Come nasce la Costituzione

Come nasce la Costituzione
partner di progetto

MARTEDÌ 23 LUGLIO 1946

ASSEMBLEA COSTITUENTE

COMMISSIONE PER LA COSTITUZIONE

ADUNANZA PLENARIA

2.

RESOCONTO SOMMARIO

DELLA SEDUTA DI MARTEDÌ 23 LUGLIO 1946

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RUINI

INDICE

Sui lavori della Commissione

Presidente – Zuccarini – Dossetti – Grassi – Lussu – Tupini – Pertini – Colitto – Piccioni – Terracini – Nobile – Finocchiaro Aprile – Vanoni – Fabbri – Fanfani – Targetti – Perassi

La seduta comincia alle 9.30.

Sui lavori della Commissione.

PRESIDENTE comunica che la Sottocommissione giuridica del Ministero della Costituente ha compiuto i suoi lavori, ed è in distribuzione, in bozze, un primo volume contenente relazioni interessanti. Entro il mese sarà comunicato interamente il materiale di questa Commissione. Invece la Commissione per il lavoro e quella economica sono un po’ in ritardo. La Commissione economica crede di non poter finire di stampare il suo materiale se non fra due mesi; ma nel frattempo trasmetterà i dattiloscritti.

Al più presto sarà mandato a ciascun membro della Commissione una copia del Bollettino del Ministero della Costituente contenente materiale interessante.

Saranno poi distribuite ai membri della Commissione copie della raccolta delle Costituzioni curate dal Salemi, che, se non è perfetta, in poco spazio contiene materiale utile per le discussioni.

Il Ministero della Costituente, che funziona ora come ufficio-stralcio, ha a sua disposizione esperti funzionari i quali avevano chiesto di essere assunti dalla Commissione come Giunta consultiva. Questo non è possibile per le tradizioni dei lavori delle Commissioni parlamentari, ma questa Commissione potrà valersi di quegli esperti nei modi che parranno opportuni.

Richiama quanto fu detto nella prima riunione circa una distribuzione della Commissione in Sottocommissioni e l’assegnazione dei singoli commissari alle Sottocommissioni. È un problema che potrà risolversi dopo un preliminare scambio generale di idee. Comunque, come semplice indicazione, osserva che, a suo avviso, la Commissione si dovrebbe dividere in tre Sottocommissioni, salvo a decidere se per il tema delle autonomie locali debba costituirsi una quarta Sottocommissione, ovvero questo tema debba essere assegnato ad una delle tre Sottocommissioni.

La prima Sottocommissione potrebbe esser divisa in due Sezioni, di cui la prima esaminerebbe le disposizioni generali e la seconda i diritti e doveri dei cittadini.

La seconda Commissione, cui sarebbe riservato l’esame della struttura dello Stato, potrebbe essere divisa in quattro Sezioni: 1a) Parlamento; 2a) Capo dello Stato; 3a) Governo e Capo del Governo; 4a) Garenzie, Alta Corte, ecc.

La terza Sottocommissione potrebbe essere divisa in due Sezioni: 1a) Direttive di organizzazione economica; 2a) Direttive di organizzazione sociale del lavoro.

Dopo la discussione generale e la distribuzione delle materie fra le varie Sottocommissioni e Sezioni, si dovrebbe procedere alla assegnazione dei membri della Commissione alle Sottocommissioni. Ciascuno potrebbe far conoscere all’Ufficio di Presidenza le sue preferenze che, nei limiti del possibile, verranno accolte. Aggiunge che l’onorevole Calamandrei ha suggerito che ognuno possa, chiedendolo al Presidente, partecipare ai lavori di una Sottocommissione diversa da quella cui è assegnato, per quei temi per cui crede sia utile il suo intervento.

Si avrebbero così un Ufficio di Presidenza di sette membri ed inoltre otto relatori per le varie sottosezioni. Quando vi siano due tesi in contrasto potrebbero essere nominati non uno ma due relatori.

L’Ufficio di Presidenza, integrato dai relatori e da qualche altro componente delle Sottocommissioni che venisse indicato, costituirebbe il Comitato di coordinamento.

