ASSEMBLEA COSTITUENTE
XXX.
SEDUTA DI GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 1947
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TERRACINI
INDICE
Congedo:
Presidente
Annunzio di dimissioni e nomina del Governo:
De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Verifica di poteri:
Presidente
Sostituzione di Deputati:
Presidente
Nomina di componenti di Commissioni:
Presidente
Domande di autorizzazione a procedere:
Presidente
Risposte scritte ad interrogazioni: (Annunzio):
Presidente
Commemorazioni:
Presidente
Paris
Costantini
Pacciardi
Conci Elisabetta
Schiavetti
Colitto
Maffi
Badini Confalonieri
Gabrieli
Sardiello
Carboni
Lucifero
Dugoni
Preziosi
De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Dimissioni del Presidente dell’Assemblea Costituente:
Presidente
Conti
De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Lussu
Togliatti
Presentazione di relazioni:
Presidente
Ciampitti
Interrogazioni e interpellanze (Annunzio):
Presidente
La seduta comincia alle 16.
SCHIRATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 dicembre 1946.
(È approvato).
Congedo.
PRESIDENTE. Comunico che ha chiesto congedo l’onorevole Vittorio Emanuele Orlando.
(È concesso).
Annunzio di dimissioni e nomina del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Presidente del Consiglio. Ne ha facoltà.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevoli colleghi, mi onoro informarvi che il Capo provvisorio dello Stato, con decreti in data 28 gennaio 1947, ha accettato le dimissioni da me presentate anche a nome dei miei colleghi Ministri segretari di Stato, ed ha, altresì, accettato le dimissioni dalla carica, rassegnate dai Sottosegretari di Stato.
Con successivo decreto dello stesso giorno 28 gennaio 1947, il Capo provvisorio dello Stato mi ha incaricato di comporre il nuovo Ministero.
In relazione a tale incarico, con decreti del 2 febbraio 1947, il Capo provvisorio dello Stato mi ha nominato Presidente del Consiglio dei Ministri, Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro ad interim, dell’Africa Italiana, e, su proposta sua, ha riunito i Ministeri delle finanze e del tesoro in un unico Ministero, che assume la denominazione di Ministero delle finanze e del tesoro, ed ha nominato Ministri Segretari di Stato:
per gli affari esteri: l’onorevole dottor Carlo Sforza, deputato all’Assemblea Costituente;
per l’interno: l’onorevole avvocato Mario Scelba, deputato all’Assemblea Costituente;
per la grazia e giustizia: l’onorevole avvocato Fausto Gullo, deputato all’Assemblea Costituente;
per le finanze ed il tesoro: l’onorevole dottor Pietro Campilli, deputato all’Assemblea Costituente;
per la pubblica istruzione: l’onorevole professore Guido Gonella, deputato all’Assemblea Costituente;
per i lavori pubblici: l’onorevole dottor Emilio Sereni, deputato all’Assemblea Costituente;
per l’agricoltura e le foreste: l’onorevole professore Antonio Segni, deputato all’Assemblea Costituente;
per i trasporti: l’onorevole ingegnere Giacomo Ferrari, deputato all’Assemblea Costituente;
per le poste e le telecomunicazioni: l’onorevole ingegnere Luigi Cacciatore, deputato all’Assemblea Costituente;
per l’industria ed il commercio: l’onorevole dottor Rodolfo Morandi, deputato all’Assemblea Costituente;
per il lavoro e la previdenza sociale: l’onorevole ingegnere Giuseppe Romita, deputato all’Assemblea Costituente;
per il commercio con l’estero: l’onorevole professor Ezio Vanoni, deputato all’Assemblea Costituente;
per la marina mercantile: l’onorevole dottor Salvatore Aldisio, deputato all’Assemblea Costituente.
Con successivi decreti in data 4 febbraio 1947, il Capo provvisorio dello Stato, su proposta mia, ha riunito i Ministeri della guerra, della marina militare e dell’aeronautica in un unico Ministero, che assume la denominazione di Ministero della difesa ed ha nominato Ministro Segretario di Stato per la difesa l’onorevole avvocato Luigi Gasparotto.
Verifica di poteri.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella riunione del 28 gennaio 1947, ha verificato non essere contestabili le elezioni dei deputati:
Celeste Bastianetto, per la Circoscrizione di Venezia (X); Luigi Renato Sansone, per la Circoscrizione di Napoli (XXIII); Giovanni Persico, per la Circoscrizione di Roma (XX); e, concorrendo negli eletti i requisiti previsti dalla legge elettorale, ne ha dichiarata valida l’elezione.
Do atto alla Giunta di questa sua comunicazione e, salvo i casi di incompatibilità preesistenti e non conosciuti sino a questo momento, dichiaro convalidate queste elezioni.
Sostituzione di deputati.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella riunione del 28 gennaio 1947, in seguito alla morte dei deputati Luigi Battisti della Circoscrizione di Trento (VIII) e Girolamo Grisolia della Circoscrizione di Roma (XX), ha deliberato di proporre, a termini dell’articolo 64 della vigente legge elettorale, la proclamazione dei candidati risultati primi dei non eletti nelle rispettive liste.
Conseguentemente, al deputato Luigi Battisti subentra per la Circoscrizione di Trento (VIII) il candidato Danilo Paris e al deputato Girolamo Grisolia subentra per la Circoscrizione di Roma (XX) il candidato Bruno Bernabei.
Il deputato Giovanni Persico, eletto e convalidato per la Circoscrizione di Roma (XX) e di Napoli (XXIII), ha dichiarato di optare per quest’ultima Circoscrizione. Pertanto la Giunta delle elezioni, nella stessa riunione del 28 gennaio, ha deliberato di proclamare in sua sostituzione nella Circoscrizione di Roma (XX) il candidato Dante Veroni, che lo segue immediatamente nella medesima lista.
Do atto alla Giunta di questa comunicazione e metto ai voti le proclamazioni proposte.
(Sono approvate).
Avverto che da oggi decorre nei riguardi dei nuovi proclamati il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali proteste e reclami.
Nomina di componenti di Commissioni.
PRESIDENTE. Comunico che in sostituzione dell’onorevole Sforza, nominato Ministro degli affari esteri, è stato chiamato a far parte della Commissione per i Trattati internazionali l’onorevole Nenni.
A sostituire poi gli onorevoli Caristia e Vanoni nella Commissione per la Costituzione, sono stati chiamati gli onorevoli Gotelli Angela e Froggio.
L’onorevole Corbi, infine, è stato nominato componente della seconda Commissione permanente per l’esame dei disegni di legge, in sostituzione dell’onorevole Carlo Lombardi.
Domande di autorizzazione a procedere.
PRESIDENTE. Informo che il Ministro di grazia e giustizia ha trasmesso tre domande di autorizzazione a procedere in giudizio per diffamazione a mezzo della stampa contro il deputato Li Causi e una, per lo stesso reato, contro il deputato Zappelli.
Ha pure trasmesso una domanda a procedere contro il deputato Tega, per concorso nel reato di vilipendio della Magistratura.
Saranno stampate, distribuite e inviate alla Commissione competente.
Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.
PRESIDENTE. Comunico che i Ministri competenti hanno inviato le risposte scritte a interrogazioni presentate prima e dopo la sospensione dei lavori dell’Assemblea.
Saranno pubblicate in allegato al resoconto stenografico della seduta di oggi (1).
- Vedi allegato a parte.
Commemorazioni.
PRESIDENTE (Si leva in piedi e con lui si levano in piedi i membri del Governo, tutti i deputati ed il pubblico nelle tribune. – Segni di attenzione): È con un cordoglio maggiore dell’usato che mi accingo oggi ad assolvere il triste impegno dal quale il destino pare mai voglia esonerarci ad ogni ripresa dei nostri lavori: la reverente evocazione di quelli che già fummo usi ad avere con noi in questa aula, intenti con noi all’opera responsabile e grave della creazione legislativa e costituzionale, e di cui gli scanni vuoti ci confermano con inesorabile e muto linguaggio la scomparsa luttuosa.
Ed il cordoglio è oggi maggiore, non già perché ogni altro, che ci fu sottratto dalla morte dacché questa Assemblea è sorta, ci fosse meno necessario o meno prezioso per il contributo che avrebbe potuto dare ancora al comune lavoro, o perché sentissimo meno fervidamente nei suoi confronti i legami di amicizia che fra uomini di parti anche le più lontane spesso finiscono per intrecciarsi qui per le occasioni che ci si offrono di una più profonda reciproca conoscenza umana.
Ma Luigi Battisti e Girolamo Grisolia rappresentavano fra noi una parte del popolo italiano che tutti avvertiamo come portatrice di energie fra le più gelose per la nostra rinascita; quella, senza la cui dedizione illimitata, la causa della democrazia e della Repubblica potrebbe ancora essere messa in forse e seriamente insidiata. Parlo di coloro che, dopo una gioventù trascorsa senza soggiacere alla deformatrice pressione della pseudo moralità fascista, giunti alla più vigorosa maturità del loro spirito, sono naturalmente destinati a costituire la nuova classe dirigente della nostra società nazionale riscattata a libertà.
Luigi Battisti non aveva invero atteso ad offrirsi alla lotta popolare per una vita umana migliore, la quale ponesse fine all’umiliante eclisse morale che ha poi oscurato il cielo della nostra Patria. Né poteva essere altrimenti da parte di uno che, appena diciassettenne, sull’orma del padre, ma non soltanto per l’esempio paterno, aveva volontariamente preso le armi e degnamente combattuto per liberare la sua terra dal secolare giogo d’altra gente. Non per la vecchia Italia monarchica tuttavia egli aveva posto a rischio la sua vita: ché dietro alle assise monarchiche, nelle quali necessariamente doveva ancora drappeggiarsi in quel tempo ogni eroismo e sacrificio, egli scorgeva e vagheggiava una Italia rinnovata per il libero voto di tutti gli italiani. Ed iscrivendosi nel 1921 al Partito Repubblicano quasi pareva volesse, in quel livido ed insanguinato crepuscolo del nostro primo Risorgimento, preannunciare le insegne, che l’alba del secondo, non ancora oggi completamente concluso, avrebbe illuminato. Egli respinge sdegnato le profferte e le seduzioni che la dittatura profonde pur di impadronirsi del retaggio di venerazione legato al nome del quale egli era il continuatore; e, sospinto anzi a segnare ancora più profondamente il suo distacco dal regime trionfante, dà la sua adesione ai gruppi di «Giustizia e Libertà» e si fa, attraverso i valichi più rischiosi dei suoi monti, guida sicura ed audace per i transiti clandestini di materiale di propaganda antifascista e di perseguitati in cerca di scampo. La mutilazione della mano destra, ch’egli aveva però rifatta docile ad ogni compito con tenacia di perduranti esercizi, testimoniava dell’asprezza della battaglia che, a soccorso degli uomini liberi, egli aveva per anni condotta contro la natura ostile: frutto di congelamento che l’aveva colpito durante una di quelle traversate avventurose. Sottoposto a sorveglianza speciale, deferito alla Commissione per il confino, ostacolato nell’esercizio della sua professione d’ingegnere, Luigi Battisti trae, dall’inasprirsi della persecuzione, motivo a sempre maggiore approfondimento del suo pensiero politico; e, fattosi consapevole della funzione decisiva che le masse lavoratrici avrebbero svolta nella liberazione dell’Italia dall’onta impostale dai vecchi ceti dominanti, volle unirsi più direttamente a loro, schierandosi nel rinascente fronte del socialismo militante. Nel Governo provvisorio dell’Ossola dell’anno 1944, nelle formazioni partigiane di Valtellina all’atto dell’insurrezione dell’aprile 1945, poi sindaco di Trento, poi deputato in questa Assemblea, egli fu da allora instancabile portatore dell’idea nella quale si era finalmente ritrovato, come alla confluenza naturale della sua umanità di affetti e della sua maturità di intelletto.
Un’altra perdita dolorosa per la nostra Assemblea è quella di Girolamo Grisolia, morto a Roma il 18 gennaio.
Militante nel Partito Repubblicano Italiano, ne era una delle personalità più eminenti, non soltanto per la carica di Vicesegretario, alla quale il Congresso del Partito lo aveva designato nel febbraio del 1946, ma per il fervore e la passione che egli metteva nell’opera di propaganda e che dava alla sua attività l’impronta di un vero apostolato.
Fedele all’insegnamento mazziniano, egli si propose e riuscì sempre, nel campo dell’azione politica, ad adeguare alla realtà concreta e mutevole il concetto fondamentale del suo Maestro: che l’educazione della coscienza popolare costituisce la premessa irrinunciabile di ogni progresso civile e sociale. Cultore di discipline giuridiche e filosofiche, dettò in questo campo pregevoli pubblicazioni. La lunga e dolorosa infermità, che lo ha spento in età ancora così giovane (non aveva che 44 anni), ha stroncato un’attività, che sarebbe stata preziosa per l’Assemblea Costituente, alla quale era stato eletto in rappresentanza del Collegio di Roma. (Segni di assenso).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Paris. Ne ha facoltà.
PARIS. In rappresentanza del Partito socialista dei lavoratori italiani e come socialista trentino, mi è particolarmente gradito ricordare Gigino Battisti, questo degnissimo continuatore del pensiero e dell’opera di Cesare Battisti. Alla sua scuola crebbe Gigino, da Lui ereditò uno spiccato senso del dovere, la più rigida coerenza fra pensiero ed azione, la concezione altruistica della vita. Queste sue eccelse qualità affiorarono quando egli, non ancor quindicenne, affrontò i disagi ed i pericoli della guerra, arruolandosi come volontario.
Il fascismo lo circuisce con mille lusinghe per attirarlo nelle sue file, ma cadono tutte, ed egli non si lascia abbagliare dal miraggio di ricchezze e di presunti onori, ma si erige anzi a strenuo difensore del genuino pensiero di suo padre, che il fascismo intende falsare per far apparire Cesare Battisti un proprio precursore. Sempre in omaggio alla coerenza, che è caratteristica preminente nei Battisti, egli è fra i pochi volontari che il 4 novembre del 1924 rivendicano a sé il diritto di celebrare l’anniversario della vittoria, sottraendola all’impudente speculazione fascista, e affrontano manganelli e moschetti.
Gigino ha in quell’occasione il battesimo della lotta antifascista. La violenza non l’intimorisce; all’opposto, rinvigorisce il suo amore per la verità, per la libertà, il suo pensiero politico prende corpo, si precisa, si caratterizza.
La sua casa e quella dei suoi amici trentini, fra i quali si eleva quella del conte Giannantonio Manci, è aperta a tutti gli antifascisti che cercano rifugio all’estero passando attraverso le giogaie del Trentino.
Tutto viene attuato in grande segretezza, con la massima serietà organizzativa, sostenendo gravi sacrifizi finanziari, anche qui emulo fedele del padre.
È appunto durante una di queste rischiose operazioni che Gigino subisce un congelamento e deve sottoporsi ad un intervento chirurgico, che gli asporta quasi completamente le falangi delle dita di una mano.
Non è nel suo carattere di attendere fatalisticamente gli eventi, ma di sollecitarli, di promuoverli. È tra i fondatori del movimento «Giustizia e Libertà».
Durante tutto il periodo della cattività fascista, Gigino si prepara, attraverso studi e con l’esercizio della sua professione per un sicuro domani di lotte politiche, per l’instaurazione nel nostro Paese di una civiltà basata sui principî di giustizia e di libertà.
Il 25 luglio del 1943 non lo entusiasma, ma lo rammarica, lo esaspera, poiché nel crollo del fascismo non è stata travolta anche la monarchia. L’8 settembre vede il suo nome fra i primissimi di una lista che il prefetto fascista di Trento intende proporre ai tedeschi per la fucilazione, ed egli è costretto a riparare in Svizzera. Né può ritornare, essendo facilmente riconoscibile per le mutilazioni alle mani.
Nella Svizzera ospitale continua l’attività nell’opera generosa di rifornimento alla lotta partigiana.
La ferale notizia del sacrificio di Giannantonio Manci, caduto vittima della Gestapo, centuplica le sue energie; passa e ripassa il confine italo-svizzero, partecipa alle azioni della Valle d’Ossola e fa parte di quel governo provvisorio.
Nei primi mesi del 1944 aderisce al Movimento Socialista Trentino, ed il socialismo diviene in lui un’essenza intima, una seconda natura.
Dopo la liberazione fa ritorno a Trento, e tale e tanta è la stima che gode, che è nominato sindaco della città. Fu nell’esercizio di queste funzioni che rivelò doti non comuni di lavoratore, di organizzatore, di socialista e seppe amministrare la città con grande soddisfazione di amici e di avversari, pur in quei tempi difficilissimi.
Eletto Deputato, volse la sua opera colta, sagace e avveduta alla ricerca di una sodisfacente risoluzione, per mezzo di un’appropriata autonomia, dello spinoso problema delle particolari condizioni locali e della convivenza pacifica e proficua di italiani e altoatesini nella Venezia Tridentina.
Un avverso destino troncò la sua vita ed è certo che noi italiani, noi socialisti, perdiamo con lui un uomo di non dubbio alto valore.
Noi socialisti trentini, particolarmente colpiti dal martirio di Cesare Battisti, dal sacrificio di Giannantonio Manci, della tragica fine di Gigino Battisti, siamo fieri di aver dato al partito ed al Paese tali uomini.
In Gigino perdiamo un compagno che sentiva il dovere come qualcosa di sacro, felice di potersi considerare come il primo servitore del bene pubblico; perdiamo in lui il compagno di fede politica, l’amico per comunità di sentimenti, il fratello per intimità di rapporti, il padre per superiorità di doti e per quella conseguente autorità che tutti gli riconoscevamo.
Aveva un culto rustico della libertà, ma non per sé la rivendicava, sibbene s’addossava gli sforzi maggiori per conseguirla e offrirla assoluta a tutti, pago di poter dare, senza nulla chiedere.
Noi auguriamo al mondo, auguriamo particolarmente al nostro Paese di esprimere giovani che a lui si ispirano, a lui che per tutta la sua vita «elegge a sé il dovere e darà altrui la gloria».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Costantini. Ne ha facoltà.
COSTANTINI. A nome del gruppo parlamentare del Partito socialista italiano, mi associo con animo profondamente commosso alla commemorazione del compagno Gigino Battisti, che una tragedia inattesa tolse a questa Assemblea, tolse al nostro affetto di compagni e di amici.
Voi, onorevoli colleghi, potete comprendere la mia personale commozione, perché Gigino Battisti non era per me soltanto un compagno di fede politica, ma era anche un vero e sincero amico. Gigino era buono, era modesto ed era un bravo lavoratore. Egli ha saputo essere degno rappresentante del grande suo padre, che è stato per la nostra generazione un simbolo della libertà e del socialismo. Gigino aveva dedicate la sua vita e la sua opera a quell’ideale di libertà e di redenzione degli umili che il Partito socialista persegue.
Egli scomparve immaturamente; non ho mai potuto rendermi conto della sua inattesa dipartita, perché l’avevo salutato e lasciato, all’uscita da questa Assemblea, sano, poche ore prima che ci giungesse la ferale notizia. Se è vero che solo nella dimenticanza sta la vera morte, Gigino non è morto. Non è morto, perché noi tutti lo ricorderemo.
L’avere assistito, nella sua Trento, alle estreme onoranze che gli sono state rese, ha significato comprendere quale fosse il sentimento della sua terra verso di lui, quale fosse l’affetto delle sue popolazioni, quale fosse la stima che egli godeva. Lasciate che a questo ricordo io associ la esile, ma tanto grande sua madre, Ernesta Battisti; quella donna che, se ebbe nella vita le gioie della maternità, ebbe dalla vita tutti i dolori e tutte le angosce, quella donna che sopravvisse al marito e sopravvive al figlio, tenace continuatrice di una generosa tradizione familiare, tenace assertrice della giustizia e di una concezione superiore di vita sociale, degna sposa di un grande martire della libertà e madre eroica del valoroso figlio che noi qui rimpiangiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacciardi. Ne ha facoltà.
PACCIARDI. È veramente con un grande schianto nel cuore che noi abbiamo appreso la notizia della morte del nostro Battisti, nelle circostanze cosi orribili in cui è avvenuta, ed è con indicibile dolore che portiamo il triste privilegio di associarci alle nobili parole del Presidente e dei rappresentanti socialisti.
