rivolgere solo la domanda, senza motivazione.
CORBI. Prego allora che al più presto, possibilmente domani, si discuta questa mozione. (Rumori al centro).
Risultato di votazioni segrete.
PRESIDENTE. Comunico il risultato delle votazioni segrete dei disegni di legge approvati nella seduta di stamane:
Norme per la prima compilazione delle liste elettorali nella provincia di Gorizia:
Presenti e votanti 368
Maggioranza 185
Voti favorevoli 348
Voti contrari 20
(L’Assemblea approva).
Norme per la limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista:
Presenti e votanti 368
Maggioranza 185
Voti favorevoli 309
Voti contrari 59
(L’Assemblea approva).
Hanno preso parte alla votazione:
Abozzi – Adonnino – Alberti – Aldisio – Allegato – Amadei – Amendola – Andreotti – Angelucci – Arata – Arcaini – Arcangeli – Avanzini – Azzi.
Badini Confalonieri – Baldassari – Balduzzi – Baracco – Barbareschi – Bargagna – Bartalini – Basile – Bastianetto – Bei Adele – Bellato – Bellusci – Belotti – Bencivenga – Benedettini – Bernabei – Bernamonti – Bertola – Bertone – Bettiol – Biagioni – Bianchi Bruno – Bianchini Laura – Bibolotti – Binni – Bocconi – Bolognesi – Bonino – Bonomelli – Bonomi Ivanoe – Bonomi Paolo – Bordon – Borsellino – Bosco Lucarelli – Bovetti – Bozzi – Braschi – Burato.
Caccuri – Caiati – Cairo – Calamandrei – Camangi – Camposarcuno – Canepa – Canevari – Cannizzo – Caporali – Cappa Paolo – Cappelletti – Cappi Giuseppe – Capua – Carbonari – Carboni Angelo – Carboni Enrico – Carignani – Caristia – Caroleo – Caronia – Carpano Maglioli – Carratelli: – Cassiani – Castelli Edgardo – Castelli Avolio – Castiglia – Cavallotti – Cerreti – Cevolotto – Chatrian – Chiarini – Chieffi – Chiostergi – Cianca – Ciccolungo – Cifaldi – Cimenti – Cingolani Mario – Clerici – Coccia – Codacci Pisanelli – Codignola – Colitto – Colombi Arturo – Colonnetti – Conci Elisabetta – Condorelli – Conti – Coppi Alessandro – Corbi – Corsanego – Corsini – Cortese Pasquale – Costa – Costantini – Cotellessa – Covelli – Cremaschi Carlo.
Damiani – D’Amico – D’Aragona – Del Curto – Della Seta – Delli Castelli Filomena – De Maria – De Martino – De Mercurio – De Michele Luigi – De Michelis Paolo – De Palma – De Unterrichter Maria – Di Fausto – Dominedò – Dossetti – Dugoni.
Ermini.
Fabbri – Fabriani – Fantoni – Fantuzzi – Faralli – Farina Giovanni – Farini Carlo – Fedeli Armando – Federici Maria – Ferrari Giacomo – Ferrario Celestino – Ferreri – Filippini – Finocchiaro Aprile – Fiorentino – Fioritto – Firrao – Flecchia – Foa – Foresi – Fornara – Franceschini – Froggio – Fuschini – Fusco.
Gabrieli – Galati – Gallico Spano Nadia – Garlato – Gasparotto – Gavina – Germano – Gervasi – Geuna – Ghidetti – Giacchero – Giacometti – Giannini – Giordani – Giua – Gonella – Gorresi – Gortani – Gotelli Angela – Grazi Enrico – Grieco – Grilli – Gronchi – Guariento – Guerrieri Emanuele – Guerrieri Filippo – Gui – Guidi Cingolani Angela – Gullo Fausto – Gullo Rocco.
Imperiale – Iotti Leonilde.
Jacometti – Jervolino.