Spera che in qualche giorno, certamente prima della fine del mese, si possa esaurire il primo scambio di idee e procedere alle costituzioni delle Sottocommissioni. Fa infine presente che la Commissione dovrà concretare le sue proposte per il 20 ottobre.

In via generale desidera dare qualche suggerimento e fare qualche raccomandazione.

Si deve esaminare se la Costituzione dovrà avere un preambolo. Alcuni argomenti che non si prestano ad essere formulati come norme giuridiche, potrebbero trovarvi posto.

Il testo della Costituzione dovrebbe essere piano, semplice, comprensibile anche dalla gente del popolo. Altra questione da esaminare sarà quella della lunghezza della Costituzione. Le Costituzioni moderne non possono essere così brevi, come nel passato, anzi sono lunghe. Così la Costituzione di Weimar ha 180 articoli; quella austriaca ne ha 150, che sono però divisi in paragrafi lunghissimi Quella russa ha pure essa 150 articoli; ma questi sono scarni e sintetici.

Una raccomandazione è che si faccia una Costituzione, per quanto possibile, italiana. Si dovranno tener presenti le Costituzioni emanate nelle varie Nazioni, specialmente dell’interguerra; ma non copiarle meccanicamente. Se, ad esempio, la Costituzione, nel primo articolo ripetesse la formula della Costituzione di Roma del 1849 e cioè: «Il popolo romano è una Repubblica democratica. Ogni potere emana dal popolo», essa si riallaccerebbe ad un precedente italiano, confermato poi dalle altre nazioni.

ZUCCARINI ritiene che non sia opportuno nominare le tre Sottocommissioni che debbano iniziare e svolgere il loro lavoro, prima che si sia presa una decisione circa la struttura dello Stato. Si dovrebbe, a suo avviso, nominare subito la Sottocommissione incaricata appunto di affrontare il problema della struttura generale dello Stato, e questa dovrebbe subito funzionare. Le altre Sottocommissioni verranno in un secondo tempo, ed anzi quella cui competeranno le questioni sociali dovrebbe essere l’ultima a costituirsi.

Crede pure che nella costituzione delle varie Sottocommissioni non si possa partire dal criterio di una netta ripartizione dei vari membri, perché trova giusta l’osservazione dell’onorevole Calamandrei secondo cui ai lavori delle varie Sottocommissioni possano partecipare tutti coloro che vi si sentono preparati, e può darsi che chi partecipa alla prima Sottocommissione possa partecipare in maniera utilissima anche alla seconda.

Crede poi che nel preambolo si dovrà stabilire quale è lo Stato che si intende costituire. Aggiunge che non è il caso di fermarsi sui vecchi statuti: si deve certo tener conto di quello che in essi esiste, ma soprattutto di quello che avrebbe dovuto esserci e non c’è stato.

Osserva che taluni pensano ad uno Stato con funzioni molto complesse, come quello che abbiamo avuto, mentre v’è un’altra concezione dello Stato, perfettamente opposta, che vuole cioè uno Stato semplice, in cui le funzioni del centro siano poche, affinché possano essere bene esercitate, e i compiti del potere centrale limitati. Qui si innesta il problema delle autonomie. A seconda che la Commissione si orienti in un senso o nell’altro, essa farà una piuttosto che un’altra Costituzione. Non sa se, allo stato delle cose, la Commissione riuscirà a fare un solo progetto per l’organizzazione dello Stato e non esclude l’ipotesi che invece di un progetto solo, debbano uscirne due, elaborati da due diverse Sottocommissioni.

Comunque, i lavori delle Sottocommissioni che dovranno studiare i problemi particolari non possono prescindere da questa discussione generale sulla impostazione di tutti i problemi; in mancanza di che le altre Sottocommissioni lavorerebbero senza alcun risultato, come è avvenuto alla Commissione costituita dal Ministero per la Costituente, la quale, prescindendo dalla forma dello Stato, ha messo in discussione una infinità di questioni particolari, dalle quali sarà difficile trarre lumi.

Crede, anzi, che questa Commissione debba fare un lavoro completamente nuovo e prescindere da quello, poiché è un grave errore mettersi su posizioni prestabilite.