Io ricordo Battisti, quando militava con me giovinetto nelle nostre file in uno dei primi congressi repubblicani, ai quali partecipavamo, rinunziare ad una carica che gli avevamo offerto, dicendoci che di dinastie in Italia ve n’era una ed era già troppa e che egli non ne voleva fondare una seconda. Voleva, cioè, operare secondo la sua personalità, e la Camera deve constatare tristemente che, come persona e come simbolo nazionale, ha perso una grande personalità.
Fu fondatore, con alcuni di noi, del primo movimento di ex combattenti italiani che volevano contestare al fascismo il diritto di proclamarsi il custode della verità e l’accaparratore del sentimento nazionale. Io lo rivedo con me in Piazza Venezia, in una delle tante sagre fasciste, gridare sotto il famoso balcone: «Viva l’Italia libera!».
Fu milite ardente del partito repubblicano. Quando fu costretto, non per non condividere i rischi degli altri italiani, come qualche volta si insinua, ma per sottrarsi, dopo le leggi eccezionali, alla condanna del confino già decretata, a passare la frontiera, fu ancora Gigino Battisti che nelle Alpi impervie ci portò quasi per mano nelle vie dell’esilio. E fu là che ebbe il tragico incidente da altri oratori ricordato. Qualche volta, essendo stati lungo tempo lontani dall’Italia, ci siamo domandati con il cuore esulcerato se avremmo ritrovato, ritornando, antichi amici nelle antiche posizioni e serventi le antiche idealità. Questo dubbio non ci è mai venuto per Gigino Battisti. Lo abbiamo infatti ritrovato ardente, tenace combattente nelle file partigiane.
Si deve a Luigi Battisti ed alla eroica sua madre, se gli osceni accaparratori del sentimento nazionale italiano non sono riusciti a rubarci, dopo Filzi e Nazario Sauro, Cesare Battisti, che è stato così conservato alla riconoscenza nazionale di tutti gli italiani.
Alla sua mamma, veramente solida quercia sbattuta da tutti i fulmini e da tutte le tempeste, e ancora così eroica servitrice degli ideali democratici e repubblicani, vada la riconoscenza dell’Assemblea Costituente; e vada alla moglie di Luigi Battisti, alla sua degna compagna Enrica ed ai suoi tenerissimi figli, con l’assicurazione che la Repubblica Italiana non dimenticherà mai la riconoscenza che deve a questa tragica ed eroica famiglia italiana. (Vivi consensi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la onorevole Conci Elisabetta. Ne ha facoltà.
CONCI ELISABETTA. Mi unisco, a nome del gruppo della Democrazia Cristiana, all’unanime rimpianto per la tragica immatura fine dell’onorevole Battisti; ma vorrei, quale rappresentante del suo stesso collegio, aggiungere una parola di particolare cordoglio e di commosso ricordo per il figlio del grande Eroe trentino. Cesare Battisti personifica per tutti gli italiani, ma specialmente per i trentini, la Patria, il sacrificio eroico per la sua redenzione. Quando noi nel 1918, dopo l’armistizio, ritornammo dal confino o dalla guerra in Trento finalmente libera, con il tricolore finalmente issato sul Castello del Buon Consiglio, sentimmo che Cesare Battisti era divenuto un simbolo, e suo figlio Gigino ci apparve circondato dall’aureola della gloria paterna. Ma questo giovane, che a soli sedici anni, appena avuta notizia della morte del padre, aveva tentato di fuggire per arruolarsi, per correre a prendere il suo posto, e che poi con la sua costante tenacia era riuscito a farsi assumere nell’esercito ed era venuto tra i primi in Trento italiana, si conquistava anche personalmente la simpatia generale. Egli sembrava non accorgersene nemmeno ed attribuire ogni manifestazione di onore alla memoria del padre.
Durante il fascismo, Luigi Battisti non mutò atteggiamento in nessuna circostanza, per nessuna ragione. Fedelissimo alla eredità spirituale lasciatagli dal padre, geloso custode del pensiero di lui, non permise mai che la figura del Martire trentino fosse offuscata da ombra alcuna o venisse anche menomamente svisata per adattarla alle esigenze dei tempi nuovi, come altri uomini, meno saldi e meno fedeli di lui, avrebbero certamente fatto. Ad ogni tentativo in questo senso, richiamandosi all’esempio eroico di Cesare Battisti, il figlio resistette con fierezza indomita.
Dopo la liberazione, i trentini tutti lo vollero per primo sindaco ed egli si consacrò alla nuova fatica, non davvero facile, con profondo spirito di sacrificio, con dedizione assoluta e generosa; e soltanto allora, per amore della sua città, si giovò del suo nome e delle sue aderenze.
Come Deputato, ritiratosi dal municipio per leale riconoscimento dell’esito delle elezioni del 2 giugno, egli continuò l’opera fattiva e tenace a vantaggio della sua terra, e con i colleghi di Trento, militanti in partiti diversi, mantenne continuamente le più cordiali relazioni, corroborate dal rispetto reciproco e dalla mutua stima.
Si realizzò così una serena, schietta, concreta collaborazione, che rendeva l’attività di tutti veramente benefica al Paese.
Io sono sicura che Gigino Battisti avrebbe dato volentieri la sua vita, perché la collaborazione che lassù tra i suoi, tra i nostri monti, era divenuta feconda realtà, si attuasse nell’interesse del popolo nostro, in quest’ora grave per l’Italia, fra tutti gli italiani che amano la loro terra.
Sono sicura che questa attuazione sarebbe il tributo più bello, più gradito alla memoria di lui, il conforto più efficace al dolore inconsolabile della vedova e della madre. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Schiavetti. Ne ha facoltà.
SCHIAVETTI. Mi associo, a nome del Partito d’Azione, alle parole pronunciate dal Vicepresidente Terracini in memoria di Girolamo Grisolia e di Luigi Battisti.
Quando nel luglio scorso avemmo occasione di commemorare in quest’aula il trentesimo anniversario della morte di Cesare Battisti, nessuno di noi avrebbe mai pensato che pochi mesi dopo avremmo dovuto commemorare la morte del figlio, che aveva seguito tanto degnamente le orme del padre e che si era mantenuto nella scia del suo pensiero e della sua azione, dominato sempre dal doppio ideale della redenzione delle masse lavoratrici e della redenzione nazionale.
Ai motivi generali di cordoglio espressi per il luttuoso avvenimento che ha colpito la nostra Assemblea, mi permetto di aggiungerne uno particolare che è stato qui già accennato.
Quando, un anno prima della marcia su Roma, avevamo iniziato la lotta contro il fascismo, e il fascismo aveva sollevato contro di noi i fantasmi della Patria e degli interessi nazionali, improvviso giunse a Roma fra noi un giovane che portò alla nostra lotta il singolare conforto del suo grande nome; in quel giorno noi avemmo la più grande consolazione che potessimo sperare, allora, nella nostra lotta politica, perché sentimmo che quello che ancora vi era di più alto, di più puro in Italia era insieme con noi per smascherare la demagogia e la vergogna fascista.
Vada alla vedova, ai figliuoli e, soprattutto, alla madre, a quella che i devoti concittadini chiamano con affettuosa deferenza la signora Ernesta, vada a tutta la famiglia Battisti l’espressione della nostra solidarietà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Colitto. Ne ha facoltà.
COLITTO. Interpretando il pensiero ed il sentimento dei colleghi tutti del gruppo del quale fo parte, mi associo con cuore profondamente commosso al cordoglio vivo manifestato dalle altre parti dell’Assemblea per la improvvisa scomparsa degli insigni colleghi onorevole Battisti ed onorevole Grisolia. Li abbiamo sempre sentiti e sempre ancora li sentiremo a noi fortemente uniti, al di fuori ed al di sopra delle ideologie, dall’amore infinito per la Patria nostra immortale, di quella Patria, per la quale Cesare Battisti combatté ed affrontò il sacrificio supremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Maffi. Ne ha facoltà.
MAFFI. Il Partito comunista vuole che il suo tributo di affetto, di cordoglio e di ammirazione a Luigi Battisti, si aggiunga alla voce che si è levata da tutti i settori di questa Assemblea.
Noi abbiamo sempre visto nella modestia attiva di Luigi Battisti una vera, una sincera, una schietta, una nobile eredità spirituale.
Quell’uomo, che in tutta la sua vita dimostrò di non avere ereditato alcun privilegio dall’essere figlio d’un Eroe e d’un Martire, nella sua vita prese come dettame la vita del Padre.
Ricordo che durante quella guerra, che ci ebbe nella posizione particolare di non interventisti, noi distinguemmo Cesare Battisti dalla grande massa di altri, che avevano preso i più disparati atteggiamenti. Egli era cittadino austriaco, ma italiano nell’anima; egli corse tutti i rischi ed affrontò tutti pericoli per un senso di devozione alla libertà del proprio Paese, perché la sua anima di socialista non era in conflitto con la sua anima di italiano.
Quell’Uomo si avviò alla morte fiero, superbo, sdegnoso e modesto, sereno.
E coloro che lo accompagnavano, di scorta, al patibolo, avevano il capo chino al suo fianco; sapevano di compiere opera di scherani a danno di un uomo simbolo, il simbolo della rivendicazione patria, della rivendicazione della libertà della Patria, a cui noi, appunto perché internazionalisti, siamo tutt’altro che estranei, come abbiamo dimostrato in tutti i momenti della vita italiana. Il fascismo, sfruttatore ignobile di tutto ciò che v’era di nobile nella vita italiana, cercò di sfruttare la memoria di Cesare Battisti col tentativo di adescare la madre e il figlio, la compagna di Cesare Battisti e il figlio. Invano: Luigi Battisti sapeva tutto ciò che aveva da conservare della sua eredità spirituale; e la vita di quell’uomo, che fu sempre lottatore, ebbe uno sbocco graduale verso il riconoscimento di ciò che è essenziale nella vita veramente elevata, veramente sana, veramente morale di un paese: il riconoscimento del diritto del lavoro. E perciò egli gradatamente si accostò alle linee del Partito socialista ed entrò a far parte di questo Partito stesso come lottatore concreto; ma nella forma la più modesta, nella forma la meno appariscente, attraverso una vita di semplicità, di bontà, di lavoro, che era propagandistica, perché era schietta, perché era onesta: poiché questa è la più grande forza di tutti gli elementi propagandisti.
Io ho conosciuto Luigi Battisti in Svizzera, e l’ho visto al fianco della sua impareggiabile compagna, quasi fratello dei suoi teneri bambini. La sua compagna è veramente una eletta educatrice dei figli. Gigi Battisti morendo ha pensato che la sua eredità poteva essere trasmessa ai suoi figli come esempio, perché la sua compagna avrebbe certamente coltivato tali principî nella educazione sana, leale e onesta dei suoi figliuoli.
Noi perciò mandiamo un pensiero commosso alla madre di Luigi Battisti, alla sua compagna e ai suoi figli. Noi plaudiamo alla sua opera, la quale deve servire di esempio.
Poiché quest’opera deve servire di esempio, io penso che sia qui doveroso ricordare anche la figura di Girolamo Grisolia, al quale tributiamo tutto il nostro rimpianto, perché la sua morte è una grave perdita per il Partito repubblicano, per quel grande Partito che rappresenta un nucleo che può e che deve essere fattivo, concretamente fattivo, nella vita della Repubblica italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Badini Confalonieri. Ne ha facoltà.
BADINI CONFALONIERI. A nome del Gruppo parlamentare liberale, mi associo alle espressioni di cordoglio e di rimpianto dei colleghi di questa Assemblea per la immatura dipartita dell’onorevole Battisti; ed è partecipazione che, provenendo da persone che non sono della sua parte politica, vuole essere leale riconoscimento del contributo di italianità da lui offerto; leale riconoscimento fatto con viva cordialità di espressione e con non minore intensità di sentimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Gabrieli. Ne ha facoltà.
GABRIELI. Le mie modeste parole vogliono esprimere il mio personale rimpianto e quello più vasto del Foro di Roma che con Girolamo Grisolia ha perduto un campione di probità, una sicura difesa del suo prestigio, delle sue luminose tradizioni.
Dalla nativa Calabria, Grisolia portò nell’arringo romano un empito di fierezza che lo animò costantemente nelle quotidiane fatiche professionali.
Credente nella libertà e nella democrazia, il suo spirito negli anni tristi della dittatura trovò nella toga il rifugio necessario per ripararsi dagli assilli soffocanti della tirannide.
Lo vidi esultare come un fanciullo nei giorni della liberazione e poi confondersi e sparire tra le moltitudini acclamanti.
Sotto le bandiere di un glorioso Partito la sua fede riarse ed egli ne comunicò la fiamma a vaste masse di popolo.
Il destino gli ha reciso la vita nel pieno meriggio delle sue forze: nell’ora in cui la sua esperienza e la sua dottrina avrebbero dato valido contributo ai nostri dibattiti.
A nome anche del gruppo parlamentare democratico-cristiano, esprimo l’espressione del nostro cordoglio alla famiglia desolata.
Voglia il Presidente dell’Assemblea Costituente rendersi interprete presso la famiglia desolata dei nostri sentimenti di dolore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Sardiello. Ne ha facoltà.
SARDIELLO. Poche volte questa Assemblea durante i suoi lavori ha veduto Girolamo Grisolia. Dai primi giorni il male lo colse e lo allontanò da quest’Aula. Per questo molti colleghi non hanno forse avuto occasione di conoscerlo appieno. Ma chi ha vissuto od ha seguito in questi anni l’attività politica nella Nazione liberata, anche nel campo dei partiti, sa che il valore ed il merito di Girolamo Grisolia avevano già avuto il riconoscimento del Paese, prima di quello del corpo elettorale. Valore e merito, come accennava il collega Gabrieli, nel campo professionale, ma valore e merito anche nel campo degli studi politici e sociali, e valore e merito di cittadino. E non erano, onorevoli colleghi, tre attività diverse: erano gli aspetti di un carattere forte e sintetico, il segno della terra di Calabria natia. Perché in Girolamo Grisolia il problema giuridico che egli proponeva al suo pensiero, acquistava vivezza e forza per l’aderenza che egli sapeva imprimergli alla realtà politica e sociale; e così prorompeva l’imperativo categorico del dovere del cittadino.
Per questo egli, pur giovanissimo, poté e seppe trovare nella sua cultura e nella sua coscienza la forza di resistere alle lusinghe, alle minacce del fascismo trionfante e di superarle. Per questo egli, conoscitore acuto ed appassionato studioso del pensiero mazziniano, ne approfondì il lato più attuale, dopo la proclamazione della Repubblica, rilevando il contenuto sociale dell’idea mazziniana in una pubblicazione di altissimo pregio; dacché Girolamo Grisolia sentiva l’ansia che oggi sale dall’anima del popolo e la fa anelante di una profonda trasformazione nella quale, secondo l’insegnamento di Giuseppe Mazzini, la libertà sia garantita e difesa e trionfi alla fine non disgiunta dalla giustizia sociale.
Per questo egli alla sua visione ideale consacrò anche la sua azione pronta, tenace, della quale il magnifico epilogo fu la battaglia istituzionale che egli combatté in due collegi diversi e lontani: nella Calabria, dalla quale si era allontanato ancora fanciullo, e qui a Roma. Ed ebbe da quella battaglia, che ha stremato le sue forze fisiche, più che la soddisfazione del successo personale (del quale non era ambizioso) la gioia di vedere – e questo accendeva il palpito più vivo della sua anima – che nella sua terra lontana, percossa e abbandonata da tanti decenni in mano alle clientele che deformano la lotta politica nelle beghe meschine, poteva trionfare ed aveva trionfato un principio nel nome dell’ideale repubblicano. Patì anch’egli il brivido di amarezza che in certi momenti prende tutti noi vedendo la grande opera ancora combattuta, incompresa, non ancora compiuta; ma lo fronteggiò, lo vinse con una fede che è il retaggio spirituale più nobile che noi prendiamo da lui; lo fronteggiò, lo vinse, con la fede che fatalmente gli ideali di libertà e di giustizia dovranno avere il loro trionfo, che sarà il trionfo del popolo, con la forza e nel nome della Repubblica italiana.
Con questo animo il Gruppo parlamentare repubblicano, a nome del quale ho l’onore di parlare, ed i repubblicani di Calabria, che qui rappresento, si inchinano reverenti alla memoria di Girolamo Grisolia e ricordano il monito che nelle ultime appassionate parole dell’onorevole Maffi mi è parso vibrante; il monito mazziniano che ora più che mai deve essere vivo per noi ed in quest’Aula: oggi ogni commemorazione che non sia una promessa è una profanazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Carboni. Ne ha facoltà.
CARBONI. A nome del gruppo parlamentare del Partito socialista dei lavoratori italiani, e come collega in deputazione per la circoscrizione di Roma e nell’esercizio professionale, mi associo alle nobili parole con le quali il nostro Presidente ha espresso il commosso cordoglio dell’Assemblea per l’immatura scomparsa dell’onorevole Grisolia. Dotato di uno squisito senso di equilibrio e di responsabilità e di un carattere saldo e rettilineo, egli, per quanto modesto e riservato, aveva la tempra del combattente tenace e coraggioso dell’idea repubblicana e democratica. E noi rimpiangiamo dal profondo del cuore che egli sia mancato troppo presto e quando ancora tanto contributo di ingegno e di fede egli avrebbe potuto dare alla nascente Repubblica ed alla risorgente democrazia italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Lucifero. Ne ha facoltà.
LUCIFERO. A nome del gruppo liberale, mi associo al cordoglio che prova l’Assemblea per la dipartita dell’onorevole Grisolia. Ma mi associo anche a nome della mia terra. Non è il liberale, non è l’avversario che ha combattuto contro di lui la lotta elettorale; è il calabrese che sente il dolore profondo per la dipartita di un altro calabrese; di un calabrese che, onorando se stesso e combattendo per le sue idee ben diverse dalle mie, onorava la mia terra ed onorava me che, come lui, a quella terra appartengo. Onorava tutta la nostra Calabria e noi, che dalle nostre montagne e dai nostri mari siamo assurti ad una armonia superiore, al di là delle divisioni di opinione e di pensiero, al di là delle ostilità necessarie delle battaglie, e che sentiamo, tutti noi calabresi, l’impulso a che questa nostra armonia si estenda all’intiera patria italiana. E lo rimpiangiamo e lo rievochiamo con l’impegno di questa nostra passione italiana di unità e di armonia, la quale ancor manca in Italia e che ognuno di noi, nel proprio campo, cerca affannosamente di raggiungere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Dugoni. Ne ha facoltà.
DUGONI. Il gruppo parlamentare del Partito Socialista Italiano si associa alle nobili parole che sono state pronunciate per commemorare il collega Girolamo Grisolia. Il Partito Socialista tiene a ricordare, in questa circostanza dolorosa, che era legato a Girolamo Grisolia da due vincoli: l’amore per la Repubblica e l’amore per il progresso e la soluzione del problema sociale. Con questo io credo di interpretare il pensiero di tutti i miei compagni di gruppo, pregando il Presidente di rivolgere alla famiglia di Grisolia tutto il senso del nostro cordoglio per la sua immatura dipartita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Preziosi. Ne ha facoltà.
PREZIOSI. A nome del gruppo democratico del lavoro, mi associo alle nobile parole dette dai colleghi per commemorare l’onorevole Battisti. Quando, in una sera di dicembre, poche ore dopo la chiusura dei lavori dell’Assemblea, apprendemmo della tragica morte di Gigino Battisti, rimanemmo atterriti, soprattutto per una specie di beffa che il destino tragicamente aveva voluto giocare a questo meraviglioso combattente della libertà e della democrazia.
Gigino Battisti, che aveva rischiato la vita, che aveva compiuto ogni sacrificio in omaggio alla sua terra, che aveva in ogni momento combattuto per la libertà e la democrazia, doveva perdere la vita nel più banale degli incidenti; Gigino Battisti, da un investimento fatale, doveva essere strappato al nostro affetto e soprattutto all’affetto della sua terra e della Patria.
Ed ancor più vivo è in me il dolore per la perdita di Girolamo Grisolia che io ricordo magnifico combattente della democrazia rifulgere nel vaglio del periodo di lotta clandestina. Egli affrontava il rischio con quel suo sorriso sempre uguale ed allorché si trovava a combattere la sua bella battaglia per la democrazia e per la Repubblica era contento, perché vedeva diventare realtà la sua più grande aspirazione.
Egli era sempre animato dalla speranza di poter ritornare al suo lavoro, alla sua famiglia, dopo aver combattuto questa bella battaglia che ogni giorno combattiamo.