Labriola – Laconi – Lami Starnuti – Landi – La Pira – Leone Giovanni – Lettieri – Li Causi – Lizier – Lizzadri – Lombardi Carlo – Longhena – Lozza – Lucifero – Luisetti – Lussu.
Macrelli – Maffi – Magnani – Magrassi – Magrini – Malagugini – Maltagliati – Mannironi – Manzini –Marazza – Marchesi – Marconi – Mariani Enrico – Marinaro – Marinelli – Martinelli – Martino Gaetano – Marzarotto – Mastino Gesumino – Mastrojanni – Mattarella – Matteotti Carlo – Matteotti Matteo – Mazza – Meda Luigi – Medi Enrico – Merighi – Merlin Angelina – Mezzadra – Miccolis – Micheli – Minella Angiola – Minio – Molinelli – Montagnana Mario – Montagnana Rita – Montalbano – Monterisi – Morandi – Moranino – Morelli Luigi – Morelli Renato – Morini – Moscatelli – Murdaca – Musolino – Musotto.
Nasi – Negarville – Negro – Nicotra Maria – Nitti – Nobile Umberto – Nobili Tito Oro – Numeroso.
Orlando Camillo.
Pajetta Giuliano – Pallastrelli – Paolucci – Paratore – Paris – Pastore Raffaele – Pat – Pecorari – Pellegrini – Pera – Perassi – Pertini Sandro – Perugi – Pesenti – Piccioni – Piemonte – Pieri Gino – Pistoia – Platone – Pollastrini Elettra – Ponti – Preti – Priolo – Proia – Pucci.
Quarello.
Raimondi – Rapelli – Reale Eugenio – Recca – Rescigno – Restagno – Ricci Giuseppe – Riccio Stefano – Rivera – Rodi – Rodinò Ugo – Rognoni – Romano – Romita – Rossi Giuseppe – Rossi Maria Maddalena – Rossi Paolo – Rubilli – Ruggeri Luigi – Ruini – Rumor.
Saccenti – Saggin – Salizzoni – Salvatore – Sampietro – Santi – Sapienza – Scalfaro – Scarpa – Schiavetti – Schiratti – Soca – Scoccimarro – Scotti Alessandro – Scotti Francesco – Selvaggi – Sicignano – Siles – Silipo – Simonini – Spallicci – Spano – Spataro – Stampacchia – Stella – Sullo Fiorentino.
Tambroni Armaroli – Targetti – Tega – Terranova – Tessitori – Tieri Vincenzo – Titomanlio Vittoria – Togni – Tomba – Tonello – Tonetti – Tosato – Tosi – Treves – Trimarchi – Tripeti – Trulli – Turco.
Uberti.
Valenti – Valiani – Valmarana – Venditti – Veroni – Viale – Vigna – Villabruna – Villani – Vischioni – Volpe.
Zaccagnini – Zanardi – Zerbi – Zotta – Zuccarini.
Sono in congedo:
Carmagnola – Caso – Cavallari.
Ghidini.
Jacini.
Mastino Pietro.
Preziosi.
Quintieri Adolfo.
Ravagnan.
Sardiello.
Vanoni.
Interrogazioni e interpellanza con richiesta d’urgenza.
PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti interrogazioni con richiesta d’urgenza:
«Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dei lavori pubblici, per conoscere se non ritengano opportuno emanare le disposizioni relative alle modalità e condizioni per il riscatto delle case popolari costruite con il concorso dello Stato a norma del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 8 maggio 1947, n. 399.
«Grazi».
«Al Ministro dell’interno, per conoscere se siano stati identificati e denunziati gli autori delle violenze consumate a Comiso e a Vittoria da un corteo organizzato e capeggiato dal deputato regionale comunista onorevole Omobono e se le manifestazioni, che degenerarono in episodi di aggressione e in tentativi di invasione delle sedi della Democrazia cristiana, del M.S.I., dell’Uomo qualunque, fossero state debitamente autorizzate dall’Autorità della pubblica sicurezza.
«Castiglia, Cannizzo».