È d’accordo completamente col Presidente nei senso che la Costituzione debba essere molto semplice, di pochissimi articoli. Direbbe quasi che si debbono fare due Costituzioni, in questo senso: una Costituzione destinata a resistere in permanenza attraverso il tempo deve avere una formulazione breve; una per le applicazioni, cioè per i particolari, giacché bisognerà preparare delle disposizioni modificabili e perfezionabili nel tempo, secondo i suggerimenti della esperienza, senza che abbiano cioè la stessa caratteristica di stabilità.

PRESIDENTE osserva che la proposta dell’onorevole Zuccarini, secondo cui prima di addivenire alla divisione del lavoro fra le Sottocommissioni occorre avere, in linea di massima, già stabilito alcuni criteri sulla struttura fondamentale dello Stato, implica una discussione preliminare su taluni temi, prima di costituire le Sottocommissioni.

DOSSETTI, per mozione d’ordine, osserva come un elemento, accennato dal Presidente e dal collega Zuccarini, mostra che sorgono varie questioni circa il modo in cui debbono svolgersi i lavori. Onde la necessità di formulare anzitutto un regolamento dei lavori della Commissione.

Presenta quindi, a nome anche di altri colleghi, il seguente progetto di regolamento:

Art. 1.

La Commissione per la Costituzione, appena costituita, procederà alla determinazione dei gruppi di materie per le quali ognuna delle tre Sottocommissioni, in cui essa si ripartisce, dovrà elaborare e predisporre uno schema di progetto, e procederà all’assegnazione dei propri membri nelle Sottocommissioni medesime, designando per ciascuna il presidente ed il segretario.

Art. 2.

Ogni Sottocommissione potrà deliberare, a maggioranza, di procedere al proprio lavoro suddividendosi in due o più sezioni.

Alle riunioni di queste si estendono, in quanto applicabili, le norme disposte per le Sottocommissioni.

Art. 3.

Le convocazioni della Commissione, Sottocommissioni e Sezioni avranno luogo con avviso individuale, nel quale saranno indicati gli oggetti sottoposti a trattazione.

Art 4.

Le sedute non sono valide se non siano presenti almeno i due terzi dei membri assegnati alla Commissione o a ciascuna Sottocommissione o Sezione.

I congedi possono essere concessi dal Presidente della Commissione solo per ragioni di pubblico ufficio, per malattia, o per altri motivi analogamente gravi.

È obbligatoria la presenza alle sedute.

In caso di due assenze consecutive non giustificate, o di assenze, ugualmente non giustificate, superiori ad un terzo delle sedute mensili, il commissario, su richiesta del Presidente della Commissione, sarà dichiarato dimissionario d’ufficio dal Presidente dell’Assemblea e da questi sostituito con altro deputato dello stesso gruppo politico.

I nomi degli assenti saranno a cura del presidente, comunicati, dopo ogni adunanza, al Presidente dell’Assemblea, il quale ne darà notizia a questa.

Art. 5.

Copia dei processi verbali delle sedute delle Sottocommissioni e delle Sezioni, sarà senza indugio distribuita a tutti i membri della Commissione.

Art. 6.

L’Ufficio di Presidenza, formato dal presidente, dai vicepresidenti e dai segretari cura il buon andamento dei lavori.

Esso potrà in ogni momento indire riunioni plenarie allo scopo di procedere alla determinazione dei criteri di massima da seguire nei lavori di redazione del testo del progetto, alla trattazione in comune di singoli punti, alla risoluzione di dubbi sulla competenza di singole Sottocommissioni, o di effettuare una diversa ripartizione della medesima.

Adunanze plenarie dovranno essere disposte anche su richiesta delle singole Sottocommissioni.

Art. 7.

Le votazioni avvengono normalmente per alzata di mano. Però, su richiesta di un sesto dei componenti della Commissione, o di ogni Sottocommissione o Sezione, si deve procedere ad appello nominale o a votazione segreta.

Art 8.

Gli schemi predisposti dalle singole Sottocommissioni, accompagnati dalle rispettive relazioni, vengono trasmessi al presidente della Commissione, il quale, dopo avere fatto pervenire a tutti i membri le copie degli uni e delle altre, convoca una adunanza plenaria, cui compete l’esame e l’approvazione definitiva delle proposte.

Art. 9.