È motivo di grande tristezza questa sera per noi il commemorare questi nostri due compagni scomparsi, è una tristezza profonda per aver perduto due compagni di lotta lungo il nostro cammino, poiché essi non possono più lavorare con noi e non possono con noi combattere le altre battaglie per la democrazia del nostro Paese e per i supremi interessi della Patria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Presidente del Consiglio. Ne ha facoltà.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Di Gigino Battisti è detto tutto, quando si può affermare che egli portò con onore e con notevole vantaggio per la sua e mia città il nobilissimo peso del suo grande nome.
Mi associo col più vivo sentimento di personale amicizia al cordoglio della Camera, della sua regione, della sua famiglia.
Mi inchino del pari alla cara e degna memoria del Vicepresidente del gruppo parlamentare repubblicano Girolamo Grisolia.
Dimissioni del Presidente dell’Assemblea Costituente.
PRESIDENTE. Comunico che, in data del 12 gennaio, ultimo scorso, mi è pervenuta la seguente lettera:
«On. Avv. Umberto Terracini
Vicepresidente dell’Assemblea Costituente
Roma
«Rassegno le dimissioni da Presidente dell’Assemblea Costituente.
«La prego di comunicare all’Assemblea tali mie dimissioni, perché voglia prenderne atto.
«Gradisca, onorevole collega, l’espressione della mia più alta considerazione.
«Giuseppe Saragat».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Conti. Ne ha facoltà.
CONTI. Propongo all’Assemblea di non accettare le dimissioni del Presidente Giuseppe Saragat. Noi conosciamo i motivi della sua determinazione: sono le polemiche interne del partito al quale appartiene.
In quest’aula non sembra che debbano avere eco le discussioni interne dei partiti. Noi dobbiamo compiere un’opera serena, improntata agli ideali dei partiti politici, ma non turbata dalle discussioni e dalle polemiche che si svolgono fuori di qui.
Abbiamo bisogno di grande serenità. A me sembra che l’Assemblea debba apprezzare questo punto di vista, e per questo motivo debba respingere le dimissioni dell’onorevole Saragat.
Abbiamo conosciuto l’onorevole Saragat nella sua azione politica, nobilissima sempre, serena. Lo abbiamo visto al seggio presidenziale, sereno, imparziale, cortese verso tutti. Non possiamo in quest’aula trascurare la valutazione di questa situazione ed accogliere le sue dimissioni. Chiedo all’Assemblea di respingerle. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’onorevole Presidente del Consiglio. Ne ha facoltà.
DE GASPERI. Presidente del Consiglio dei Ministri. Non intendo interferire in una questione di esclusiva competenza dell’Assemblea; ma poiché il Presidente Saragat ha sempre collaborato con opera fraterna ed efficace con il Governo, è lecito e doveroso che io esprima l’augurio che tale cooperazione possa continuare. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Lussu. Ne ha facoltà.
LUSSU. Io mi sento imbarazzato, ma poiché in questa Assemblea soltanto l’onorevole Conti e l’onorevole Presidente del Consiglio hanno espresso il loro parere, desidero esporre il mio punto di vista.
Sono noti a tutti i rapporti di grande amicizia che legano molti di noi, e me in modo particolare, all’onorevole Saragat, e per la comunanza della lotta politica e della lotta clandestina, e per la ferma decisione di fare e di difendere la Repubblica. Ma è appunto per questi rapporti personali, che sono diventati rapporti di grande e reciproca amicizia, che mi permetto esprimere un parere contrario a quello espresso dal Presidente del Consiglio e dall’onorevole Conti. Non si tratta di una questione sentimentale. Noi saremmo tutti perfettamente d’accordo nel ritenere che l’onorevole Saragat debba rimanere al suo posto di Presidente dell’Assemblea, per cui riscuote tanta unanimità di fiducia e di consensi; ma, a mio parere, questa è una questione puramente politica ed ho l’impressione che se noi respingessimo le dimissioni, scenderemmo ad una specie di corruzione parlamentare. (Commenti – Rumori).
Nella Camera, italiana, il Presidente appartiene, per tradizione costante, ad uno dei partiti della maggioranza, cioè il Presidente della Camera deve avere un certo rapporto di solidarietà politica con il Governo. (Commenti – Rumori).
Evidentemente io dissento dall’opinione di parecchi, o della maggioranza, dei colleghi, ma ho il dovere di esprimere il mio dissenso. Ho l’impressione che di fronte al Governo che si è costituito, il Presidente della Camera Saragat, che appartiene ad un gruppo che non ha dato la sua collaborazione al Governo, si troverebbe in una situazione di disagio. (Commenti – Rumori).
Mi permettano, gli onorevoli colleghi, di affermare che è una pura questione politica quella che io sollevo.
La Camera italiana non è come la Camera inglese, dove il presidente spesso non appartiene alla maggioranza. Alla Camera dei Comuni lo Speaker assiste quasi sacerdotalmente alla cerimonia. Tutto si svolge secondo una procedura tradizionale che dura da secoli. Chi ha avuto occasione di assistere alle Assemblee della Camera dei Comuni sa che ogni Deputato prende la parola seguendo il suo turno, secondo l’ordine del giorno, ed il Presidente della Camera non interviene quasi mai. Da noi non è la stessa cosa. Ecco perché mi permetto di dissentire dalla proposta fatta, nell’interesse della democrazia parlamentare dell’Assemblea. (Commenti). Poiché ho l’impressione che il Governo che si è costituito presti per molte ragioni il fianco a parecchie critiche, credo che l’onorevole Saragat sarà più legato alla democrazia parlamentare di questa Assemblea stando al suo banco di Deputato che non alla Presidenza. (Commenti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Togliatti. Ne ha facoltà.
TOGLIATTI. Onorevoli colleghi, il collega Lussu ha sollevato una questione di pura politica. Credo non sia oggi nostra funzione affrontare tale questione: spetterà, se mai, all’onorevole Saragat affrontarla e prendere liberamente le sue decisioni secondo la sua coscienza. Per quanto ci riguarda, nostro dovere è compiere un atto di deferenza verso un uomo, il quale ha presieduto la nostra Assemblea con dignità, con imparzialità, con signorilità. Per questo mi associo a nome del mio gruppo, alla proposta, fatta dall’onorevole Conti. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Metto ai voti la proposta dell’onorevole Conti, alla quale si è associato l’onorevole Togliatti, di respingere le dimissioni dell’onorevole Saragat.
(La proposta è approvata – Vivissimi applausi).
Presentazione di relazioni.
PRESIDENTE. Invito l’onorevole Ciampitti a recarsi alla tribuna per la presentazione di alcune relazioni.
CIAMPITTI. Ho l’onore di presentare due relazioni della Commissione per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Parise Michele per il reato di vilipendio della Assemblea Costituente (Doc. I, n. 3-A) e del deputato Colombi per il reato di diffamazione a mezzo della stampa. (Doc. I, n. 4-A).
PRESIDENTE. Do atto all’onorevole Ciampitti della presentazione di queste relazioni. Saranno stampate e distribuite.
Interrogazioni e interpellanze.
PRESIDENTE. Si dia lettura delle interrogazioni e delle interpellanze pervenute alla Presidenza, durante la sospensione dei lavori e nella seduta odierna.
SCHIRATTI, Segretario, legge:
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro della guerra, per conoscere se il Governo abbia fatto quanto era necessario per onorare degnamente i nostri eroici caduti di Cefalonia (400 ufficiali e 8000 soldati), raccogliendone le salme in un degno Cimitero, la cui custodia potrebbe essere affidata a dei religiosi italiani presenti nell’isola.
«Russo Perez».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere quali provvedimenti intende adottare per la pronta riattivazione del doppio binario sulla linea Roma-Formia-Napoli.
«Porzio».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se sia a conoscenza dell’avvenuto arresto dei dirigenti del Partito d’azione a Trieste e se non ritenga di segnalare alle competenti autorità l’impressione sfavorevole che questo arresto ha suscitato nel Paese.
«Cianca, Calamandrei, Codignola, Foa, Lombardi Riccardo, Lussu, Mastino Pietro, Schiavetti, Valiani».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere se non ritenga necessario – nell’attuale situazione di grande bisogno in cui versano vaste masse di disoccupati di ogni categoria – di emanare un provvedimento transitorio, inteso a subordinare qualsiasi assunzione in ruolo o fuori di ruolo presso tutte le pubbliche Amministrazioni, all’accertamento delle condizioni economiche e familiari di ciascun concorrente, e a stabilire opportune preferenziali, nelle graduatorie degli idonei, a favore dei candidati meno abbienti.
«Gui, Franceschini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se intenda aumentare le indennità ai membri delle commissioni distrettuali e provinciali per le imposte, che oggi vengono remunerati con appena lire 45 per ogni ricorso definitivo e per ogni sentenza rispettivamente compilata, con fatiche spesso non lievi e con studi prolungati. Se tali indennità venissero equamente ed umanamente aumentate, ed insieme si rimborsassero adeguatamente le spese di viaggio che le suddette persone debbono sopportare per raggiungere la sede dei loro lavori, senza dubbio avrebbe incremento il rendimento dell’opera loro, con vantaggio delle entrate fiscali, ed i Commissari conseguirebbero l’indipendenza indispensabile al giusto adempimento delle loro mansioni.
«Recca».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se non intenda esonerare, previo controllo sull’effettivo carattere cooperativistico degli enti, da qualsiasi tassa ed imposta, le Società cooperative in genere ed in special modo quelle di consumo; o, per lo meno, se non intenda diminuire sensibilmente i gravami fiscali che oggi opprimono le cooperative stesse e che ne rendono grama la esistenza, o, peggio, finiscono per trascinarle alla liquidazione o al fallimento. Non possono, né debbono, infatti, agli effetti fiscali, codesti Enti venire equiparati alle altre Società con forti capitali e con mire speculative, o a quei commercianti, che in dispregio del fisco, non presentano bilanci sinceri, così come necessariamente li presentano le cooperative, le quali, mirando veramente a scopi di utilità pubblica, con modesti capitali, operano come calmieri sui mercati, e alleviano il disagio economico che opprime le classi meno abbienti.
«Recca».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se, dopo il provvedimento di amnistia per dolose azioni politiche, concesso in occasione della proclamazione della Repubblica italiana, non creda giusto, anche per senso di perequazione, un provvedimento a favore di quei reduci dal campo di concentramento di Coltano, che abbiano aderito, e solo per necessità di esistenza, alla cosiddetta repubblica sociale italiana (come risulta dal loro foglio di congedo), senza aver partecipato a nessuna azione criminosa e che oggi sono esclusi da tutti i concorsi, vedendosi preclusa ogni possibilità di vita onesta ed operosa.
«Recca».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare i Ministri dell’interno e dell’agricoltura e foreste, per sapere se non intendano dare disposizioni alle Prefetture perché si provveda alla abolizione delle cosiddette squadre di privati cittadini per il reperimento annonario. Tali squadre, per vero, oltre a non raggiungere gli intenti loro prefissi e animate non poche volte da spirito di parzialità, hanno dato luogo ad incresciosi incidenti, turbando quella serenità che deve presiedere al lavoro in qualunque settore esso si svolga.
«Bovetti, Stella».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e commercio, per conoscere se gli risulti che richieste da parte di laboratori scientifici statali, rivolte ad ottenere l’assegnazione gratuita di materiale da laboratorio in possesso dell’A.R.A.R., non siano state accolte e se non ritenga di dichiarare quali ostacoli si frappongono al loro accoglimento: considerando il fatto che l’attuale depauperamento dell’attrezzatura di ricerche scientifiche consiglia il massimo interesse da parte dello Stato, anche allo scopo di permettere ai ricercatori e scienziati italiani possibilità di utile lavoro in Patria, e all’industria, sia privata che controllata dallo Stato, di superare l’attuale stato di arretratezza tecnica.
«Foa».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere i motivi, per i quali si sono arrestate le pratiche relative alla ricostituzione dei Comuni soppressi dal fascismo; se non ritenga di dover invece accelerare la definizione delle pratiche stesse, allo scopo di venire incontro al desiderio delle popolazioni interessate, che attendono il riconoscimento del loro diritto; se non ritenga che il parere espresso dalla prima Commissione legislativa dell’Assemblea Costituente, in riferimento alla deliberazione della seconda Sottocommissione per il progetto della Costituzione non possa arrestare il procedimento di ricostituzione in quanto detta delibera è soltanto una proposta, che in alcun modo può modificare, fino a che non sia approvata, la legge vigente; se detto parere non debba per lo meno limitarsi alla creazione di nuovi Comuni e non al ristabilimento di un diritto, confiscato dal regime fascista in contrasto con la volontà delle popolazioni interessate.
«Uberti, Cavalli, Vicentini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere se non ritenga giusto estendere anche agli agenti forestali impiegati in servizio di ordine pubblico durante le elezioni, il beneficio dell’indennità straordinaria già corrisposta agli altri agenti della forza pubblica.
«Fresa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere a quale principio si ispiri e a quale esigenza pratica risponda la circolare 7 giugno 1944, n. 1, n. 111800 1 l/110-I-17, che dispone l’eliminazione dal servizio entro il più breve tempo possibile di tutti gli ufficiali e sottufficiali dell’Arma dei carabinieri che abbiano riportato una sanzione disciplinare anche lievissima per fatti già vagliati dalla Commissione di epurazione o dal Consiglio di Stato e per i quali furono assolti con formula piena.
«Fresa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere le provvidenze che intende adottare, affinché le scienze sperimentali, e in particolare le scienze fisiche, possano, in maniera adeguata al moderno sviluppo della ricerca, assolvere decorosamente al loro compito per la dignità morale e il maggiore progredire della vita della Nazione.
«Medi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri di grazia e giustizia e del tesoro, per sapere se non ritengano di dover finalmente adottare provvedimenti che valgano a sanare la gravissima ingiustizia che si è finora commessa a danno degli Arcivescovi e Vescovi i quali percepiscono ancora gli assegni d’anteguerra, talmente inadeguati alle loro necessità da dover ritenerli offensivi e della loro dignità e della serietà dello Stato.
«Mannironi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per apprendere se intenda, senza ulteriori tergiversazioni, emanare l’atteso e non più rinviabile provvedimento di definitiva trasformazione in autonoma della Sezione provvisoria della Corte d’appello di Messina funzionante da più anni a Reggio Calabria, in conformità del preciso impegno scritto e orale, ripetutamente e personalmente assunto.
«Tripepi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri della marina militare e marina mercantile, per conoscere se il Governo abbia preso in esame i complessi problemi derivanti dalla prevista demilitarizzazione dell’isola di La Maddalena che minaccia l’avvenire dell’intera popolazione di 12.000 anime e interessa l’economia di tutta la Gallura, e quale seguito intenda dare alle richieste formulate dalla locale Amministrazione che così si compendiano: 1°) istituzione di una zona franca; 2°) trasformazione della base navale in cantiere civile; 3°) costruzione di un bacino di carenaggio.
«Laconi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per chiedere se non ritenga giusto il momento di restituire alle famiglie le salme dei Caduti dispersi nei vari cimiteri in Italia. Per sapere, inoltre, se sono in corso pratiche a questo riguardo e quale indirizzo si penserebbe di seguire; se si sono iniziati accertamenti e pratiche, per conoscere dove ebbero sepoltura i nostri Caduti lontano dal suolo metropolitano, in modo da poterne dare notizia e conforto al maggior numero possibile di madri e di congiunti inconsolabili nel loro dolore.
«D’Amico Diego».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non creda urgente la creazione di un Ente nazionale di assistenza agli artisti, controllato dal Ministero della pubblica istruzione, che si ponga lo scopo di aiutare e sorreggere moralmente e materialmente i sacerdoti dell’arte, per impedire che tante giovani energie vengano perdute per il progresso dell’arte italiana.
«D’Amico Diego».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non creda urgente la istituzione di un Ente nazionale di assistenza ai lavoratori intellettuali al fine di assistere moralmente e materialmente gli intellettuali disoccupati di tutte le categorie; disoccupati che aumentano vertiginosamente di anno in anno, con l’inflazione delle lauree di tutte le Facoltà, senza che nessuna autorità si preoccupi di avvertire i giovani che la laurea non è un punto di arrivo, bensì il punto di partenza di una serie infinita di amarezze e delusioni.
«D’Amico Diego».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali provvedimenti intenda prendere per la carriera dei maestri elementari fuori ruolo idonei a uno o più concorsi. Trattandosi di elementi di una certa età e con famiglia a carico, sarebbe atto di giustizia l’esentare tali maestri dal partecipare a nuovi concorsi e dichiararli titolari di ruolo in modo da poterli sistemare al più presto, così come è stato fatto per gli idonei dell’ultimo concorso delle Scuole medie.
«D’Amico Diego».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere le ragioni per le quali nella rinnovazione del decreto legislativo 6 settembre 1946, n. 106, non si sia tenuto conto degli emendamenti suggeriti dall’A.N.P.I., e – poiché questo fatto ha provocato un vivace e giustificato malcontento fra tutti gli ausiliari di polizia – per chiedere che venga temporaneamente sospeso il decreto stesso onde poter riesaminare le proposte dei partigiani, che intendono difendere i diritti acquisiti in un anno e più di servizio a protezione dell’ordine e del Paese.
«Faralli, Barbareschi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali provvedimenti intenda adottare nei confronti del professore Petini, preside dell’Istituto tecnico di Teramo, il quale fa sospendere le regolari lezioni per consentire a religiosi di trattenere la scolaresca in conferenze di carattere spiccatamente anticomunista, cosa che ha già suscitato il risentimento di gran parte della scolaresca stessa e di numerosi insegnanti, i quali, giustamente, ritengono che le aule scolastiche, nelle ore di studio, non debbano servire a comizi politici che offendono partiti e Capi di Governi esteri.
«Corbi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se sia al corrente delle richieste fatte dai geometri, periti agrari e studenti di numerose città tendenti ad ottenere la facoltà di adire agli studi universitari; diritto di cui hanno goduto fino all’anno 1923 e del quale furono privati dal Ministro Giovanni Gentile. E per sapere se non ritenga opportuno soddisfare con sollecitudine questa giusta richiesta, sia in omaggio ad un principio di giustizia, sia nell’interesse nazionale, che vuole sia favorita la formazione di tecnici sperimentati e volonterosi.
«Corbi».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere quali provvedimenti intenda prendere in riferimento all’aumento del contributo e alla proroga della concessione del premio di acceleramento per le riparazioni edilizie.
«Bargagna, Bibolotti, Baldassarri, Barontini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere quali provvedimenti intenda predisporre onde ricondurre alla normalità la situazione della stampa quotidiana, gravemente pregiudicata, nella sua missione, dalla limitazione della carta. L’interrogante ritiene che una tempestiva azione di Governo risponderebbe ad un duplice interesse d’ordine nazionale:
1°) convogliare la grande massa del pubblico verso letture accessibili e di elevato livello, quali, per tradizione, le terze pagine dei quotidiani, oggi soppresse, a vantaggio esclusivo di libelli infamanti e corruttori;
2°) scongiurare il pericolo che le categorie degli autentici scrittori e dei giornalisti siano gradualmente e fatalmente eliminate (con enorme scapito di quella formazione spirituale e culturale così essenziale ai fini della ricostruzione) ed a beneficio della più bassa ed equivoca speculazione pubblicitaria. Ritiene infine l’interrogante che si debba veramente questo riconoscimento ai grandi quotidiani per il senso di responsabilità e di dignità dimostrato nell’ambito della libertà di stampa.
«Di Fausto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se ritiene conforme ai fini della scuola ed alla sana educazione della gioventù, l’aver richiamato all’insegnamento nelle scuole elementari di Venzone (Udine) Barbieri Serafino, ex giudice conciliatore, sciarpa littorio, centurione della milizia e podestà durante il periodo repubblichino.
«Piemonte».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’industria e commercio, del tesoro, delle finanze e dell’agricoltura e foreste, per conoscere se intendono estendere all’Italia meridionale, il decreto legislativo 8 maggio 1946, n. 470, emanato per l’Italia settentrionale, relativo all’indennizzo agli agricoltori, che non hanno potuto, per cause di forza maggiore, consegnare agli zuccherifici le bietole da essi obbligatoriamente coltivate nella campagna 1944.
«Riccio».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri degli affari esteri e dell’assistenza post-bellica, per sapere con urgenza se essi sono a conoscenza che in Russia, contrariamente a quanto è stato dichiarato, vi sono ancora dei prigionieri italiani, tra cui alcuni ufficiali e due cappellani, e se intendano svolgere la doverosa azione per il rimpatrio.