«Ai Ministri dell’interno e di grazia e giustizia, per conoscere se risponda a verità che l’onorevole Scoccimarro abbia pubblicamente istigato i congressisti comunisti convenuti a Torino a insorgere armata manu contro i poteri dello Stato e, nel caso affermativo, se non sia intendimento del Governo procedere contro l’incauto oratore per il reato previsto dall’articolo 303, in relazione all’articolo 284 e 286 del Codice penale.
«Castiglia».
«Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro di grazia e giustizia, per sapere quando – in considerazione che il blocco degli affitti scade il 31 del corrente mese – il Governo intende presentare all’esame delle Commissioni legislative dell’Assemblea il testo del provvedimento sugli affitti e sugli sfratti preannunciato come in corso di studio dal Guardasigilli nella seduta del 19 novembre 1947.
«Gli interroganti si richiamano a una loro precedente interrogazione, rimasta praticamente senza risposta, nella quale si facevano eco della giustificata apprensione diffusa in larghi strati del popolo italiano di fronte alla eventualità di un aggravamento delle loro già tanto precarie condizioni di vita.
«Pressinotti, Malagugini, De Michelis».
«Al Ministro dell’interno, sui recenti fatti accaduti a Primavalle.
«Giordani, Guidi Cingolani Angela, De Palma, Angelucci, Bonomi Paolo».
Comunico anche che è stata presenta la seguente interpellanza con richiesta di svolgimento urgente:
«I sottoscritti chiedono d’interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri dell’interno, delle finanze e del tesoro:
sulle condizioni insostenibili nelle quali si trovano le provincie ed i comuni italiani per insufficienza dei mezzi finanziari loro assegnati dalla legislazione vigente;
sul grave disagio, di cui soffrono gli impiegati ed i salariati degli Enti locali, cui le Amministrazioni non possono corrispondere i miglioramenti già concessi ai dipendenti statali, ed in molti casi neanche i miseri assegni mensili;
sulla necessità che il Governo presenti, prima della chiusura della Costituente, un disegno legislativo, che, a salvaguardia del prestigio e dell’efficienza degli ordinamenti democratici locali assicuri alle provincie ed ai comuni, mezzi finanziari adeguati alle odierne esigenze dei rispettivi servizi obbligatori, e statuisca a favore dei dipendenti provinciale comunali, un trattamento equiparato, o almeno perequato, a quello degli statali;
sull’urgenza di alleviare, mediante speciali disposizioni di favore, i bisogni sempre proclamati e mai sodisfatti nel Mezzogiorno, dove numerosi Comuni non sono in grado di apprestare agli abitanti neanche i servizi più essenziali.
«Priolo, Silipo, Pastore Raffaele, Fioritto, Fiorentino, De Michelis, Musotto, Rubilli, De Mercurio, Labriola, Romita, Faccio, Sardiello, Basile, Tripepi, Sansone, Musolino, Magrini, Paolucci, Bellusci, Caroleo, Conti, Gorreri, Montalbano, Flecchia, Salerno, Cianca, Montagnana Rita, Gallico Spano Nadia, Leone Francesco, Tonello, Mazzoni, Persico, Canepa, Fabbri, Rossi Maria Maddalena, Longo, Fedeli Armando, Amadei, Molinelli, Bei Adele, Carpano Maglioli, Vigorelli, Costantini, D’Amico, Lussu, Barbareschi, Faralli, Grazi, Macrelli».
Chiedo al Governo quando intenda rispondere.
GRASSI, Ministro di grazia e giustizia. Informerò i Ministri competenti, affinché facciano sapere quando intendano rispondere.
Interrogazioni.