A cura della presidenza della Commissione sarà pubblicato quindicinalmente un bollettino, in cui sarà data notizia delle sedute tenute dalla Commissione e dagli organi minori, dei membri presenti e degli assenti, delle sedute che non si siano potute tenere per mancanza del numero legale, delle votazioni avvenute e della distribuzione dei votanti, nonché di ogni altro elemento che la presidenza riterrà opportuno rendere noto.

PRESIDENTE domanda se la Commissione intenda discutere questo progetto di regolamento subito o dopo uno scambio generale di idee.

GRASSI pensa che la proposta Dossetti meriti di essere presa in considerazione, ma che questo progetto non possa essere discusso improvvisamente da parte di tutta la Commissione. Propone quindi che il progetto sia demandato per l’esame ad alcuni Commissari assieme all’Ufficio di Presidenza e poi riportato in altra seduta e che intanto si proceda alla discussione generale.

LUSSU ritiene che, per l’economia dei lavori, sia opportuno che il proponente ed una Commissione di quattro o cinque membri rivedano il progetto, per presentarlo ad una prossima riunione.

TUPINI propone che il progetto di regolamento sia discusso dopodomani, e ne sia intanto distribuita copia a tutti i membri.

PERTINI sente anch’egli la necessità di un regolamento, col quale soltanto può compiersi un lavoro organico ed ordinato, e crede che lo si debba approvare sollecitamente. Quindi, se non domani, il progetto dovrebbe esser portato dopodomani per la approvazione.

DOSSETTI è d’avviso che una discussione generale che si protraesse a lungo rischierebbe di intralciare i lavori della Commissione, i quali potranno svilupparsi soltanto sulla base di tracce concrete. Non si oppone a che avvenga, durante due o tre giorni, un generico scambio di idee; ma le affermazioni fatte dall’onorevole Zuccarini, che altri membri della Commissione potrebbero non condividere, già dimostrano che una discussione di questo genere può richiedere molto tempo, e ritardare l’inizio della fase concreta dei lavori.

(La proposta di rinviare a dopodomani l’esame dello schema di regolamento è approvata).

PRESIDENTE chiede se sia il caso di prendere ora una decisione definitiva relativamente alle due tesi contrastanti, quella dell’onorevole Zuccarini, che vorrebbe fosse deliberata prima di tutto la struttura dello Stato, e quella dell’onorevole Dossetti, che chiede si dia immediatamente corso al lavoro delle Sottocommissioni. Vi è, intanto, un problema preliminare anche a quello accennato dall’onorevole Zuccarini: se la Costituzione debba essere rigida o no; e questo non può risolverlo una sola Sottocommissione.

DOSSETTI osserva che, qualunque tema si affronti, se non si ha una traccia concreta di lavoro, si farà una discussione a caso. Se, invece, si hanno due relatori che espongano su uno stesso argomento due tesi diverse, la discussione avrà uno sviluppo concreto.

LUSSU ritiene che la discussione generale in assemblea plenaria su ogni singolo tema farebbe prolungare inutilmente i lavori. Questa discussione potrà esser fatta da ciascuna sezione sul tema particolare che le sarà assegnato.

COLITTO aderisce alla proposta di sospendere la discussione generale in questo momento.

Crede che tutti siano d’accordo nel dividere la Commissione plenaria in tre Sottocommissioni, perché non è dubbio che la Costituzione dovrà risultare di tre parti distinte. La prima Sottocommissione, oltre che occuparsi dei principî generali, potrà anche delibare la questione del preambolo. La seconda potrà essere più numerosa delle altre due, e suddividersi in due sezioni, una delle quali potrà occuparsi della struttura dello Stato, e l’altra del problema delle autonomie locali. La terza tratterà le questioni economiche e sociali.

Dopo che le Sottocommissioni avranno cominciato il loro lavoro e si saranno orientate, potrà riunirsi l’assemblea generale; altrimenti si dovrebbe fare una discussione generale non soltanto intorno alla questione della flessibilità o rigidità della Costituzione, ma intorno a qualsiasi argomento, a cominciare dal preambolo, che taluni sostengono si debba inserire, mentre altri sostengono il contrario. Così dovrebbe discutersi pure la questione della presentazione o meno della costituzione al popolo italiano, circa la quale dei partiti hanno assunto un impegno. Sono questioni che si dovranno affrontare; ma in un secondo tempo, dopo che le Sottocommissioni avranno compiuto un lavoro preparatorio.