«Riccio».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per conoscere se intendano istituire cattedre di ruolo di storia dell’arte nei licei ed inquadrare in pianta organica i professori abilitati ed in servizio.
«Riccio».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per conoscere se intendano istituire nelle Università una cattedra ufficiale di «Storia e legislazione comparata del lavoro» o, quanto meno, rendere biennale il corso di «Diritto del lavoro» trasformandolo in «Storia e diritto del lavoro».
«Riccio».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dell’interno, della guerra e della marina militare, per sapere se l’ultimo comma della nota che si riporta, sia stato incluso in ottemperanza a istruzioni impartite dai Comandi superiori, o se invece sia dovuto a deprecabili sentimenti antidemocratici del firmatario della nota stessa. «Al Comando deposito C.E.M.M. Commissione arruolamenti volontari, Venezia. L’aspirante in oggetto risulta di buona condotta morale e politica, senza precedenti o pendenze penali a questi atti. Non ha collaborato coi nazi-fascisti e con altre organizzazioni. Si fa però notare quale acceso aderente a partiti estremisti e come tale non gode la stima del pubblico, che, nella maggioranza, propende per partiti di destra. Il maresciallo maggiore comandante, Antonio Mocerino, Montebelluna, 7 dicembre 1946». Merita sottolineare che l’ultima parte dell’informazione, è stata espressamente aggiunta in calce al modulo d’uso per normali informazioni.
«Ghidetti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della marina militare, per conoscere l’esattezza della notizia pubblicata da vari giornali settimanali circa l’ordine dato, e pare eseguito, di distruggere tutto il materiale dimostrativo dell’eroico comportamento dei marinai d’Italia prima dell’8 settembre 1943. Si spera trattarsi di una panzana giornalistica, non potendosi ammettere una diversa valutazione dell’eroismo italiano, stabilita da una data. Si chiede anzi, se non si senta la necessità di onorare pubblicamente i nostri morti, eroici fratelli caduti sul mare in ogni tempo. (L’interrogante chiede l’urgenza per la sua interrogazione).
«Mazza».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere se non creda necessario deplorare il comportamento di determinate Camere del lavoro dell’Italia meridionale, denunziando i dirigenti responsabili per il sabotaggio del Prestito della Ricostruzione, speranza per la comune salvezza, effettuato con gli scioperi a catena.
«Mazza».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere i motivi per i quali si starebbe per concedere nel comune di Negrar una nuova licenza di cinematografo chiuso, contrariamente alla volontà delle popolazioni interessate espressa dalle autorità locali e in particolare dal capo dell’amministrazione comunale; e per sapere come possa essere avvenuto che siano stati non esattamente o parzialmente informati gli organi centrali circa i dati di fatto e precisamente si sia affermato che il comune di Negrar conta 8 mila abitanti, senza aggiungere che è costituito di sette paesi (Negrar, Arbizzano, Montecchio, Torbe, Prun, Marzano e Fane) con distanze dal capoluogo fino a 8 chilometri; si sia affermato che esiste un solo cinematografo, mentre nell’ambito del Comune ne esistono tre; si sia affermato che nel cinema del capoluogo vi siano 286 posti, mentre quelli a sedere sono 344.
«Uberti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se il Governo intenda sistemare in carriera quei pochi magistrati nominati dal Governo alleato, in servizio da oltre tre anni, attualmente in carica; come è stato già disposto dal Ministro dell’interno per i commissari di pubblica sicurezza e dal Ministro della pubblica istruzione per i docenti universitari nominati dal Governo alleato, mentre pare che un simile provvedimento stia per essere adottato nei confronti dei dipendenti dell’Amministrazione finanziaria. L’eventuale sistemazione dei magistrati predetti risponderebbe ad evidenti criteri di giustizia e di equità, potendo essi legittimamente aspirare ad una giusta sanatoria in forza dell’articolo 2 della legge 31 agosto 1945, n. 571, che prevede espressamente la possibilità della immissione nei ruoli dei funzionari nominati dal Governo alleato. Nel contempo l’Amministrazione della giustizia si gioverebbe di elementi di provata capacità ed esperienza. Del resto lo stesso onorevole Ministro di grazia e giustizia ha già ravvisato l’opportunità, mediante la legge 6 aprile 1946, di assumere nella Magistratura vice pretori onorari, procuratori legali e laureati in giurisprudenza, in favore dei quali depone solo una semplice presunzione di idoneità all’esercizio delle funzioni giudiziarie, mentre i magistrati nominati dal Governo militare alleato, tuttora in carica, sono stati già provati da non breve esperienza e dànno affidamento di sicura garanzia.
«Romano».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere – nel momento in cui l’Assemblea Costituente sta per accogliere nei nuovi ordinamenti della Repubblica italiana la giusta ed antica aspirazione della Magistratura alla sua piena ed effettiva indipendenza, che ha come indispensabile premessa la leale accettazione e comprensione da parte di tutti i magistrati, a cominciare da quelli investiti dei più alti uffici, della legalità repubblicana – se siano vere le notizie riferite dalla stampa su recenti episodi, i quali potrebbero far ritenere che altissimi magistrati in adunanze solenni si compiacciano di ignorare la Repubblica e pubblicamente rifiutino al Presidente della Repubblica quel non servile ossequio che in regime democratico è dovuto al Capo dello Stato, simbolo dell’unità, della concordia e della sovranità del popolo; e, qualora tali notizie siano vere, per conoscere quali immediati provvedimenti intenda prendere o promuovere per far sì che nel popolo rimanga intatta la fiducia nella Magistratura e per evitare che, in seguito alla impressione suscitata da siffatti isolati gesti individuali, l’opinione pubblica possa essere indotta a considerare con timore quelle garanzie di assoluta indipendenza che stanno per essere date alla Magistratura e a diffidarne come di possibili pericolosi strumenti di resistenza e di ostilità contro le istituzioni repubblicane.
«Calamandrei».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere per quali ragioni, con inescusabile sperpero del pubblico danaro, sia conservato in funzione, dopo oltre venti mesi dalla cessazione d’ogni azione bellica, il minuscolo ospedale della Croce Rossa, che occupa oltre metà del fabbricato delle scuole «IV Novembre» in Udine, ad onta che l’Autorità militare disponga, per circa duecento degenti, dell’intero ospedale vecchio, capace d’oltre settecento letti, e quando il nuovo Ospedale civile versa in penosissima allarmante deficienza di spazio e il Comune non dispone di sufficienti edifici per la sua popolazione scolastica.
«Cosattini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno per sapere quali provvedimenti intenda adottare contro il Prefetto di Palermo, che, violando apertamente la legge, venendo meno ai doveri di tutela della dipendente amministrazione comunale di Lercara e rendendosi inconsapevole strumento di privati interessi in contrasto con quelli della predetta amministrazione, illegittimamente ed arbitrariamente invitava quel sindaco a revocare nel termine perentorio di tre giorni un decreto con il quale era stata disposta per gravi e conclamate ragioni di urgente necessità pubblica, ai sensi dell’articolo 7 della legge 20 marzo 1865, n. 2258, all. E, la occupazione dell’Azienda elettrica di Lercara, ed avuta dal sindaco risposta negativa, per quanto largamente motivata, offendendo il prestigio degli ordinari amministratori, riteneva di potere, in applicazione dell’articolo 19 della legge comunale e provinciale, inviare in quel Comune un Commissario prefettizio allo scopo di gestire il servizio elettrico, senza che ne ricorressero le condizioni di legge e sotto lo specioso pretesto di assicurare il detto servizio, già perfettamente assicurato dal provvedimento del sindaco e per garantire una imparzialità nella gestione, che svolgendosi esclusivamente nell’interesse del Comune, non poteva, né può interessare il privato, di cui il Prefetto di Palermo ritenne di dovere assumere la premurosa tutela.
«Finocchiaro Aprile».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, e i Ministri dell’assistenza post-bellica e l’Alto Commissario per l’alimentazione, per conoscere se e quali provvedimenti siano stati adottati o si intenda adottare per lenire, anche in minima parte, le terribili sofferenze – rese più atroci dai rigori di un inverno eccezionale – delle popolazioni dei Comuni maggiormente sinistrati d’Abruzzo – specie di quelli della montagna, già sepolti dalla neve – giunte ormai al massimo di una pericolosa esasperazione. Si chiede per esse, costrette a vivere una vita che è una lenta agonia, che si provveda d’urgenza all’invio di indumenti, di coperte, di calzature, di soccorsi sanitari; alla distribuzione supplementare di viveri di prima necessità; alla erogazione di speciali sussidi invernali per tutti i minorati dalla guerra, per i partigiani, i reduci, i disoccupati, i pensionati, per gli innumerevoli senza tetto che hanno bisogno dei più elementari aiuti immediati per non morire di fame, di freddo e di tubercolosi. (L’interrogante chiede la risposta urgentissima).
«Paolucci».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri delle finanze e del tesoro, per conoscere se non si ravvisi opportuno, oltreché giusto ed umano, disporre che i contribuenti dei Comuni d’Abruzzo maggiormente sinistrati dalla guerra siano esonerati dal pagamento di tutte le imposte almeno fino a quando non vengano dall’Erario risarciti dei danni sofferti a causa della guerra, scomputandosi, in tal caso – mediante una innovazione nel campo tributario, che non deve sembrare strana se si tien conto della immane sciagura che si è abbattuta su quelle martoriate popolazioni – il loro debito per tributi verso l’Erario medesimo dall’indennizzo ad essi dovuto per quei danni e debitamente accertato. L’interrogante chiede che si provveda, nel frattempo, d’urgenza, ad ordinare la sospensione degli atti esecutivi a loro carico, ovunque minacciati o già in corso su vasta scala.
«Paolucci».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dell’aeronautica, per sapere se sia vero che la Società italo-americana di trasporti aerei (LAI) abbia ottenuto, in regime di monopolio, l’esercizio della linea Cagliari-Roma, con esclusione di un’altra società, sorta per sviluppare e sostenere, principalmente, gli interessi isolani con capitali sardi, che già dal 1944 aveva avanzato richiesta di concessione della suddetta linea ed alla quale la possibilità di tale esercizio era stato riconosciuta. Ciò costituirebbe non solo disconoscimento di un giusto diritto di precedenza ed un danno sicuro per la società, che vi ha già impegnato ingenti capitali, ma annullerebbe anche le iniziative e danneggerebbe gli interessi dell’Isola. (Gli interroganti chiedono la risposta d’urgenza).
«Mastino Pietro, Lussu, Mastino Gesumino, Bozzi, Laconi, Mannironi, Murgia, Falchi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se: gli risulti che – mentre il Senato ha per legge cessato dalle sue funzioni e – per conseguenza – è venuto altresì a cessare il privilegio del Foro a favore dei suoi Membri, continui invece a funzionare l’Alta Corte di Giustizia per procedimenti a carico di coloro che – pur godendo del titolo di «Senatori discriminati» – non possono e non debbono essere sottratti alla giurisdizione delle autorità giudiziarie; e – constatati i fatti – non ritenga che il Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma debba avocare a sé l’azione penale negli accennati procedimenti, richiamando dagli uffici della cessata Alta Corte gli atti relativi, non potendosi a questa consentire alcun potere, neppure istruttorio, che, oltre ad essere illegale, riuscirebbe anacronistico e sospetto.
«Santi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro del lavoro e previdenza sociale, per conoscere le ragioni per cui il Governo è rimasto indifferente dinanzi al gravissimo fenomeno della disoccupazione agricola nel Salento, ove la piccola e media proprietà terriera, essendo costretta da oltre un anno ad assorbire la mano d’opera disoccupata in lavori improduttivi, se non dannosi, si è venuta a trovare in condizioni quasi disperate. L’interrogante segnala l’opportunità politica e sociale di disciplinare il fenomeno con un provvedimento legislativo che metta a carico dello Stato, e quindi della generalità dei cittadini, l’onere dei veri disoccupati e bisognosi.
«Gabrieli».
«La sottoscritta chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se è a conoscenza che l’indennità di residenza, fissata a lire 4000 annue, nell’anteguerra, per i farmacisti delle farmacie in zone rurali, è rimasta la stessa, malgrado il diminuito valore della moneta e l’aumentato costo della vita, o se intenda impartire alle Prefetture e ai Comuni opportune disposizioni perché detta indennità di residenza venga adeguata agli indici della vita di oggi, come è stato fatto per ogni altra categoria di professionisti e di lavoratori.
«Federici Maria».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri degli affari esteri e dell’agricoltura e foreste, per conoscere quali gravi ragioni abbiano impedito a tutt’oggi la costituzione ed il funzionamento della Organizzazione italiana per l’alimentazione e l’agricoltura, da porre in collegamento con la F.A.O. La necessità di tale costituzione e la urgenza del funzionamento di essa, indicata all’Italia dai dirigenti stessi della F.A.O., nell’interesse del nostro Paese ed in particolare per salvaguardare la nostra aspirazione di stabilire la sede europea della F.A.O. a Roma, è stata dall’interrogante parecchi mesi fa, al suo ritorno da Kopenaghen, segnalata alla Presidenza del Consiglio, al Ministro degli affari esteri ed a quello dell’agricoltura e foreste, come provvedimento necessario ed urgente. A malgrado di tali preghiere ed avvertimenti, il Governo ha creduto di dover prolungare per oltre tre mesi l’incubazione di un provvedimento che poteva essere preso in poche ore.
«In questi giorni una Commissione della F.A.O. si è recata a Roma per studiare il problema della propria sede europea, ma non ha trovato ancora costituita la F.A.O. italiana. Ciò può seriamente compromettere il risultato felice dell’ultima Assemblea dell’Istituto internazionale di agricoltura, nella quale le cinquantadue Nazioni rappresentate votarono all’unanimità la scelta di Roma come sede europea della F.A.O., ed anche il risultato favorevole ottenuto dalla Delegazione italiana alla Conferenza F.A.O. a Kopenaghen sulla stessa questione. Si domanda che il Governo faccia conoscere i motivi di tale inspiegabile pausa, così pregiudizievole per gli interessi del nostro Paese e che provveda finalmente alla costituzione della F.A.O. italiana.
«Rivera».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’agricoltura e foreste e del tesoro, per segnalare la ingiustizia delle differenti misure di contributo accordate ai territori agricoli italiani a seconda che si trovino dentro o fuori i «comprensori di bonifica». Tale situazione di assoluto privilegio concessa a determinate zone, scelte con criteri tecnici non sempre giustificati, mentre concentra per una serie di anni i benefici governativi in poche fortunate aree, li rarefà per il resto del Paese, e crea una disparità di trattamento che nulla giustifica. Vi sono zone le quali, come la vallata Aquilana e quella di Sulmona, sono bisognose di contributi governativi adeguati per regolamentare ed incrementare l’irrigazione e per i bisogni urgentissimi della montagna, opere queste che significano aumento della ricchezza nazionale; e quasi nulla in queste zone può intraprendersi, con i contributi attribuibili attualmente; esse oggi scontano la disavventura di non aver trovato nel regime passato chi patrocinasse la loro inclusione in «comprensori di bonifica».
«Si domanda che il Governo non persista a considerare congelati i comprensori già esistenti, sui quali soltanto seguita a concedere contributi, ma che faccia un trattamento equo ed equivalente a tutto il territorio agricolo italiano, bisognoso di miglioramenti e bonifiche. Ciò può ottenersi o prescindendo dai «comprensori» nella concessione dei contributi più urgenti ed utili o rotando la dichiarazione ed il riconoscimento dei «comprensori».
«Rivera».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro per il commercio estero, per sapere i criteri che lo hanno guidato nella concessione della licenza al Consorzio importatori conservieri per 20.000 tonnellate di sostanza zuccherina proveniente dal Perù, e per sapere se il prezzo di 155 lire al chilogrammo è quello normale del mercato o è superiore.
«Natoli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro per il commercio estero, per sapere se non creda conveniente concedere licenza di importazione di uova, offerte a prezzi convenienti sui mercati esteri, mentre in Italia sono vendute ad un prezzo tanto alto da favorire il rialzo del prezzo della carne e del pesce.
«Natoli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se gli risulta rispondente a verità quanto ha affermato nel suo discorso a Firenze l’onorevole Togliatti, ex Ministro della giustizia, e cioè che in molte regioni la «Magistratura italiana» non si è ancora staccata dalla vecchia consuetudine di lasciarsi trattare e considerare come un corpo di servitori della classe possidente, tenuti a interpretare le leggi secondo gli interessi dei signorotti e dei grandi proprietari locali.
«Cortese».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per conoscere quando intenderà dare esecuzione al deliberato del Consiglio dei Ministri del 24 giugno 1946, con il quale fu disposta la revoca del collocamento a riposo, con la conseguente riammissione in attività di servizio, del dottor Leonida Bonanni, direttore generale del Ministero del tesoro.
«Marinaro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, ed i Ministri dei lavori pubblici, dell’assistenza post-bellica e del tesoro, per conoscere se non ritengano rispondente a giustizia, oltreché conforme all’universale aspettazione, inserire opportunamente nel prossimo decreto, che regola il vasto piano della ricostruzione edilizia, una disposizione che distingua i sinistri per causa di rappresaglia da tutti gli altri considerati comunque effetto di eventi bellici; e concedano ai primi speciali condizioni di favore, sia quanto alla misura del risarcimento, che dovrebbe essere in buon numero di casi anche totale, sia quanto alla precedenza ed alla procedura nel vaglio dei progetti, nelle anticipazioni e nella esecuzione dei lavori.
«Il criterio discriminatorio per l’invocato provvedimento è imposto soprattutto dalla considerazione che, mentre i danneggiati da bombardamento o da altre operazioni belliche furono passivi verso l’azione causa di sinistro, i rappresagliati invece, nella loro quasi totalità, determinarono direttamente l’atto di devastazione nei propri riguardi col rendersi attivi nei confronti della lotta clandestina, per efficace partecipazione ad essa o per vario favoreggiamento: sì da incorrere coscientemente nelle barbare misure di repressione o di intimidazione, singola come collettiva. Tali specifiche benemerenze, frutto di amore, di fede, di sacrificio, non possono non essere ritenute sacrosanto motivo per il riconoscimento d’un particolare debito della Patria.
«Franceschini».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per chiedere – in relazione alle notizie della grave crisi che si prospetta nel settore dell’energia elettrica in Italia settentrionale, che minaccia una paralisi totale della già grave situazione esistente – che siano ufficialmente comunicati i dati statistici dell’energia prodotta nell’anno 1946 e della sua distribuzione per i vari usi. E per conoscere quali provvedimenti saranno adottati per la disciplina dei consumi e per il rafforzamento del controllo da parte dei pubblici poteri.
«Pesenti, Alberganti, Roveda, Novella».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non ritenga di proporre una norma di legge, per la quale sia consentito ai geometri di iscriversi alla facoltà di ingegneria civile ed a quella agraria.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, perché consideri se non sia il caso di provvedere alla sistemazione in ruolo dei professori dichiarati, a seguito di esami sostenuti in regolari concorsi, idonei all’insegnamento nei precedenti concorsi, non sistemati in ruolo per mancanza di cattedre. Trattasi di docenti, che per lo più insegnano da diversi anni.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se non ritenga opportuno autorizzare al più presto i Provveditori agli studi a bandire, nei modi di legge, i concorsi magistrali, in guisa che col nuovo anno scolastico ogni scuola abbia il proprio titolare, il che è indispensabile per la normale ripresa dell’educazione dei figli del popolo.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere quali provvedimenti siano in via di elaborazione per il ripristino, in conformità dell’articolo 17 (secondo capoverso), del regio decreto-legge 6 dicembre 1943, n. 16 B, del Corpo delle foreste. Tale richiesta è motivata dal fatto che sono stati, in quest’ultimo periodo di tempo, messi in giro vari schemi di decreti, proposti ad iniziativa di funzionari interessati o da commissioni non regolarmente costituite, con i quali si prevedono solo parziali e transitorie riforme.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dei trasporti e dell’industria e commercio, per conoscere se non credano di ovviare, con la urgenza che il caso richiede, alla incresciosa situazione determinatasi nel Molise a seguito e per effetto della irregolare ripartizione del carburante – che viene mensilmente assegnato a detta Regione – fra le ditte concessionarie di autolinee, sì che queste sono state costrette a ridurre i propri servizi (anche postali) a soli due giorni la settimana. L’interrogante desidererebbe sapere dagli onorevoli Ministri quali provvedimenti intendano prendere per evitare ulteriormente simili sperequazioni, per le quali le popolazioni di quella laboriosa tranquilla Regione ricevono incalcolabili danni.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non creda ormai doveroso ed urgente bandire un concorso per cattedre di scuole medie riservato esclusivamente a coloro che, non avendo accettato il regime fascista, ed anzi avendolo apertamente avversato, furono per venti anni esclusi dall’insegnamento. E ciò a titolo di riparazione di un’ingiustizia che non può ulteriormente protrarsi, ed in vista della quale si addicono, in ogni caso, provvedimenti di particolare considerazione non diversi da quelli adottati per reduci e partigiani.