PRESIDENTE. Si dia lettura delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
SCHIRATTI, Segretario, legge:
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, perché consideri la necessità di intervenire, promuovendo un equo provvedimento legislativo, a favore delle vedove dei funzionari dello Stato, che passarono a nuove nozze durante lo stato di quiescenza. Colei, infatti, che diviene moglie del funzionario dopo la cessazione del di lui servizio attivo non ha diritto a quella pensione di riversibilità, che per legge sarebbe spettata alla prima moglie per tutto il successivo periodo di sopravvivenza vedovile. Ora non vi è chi non veda come, sia per ragioni umanitarie sia per ragioni di giustizia, debbasi alla seconda moglie del pensionato riconoscere tale riversibilità della pensione, che la legge riconosce alla prima moglie.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere i motivi che hanno consigliato il Presidente della Scuola d’arte governativa per la ceramica di Grottaglie (Taranto) ad esonerare dall’incarico di insegnante di matematica e chimica in detta scuola il signor Vincenzo Spagnulo, ed a sostituirlo con il signor Martellotta, quando era noto:
- a) che lo Spagnulo copriva detto incarico sin dall’anno scolastico 1944-45, assolvendolo con lode e meritandosi ogni anno la qualifica di ottimo, come risulta dagli attestati del direttore della Scuola, professore Roberto Rosati;
- b) che per l’anno scolastico in corso vi sono state molte domande di incarico, ma nessuno degli aspiranti era in possesso del titolo richiesto, e perciò non fu proceduto a nessuna graduatoria;
- c) che lo Spagnulo è coniugato con due figli;
- d) che il Martellotta, succeduto allo Spagnulo è uno studente, arbitrariamente incaricato dal presidente della Scuola, avvocato Alfonso Pignatelli, dell’insegnamento della matematica e della chimica, mentre era lecito attendersi che, in mancanza di graduatoria, l’incarico venisse mantenuto anche per quest’anno dallo Spagnulo, che lo ricopriva già da tre anni.
«L’interrogante domanda all’onorevole Ministro di accertarsi se questa vicenda non metta in luce un caso di interferenza politica e di deplorevole favoritismo nel campo dell’insegnamento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Grieco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della difesa, per conoscere se risponda a verità che 233 sottocapi di marina del corso 1941-42, della base di Taranto, sono stati inviati in licenza illimitata con foglio d’ordine n. 74 del 15 novembre 1947, «per inettitudine professionale ed indisciplina», e se è vero che una disposizione analoga sta per essere presa a carico di altre centinaia di sottocapi.
«Qualora la notizia risponda a verità l’interrogante chiede di conoscere:
- a) da quali atti o fatti risulti la inettitudine professionale e la indisciplina di questi marinai, dato che i loro fogli matricolari attestano che essi hanno fatto sempre lodevolmente il loro dovere, in guerra ed in pace, e i comandi di bordo affermano che essi sono idonei per l’avanzamento al grado superiore;
- b) perché questi giovani, definiti «inetti ed indisciplinati», sono stati inviati in licenza illimitata, anziché in congedo, ciò che inibisce loro l’accesso ad un impiego civile o all’espatrio;
- c) perché essi non sono stati passati, come è consuetudine, al servizio permanente effettivo e promossi al grado di sergente come si è fatto per gli allievi dei corsi precedenti, dopo 5 e più anni di servizio, in modo che all’atto del congedo potessero godere dei diritti spettanti ai sergenti congedati, e cioè 6 mesi di stipendio e premio di congedo;
- d) se il Ministro non ravvisi in queste misure prese dalla sua Amministrazione una persecuzione politica inammissibile nella Marina repubblicana e se non crede di revocare il provvedimento o, comunque, di adeguarlo al rispetto degli impegni che l’Amministrazione ha contratto verso questi giovani. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Grieco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare per adeguare l’applicazione dei contributi unificati in agricoltura alle condizioni specifiche della provincia di Avellino, tenuto conto che per essere i ruoli pubblicati, nel capoluogo senza notifica agli interessati non è stato possibile a questi ultimi far correggere l’arbitraria determinazione delle giornate lavorative, che sono state fissate in via di sola presunzione, mentre, data la natura dei terreni, per la loro coltivazione è sufficiente la mano d’opera delle famiglie coloniche, senza assunzione di quella straordinaria.