PICCIONI manifesta la preoccupazione essenziale della necessità di imprimere ai lavori un indirizzo concreto, positivo e costruttivo. Una discussione generale, fatta soltanto a puro titolo di uno scambio di idee, non servirebbe a nulla, perché ognuno rimarrebbe press’a poco delle proprie idee. Per arrivare ad una linea di convergenza, si dovrebbe fare una discussione ordinata, a fondo, seguita da votazione, ciò che in questa prima fase è impossibile.

Chiede quindi che si affronti il problema praticamente facendo lavorare le Sottocommissioni. Per farle lavorare occorre distribuire fra di loro anzitutto la materia e poi i membri della Commissione.

TERRACINI osserva che tutta la discussione consiste nel precisare se bisogna lavorare prevalentemente a Commissione plenaria o prevalentemente per Sottocommissioni. Ma sia con l’uno che con l’altro sistema il lavoro risulterebbe insufficiente, onde la necessità di un contemperamento, sul quale occorre mettersi d’accordo, senza cercare di far prevalere l’una o l’altra delle due tesi estreme.

Sostiene quindi l’opportunità di una discussione pregiudiziale in Commissione plenaria, affinché ciascuna Sottocommissione possa giungere, nella materia affidatale, a conclusioni che non risultino poi inconciliabili con quelle delle altre. Questo non varrebbe nel caso in cui le Sottocommissioni, invece di essere costituite sulla base delle preferenze manifestate dai vari membri, fossero costituite con un criterio di rappresentanza proporzionale così da rispecchiare la costituzione dell’assemblea plenaria. Ma pensa che una simile suddivisione meccanica non sia da accettarsi, onde ritiene che la discussione pregiudiziale in Commissione plenaria debba servire a dare un certo orientamento anche alle Sottocommissioni.

A ciò che ha detto l’onorevole Piccioni, e cioè che praticamente ciascuno conserverebbe le proprie idee, risponde facendo appello al senso di responsabilità che tutti debbono sentire. Ciascuno dovrà pur rinunziare ad una parte delle proprie convinzioni per contemperare le proprie idee con quelle predominanti; e la discussione generale deve precisamente servire a dare l’indicazione del punto verso il quale bisognerà che ciascuno finisca per orientarsi.

Circa l’inutilità – che è stata ricordata – delle discussioni svoltesi presso il Ministero della Costituente e il timore che quella inutile accademia possa ora ripetersi, osserva che allora mancava la certezza su alcuni punti fondamentali. Ad esempio, pur essendo uno dei temi quello della monarchia o della repubblica, la questione non poteva affrontarsi, anche perché ve ne era divieto, e quindi, mancando una base sicura, tutte le discussioni rimanevano nel vago. Oggi, invece, questa base di certezza esiste e una grande quantità di elementi di pura accademia scompaiono. In secondo luogo, non si aveva allora alcun potere di decisione, e inevitabilmente nulla si concludeva. Qui invece si può concludere e a un certo momento si concluderà.

Per queste ragioni, aderendo alla proposta iniziale, ritiene che sia inevitabile una breve discussione generale che serva di orientamento a tutti i membri e a ciascuna Sottocommissione. Questa discussione generale dovrebbe essere chiusa nel termine di quattro o cinque giorni, dopo di che si potrà passare alla formazione delle Sottocommissioni e quindi al lavoro concreto.

NOBILE rileva che vi sono delle questioni di carattere generale che la Commissione dovrebbe decidere già da principio, per dare una guida alle Sottocommissioni.

È d’accordo con l’onorevole Zuccarini, quando dice che è inutile parlare di lavoro delle Sottocommissioni, se prima non sono stati discussi e risolti questi problemi generali. Così la questione del tipo di struttura dello Stato, quella della flessibilità o rigidità della Costituzione, devono essere decise preliminarmente. Concorda pure col collega Dossetti nel senso che occorre disciplinare la discussione. Si dovranno, quindi, tenere alcune sedute per decidere, non soltanto per discutere queste questioni di carattere generale.