«Salerno».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere in quale situazione si trova oggi la Casa Carducci a Bologna, chi ne abbia la direzione e la custodia, ed a chi sia affidata la continuazione della edizione nazionale delle opere carducciane, nella quale la pubblicazione dell’epistolario si è arrestata al 1878.
«Calamandrei».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Governo, per sapere se, di fronte alle necessità ogni giorno più urgenti della ricostruzione in tutti i campi della vita nazionale, si sia reso conto che gli organi esecutivi della burocrazia camminano in gran parte a ritroso, e se non sia indispensabile promuovere un provvedimento che affretti la conclusione delle pratiche, evitando quei ritardi che, molte volte, frustrano la tempestività della legge. Basta citare l’abituale modo di procedere degli uffici periferici del Provveditorato alle opere pubbliche e del Genio civile per convincersi della necessità di riparare, con l’urgenza che il momento richiede, alle deficienze che ritardano la ricostruzione e aggravano quella disoccupazione che, invece, il Governo vuole giustamente combattere.
«Le ragioni principali che determinano la lentezza nell’esecuzione delle opere vanno ricercate nel sistema pletorico e accentratore del Provveditorato alle opere pubbliche e nel mancato decentramento deliberante da parte del Genio civile. Quest’ultimo importante organo dei lavori pubblici può approvare progetti fino alla concorrenza di lire 500 mila, laddove, data la svalutazione della lira, la sua competenza dovrebbe allargarsi fino al limite di trenta volte almeno quella delle 250 mila lire di anteguerra, val quanto dire all’incirca gli 8 milioni di lire attuali.
«L’interrogante richiama l’attenzione del Governo sui provvedimenti che si rendono indispensabili, se alle vantate promesse si vuol far seguire la realizzazione pratica di opere veramente produttive per l’assorbimento dei lavoratori disoccupati e per una sollecita e proficua ricostruzione.
«Caso».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se non ritenga opportuno disporre con la massima urgenza l’attuazione della costruzione della ferrovia Nardò-Manduria-Taranto, già data in concessione da vario tempo alla Società delle ferrovie del sud-est. Ciò è tanto più necessario per alleviare la grave disoccupazione nel Salento, che diventa sempre più preoccupante, ed anche per facilitare la trasformazione fondiaria della Puglia. Tale ferrovia renderebbe abitabile e quindi più intensamente coltivabile una zona, attualmente pressoché abbandonata.
«De Maria».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se è stato disposto l’invio alle Università dei fondi necessari al pagamento degli stipendi dei professori incaricati, di cui all’articolo 1 del regio decreto legislativo 27 maggio 1946, n. 537. All’interrogante risulta, invero, che la corresponsione degli stipendi, in base al decreto citato, non ha ancora avuto luogo, con grave danno per una categoria di insegnanti universitari, che con tanta abnegazione si preparano in momenti e situazioni economiche cosi difficili ai concorsi per entrare nei ruoli dello Stato.
«Bettiol».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere:
1°) perché non si provvede, attraverso il reclutamento straordinario per titoli di funzionari di cancelleria e di segreteria avventizi (da scegliersi preferibilmente tra diplomati reduci, ex combattenti e partigiani di ineccepibile moralità), a dare entro febbraio o marzo del 1947 agli Uffici giudiziari il personale ausiliario della Magistratura sufficiente affinché i giudici siano convenientemente coadiuvati nelle numerose mansioni burocratiche loro affidate e, soprattutto, assistiti in tutti gli atti per i quali la legge richiede l’intervento del cancelliere o del segretario. Sicché non si perpetui il malvezzo (meglio lo sconcio) che i magistrati, che sono in numero assolutamente insufficiente alle necessità attuali della Giustizia debbano commettere quotidiani falsi in atto pubblico, facendo risultare nei verbali, da loro stessi o dagli avvocati redatti, l’assistenza del cancelliere, che quasi mai li assiste. Con quanto decoro per la funzione giudiziaria ognuno vede! Si fa presente che ogni magistrato dovrebbe avere a propria disposizione, per le mansioni sopra indicate, almeno un cancelliere o segretario, e che quindi l’organico del personale in parola va notevolmente aumentato;
2°) perché non vengono espletati, con l’estrema sollecitudine che le circostanze impongono, i concorsi per uditori giudiziari e perché particolarmente quello in corso non è ancor giunto in porto, benché bandito circa un anno e mezzo fa, e quello per titoli, pure in corso, non viene sollecitamente esaurito, con la conseguenza per entrambi che molti concorrenti, stanchi di attendere la propria sistemazione, scelgono altre più proficue occupazioni;
3°) perché non si forniscono gli Uffici dei giudici istruttori e dei procuratori della Repubblica di automezzi, onde possano detti magistrati decorosamente e rapidamente esperire le istruttorie che spesso languono per mancanza di mezzi di comunicazione che potrebbero, se forniti agli Uffici giudiziari come a tanti altri, agevolare il compito immane che incombe sugli organi della Giustizia per la sempre crescente criminalità;
4°) perché il costo della carta da bollo non viene adeguato al mutato valore della moneta, tenendo presente che rispetto al costo del 1865 quello attuale è irrisorio, al fine di provvedere l’Amministrazione della giustizia dei mezzi, cose e persone, di cui attualmente è priva se non si vuole che la più alta tra le funzioni statali versi perennemente, in regime di democrazia come in regime di tirannia, in stato fallimentare.
«Roselli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare l’Alto Commissario per l’alimentazione, per conoscere in virtù di quali disposizioni la Sepral di Pavia fornisce ai panificatori della Provincia rilevanti quantitativi di farina, oltre quelli dovuti per assegnazione, al prezzo di lire 10.318,50 al quintale, e per essere edotto sulla destinazione delle somme ricavate da tale mercato.
«Pistoia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere i provvedimenti che intenda adottare per por fine alla reazione scatenata dagli agrari in provincia di Lecce contro i lavoratori organizzati, con la complicità delle autorità locali.
«Pastore Raffaele».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere se sia a sua conoscenza che il sindaco di Galatina (Lecce), Deputato alla Costituente, sia stato, in seguito ad invasione nel proprio domicilio, prelevato con violenza e condotto alla locale Camera del lavoro e là trattenuto per obbligarlo a pagare con proprio denaro o con quello della Cassa comunale, l’importo di giornate lavorative di disoccupati assegnati dalla commissione locale ad alcuni proprietari che erano temporaneamente assenti dal Comune; e per conoscere quali provvedimenti abbia presi od intenda prendere contro gli autori di tali violenze e soprusi a tutela della dignità del cittadino, del rappresentante dell’Amministrazione comunale e soprattutto del Deputato all’Assemblea Costituente.
«Grassi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’interno, del tesoro e dell’agricoltura e foreste, per conoscere se non si ravvisi la urgente necessità di revocare il recente provvedimento per cui si sono addossati agli stremati bilanci dei Comuni le ingenti spese per il servizio del tesseramento annonario, che fin dall’origine è sempre stato a carico dello Stato; e se, in subordine, non si ritenga indilazionabile un congruo aumento del contributo fissato pro capite in misura di gran lunga inferiore alle entità della spesa effettiva ognora crescente per il funzionamento del complesso servizio.
«Bubbio».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del commercio estero, per sapere quali criteri hanno ispirato la conclusione del protocollo addizionale del 26 ottobre 1946, all’accordo commerciale italo-belga. Tale accordo prevede la fornitura di quantitativi notevoli di prodotti siciliani senza che la Sicilia riceva il corrispettivo di materie prime e di merci a cui ha diritto e che sono destinati invece all’industria delle regioni settentrionali d’Italia, le quali beneficeranno delle valute estere ricavate dalla vendita di prodotti siciliani. E per sapere, inoltre, le ragioni che impediscono l’assegnazione di macchine belghe per la filatura alla Sicilia, mentre il cotone siciliano deve essere inviato alle industrie dell’Italia settentrionale per essere filato.
«Natoli».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’interno e di grazia e giustizia, per sapere:
- a) se a loro consta che organi della polizia, nel sottoporre ad interrogatorio indiziati di reati, usano metodi illeciti, disumani ed anche sevizie, le quali – come di recente qui in Roma – sono, talvolta, persino causa di morte dell’inquisito;
- b) quali provvedimenti intendano prendere per impedire nel modo più drastico che abbiano a ripetersi questi veri abusi d’ufficio, i quali, oltre a costituire una palese violazione della legge, offendono quel concetto della dignità umana, che deve stare a fondamento d’ogni vera democrazia.
«Pertini».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se non creda necessario disciplinare con opportune norme e restrizioni le scuole di specializzazione in medicina e chirurgia tuttora esistenti e precisamente:
- a) vietare il cumulo delle specializzazioni in branche che non siano almeno affini e che non hanno scopo di approfondire la propria cultura, ma solo reclamistico e commerciale;
- b) obbligare una effettiva frequenza ai singoli corsi con l’istituzione delle firme di frequenza indispensabili per essere ammessi agli esami;
- c) limitare l’ammissione alle scuole di specializzazioni suddividendo per turno alle singole Università i corsi biennali o triennali, ecc., e richiedendo per l’ammissione un preventivo esame di concorso.
«Cotellessa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze e del tesoro, per conoscere quale ragione, se non politica, ha indotto il Sottosegretariato per i danni di guerra a modificare, con circolare del 28 agosto 1946, la legge vigente sul risarcimento dei danni di guerra, ordinando alle Intendenze di finanza di non dar corso che alle sole istanze per anticipi danni guerra immobiliari, per le quali sia stata fatta apposita segnalazione dalla Camera confederale del lavoro. Tale disposizione, in zone come l’Abruzzo ed in ispecie le provincie di Chieti, Aquila e Pescara, in cui molti piccoli paesi furono completamente distrutti e dove esistono raramente Camere del lavoro, ha portato necessariamente all’esclusione di molti danneggiati, mentre sarebbe più giusto procedere alle liquidazioni secondo le condizioni di effettiva indigenza dei richiedenti e il già esistente sistema di precedenza secondo la data di presentazione della richiesta.
«Cotellessa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e del commercio, per sapere se non ritenga giusto promuovere, d’accordo coi competenti Ministeri, l’emanazione di opportune disposizioni tendenti a concedere sgravi fiscali e facilitazioni nell’assegnazione di materiali a favore dei piccoli industriali e artigiani, che attualmente, equiparati negli oneri alle grandi aziende e meno favoriti nelle assegnazioni, sentono in maniera gravissima la difficoltà di una ripresa produttiva, peraltro utilissima e necessaria agli interessi del Paese. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Zaccagnini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere se, in attesa che nuove leggi regolino in maniera più democratica e giusta la chiamata alle armi dei cittadini di leva, non sia possibile ripristinare le disposizioni di legge esistenti prima del fascismo, che stabilivano tre categorie di cittadini: la prima per quelli che dovevano compiere l’intera durata del servizio militare; la seconda per i figli unici per i quali il servizio era limitato alla durata di sei mesi; la terza per i capi famiglia che erano esonerati dal servizio militare. Al fine di riparare ingiustizie commesse ed anomalie volute da facili raccomandazioni e da situazioni createci al momento della chiamata alle armi, l’interrogante chiede che venga esaminata d’urgenza la situazione di tutti i cittadini che per ragioni di leva si trovano attualmente sotto le armi; e che, per coloro che risultassero capi famiglia, o unico sostegno di famiglia, si provveda all’immediato invio in licenza straordinaria in attesa di congedo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Vischioni».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere se e quali provvedimenti intenda adottare per la riparazione e ricostruzione di case d’abitazione danneggiate o distrutte dalla guerra, o appartamenti a famiglie operaie. Esistono numerosi operai, che a costo di duri sacrifici riuscirono a costruirsi modestissime casette per abitazione delle loro famiglie, e ai quali è attualmente impossibile cogli aiuti promessi, e non sempre praticamente concessi in maniera eguale a tutti i proprietari, di provvedere alla riparazione e ricostruzione della propria casa. Si ravvisa perciò la necessità che lo Stato, considerando le abitazioni di operai adibite a esclusivo uso familiare alla stessa stregua delle case popolari, intervenga in maniera ben diversa e praticamente tale da permettere a questa modesta categoria di lavoratori la riparazione o ricostruzione delle loro abitazioni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Zaccagnini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se non ritenga necessario studiare con urgenza un provvedimento che dia la possibilità a tutti i pensionati (specie a quelli dipendenti da istituti amministrati dalla Cassa depositi e prestiti) di fruire dell’assistenza medica e ospedaliera e somministrazione di medicinali da parte delle mutue. Per questi lavoratori, le cui pensioni rappresentano un mezzo ancor troppo lontano dal minimo necessario per vivere, ogni eventuale (e, data l’età, tutt’altro che improbabile) malattia rappresenta un tale aggravio da rendere veramente e tragicamente inumana la loro situazione. Ritengo, perciò, che tale provvedimento meriti di essere con urgenza studiato e tradotto in realtà. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Zaccagnini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’assistenza post-bellica e del tesoro, per sapere perché a molti reduci non siano stati ancora liquidati i crediti da essi acquisiti col lavoro durante i mesi di prigionia e che rappresentano per molti di essi, ancora disoccupati, oltre che il frutto di lunghi sacrifici, un mezzo necessario per poter affrontare i duri mesi di sistemazione in Patria. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Zaccagnini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere se e quando, dopo tanta attesa, saranno pagate al comune di Alba e a diverse imprese locali le spese anticipate per le riparazioni alla caserma militare Govone e per i posti di blocco; e se non si ravvisi la necessità di non ritardare oltre tale liquidazione, in considerazione che le spese furono imposte dal locale Comando di presidio in forme strettamente coattive, cui né privati, né comune potevano sottrarsi; quale liquidazione si ravvisa anche opportuna, dopo i gravissimi sacrifici sopportati dalla popolazione albese nell’aspra lotta per la liberazione, come il Ministero ebbe già à riconoscere. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bubbio».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere le ragioni che lo hanno indotto a preferire, nell’incarico di direttore della Scuola di Arte di Castelli, il professore Giorgio Baitello, ex segretario politico di fascio, al professore Vincenzo Fuina, benemerito della lotta clandestina contro il nazifascismo; e come intenda riparare a tale decisione nei confronti di un noto ed apprezzato artista ed insegnante – qual è il Fuina, rimasto disoccupato – cui in un momento di urgente necessità (1933-1934) si fece ricorso incaricandolo appunto, in considerazione dei suoi meriti, della direzione della detta scuola. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Marinaro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro del tesoro, per conoscere quali seri ed effettivi provvedimenti si intendano prendere per meglio disciplinare e definitivamente organizzare tutto il sistema relativo alla liquidazione delle pensioni di guerra.
«Risulta infatti che, nonostante precedenti assicurazioni date, negli uffici burocratici della Direzione generale delle pensioni di guerra permane tuttora un deplorevole disservizio legato sia alla mancanza di personale specializzato che alla incomprensibile lentezza con la quale le pratiche vengono avviate in istruttoria.
«Si tratta, in verità, di decine di migliaia di istanze che giacciono inevase da mesi e da anni, lasciando in completo abbandono la numerosa classe degli interessati composta da mutilati di varie guerre, invalidi, infortunati civili, genitori, vedove ed orfani di caduti, tutti in condizioni di grave difficoltà economiche perché privi di sostegno e di beni di fortuna.
«Urge che il Ministero del tesoro intervenga decisamente nella questione, provvedendo ad integrare con personale adatto e sufficiente gli uffici della Direzione generale, al fine di metterla in grado di poter espletare le istruttorie pendenti.
«Inoltre è pure assolutamente necessario ed indilazionabile che il predetto Ministero di concerto col Ministero della guerra, per quanto di competenza, provveda a far integrare le Commissioni mediche per le pensioni di guerra regionali di personale medico legale ed anche impiegatizio, perché esse attualmente non sono in grado di poter funzionare e di precedere con la dovuta sollecitudine alle visite dirette di migliaia di interessati disposte dai superiori uffici. Poiché tale disservizio crea legittimo malcontento in tutta una provata categoria di persone che meritano ben altra considerazione da parte del Governo, si richiama la particolare attenzione dell’onorevole Presidente del Consiglio perché esamini l’opportunità di costituire un apposito Sottosegretariato di Stato che meglio organizzi tutto il complesso degli uffici, al fine di poterne garantire il reclamato funzionamento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Fresa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere se risponda a verità:
1°) che presso il Ministero dei lavori pubblici sarebbe in preparazione uno schema di provvedimento legislativo contenente disposizioni integrative degli articoli 4 e 5 del decreto legislativo luogotenenziale 15 novembre 1944, n. 425, per i soci della Cooperativa edilizia «Il Villaggio dei Giornalisti»;
2°) che detto provvedimento farebbe scempio dei più elementari principî generali del nostro ordinamento giuridico e sarebbe in assoluto e stridente contrasto con le disposizioni del vigente Codice civile;
3°) che detto provvedimento, disponendo in materia di rivendicazione degli alloggi non soltanto dei soci a suo tempo estromessi dalla Cooperativa per motivi politici, ma anche e soprattutto di speculatori che soffrirono tale estromissione perché non in possesso dei requisiti professionali previsti dalla legge, innoverebbe profondamente al concetto stesso di «terzo di buona fede», alla tutela che ad esso la legge accorda, arrivando a stabilire presunzioni di malafede arbitrarie e gratuite che mai la legge ha fin qui consentito e che il diritto non può quindi ammettere;
4°) che nello schema del predetto provvedimento verrebbe dichiarata l’inammissibilità di qualsiasi gravame in via amministrativa e in via giurisdizionale contro i provvedimenti ministeriali disponenti le reintegrazioni, ponendo così, in base a puerili pretesti, il diritto dei singoli in balia del più deplorevole dispotismo amministrativo proprio in un momento in cui più imperiosa è l’esigenza di una rigida tutela giurisdizionale e di controllo per la carenza dei normali organi costituzionali;
5°) che il predetto provvedimento sancirebbe, in contrasto con quanto asserito nella relazione al Consiglio dei Ministri, che si prescinderà dal possesso o meno, da parte dei soci reintegrandi, dei requisiti professionali voluti espressamente dalla legge, e si stabilirebbe la non applicabilità degli articoli 98, 100 e 110 del Testo unico sulla edilizia popolare ed economica;
6°) che un particolare ed ingiustificato trattamento di favore verrebbe stabilito in favore dei proprietari del suolo non in possesso dei predetti requisiti, allo scopo di consentire il ripetersi di tentativi di speculazione già altra volta falliti;
7°) che il predetto provvedimento sarebbe personale opera del prefetto Vicari, il quale ripeterebbe metodi è sistemi appresi nel periodo in cui prestò lungamente servizio presso la Segreteria di Mussolini. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Mastrojanni».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quando intenda dare finalmente definitiva sistemazione agli istituti di insegnamento artistico e musicale con la fissazione dei nuovi organici e con la revisione delle nomine senza concorso, annullate per effetto del decreto 15 febbraio 1945, n. 139, tenendo presente la legittima aspirazione di tutti coloro che, dalla abusiva estensione della facoltà di nomina senza concorso e dalla loro non appartenenza al partito fascista, furono impediti di cimentarsi in regolari concorsi. Perché assicuri che in nessun modo si intende di eludere, attraverso a pseudo-interpretazioni o a duttili adattamenti, il preciso disposto e l’inequivocabile intendimento di detto decreto. Ed infine perché confermi nella loro giustificata attesa di una definitiva sistemazione coloro che, per effetto del suddetto decreto si sono trovati in una posizione di incertezza amministrativa, nociva ad essi e al buon funzionamento dell’insegnamento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Terracini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere: quali provvedimenti intenda adottare per ovviare alla grave disoccupazione degli insegnanti di scuole medie esistente specialmente in provincia di Bari, e se non ritenga a tal riguardo opportuno:
- a) sdoppiare le classi con più di venticinque alunni;
- b) istituire doposcuole e scuole serali soprattutto ad indirizzo tecnico. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Caccuri».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere: se non sia equo inquadrare nei ruoli organici gli insegnanti di scuole medie che abbiano conseguita l’idoneità in precedenti concorsi e che abbiano lodevolmente insegnato in istituti d’istruzione per almeno un quinquennio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Caccuri».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per sapere se intenda accrescere finalmente in giusta misura le congrue ed i supplementi di assegni agli aventi diritto, affinché il clero italiano sia posto in condizione di vita equa e dignitosa. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Recca».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se non ritiene opportuno, nell’interesse delle finanze dello Stato, e allo scopo di facilitare l’occupazione a numerosi braccianti, di disporre perché gli alvei abbandonati di natura alluvionale, di proprietà del demanio pubblico dello Stato, siano dati in concessione a cooperative di lavoratori, particolarmente nella provincia di Pavia.