«Ciò dicasi più specificamente per i comuni di Ariano Irpino, Zungoli, Villanova, Vallata, ecc., che per avere un agro sito in alta montagna (per essi era stata prevista nel relativo schema di decreto la esenzione dal pagamento del tributo fondiario), il terreno consente solo una coltura estensiva, che si esaurisce in poche giornate.
«Si ravviserebbe, allo stato, opportuno disporre la sospensione, sia pure temporanea, delle riscossioni in attesa degli ulteriori accertamenti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Vinciguerra».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare i Ministri di grazia e giustizia e dell’agricoltura e foreste, per conoscere se – dato il diminuito valore della lira – non credano urgente generalizzare le norme vigenti in favore degli enti pubblici per l’affrancazione dei canoni enfiteutici onde impedire che l’affrancazione di canoni stabiliti da oltre un ventennio si traduca – come avviene – in una vera e propria espoliazione dei domini diretti. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).
«Nasi, Rubilli, Veroni, Di Fausto, Marinaro, Bertini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere se non ritenga inderogabile provvedere alla nomina del Segretario comunale di Cingoli (Macerata). Tale posto è vacante da otto mesi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Molinelli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere quali ostacoli ancora si frappongano al già promesso ripristino della Pretura di Petralia Sottana, reclamato insistentemente da quella laboriosa popolazione. (L’interrogante chiede la riposta scritta).
«Musotto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere quali ostacoli ancora si frappongano al già promesso rispristino della Pretura di Petralia Soprana, reclamato insistentemente da quella laboriosa popolazione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Musotto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere quali provvedimenti si intenda adottare per fare cessare l’odioso fiscalismo con cui, da parte dell’Ente Risi, della U.P.S.E.A. e degli Ispettori appositamente inviati nelle zone risicole, si procede alle verifiche delle denunce di produzione del risone da parte dei risicoltori, e per rimediare alle ingiustizie ed ai provvedimenti di rigore che spesso da parte degli Enti e dei funzionari sopradetti sono stati addossati a carico specialmente de piccoli e medi produttori; fiscalismo e provvedimenti che hanno generato diffuso e giustificato risentimento nelle masse dei produttori.
«A tale riguardo si fa rilevare che le denunzie del risone sono state fatte dai risicoltori in base alla valutazione dei cumuli col comune sistema della cubatura eseguita da esperti di tale operazione e quindi in piena buona fede.
«L’Ente Risi oppone quasi sempre a tale valutazione altre sue valutazioni che concludono con accertamenti superiori senza che nessuna garanzia sia data che le valutazioni dell’Ente Risi siano veramente esatte e senza che siano tenute in nessun conto le considerazioni e le giustificazioni tecniche delle valutazioni denunziate dai produttori, contro 1 quali si agisce permanentemente in base ad una presunzione di evasione che, oltre ad essere giuridicamente assurda e quindi iniqua, è anche gravemente offensiva per la massa dei produttori risicoli. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Scotti Alessandro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare per continuare ad assicurare a beneficio dei bilanci dei comuni rurali l’introito dei diritti speciali, previsti dalla applicazione del decreto legislativo 29 marzo 1947, n. 177, specialmente per quanto riguarda i vini.
«Il decreto in parola ha vigore attualmente fino al 31 dicembre 1947 e alcuni settori del commercio e dell’industria vinicola ne hanno chiesto la definitiva cessazione pur riconoscendo esplicitamente che esso ha contribuito efficacemente al risanamento dei bilanci dei comuni rurali.
«L’interrogante fa rilevare che il diritto speciale di tassazione a favore dei comuni di produzione sul vino venduto ha incontrato ed incontra il favore dei produttori viticoli che in esso vedono un mezzo efficace per assicurare ai comuni rurali gli introiti necessari senza ricorrere ad eccessi fiscali d’altro genere che andrebbero a colpire le popolazioni di detti comuni, aggravando notevolmente la già pesantissima situazione tributaria a danno specialmente dell’agricoltura.