FINOCCHIARO APRILE crede siano tutti d’accordo nel ritenere che la Commissione non debba trasformarsi in una accademia e che la discussione generale non deve tralignare. La proposta dell’onorevole Terracini gli sembra possa rappresentare una conciliazione delle due opposte tendenze. Ma crede pure che la proposta Zuccarini abbia un serio fondamento. Sta bene dividere la Commissione in Sottocommissioni, per studiare i vari argomenti indicati dall’onorevole Presidente, ma occorre inizialmente sapere su quale base si svolgeranno i lavori, che cosa esattamente si vuole. Così, è necessario raggiungere una intesa su quella che dovrà essere la struttura dello Stato; stabilire se si vuole mantenere lo Stato unitario, o attenuare il suo accentramento a mezzo delle autonomie, o creare lo Stato federale; se si intende elevare le regioni a enti di diritto pubblico, o farne addirittura degli Stati ai fini di una confederazione. Solo quando si sia precisato tutto questo in una discussione generale, le Sottocommissioni potranno regolarmente funzionare.

VANONI sottolinea l’opportunità della proposta Dossetti circa il modo di regolare i lavori, perché due concezioni diverse si hanno circa i rapporti tra la Commissione plenaria e le Sottocommissioni. Osserva che l’onorevole Terracini teme che, esaurita la discussione generale, si facciano lavorare le Sottocommissioni, senza più riunire se non in via eccezionale la Commissione plenaria. Dichiara che egli ed i suoi colleghi di gruppo hanno un’idea completamente diversa: quella di un lavoro continuamente articolato tra Sottocommissioni e Commissione plenaria; e ritengono che non si possa fare una discussione di carattere generale e impegnativa, se non si sono esaminati gli aspetti tecnici di molte questioni fondamentali.

Concorda con l’onorevole Zuccarini secondo cui uno dei punti centrali sui quali occorre decidere è quello delle autonomie. La struttura dello Stato che, insieme coi suoi colleghi, intende proporre dipende prevalentemente dalla definizione dei rapporti tra Stato ed enti locali; ma, poiché il concetto dell’autonomia, genericamente inteso, è estremamente vago, e non può essere utilmente preso a base di una discussione generale, fino a che in una Commissione o Sezione tecnica non si siano esaminati a fondo tutti gli aspetti del problema delle autonomie, e non si siano precisate le diverse forme di organizzazione concreta dell’autonomia, ritiene che discutere aprioristicamente delle autonomie sia vano.

A conclusione propone di identificare, attraverso la ripartizione dei temi di lavoro delle varie Sottocommissioni, una serie di temi fondamentali sull’organizzazione dello Stato, e di attribuire questi temi a singoli membri di questa Commissione, affinché, approfondendone lo studio, si preparino a riferire alle singole Sottocommissioni. Così non si farà una discussione imprecisa, ma si fisseranno elementi concreti sui quali orientarsi e portare critiche e proposte.

Quando nelle Sottocommissioni si saranno concretati gli aspetti più importanti degli elementi essenziali dello Stato, utilmente si riunirà la Commissione plenaria, per discutere su questi elementi.

FABBRI ritiene assolutamente indispensabile una discussione sui criteri generali che hanno influenza su tutta la struttura del testo della Costituzione. Non crede che il tema della flessibilità o rigidità possa rimettersi ad una Sottocommissione: è un tema di ordine generale che deve essere esaminato preliminarmente.

Si associa quindi in gran parte alle considerazioni fatte dall’onorevole Terracini.

FANFANI osserva che una ripartizione della materia fra le singole Sottocommissioni potrebbe costituire oggetto della discussione preliminare. In questa occasione si potrebbero identificare i titoli, per così dire, generali delle varie parti della costituzione. Immediatamente dopo, la ripartizione in Sottocommissioni per competenza consentirà di identificare le varie questioni controverse da sottoporre alla discussione generale dell’assemblea plenaria, sicché si possano su questi vari interrogativi determinare i punti comuni di orientamento per il lavoro futuro di approfondimento.

PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione su questo problema è constata che si sono manifestate due correnti: una che insisterebbe piuttosto sulla discussione generale, ed anzi sulla fissazione di alcuni principî, ai quali dovrebbero uniformarsi le Sottocommissioni, e l’altra che ritiene che questo non sia possibile fare se non quando le Sottocommissioni o i relatori abbiano concretato una o più soluzioni da esaminare.