«In proposito si fa presente che in provincia di Pavia, lungo i corsi dei fiumi Po e Ticino, esistono appezzamenti di terreni, per lo più alvei abbandonati di natura alluvionale, di proprietà del demanio pubblico dello Stato, e come tali inscritti nei registri catastali. Allo scopo di ricavarne un utile, lo Stato, attraverso l’Intendenza di finanza ed organi competenti, procede alla assegnazione (mediante asta pubblica o a licitazione privata) delle suddette pertinenze demaniali con contratti poliennali e canone annuo per lo più non proporzionato all’effettivo reale valore del terreno e soprasuolo legnoso. Altre volte, allo scopo di incrementare la coltivazione di determinate essenze legnose, cede tali terreni in concessione per la pioppicoltura in aeternum, con diritto di prelazione per i proprietari frontisti, e sempre dietro compenso di tenuissimo canone annuo. Quasi sempre avviene che il frontista si fa assegnare il terreno per la coltivazione del pioppo; ma poi non rispetta tale accordo, e lascia crescere la vegetazione spontanea (salici, pioppelle, ecc.) che le acque del Po e del Ticino con tanta feracità alimentano. Da ciò, illegale detenzione dei terreni, passibile di immediata revoca della concessione.
«L’Intendenza di finanza, in questi ultimi casi, si fa pagare dal poco scrupoloso e negligente concessionario, attraverso licitazione privata, prezzi semplicemente assurdi ed irrisori. Esiste una circolare del Ministero delle finanze che regola detti abusi; ma il risultato sembra negativo.
«Sembrerebbe pertanto opportuno che il Ministero stesso disponesse per gli accertamenti di tali irregolarità, incaricando all’uopo persone estranee ai funzionari che in passato hanno regolato tali concessioni; raccomandando che l’assegnazione del terreno e del relativo soprasuolo legnoso sia fatta a Consorzi e a Cooperative alla scopo di alleviare l’incombente disoccupazione, ed elevare i relativi cespiti nell’interesse dello Stato. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Canevari».
«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dell’interno, per sapere quali provvedimenti intenda prendere per sistemare la posizione degli ex partigiani e reduci inseriti nella polizia ausiliaria. La circolare della direzione generale di pubblica sicurezza, a proposito del bando di concorso, esclude dall’assunzione in ruolo coloro i quali abbiano superato il 40° anno di età e coloro che non siano in possesso di determinati titoli di studio, impedendo ai più di procurarsi, mediante corsi straordinari già da tempo richiesti, titoli sufficienti all’entrata in carriera; e contiene altre limitazioni che offendono i diritti degli agenti, sottufficiali e ufficiali della polizia ausiliaria. Il Ministero non può ignorare che questi uomini hanno il merito di aver costituito la polizia ausiliaria nell’Italia del Nord in un momento in cui la tutela dell’ordine pubblico doveva essere assunta da quegli stessi combattenti della libertà che avevano dato il loro sangue per cacciare i tedeschi ed i fascisti.
«Gl’interroganti considerano contrarie agli interessi della democrazia le disposizioni della Direzione generale della pubblica sicurezza, anche perché esse favoriscono l’arruolamento nel Corpo della polizia di ex agenti della Polizia ausiliaria italiana, di funzionari ed agenti repubblichini, i quali compromettono il carattere della Polizia italiana. Lo stato d’animo di profondo malcontento a cui danno luogo le predette disposizioni deve indurre, a parere degli interroganti, il Ministero dell’interno a sospenderne l’applicazione, o quanto meno prorogarne i termini in attesa di un riesame di tutto il problema. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Negarville, Giua».
«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dell’aeronautica, per conoscere quali criteri siano stati seguiti per la ripartizione delle linee aeree civili tra le società richiedenti e se risponda a verità che nella ripartizione delle linee aeree, da esercitarsi in Italia, sia stata accordata una situazione di privilegio al capitale ed alla aviazione straniera. (Gl’interroganti chiedono la risposta scritta).
«Orlando, Camillo, Rodinò Ugo».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’interno e delle finanze, per sapere – premesso che nel 1922 e negli anni successivi, nella provincia di Alessandria e in altre, i fascisti, cacciati i legittimi proprietari, si impossessavano delle sedi operaie «Società mutuo soccorso» e delle «Case del popolo»; che alcune di tali sedi vennero adibite a «Case del fascio» ed ora sono di proprietà dello Stato (Intendenza di finanza), ed altre vennero vendute ai comuni ed ai privati – come possono i legittimi proprietari ritornare in possesso delle case dalle quali furono estromessi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lozza».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere se sia esatta la notizia pubblicata da giornali tecnici e sportivi della vendita all’estero dell’unico superstite campione, destinato alla riproduzione del puro sangue in Italia, previa autorizzazione dei competenti uffici; e per sapere altresì quanto sia fondata l’accusa pubblicamente espressa che l’operazione sarebbe stata predisposta a vantaggio di un ristretto gruppo di speculatori e con la mediazione di chi, per l’ufficio ricoperto, avrebbe dovuto ben diversamente tutelare gli interessi e la rinascita del patrimonio ippico. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Monticelli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere se sia a sua conoscenza che i lavori di ripristino del tratto ferroviario Roccasecca-Sora procedono con lentezza e discontinuità tali, che recano grave danno alla ripresa industriale ed economica della zona ed acuiscono il fenomeno della disoccupazione; e se non creda che si debbano dare precise disposizioni, perché i lavori siano effettuati con ritmo di urgenza, sì che possano essere prontamente compiuti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bozzi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se creda opportuno:
- a) di dare pratica esecuzione ai decreti che hanno abolito la gioventù italiana del littorio ordinandone la liquidazione. È da notare a questo proposito che, se il decreto 2 agosto 1943, parlava di provvisoria conservazione, nel 1944 fu costituito l’Ente liquidatore e quindi dovrebbe cessare la provvisoria conservazione della gioventù italiana del littorio;
- b) di presentare il nuovo disegno di legge sui patronati scolastici, il decreto già pronto sin dal settembre 1945 e che a tale epoca doveva essere discusso dal Consiglio dei Ministri;
- c) di perorare dal Ministro del tesoro che annulli la disposizione della circolare 18 aprile 1945, che metteva sotto suggello tutte le giacenze della gioventù italiana del littorio, onde esaudire le richieste dei creditori privilegiati e dare la possibilità ai liquidatori di restituire ai patronati scolastici comunali quanto loro fu tolto affinché si possano supplire le deficienti attuali attrezzature scolastiche.
«Per sapere inoltre se sia a conoscenza del Ministro:
1°) che tuttora esiste un’organizzazione quasi clandestina di essa gioventù italiana del littorio con un semi-Ministero in via Fornovo, forte di trecento impiegati;
2°) che, oltre la suddetta centrale i nuclei provinciali per istinto di conservazione lavorano per la resurrezione dell’Opera, esigendo dai Provveditori provinciali agli studi, locali che sono tanto deficienti per le scuole, riaprendo colonie che furono un vanto dei vecchi patronati ed esigendo l’opera dei maestri con l’abituale minaccia fascista di note caratteristiche negative.
«L’interrogante si augura che non si ripeta, col risorgere di questa istituzione, quello che è accaduto all’E.N.A.L. che ha ripristinato il dopolavoro fascista, dando lo spettacolo di vedere dimissionato dall’alto un direttore provinciale senza motivazione e addebiti a mezzo di un telegramma lampo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«D’Agata».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere se è possibile preveder la data in cui il Consiglio dei Ministri vorrà dare forma e valore di legge al lodo De Gasperi sulla mezzadria. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Grieco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere quali motivi ostino alla sollecita discriminazione, da parte delle competenti Commissioni di inchiesta per i reduci, degli ufficiali e militari di truppa, che, prigionieri degli inglesi, chiesero fin dagli anni 1941-42 di far parte, in qualità di cooperatori, delle Forze armate alleate. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Silipo».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se, per ragioni di equità, non ritenga opportuno di ammettere al concorso per gli ex-dirigenti rurali quei dirigenti che hanno raggiunto, dopo la legge del 31 maggio 1943, n. 570, il numero di anni di servizio richiesti dall’articolo 5 della legge, e di estendere il provvedimento per gli ex-dirigenti rurali ai direttori didattici urbani che hanno eguali diritti, per non creare disparità di trattamento e ottenere la possibilità di prescegliere i migliori su un maggior numero di concorrenti, nell’interesse stesso della scuola. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Basile».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere se, allo scopo di eliminare lo stato di incertezza e di disagio morale che tuttora permane in seno agli ufficiali che hanno mantenuto integro il loro onore di soldati, non ritenga opportuno precisare, in relazione a quanto pubblicato nel n. 43 del Notiziario dell’Esercito in data 20 novembre 1946:
- a) se effettivamente, ed in base a quale disposizione di legge, gli ufficiali assegnati alla prima categoria sono da considerarsi «discriminati» e quelli assegnati alla terza categoria «non discriminati» agli effetti dell’applicazione del decreto legislativo n. 384;
- b) in caso affermativo – premesso che gli ufficiali assegnati alla terza categoria (quindi non discriminati) non possono essere allontanati dal servizio in base al succitato decreto legislativo n. 384, articolo 2 (ove si parla di ufficiali «discriminati», sia pure con punizione) – in base a quale disposizione di legge saranno allontanati dal servizio gli ufficiali (non ritenuti passibili di denunzia al Tribunale militare, né della rimozione dal grado, né dispensati dal servizio in sede di epurazione) assegnati alla suddetta terza categoria per essere venuti meno alle leggi dell’onore militare e non avere ottemperato ai doveri derivanti dalla situazione contingente, che pur tuttavia non vengono presi in esame all’articolo 36 della legge sullo stato degli ufficiali per l’eventuale cessazione dal servizio, per non possedere le qualità che diano garanzia di un pieno adempimento dei loro doveri.
«Inoltre, se non ritenga opportuno precisare i motivi per i quali, agli effetti dell’applicazione del predetto articolo 36, i competenti organi ministeriali hanno disposto che nel giudizio di valutazione debba tenersi conto non soltanto del comportamento dell’ufficiale alla data e dopo 1’8 settembre 1943, ma anche di tutti i precedenti di carriera, quali risultano dal libretto personale dell’interessato (venendo così ad attenuare la gravità della posizione di coloro che sono venuti meno alle leggi dell’onore e non hanno ottemperato ai doveri della situazione contingente); ciò invece di prescrivere, come sembrerebbe opportuno, che nella valutazione di cui sopra fosse tenuto in particolare e preminente considerazione il comportamento dell’ufficiale sottoposto ad esame all’atto e dopo la data dell’armistizio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Foa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e del commercio, per conoscere per quali ragioni, nonostante il peggioramento della grave crisi dell’industria zolfifera siciliana, non è stata, con pregiudizio della stabilità dell’occupazione operaia e dell’ordine pubblico, stabilita la misura del prezzo minimo garantito per gli zolfi greggi ai sensi dell’articolo 3 della legge 2 aprile 1940, n. 287. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Li Causi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per sapere, qualora non sia possibile disporre un’altra sia pur breve proroga del termine per la presentazione delle domande per il risarcimento dei danni di guerra, se non sia il caso di disporre fin d’ora che i reduci dalla prigionia, i quali rientreranno in Patria dopo il 31 dicembre, potranno presentare egualmente le loro domande, quantunque oltre il termine, beneficiando della regola derivante dal caso di forza maggiore. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Persico».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere in base a quale disposizione ed emanata da chi e quando, gli agenti di pubblica sicurezza pretendono di essere incaricati ed autorizzati a presenziare alle private riunioni ed assemblee delle Camere del lavoro, sindacati ed anche partiti politici, ed a fare opera di pressione e di spionaggio presso gl’impiegati degli organismi suddetti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Tega».
«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro delle poste e telecomunicazioni, per conoscere:
1°) da quali ragioni il Ministero è stato mosso nel dare istruzioni alla Direzione provinciale di Massa e Carrara per ricuperare, mediante trattenute mensili, le somme che la Direzione provinciale aveva pagato a titolo di stipendi arretrati a quei dipendenti che avevano temporaneamente lasciato il servizio per arruolarsi fra i partigiani;
2°) da quali ragioni il Ministero è stato mosso, nel fare un trattamento diverso a quei dipendenti che si erano assentati dall’ufficio nella provincia di Massa e Carrara per prestare servizio nella guardia repubblicana: a tali dipendenti, infatti, furono pagati gli stipendi per il tempo passato nella guardia repubblicana e nessuna trattenuta è stata mai ordinata a loro carico per ricuperare le somme a loro in tal modo pagate. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lami Starnuti, Amadei».
«I sottoscritti chiedono di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere se non creda doveroso e opportuno far luogo a provvedimenti, di carattere urgente, per alleviare le gravi condizioni economiche in cui versano gli agenti di polizia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lami Starnuti, Barontini Ilio, Cerreti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non ravvisi l’opportunità di venire incontro ai voti formulati dal Comune di Carbonia, e concordemente appoggiati da tutte le autorità della Sardegna, disponendo per una sollecita trasformazione in governativa della scuola media comunale legalmente riconosciuta di quella città. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Laconi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali siano le ragioni per le quali, contrariamente alla richiesta inoltrata in data 29 gennaio 1946, dal comune di Vigevano, affinché venissero statizzati l’Istituto tecnico commerciale pareggiato «Luigi Casale», e la Scuola media pareggiata annessa, si sia creduto di accogliere la richiesta, per quanto riguarda l’Istituto, mentre per la scuola media, si è disposto da parte di codesto Ministero, in senso negativo, gravando in tale modo di un onere non indifferente il comune le cui finanze consigliano le più rigorose economie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Pistoia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere quali ostacoli si oppongono alla tanto auspicata abolizione delle categorie delle scuole elementari, abolizione che varrebbe a dare tranquillità a quelle insegnanti sposate che, con gran danno economico e disagio materiale, non possono risiedere nelle città dei rispettivi mariti, funzionari statali e parastatali. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«D’Amico Diego».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’agricoltura e foreste, per sapere se non intendano farsi iniziatori di un provvedimento di legge, in virtù del quale gli usi civici di cui il governo fascista ha fatto strazio delle note forme, siano rivendicati agli Enti cui gli usi stessi appartenevano da secoli, ritenendo che l’usurpazione da parto del governo fascista ha costituito uno degli atti più gravi rivolti al depauperamento delle popolazioni di montagna. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Caprani».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se non intenda entrare nell’ordine di idee, di provvedere di personale giudicante le preture da anni ormai scoperte di titolare, nominando, quali pretori in prova, elementi tolti dagli ex combattenti, partigiani e reduci, forniti di titoli adeguati, determinandosi esattamente nel modo come ebbero a determinarsi i Governi che si succedettero alla guerra 1915-18, che, pure trovandosi a fronteggiare lo stesso problema, tolsero i pretori dalla compagine combattentistica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Caprani».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per sapere se non intendano bandire sollecitamente un concorso straordinario per titoli per le cattedre disponibili in tutte le scuole medie di qualsiasi ordine e grado, al quale, fermi restando i diritti dei reduci ed assimilati, possano partecipare idonei, laureati, analogamente a quanto è stato fatto con decreto legislativo 25 maggio 1919, n. 615, con decreto ministeriale 26 giugno 1919, con le opportune cautele che gli organi competenti vorranno stabilire. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lozza».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se abbia preso in esame la particolare situazione degli insegnanti del ruolo «Egeo» e se non ritenga urgente emanare disposizioni per il loro trasferimento nei ruoli metropolitani, previo accertamento del servizio effettivamente e lodevolmente prestato. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Laconi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere per quale ragione non sono ancora state corrisposte le indennità ai componenti i seggi elettorali della Sardegna, e se non ritenga di dover emanare sollecitamente le necessarie disposizioni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Laconi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere se e quali provvedimenti intenda adottare per la ricostituzione del patrimonio zootecnico dei comuni della provincia di Frosinone – fra i quali sono da ricordare, a mo’ d’esempio, Esperia ed Ausonia – quasi totalmente distrutto dalla guerra o razziato dai tedeschi con grave danno per la popolazione e per la ripresa agricola della zona. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bozzi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non ritenga opportuno, in via eccezionale e date le condizioni presenti, di concedere agli ufficiali che lasciano il servizio attivo e desiderano riprendere gli studi superiori interrotti al momento della loro incorporazione nell’esercito, che possano riprenderli e continuarli, considerando tuttora validi gli esami speciali da loro superati prima dell’interruzione degli studi, e ciò sospendendo e modificando le disposizioni del regio decreto 28 agosto 1931, n. 1227, a loro riguardo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Piemonte».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della guerra e dell’interno, per conoscere i motivi per i quali tutti gli ufficiali e sottufficiali dei carabinieri, dopo esser stati prosciolti dalle Commissioni di epurazione di primo grado o dalla Sezione speciale del Consiglio di Stato, vengano sottoposti a punizione disciplinare, in difformità di quanto è stato finora praticato per altre forze di polizia. La punizione segue automaticamente quando i militari siano rimasti in servizio dopo l’8 settembre 1943, mentre questo fatto non è riconosciuto rilevante né ai fini penali né a quelli epurativi, in quanto esso è stato considerato conforme alle leggi internazionali e ai compiti istituzionali dei corpi di polizia.
«In conseguenza, l’Amministrazione viola la forza del giudicato e, per via indiretta ed arbitraria, raggiunge lo scopo di dispensare dal servizio attivo ufficiali e sottufficiali discriminati in sede di epurazione, valutando gli stessi fatti sotto il riflesso disciplinare. Così avviene, ad esempio, per gli ufficiali superiori dell’Arma in base all’articolo 2 del Regio decreto-legge 14 maggio 1946, n. 384. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bozzi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sulle ragioni di umanità e di giustizia sociale che impongono un provvedimento in favore degli operai colpiti da infortunio sul lavoro e che, assicurati presso Istituti di Nazioni a moneta oggi fortemente svalutata, languono con pensioni irrisorie od anche praticamente nulle. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Gortani».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro della guerra, per conoscere:
1°) se non ritengano opportuno provvedere alla modifica dell’articolo 9 del regio decreto 8 maggio 1924, n. 843, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 giugno 1924, n. 131, contenente «aggiunte al regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395 e successive modificazioni sull’ordinamento gerarchico delle Amministrazioni dello Stato», laddove vengono sancite norme che creano un’ingiusta situazione d’inferiorità ai funzionari ed impiegati statali aventi diritto alla qualifica di combattente per servizio militare prestato dopo l’assunzione all’impiego civile. Infatti, stando alla disposizione del citato articolo, il servizio militare prestato nei reparti combattenti viene computato in aumento al servizio civile, ai fini dell’anzianità minima richiesta per la partecipazione ai concorsi ed alle graduatorie di merito per il conferimento dei posti di primo segretario, primo ragioniere ed equiparati, soltanto per coloro che tale servizio abbiano prestato anteriormente alla nomina all’impiego di ruolo, mentre non viene computato per coloro che tale servizio abbiano prestato successivamente all’assunzione nell’impiego. Per conseguenza un eguale servizio reso nei reparti combattenti produce effetti favorevoli per il cittadino non ancora impiegato, mentre non li produce per colui che era già impiegato al momento della prestazione;
2°) se nell’attesa della logica e necessaria modifica sopradetta, non credano di emanare le opportune disposizioni affinché ai concorsi e scrutini per promozione di gradi di primo segretario, primo ragioniere ed equiparati nei ruoli dell’Amministrazione dello Stato, già banditi ed in via di svolgimento, vengano ammessi con riserva anche quei funzionari che vi avrebbero diritto in base all’emittenda modifica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Varvaro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere:
1°) se non creda sia venuto il momento di sciogliere la riserva contenuta nel paragrafo IV della circolare del 10 ottobre 1945, n. 21394, stabilendo i benefici spettanti ai partigiani combattenti in Italia ed all’estero;
2°) se non creda di impartire, con la dovuta sollecitudine, opportune disposizioni ai Comandi dei Distretti militari, i quali determinano gravi danni economici e morali rifiutandosi di far prendere nota, nello stato matricolare di militari, della qualifica e della durata del servizio di partigiano combattente, già ufficialmente riconosciuta e partecipata agli interessati dalla competente Commissione centrale, assumendo di non avere istruzioni al riguardo;
3°) se non creda di affrettare l’emanazione delle preannunziate norme relative alla concessione della Croce al merito di guerra ai partigiani combattenti, stabilendo, tra l’altro, con disposizioni da avere efficacia immediata, che a coloro i quali, in base ai documenti ufficiali già acquisiti, possa ritenersi spettante la distinzione onorifica sopra cennata, vengano, frattanto, valutati, sia pure con riserva, nel caso di concorsi già banditi, sia per ammissione ad impieghi statali, sia per promozione al grado di primo segretario, primo ragioniere ed equiparati, i benefici conseguenziali alla distinzione anzidetta. Ciò per evitare i dannosi ed irrimediabili effetti della esclusione;
4°) se non creda di chiarire ai Comandi distrettuali il significato del paragrafo secondo della circolare del 10 ottobre 1945, n. 21394, laddove è prescritto che «sono ammessi a fruire dei benefici e riconoscimenti derivanti dall’aver partecipato ad operazioni di guerra: 1°) tutti i militari e militarizzati appartenenti a comandi, uffici, reparti, servizi ed enti vari militari dislocati in territorio dichiarato zona di operazioni regolarmente mobilitati da questo Stato maggiore: dalla data dell’8 settembre 1943, qualora già mobilitati a tale data; dalla data di mobilitazione, se mobilitati successivamente».