«Chiedo pertanto che il decreto 29 marzo 1947 sia prorogato limitandone la validità esclusivamente al vino venduto e cioè al cosiddetto «scantinato» e correggendolo quindi di tutti quegli aspetti inutilmente fiscali – controlli presso le cantine, ecc. – che finora ne hanno attenuato la efficacia.
«L’interrogante chiede inoltre che contemporaneamente sia abbassata l’imposta di consumo sul vino introdotto nei grandi centri urbani; balzello questo veramente eccessivo – e ciò perché sia favorita la massa dei consumatori e sia stroncata o quanto meno attenuata la speculazione che molti intermediari compiono alterando la qualità del vino ed il suo naturale potere di gradazione alcoolica.
«L’interrogante fa rilevare che l’agitazione di alcuni gruppi di commercianti ed industriali vinicoli contro la proroga del decreto 29 marzo 1947, n. 177, risponde a non chiari interessi particolaristici di alcune categorie intermediarie, mentre la richiesta della proroga del detto decreto, opportunamente emendato come sopra indicato, e la richiesta di congruo addossamento dell’imposta di consumo sul vino introdotto nei grandi centri urbani rispondono agli interessi generali dell’agricoltura, dei comuni rurali e della gran massa dei consumatori cittadini. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Scotti Alessandro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se – in considerazione dell’enorme numero di ricorsi giacenti presso gli uffici del Registro imposta generale entrata, relativi a detta imposta per l’anno 1944, e dell’intralcio notevole che al lavoro degli uffici stessi ne deriva – non creda opportuno ed urgente un provvedimento il quale disponga che anche per il cennato anno 1944, come pel periodo anteriore al medesimo e pel corrente anno 1947, la imposta generale sull’entrata sia determinata in base al reddito già accertato ai fini della imposta di ricchezza mobile dagli uffici delle imposte dirette, moltiplicato per il prestabilito coefficiente, venendo così anche incontro alle varie categorie di contribuenti, che pel ripetuto anno 1944 sono stati messi alla mercé di esagerati e cervellotici accertamenti da parte della Polizia tributaria. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Rescigno».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno e delle finanze, per conoscere se non ritengano opportuno di dare istruzioni ai propri organi dipendenti, perché comprendano lo stato in cui versano i parroci che beneficiano del «supplemento di congrua». Gli uffici delle Imposte dirette esigono, infatti, denuncie ed imposizioni che sono strettamente in contrapposizione con la congrua governativa concessa a tali parroci, proprio perché non hanno altro da poter vivere. Si ha la sensazione della scoordinazione di direttive fra i due anzidetti Ministeri: mentre l’interno riconosce l’estrema povertà dei congruenti, le finanze li perseguitano con imposizioni assolutamente ingiustificate. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bastianetto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere quali provvedimenti intende prendere a favore delle insegnanti degli asili infantili, dipendenti da Enti con fondi limitati ed insufficienti alle attuali esigenze, al fine di poter loro corrispondere un adeguato stipendio.
«L’interrogante fa presente che le insegnanti degli asili dipendenti dell’Ente interprovinciale degli asili della Garfagnana e della Lunigiana con sede a Massa Carrara percepiscono lire 368 mensili, più un assegno transitorio di lire 2500 provenienti da una oblazione di una benefattrice.
«L’interrogante prevede a breve scadenza l’abbandono da parte delle insegnanti del loro posto di lavoro. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Biagioni».
PRESIDENTE. La prima interrogazione testé letta sarà iscritta all’ordine del giorno e svolta a suo turno, trasmettendosi ai Ministri competenti tutte le altre quelle per le quali si chiede la risposta scritta.
La seduta termina alle 21.35.
Ordine del giorno per le sedute di domani.
Alle ore 11 e alle ore 16:
- – Seguito della discussione sul progetto di Costituzione della Repubblica italiana.
- – Discussione del disegno di legge:
Modificazioni al decreto legislativo 10 marzo 1946, n. 74, per l’elezione della Camera dei deputati.