Occorre ora vedere se è possibile trovare un accordo circa il metodo di lavoro. Sarebbe opportuno chiarire alcuni punti essenziali che dovrebbero essere tenuti presenti dalle varie Sottocommissioni.

Ritiene esatto che una discussione generale, iniziata senz’altro, rischierebbe di trasformarsi in una vana accademia. L’onorevole Fanfani suggerisce d’altra parte di iniziare la discussione sulle ripartizioni delle materie fra le varie Sottocommissioni, e di esaminare anche a mano a mano i temi principali, le linee generali.

TARGETTI domanda se i colleghi che sostengono la proposta di questa discussione generale intendono che la discussione stessa sia conclusa con una votazione.

PRESIDENTE ricorda che è stato proposto di procedere alla discussione generale con votazione deliberativa, in modo da stabilire alcuni concetti ai quali le Sottocommissioni dovrebbero attenersi; mentre vi è una seconda proposta, di addivenire alla discussione dei temi nelle Sottocommissioni, salvo a vedere poi come si possa delineare la discussione in Assemblea plenaria. Vi è poi una proposta conciliativa: e cioè che in occasione della discussione sulla distribuzione dei temi alle Sottocommissioni si potessero anche sfiorare le linee generali delle soluzioni, in modo da stabilire quali sono le correnti manifestatesi.

PERASSI avanza un’altra proposta conciliativa, che parte da un presupposto sul quale sembra tutti siano d’accordo. Vi sono certi problemi che hanno una importanza decisiva su tutto il modo di essere della Costituzione. Si è già accennato, ad esempio, alla questione della rigidità o flessibilità; vi è poi l’accenno fatto dall’onorevole Zuccarini in merito alla struttura dello Stato. È evidente che tanto l’una quanto l’altra sono questioni la cui soluzione influisce su tutto il sistema della Costituzione. Ora una discussione generale affrettata, tanto sull’uno quanto sull’altro di questi problemi pregiudiziali, potrebbe forse non essere vantaggiosa. Propone quindi questa soluzione: che per questi due problemi specifici, che sono particolarmente pregiudiziali, la Commissione nomini due Sottocommissioni particolari, le quali riferiscano entro un brevissimo termine alla Commissione, la quale dovrebbe pronunciarsi sopra questi due punti, per rendere possibile un lavoro concreto da parte delle Sottocommissioni.

PRESIDENTE constata che si hanno così quattro proposte e mette ai voti la prima, secondo cui dovrebbe anzitutto farsi una discussione generale, deliberando su alcuni punti essenziali ai quali si dovranno poi uniformare le Sottocommissioni.

(Non è approvata).

Mette ai voti la seconda proposta di costituire le Sottocommissioni e attendere che dal loro lavoro venga una proposta concreta per decidere sopra le questioni fondamentali.

LUSSU, per dichiarazione di voto, dichiara che voterà per questa proposta, ma intendendo che le Sottocommissioni si limitino a preparare un primo lavoro di orientamento.

(È approvata).

La seduta termina alle 10.55.

Erano presenti: Ambrosini, Amendola, Basso, Bocconi, Bordon, Bozzi, Bulloni, Canevari, Cappi, Cevolotto, Codacci Pisanelli, Colitto, Conti, Corsanego, De Michele, Di Vittorio, Dominedò, Dossetti, Einaudi, Fabbri, Fanfani, Federici Maria, Finocchiaro Aprile, Fuschini, Ghidini, Giua, Grassi, Grieco, Iotti Leonilde, Lami Starnuti, La Pira, La Rocca, Lucifero, Lussu, Mancini, Mannironi, Marchesi, Marinaro, Mastrojanni, Merlin Lina, Merlin Umberto, Molè, Moro, Mortati, Nobile, Noce Teresa, Penna Ottavia, Perassi, Pertini, Pesenti, Piccioni, Ponti, Ruini, Targetti, Tavani, Terracini, Togni, Tosato, Tupini, Vanoni, Zuccarini.

Erano assenti: Calamandrei, Caristia, Castiglia, De Vita, Leone, Lombardi, Maffi, Paratore, Porzio, Rapelli, Rossi, Simonini, Ravagnan, Togliatti.