«Il chiarimento dovrebbe specificare che l’appartenenza a comandi, uffici, reparti, ecc., debba ritenersi accertata per i militari tutti dislocati in quelle zone di operazioni che, come la Grecia, dopo l’8 settembre 1943 non ebbero più alcun comando, ufficio o reparto regolarmente costituiti, mentre singoli ufficiali e soldati, sottrattisi con pericolo della propria vita alla cattura dei tedeschi, continuarono isolatamente o in piccoli gruppi le azioni contro i nazisti. Per tutti costoro il periodo utile ai fini della circolare sopra ricordata dovrebbe estendersi dall’8 settembre 1943 sino alla data del rimpatrio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Varvaro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, sulla opportunità di voler riportare ad un minimo di duecento posti il numero degli incarichi da conferire per l’esercizio delle funzioni giudiziarie ai sensi del decreto legislativo luogotenenziale 30 aprile 1946, n. 352, considerando l’attuale notevole deficienza dei ruoli organici della Magistratura e tenendo presente che le condizioni saggiamente previste dal detto decreto, tra le quali il sostenimento degli esami dopo un periodo di tempo non superiore a tre anni, rappresentano una garanzia per la buona selezione dei nominati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bellavista».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni, per sapere se è a sua conoscenza che da vari anni, ostinatamente, e sin da prima della guerra, la Società esercizi telefonici, mentre riscuote dagli abbonati canoni in misura sempre più elevata, mantiene la rete telefonica urbana di Bari in una condizione di crescente disservizio, in virtù della quale le interruzioni nell’esecuzione dei contratti di abbonamento sono sempre più frequenti, interi rioni rimangono molto spesso bloccati per numerosi giorni o addirittura per intere settimane e il disservizio assume paurose proporzioni in particolar modo nel periodo invernale e in occasione delle piogge, rimanendo la Società costantemente sorda alle proteste e ai richiami degli interessati. E per conoscere se e quali provvedimenti ritiene di dover adottare perché sia posto una buona volta riparo a così increscioso stato di cose, che investe una delle più popolose ed operose città del Mezzogiorno. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Perrone Capano».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dell’assistenza post-bellica, per conoscere se intenda, come giustizia richiede, promuovere un provvedimento, tendente ad equiparare agli effetti amministrativi e morali, le vittime politiche con i reduci e i partigiani. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Barontini, Bibolotti, Bargagna, Baldassari».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro degli affari esteri, per conoscere se risulti che corrispondano a verità le dichiarazioni del nuovo Ambasciatore in Italia degli Stati Uniti, signor James C. Dunn, secondo le quali egli si proporrebbe di dare il suo appoggio, in Italia, a un partito politico determinato e a una particolare tendenza di questo partito e del movimento sindacale italiano. Qualora queste dichiarazioni siano state veramente fatte, desidera sapere se non ritengano necessario, a tutela della indipendenza e della dignità del popolo italiano e dello Stato italiano, far conoscere al Governo degli Stati Uniti che è assolutamente inammissibile che un ambasciatore dichiari in modo così spudorato di volersi immischiare negli affari interni del nostro Paese, il quale, se è vero che ha bisogno di aiuti internazionali ed è profondamente riconoscente ai popoli che hanno distrutto militarmente la tirannide fascista, non è però una colonia degli Stati Uniti né di alcun’altra grande potenza e non ha intenzione di diventarlo mai. (L’interrogante chiede la risposta scritta d’urgenza).
«Togliatti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali provvedimenti abbia emanato o intenda emanare a favore di quegli insegnanti di Stato di qualunque ordine e grado che durante il periodo fascista abbiano subito persecuzioni e rappresaglie d’ordine politico, sia coll’interruzione forzata del servizio, sia coll’arresto o retrocessione della carriera. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Tega».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’interno e di grazia e giustizia, per conoscere se non ritengano opportuno provvedere, nelle borgate e nelle frazioni di comuni non ancora elevate a comuni autonomi, all’istituzione di un ufficio anagrafico, conforme alle prescrizioni del regio decreto 2 dicembre 1929, n. 2133, assieme ai separati uffici di stato civile, previsti dall’articolo 2 del regio decreto 9 luglio 1921, n. 1238. L’istituzione di codesti uffici anagrafici, ispirati ad un criterio più largamente decentrativo, corrisponde ai voti insistentemente espressi dalle popolazioni delle borgate e frazioni, le quali così vedono realizzata la speranza di poter fruire dei servizi inerenti all’anagrafe, senza quello sperpero di tempo, quello sciupio di denaro, e quella fatica materiale cui oggi soggiace l’uso di tali servizi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Terranova».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se non ritenga opportuno – per alleviare la disoccupazione nel campo magistrale e prima del prossimo bando di concorso – sistemare in ruolo gli insegnanti che in precedenti concorsi (dal 1940 in poi) riuscirono idonei. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Nasi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se non ritiene iniquo che:
1°) il lavoratore Severini Giovanni fu Giuseppe, di Altavilla Irpina, infortunato nel 1921, con amputazione del piede sinistro e del dito medio alla mano destra, già operaio delle Miniere di zolfo «S.A.I.M.» munito del certificato di pensione n. 493, categoria la, inabile a qualunque lavoro, padre di tre figli, di cui due minorenni, debba, oggi, percepire una pensione di lire dieci mensili, corrispondenti a centesimi 33 il giorno;
2°) il lavoratore Martinelli Pietro, di Spoleto, infortunato il 7 ottobre 1937, già operaio della Società «Terni», dichiarato ridotto del venticinque per cento nella sua capacità lavorativa, debba, oggi, percepire un indennizzo giornaliero di lire una e centesimi ottanta.
«E se non ritenga doveroso e urgentissimo di:
- a) corrispondere a tutti i lavoratori che si trovano in queste tragiche condizioni un immediato sussidio straordinario;
- b) proporre un provvedimento idoneo a sollevare subito una vasta categoria di sventurati lavoratori;
- c) nominare, senza ulteriore indugio, la Commissione per la riforma della previdenza onde liberare l’Italia da una situazione morale insostenibile nei confronti della classe lavoratrice. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Santi».
«La sottoscritta chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per sapere quali solleciti provvedimenti intende prendere, onde evitare ì gravissimi inconvenienti che si verificano, causa l’enorme lentezza nella liquidazione delle pensioni dirette ed indirette. Sono assai numerosi i casi pietosissimi: impiegati, vedove ed orfani, che soffrono letteralmente la fame, perché si tarda la liquidazione di quanto ad essi spetta di diritto, pur essendo cifra tanto esigua. Le pratiche si arenano alla Corte dei conti ed anche i Ministeri tardano assai nelle liquidazioni provvisorie, mentre è preciso diritto dei funzionari, che, cessati gli emolumenti del servizio attivo, subentrano immediatamente gli assegni dello stato di riposo; come è evidente il diritto, e corrisponde ad una alta esigenza sociale ed umanitaria, che vedova ed orfani di un funzionario defunto percepiscano senza ritardo quanto loro è dovuto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Conci Elisabetta».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per sapere quali provvedimenti si intenda adottare per lenire in questo momento di disagio la disoccupazione degli intellettuali e per avviare a soluzione questo importantissimo problema avendo presente la numerosa e benemerita categoria dei maestri, i quali più soffrono nella presente situazione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Moro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro degli affari esteri, per conoscere le ragioni per le quali prima ancora che venissero riaperti i principali Consolati in Francia, ha di fatto soppresso per mancato finanziamento le Delegazioni della Croce Rossa, lasciando i connazionali indigenti ivi residenti ed in transito, privi di assistenza. E per conoscere, altresì, se non ritenga opportuno, in considerazione dell’onere finanziario assai modesto, di mantenere e riportare alla precedente efficienza, alcune delegazioni, e tra queste quella di Nizza, tenuto conto della sua particolare posizione geografica e della esistente numerosa colonia italiana. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bonino».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per conoscere i motivi che lo hanno determinato ad ordinare recentemente all’ufficio del Genio civile di Udine la sospensione della stipulazione del contratto d’appalto per la costruzione di quattro lotti di case popolari in Udine. L’asta per detta costruzione risale al 30 settembre 1946 e l’impresa «Edilindustria», cui i lavori vennero aggiudicati a seguito di lieve ribasso sull’importo di 64 milioni, non ha iniziato i lavori stessi sollevando eccezioni che si desidera conoscere. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Tessitori».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro degli affari esteri, per conoscere il suo pensiero in merito alla definitiva sistemazione nei ruoli degli impiegati dello Stato, del personale locale che da molti anni presta servizio presso gli uffici delle Rappresentanze diplomatiche e consolari, ed al quale non sembra riservato fino ad oggi alcun trattamento, qualora venga a cessare il rapporto di impiego. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«D’Amico Diego».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se – dato lo stato attuale della organizzazione sanitaria deficiente, frammentaria, costosa e data l’azione che vari Enti vanno svolgendo nel tentativo di consolidare posizioni particolaristiche con grave pregiudizio della riforma sanitaria che si sta elaborando con il concorso dell’Alto Commissariato per l’igiene e la sanità pubblica e di tutta la classe sanitaria italiana i cui voti si sono espressi attraverso un vasto referendum indetto dal Gruppo medico parlamentare – non creda opportuna l’istituzione di una Commissione interministeriale di tecnici allo scopo di definire, in modo unitario, le linee fondamentali di una riforma sanitaria nazionale, rispondente alle esigenze di una migliore assistenza sanitaria dei cittadini e dei lavoratori italiani. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«D’Amico Diego».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro degli affari esteri, per conoscere se, in considerazione dei risultati dell’inchiesta recentemente svolta dal Governo canadese, dalla quale sarebbe emerso, come ha pubblicato la stampa estera e nazionale, che presso le rappresentanze estere d’una grande Potenza esisterebbe uno specifico Ufficio di permanente collegamento coi partiti comunisti locali, il Governo italiano abbia fatto indagini in proposito e, in caso affermativo, per conoscere i risultati di tali indagini. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Cortese».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’assistenza post-bellica e della guerra, per conoscere se, tenendosi presenti i dati in possesso dei due Ministeri, possa ritenersi esatto che tutti i militari italiani catturati sul fronte russo siano rimpatriati, e, in caso negativo, per conoscere il numero dei prigionieri italiani non ancora rimpatriati dal territorio dell’Unione Sovietica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Cortese».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’assistenza post-bellica, della guerra e degli affari esteri, per conoscere se i suddetti Ministeri abbiano accertato che prigionieri italiani siano stati arruolati nella Legione straniera francese ed attualmente impiegati in operazioni militari nei possedimenti francesi in Asia e, in caso affermativo, per conoscere quali passi siano stati svolti presso il Governo francese. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Cortese».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per conoscere – premesso che all’ufficio requisizione di Napoli è stato più volte risposto che si è in attesa di disposizioni del Ministero – se effettivamente devono essere date ulteriori disposizioni in materia di risarcimento danni ai mobili requisiti dagli Alleati in derivazione del decreto legislativo 21 maggio 1946, n. 451, e se tali disposizioni saranno emanate subito. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Riccio».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro del tesoro, per sapere se non ritenga opportuno emanare provvedimenti che autorizzino la concessione d’un acconto a favore delle laboriose categorie dei contadini piccoli coltivatori e degli artigiani danneggiati nei loro attrezzi di lavoro dalle azioni belliche e dalle rappresaglie dei nazi-fascisti, per dar loro modo di contribuire alla ricostruzione del Paese, giusta l’indirizzo espresso dalle rispettive organizzazioni di categoria. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).
«Tonetti, Ghidetti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per conoscere se non ritenga che nella stipulazione dei contratti per l’assegnazione di lavori pubblici venga tenuta maggiormente presente la necessità di farli servire anche ad alleviare, nella misura più larga possibile, la persistente disoccupazione, inserendo a tale riguardo specifici impegni contrattuali o particolari limitazioni di tempo, affinché non avvenga, per esempio, quanto avvenuto a Fontaniva e segnalato da quella Camera del lavoro, e cioè che appena un centinaio di operai hanno trovato occupazione nei due lunghi ponti in costruzione sul Brenta, mentre nella zona vi è una larga disoccupazione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Storchi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se sia possibile andare incontro alle esigenze di circa duecento operai, studenti, insegnanti e impiegati, i quali, per ragioni di lavoro e di studio, devono servirsi del treno sul percorso Treviso-Conegliano Veneto giornalmente, con un orario che, a causa d’un inevitabile quotidiano ritardo, al mattino li porta a destinazione alle ore 9-9,30, con le conseguenze che sono facili ad immaginare: continue minacce di licenziamento e rimbrotti da parte dei superiori. Si tratterebbe di anticipare di 30 minuti la partenza del treno da Venezia – che però di consueto ritarda a causa delle coincidenze – o, meglio, di mettere a disposizione una automotrice con vetture per quel tratto di percorso. Di ritardare infine la partenza del treno da Udine, in transito a Conegliano alle ore 17,35, di un’ora, o di provvedere altrimenti, in modo che alle ore 18,30 i duecento viaggiatori circa che devono rientrare a Treviso da Conegliano, non siano costretti ad abbandonare il lavoro un’ora prima. (L’interrogante chiede la risposta).
«Ghidetti».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se non consideri doveroso e conforme a giustizia emettere sollecitamente un provvedimento mediante il quale ai funzionari del gruppo C (Regio decreto-legge 14 novembre 1926, numero 1935) definiti «aiutanti di segreteria e di cancelleria giudiziarie», i quali hanno svolto molto spesso con diligenza e capacità e continuativamente le stesse identiche funzioni di quelli del gruppo B, sia riconosciuto il diritto alla promozione a quest’ultima categoria, magari dopo un conveniente controllo sul prestato servizio, e ciò anche al fine di evitare che ad identiche funzioni e responsabilità si persista a corrispondere un ben diverso trattamento economico e morale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Costantini».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere quali ostacoli ancora si frappongono alla istituzione delle scuole complementari serali nella provincia di Aquila, dagli organi competenti proposte da circa tre mesi, e tanto vivamente attese da giovani operai e contadini delle zone rurali, tuttora sprovvisti dell’attestato di compimento del corso elementare superiore e, spesso, anche di quello inferiore; e se non creda di affrettare l’apertura di detti corsi i quali, per ovvie ragioni, possono utilmente funzionare soltanto durante il periodo invernale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lopardi».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, sulle difficoltà che si frappongono alla sistemazione idraulico-forestale della montagna di Casteldelmonte (Aquila) nella zona denominata «Campo Imperatore», il cui stato di degradazione e di abbandono preoccupa vivamente per l’avvenire di quella vasta ed un tempo florida superficie a pascolo, dalla quale traevano alimento migliaia di capi di bestiame. Il lamentato ritardo appare tanto più inesplicabile, in quanto risulta che da tempo gli organi competenti dell’Amministrazione forestale hanno segnalato l’urgenza dello stanziamento occorrente per l’inizio dei lavori nel corrente esercizio, allo scopo di avviare alla normalizzazione le dirupate pendici e i fossi alluvionali confluenti nella piana, con crescente gravissimo danno dei coltivatori di essa. E ciò anche per infrenare la dilagante disoccupazione che affligge la laboriosa popolazione montana di Casteldelmonte, acuita dal fatto che, per recenti disposizioni, vengono rimpatriati di autorità i numerosi lavoratori che in passato tradizionalmente si recavano nelle Puglie e nell’Agro Romano, per dare la preferenza alla mano d’opera locale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lopardi».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere le ragioni che ritardano il finanziamento dei lavori di sistemazione idraulico-forestale delle montagne di Bagno, Ocre e L’Aquila, in conformità del progetto redatto dall’ex comando della coorte della milizia nazionale fascista, e che hanno carattere di urgenza, anche per combattere la dilagante disoccupazione degli operai di quella zona, acuita dal forzato rimpatrio di molti di essi per disposizione dell’autorità della provincia di Roma, nella quale, in passato, essi si recavano a scopo di lavoro. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Lopardi».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se non ritenga più opportuno, anziché bandire altro concorso, assumere gli idonei risultati non vincitori nell’ultimo concorso indetto per titoli a 200 posti di vice commissario di pubblica sicurezza. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bellavista».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se sia vera la notizia, pubblicata da alcuni giornali, che il Governo abbia in animo di emettere un decreto di amnistia per i reati commessi in occasione della concessione delle terre incolte e della ripartizione dei prodotti agrari, tenendo presente che tale ingiustificato provvedimento di clemenza suonerebbe incoraggiamento alla reiterazione delle violazioni di legge in occasione delle annunziate richieste di concessione di terre per il prossimo anno agrario, e della prossima spartizione dei prodotti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bellavista».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere:
1°) se sono esatte le accuse che si diffondono contro il Commissario di pubblica sicurezza dirigente la stazione ferroviaria di Ventimiglia e di confine dottor Mele;
2°) se è esatto che il Governo francese ha già provveduto alla sostituzione e punizione dei funzionari responsabili delle stesse accuse che pubblicamente vengono fatte ai funzionari italiani;
3°) se è infine esatto che a Ventimiglia si è cercato allontanare dal servizio tutti i partigiani senza tener conto né del loro passato, né delle loro capacità.
«Poiché trattasi di servizio di frontiera e quindi di situazione estremamente delicata, l’interrogante invoca una immediata inchiesta e intanto chiede assicurazioni scritte. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Faralli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno e l’Alto Commissario per l’alimentazione, perché espongano i motivi che li determinarono ad ordinare al prefetto di Perugia la revoca di un decreto col quale veniva stabilito l’obbligo della consegna del bestiame bovino da parte di tutti coloro che non avevano ancora per intero conferite le quote vincolate con i decreti emanati dal 1940 al 1946, nonostante sia ben noto essere, i renitenti, prevalentemente ex gerarchi fascisti, quali il già sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giunta, il già console della milizia, Battaglia, il già segretario del fascio, marchese Pucci, ecc.; e benché detto decreto, obbligatoriamente revocato, si proponesse di assicurare un modesto rifornimento alimentare alle popolazioni della provincia, colpendo all’origine il mercato nero contro il quale, a parole, il Ministero dell’interno e l’Alto Commissario dell’alimentazione tanto combattono. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Terracini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro delle finanze, per conoscere i motivi per i quali non hanno ritenuto di accogliere le giuste ed umane richieste dei cittadini del comune di Gessopalena (Chieti) – già sinistrato dalla guerra – tendenti ad ottenere, a seguito della terribile grandinata che il 31 maggio 1946 distrusse l’intero loro raccolto di grano, che costituiva l’unica loro risorsa, la erogazione di speciali sussidi e l’esonero dal pagamento delle imposte sui terreni per l’annata 1946-47. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Paolucci».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, perché spieghi le ragioni che lo convincono a rinnovare, con metodica pertinacia, gli ordini alle Prefetture di vietare nel modo più assoluto da parte dei comuni ogni forma di adesioni a Leghe, Associazioni, Uffici di consulenza, nonostante le dichiarazioni conciliative fatte già sull’argomento in sede di precedente interrogazione; e perché dica, egli personalmente, dinanzi all’Assemblea Costituente se ritenga davvero di servire le esigenze democratiche e le rivendicazioni di autonomia locale, cui così spesso fa ossequio formale, frapponendo al moto associativo dei municipi tanti ostacoli ingiustificati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Terracini».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per conoscere quali provvedimenti intenda prendere per porre fine all’iniquo procedimento finora seguito nei riguardi dei pensionati statali e parastatali della Sardegna, i quali – pur trovandosi in miserrime condizioni di vita – sono costretti a dover ancora attendere la liquidazione ed il pagamento degli aumenti di pensione loro concessi con decorrenza 1° settembre 1946. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Mastino Gesumino».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se non ritenga opportuno ripristinare il testo del decreto-legge 22 novembre 1943, n. 791, non mai abrogato, ma solo decaduto per omessa convalida determinata da circostanze ed avvenimenti universalmente noti per i quali ebbe a verificarsi un caso di forza maggiore paralizzatrice dei poteri legiferanti dello Stato. Tale decreto contiene disposizioni relative ai concorsi ed agli scrutini, affinché i magistrati che partecipino ai medesimi per la promozione al grado superiore, qualora concorrano gravi impedimenti per effetto di avvenimenti bellici, possano ottenere di essere dispensati dalla osservanza del «periodo obbligatorio» dei lavori richiesti per la partecipazione al concorso od allo scrutinio anzidetto. L’invocato provvedimento è perfettamente analogo al trattamento riservato ai magistrati residenti in Colonia od all’estero, i quali sono infatti ammessi – di ufficio – alle prove anzidette con dispensa della presentazione di qualsiasi lavoro giudiziario, salvo beninteso, il giudizio di merito riservato alla Commissione giudicatrice dei requisiti di capacità dei magistrati di cui sopra. Codesto trattamento si ravvisa tanto più opportuno, giusto e necessario estendere ai magistrati compresi nel novero dei reduci fiumani e giuliani, gravemente sinistrati e colpiti nella salute, negli averi e nella carriera, ed impossibilitati per effetto di eventi bellici a produrre i titoli richiesti con riferimento al brevissimo periodo di cui sopra, e spesso anche al periodo che abbraccia la parte migliore, più lunga ed importante della loro carriera, e perfino l’intera attività giudiziaria da essi svolta nel grado precedentemente raggiunto. In tali casi essi verrebbero a trovarsi – sol perché sinistrati di guerra, completamente sforniti di titoli, o sprovvisti di quelli relativi ad un periodo di tempo più o meno remoto, o addirittura ai primordi della loro carriera – in una condizione di enorme inferiorità morale rispetto a tutti gli altri concorrenti pur essendo valorosi magistrati. Imporre la esibizione di titoli capestro di tal fatta, sarebbe una vera ingiustizia onde si chiede se non sia opportuno disporre che i magistrati, che nel concorso in atto abbiano dovuto subire o siano esposti a subire incolpevolmente un così duro trattamento di sfavore, incompatibile con elementari criteri di equità, di eguaglianza e di giustizia, siano autorizzati al ritiro di siffatti titoli o dispensati dalla esibizione dei medesimi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Trulli».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’interno e dell’agricoltura e foreste, per sapere se non credano conveniente proibire d’urgenza tutti gli sfratti agricoli in provincia di Padova, sfratti dovuti alla ingiusta pretesa dei proprietari di non osservare per i canoni in natura l’articolo 4 del decreto legislativo Presidenziale 22 giugno 1946, n. 44, per il frumento, e l’articolo 4 del decreto legislativo Presidenziale 14 settembre 1946, n. 311, per il granoturco. Con tali decreti è tassativamente stabilito che, quanto al prezzo del frumento, i 2/3 spettano al proprietario ed 1/3 spetta al fittavolo od all’enfiteuta e, quanto al prezzo del granoturco, il 75 per cento spetta al proprietario ed il 25 percento al fittavolo od enfiteuta e tale reparto ha per sua legittima giustificazione il fatto che il prezzo venne aumentato in considerazione delle maggiori spese di coltivazione che stanno, come è ovvio, a carico del fittavolo e dell’enfiteuta. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Merlin Umberto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno e il Ministro dell’agricoltura e foreste, per sapere:
1°) se il Governo è a conoscenza di quanto è successo in Friuli a seguito della vaccinazione al bestiame bovino, praticata con materiale non idoneo prodotto e messo in circolazione dall’istituto zooprofilattico di Milano;
2°) quali misure intenda adottare la Direzione di sanità del Ministero dell’interno per evitare il ripetersi di inconvenienti analoghi a quelli che si lamentano;
3°) quali provvidenze si ritiene opportuno adottare per venire incontro alla popolazione così gravemente colpita. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Schiratti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri del lavoro e previdenza sociale e del commercio estero, per sapere a quale punto sono le trattative con l’Austria per il trasferimento in Italia – in valuta o in forma di compensazione merci – dei risparmi colà realizzati nell’estate scorsa da circa 600 emigranti friulani e se non ritengano di imprescindibile opportunità politica e di morale doverosità coprire immediatamente i detti operai, dei risparmi effettuati in conseguenza di un lavoro prestato all’estero su autorizzazione governativa con il versamento per subito agli stessi di corrispettiva valuta italiana sul rapporto originariamente fissato di lire 200 per ogni tre scellini o quanto sul rapporto di un quintale di cemento valutato lire 400 nette per scellini 7,50. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Schiratti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere:
1°) come mai al terzo anno dallo scioglimento delle Confederazioni sindacali non ancora è stato provveduto alla chiusura delle liquidazioni, e neppure al pagamento dei crediti privilegiati del personale dipendente dalle Confederazioni stesse. Il ritardo delle operazioni di liquidazioni, di cui l’interrogante desidera conoscere le cause, provoca ingenti spese, le quali vanno a detrimento del patrimonio, danneggiando i creditori e gli enti pubblici, cui per legge lo Stato trasmetterà il patrimonio disponibile. Tale ritardo risulta gravemente pregiudizievole agli interessi degli unici creditori, e cioè del personale licenziato, che per effetto dello svilimento della moneta vede sostanzialmente scomparire il frutto di molti anni di lavoro;
2°) quali provvedimenti ha adottato il Ministro di fronte all’ordine del giorno votato nell’Assemblea del 24 novembre 1946 da varie migliaia di ex dipendenti e comunicato ufficialmente al Ministro stesso; ordine del giorno che insistendo più che mai sulle richieste contenute negli ordini del giorno del 28 aprile e del 19 maggio stesso anno, votati da precedenti Assemblee:
- a) denunziava ancora una volta l’incompatibilità morale e giuridica del cumulo delle cariche delle liquidazioni con quella di esponenti della Confederazione generale del lavoro, la quale di fatto detiene tutto il patrimonio delle cessate Confederazioni di prestatori d’opera. Tale situazione crea evidentemente un contrasto di interessi tra le liquidazioni, che avrebbero dovuto e debbono tra l’altro reperire e far fruttare convenientemente i cospicui patrimoni, e la nuova organizzazione dei lavoratori che di fatto si è formata una situazione di privilegio a danno dei creditori e degli enti pubblici accennati;
- b) chiedeva la nomina di una Commissione d’inchiesta costituita da esperti in materia amministrativa e da rappresentanti degli ex impiegati unici creditori, allo scopo di accertare: i motivi per i quali alcune gestioni liquidatorie, opponendosi alle ispezioni disposte nel maggio 1946 dal Ministro del tempo onorevole Barbareschi, impedirono che la Commissione di funzionari da lui nominata; esplicasse il proprio compito; le responsabilità d’ogni specie in materia di realizzo delle attività, di entità e legittimità di spese; il ritardo delle operazioni di liquidazioni; il mancato riperimento e rendimento del patrimonio; i criteri seguiti nell’utilizzazione delle aziende tipografiche ed editoriali di proprietà confederali, il cui valore ammonta a varie centinaia di milioni; il mancato funzionamento degli organi di controllo delle gestioni;
- c) domandava, tenuto conto che il patrimonio delle liquidazioni accertate fin’ora è considerevolmente superiore al passivo, che ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo luogotenenziale 23 novembre 1944, n. 369, fosse provveduto all’immediato pagamento del personale, o quanto meno alla concessione di acconti veramente congrui secondo criteri di imparzialità;
3°) i motivi che hanno indotto i liquidatori delle gestioni dei prestatori d’opera, che sono i dirigenti della Confederazione del lavoro a non attenersi, a differenza dei liquidatori delle altre Confederazioni alle decisioni del Ministro (nota n. 2343/2-28 del 20 ottobre 1946), con cui veniva stabilito per ragioni legali, morali e politiche la non convalida dei licenziamenti attuati per rappresaglia nell’autunno del 1943 dal pseudo governo della repubblica sociale, e il pagamento delle relative competenze sino al giugno 1944. Al riguardo l’interrogante fa notare che i dubbi sollevati appunto da tali liquidatori, sono stati eliminati da apposito parere dalla Avvocatura generale dello Stato, interpellata dal Ministero del lavoro;
4°) come mai i liquidatori delle Confederazioni dei lavoratori non abbiano provveduto alla corresponsione del 30 per cento delle competenze dovute agli ex dipendenti, pure avendo chiesto ed ottenuto dal Ministero del lavoro, di concerto con quello del tesoro, lo sblocco dei fondi necessari (20 milioni) mentre le altre Confederazioni hanno già da molto tempo provveduto a tale pagamento, e quale eventuale destinazione hanno avuto i venti milioni sbloccati. Rileva, infine, l’interrogante che la questione interessa una numerosissima categoria di lavoratori, che da oltre tre anni attende invano l’applicazione della legge, e che ogni ulteriore ritardo potrebbe maggiormente esasperare la massa degli interessati, quasi nella totalità in condizione di bisogno, e provocare intemperanze. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Mastrojanni».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri del tesoro e dei lavori pubblici, per conoscere quali considerazioni abbiano indotto a permettere all’INCIS di sestuplicare i canoni di affitto. L’interrogante si riserva di proporre l’abrogazione del decreto relativo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Andreotti».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’interno e della pubblica istruzione, per sapere se intendano – in accoglimento del voto espresso dai repubblicani umbri riuniti a Congresso regionale il 5 gennaio 1947 e soddisfacendo alle più urgenti ed assolute necessità spirituali della giovanissima Repubblica italiana – di provvedere immediatamente a che:
1°) venga istituita la «Cattedra di studi mazziniani» presso l’Università di Roma;
2°) venga ripristinato nelle scuole primarie, quale libro di testo, «I doveri dell’uomo»;
3°) sia resa obbligatoria l’effigie di Giuseppe Mazzini in tutti gli uffici pubblici statali, parastatali, enti locali, scuole, ecc. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Santi».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dei trasporti e dei lavori pubblici, per conoscere lo stato della pratica per la costruzione del tronco ferroviario Imperia-Garessio, utile non solo all’intensificazione dei rapporti commerciali liguri-piemontesi, ma anche allo snellimento dei nostri scambi via mare con conseguente diminuzione del posto di transito per la Svizzera. L’interrogante ricorda agli onorevoli Ministri che questa vecchia necessità, sentita grandemente dalla popolazione della Liguria di ponente e dal Piemonte, è stata spesso frustrata da gruppi di armatori speculatori, preoccupati solo dei loro guadagni e non della necessità di maggiori e migliori vie di comunicazione nell’interesse della popolazione delle due regioni e dell’intero Paese. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Roveda».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere se non ravvisi indispensabile:
- a) di ordinare che siano accelerati i lavori di ricostruzione della linea Pescara-Roma, che si sarebbero dovuti completare per la fine del decorso anno;
- b) di istituire una coppia giornaliera di direttissimi sulla importantissima arteria ferroviaria Lecce-Milano che è attualmente servita, per l’intero percorso, da una sola coppia di diretti (il 157 ed il 158) affollati fino all’inverosimile ed al punto che assai spesso non si riesce nemmeno a mettervi piede. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Paolucci».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri della guerra, della marina militare e dell’aeronautica, per conoscere i motivi per i quali non ritengono opportuno di emanare delle disposizioni che dispensino dagli obblighi di leva quei giovani, che hanno la possibilità di trasferirsi all’estero presso congiunti colà residenti e che li attendono. Numerosi sono, infatti, i casi in cui i giovani delle classi di leva – per lo più disoccupati o che vivono in paesi sinistrati dalla guerra – non possono raggiungere i loro stessi genitori, stabilitisi da anni in America, e crearsi un avvenire, perché sforniti del nulla osta del competente Ministero militare, che è prescritto per il rilascio del passaporto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Paolucci».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se non creda opportuno provvedere alla immediata promulgazione, a mezzo di decreto legislativo, delle norme di modificazione del vigente Codice di procedura civile, già preparate dall’apposita Commissione, in attesa di una ulteriore e completa revisione di detto Codice. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Salvatore».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere per quali motivi con il legittimo ed atteso ripristino del Tribunale di Mistretta si è creduto di potere sottrarre alla giurisdizione di detto Tribunale una parte di territorio della provincia di Messina, attribuendola al Tribunale di altra provincia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Salvatore».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’interno, dei lavori pubblici e della pubblica istruzione, per conoscere se non ritengano opportuno che gli immobili denominati «Dormitorio» e «Torre» in Ponza – di notevole interesse storico, ma di trista fama per essere stati adibiti durante la ventennale tirannia a luogo di confino di tanti nostri generosi fratelli – vengano riattati allo scopo di istruirvi la gioventù secondo i più moderni indirizzi educativi. Si fa rilevare che, togliendo quei monumenti dall’abbandono e dai saccheggi e destinandoli all’indicato fine, verrebbero ad essere sottratti alla rovina del tempo ed il nome di essi diventerebbe, per l’avvenire, simbolo di cristiane virtù. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Orlando Camillo».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’interno e dell’industria e commercio, per sapere se non ritengono opportuno sollecitare la ripersa del lavoro degli alti forni di Portoferraio, in considerazione della forte disoccupazione che esiste nell’isola d’Elba. Oltre alla necessità di evitare disordini, conseguenza dell’esasperazione, della lunga disoccupazione e della constatazione che con poca spesa detti forni potrebbero essere in grado di funzionare, deve tenersi presente la necessità di non disperdere una mano d’opera così specializzata e rara in un periodo in cui il Paese ha tanto bisogno delle sue capacità lavorative per risollevarsi. L’interrogante fa inoltre noto che il forte aggravio che lo Stato è costretto ad accollarsi per sussidi inadeguati, si riduce ad essere puramente negativo, in quanto non serve a mantenere sereni gli animi dei lavoratori, che per la mancanza del lavoro, sono pressoché alla fame con le loro famiglie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Roveda».
«Il sottoscritto chiede di interrogare l’Alto Commissario per l’alimentazione, per sapere quali provvedimenti d’urgenza intenda prendere per migliorare la situazione alimentare della provincia di Padova, nella quale, sino al 17 gennaio 1947, non sono stati distribuiti i generi razionati – generi da minestra, grassi, zucchero – e se non ritenga opportuno di elevare le assegnazioni di grano (al presente si distribuisce metà pane e metà farina di polenta spesso scadentissima), tenendo conto che la provincia di Padova è tra le prime che hanno compiuto il dovere di conferire ai granai del popolo la totalità del frumento denunziato. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Guariento».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, sulla opportunità di prorogare anche nell’anno accademico in corso la facoltà per gli studenti siciliani dell’Istituto orientale di Napoli di potere sostenere esami in tutte le sessioni, ordinarie e straordinarie, presso le Facoltà di lettere delle Università siciliane. Il provvedimento sarebbe quanto mai giustificato, dato che non sono venuti meno i motivi che determinarono la concessione negli anni precedenti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bellavista».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere le ragioni per le quali: mentre al termine dei corsi dell’Accademia navale viene assegnato gratuitamente agli ufficiali di marina di nuova nomina un corredo personale di vestiario e biancheria, pienamente rispondente alle esigenze di uso e di decoro, agli ufficiali dell’esercito licenziati dall’Accademia militare – i quali per la maggior parte versano in condizioni economiche criticissime – non viene effettuata alcuna distribuzione del genere, cosicché consumati gli scarsi effetti di vestiario ricevuti durante i mesi dell’Accademia, essi si trovano nella materiale impossibilità di vestirsi in modo confacente al prestigio del grado acquisito; mentre alle Accademie navale ed aeronautica è concesso un assegno di miglioramento vitto di lire 75 giornaliere per allievo, per l’Accademia militare tale assegno è di sole lire 30, il che determina una forte sperequazione di trattamento, inammissibile fra allievi delle forze armate dello stesso Paese. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Perugi».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se non ritenga giusto ed equo valutare e riconoscere, agli effetti della pensione e delle eventuali promozioni, il servizio prestato dai ferrovieri riutilizzati durante il grave periodo delle offese belliche. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Martino Gaetano».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro di grazia e giustizia, sulla mancanza di personale al Tribunale di Rovigo, che conta due soli giudici, uno in partenza (Stellatelli) ed uno oberato di lavoro (Carleschi), senza presidente, perché il consigliere Alessandri ha già molto lavoro come presidente della Corte di assise. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Merlin Umberto».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro delle finanze, per conoscere la ragione per cui la categoria degli agenti e rappresentanti di commercio sia considerata soggetta all’imposta sui maggiori profitti di guerra. L’interrogante ritiene:
1°) che l’applicazione alla categoria dell’articolo 1 della legge fondamentale che riflette gli utili derivanti dall’esercizio di «attività industriali» e «commerciali» o di affari derivanti da attività intermediaria è frutto di un’interpretazione estensiva ed analogica della norma tributaria, il che è in contrasto stridente con l’articolo 4 delle preleggi (vecchio Codice) e 14 delle disposizioni preleggi del Codice civile vigente;
2°) che i rappresentanti ed agenti «ausiliari», e non intermediari «professionisti» e non commercianti (tale qualifica essendo sempre stata espressamente loro disconosciuta a tutti gli effetti di legge ed in tutte le leggi, sia di diritto comune, che di diritto tributario), sono gli unici contribuenti che pur essendo tassati in categoria C1 sono soggetti all’imposta sui maggiori utili di guerra;
3°) che, come gli artigiani, i piccoli affittuari agricoli, gli appartenenti alle minori attività commerciali ed industriali, i quali hanno ottenuto il passaggio dei redditi dalla categoria B alla C1, con il privilegio dell’esenzione dall’imposta sui maggiori utili di guerra, anche gli agenti ed i rappresentanti di commercio iscritti nei ruoli di ricchezza mobile in categoria C1, sin dall’emanazione della legge fondamentale tributaria, hanno diritto all’esenzione dal pagamento di tale imposta, dalla quale, invece, sono gli unici a non essere esonerati;
4°) che i redditi di questa categoria non hanno subito nessun incremento per effetto della guerra (la massa degli affari essendo rappresentata da provviste belliche o dagli affari della cosiddetta «borsa nera», trattati personalmente da improvvisati e poco scrupolosi commercianti) e che anche l’aumentato costo degli scarsi prodotti e l’irrisorio aumento del 10 per cento del tasso delle provvigioni viene ampiamente assorbito dall’aumento del costo della vita e dai ripetuti aggravi delle tariffe ferroviarie. L’interrogante chiede che questa situazione venga attentamente presa in esame. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Chiaramello».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’industria e commercio e del commercio con l’estero, per sapere se i permessi per l’esportazione, soprattutto verso il Belgio, delle piante ornamentali da serra e di piena aria, prodotte nella riviera ligure e specialmente nella provincia di Imperia, non potrebbero essere rilasciati con maggiore sollecitudine di quella che ora non si usi; anzi meglio, se non potrebbero essere rilasciati direttamente dalle dogane italiane di confine, Ventimiglia e Chiasso, trattandosi di prodotti non necessari in alcun modo ai bisogni interni della vita economica, ed in presenza del fatto che in linea generale il Belgio rilascia permessi di importazione valevoli per un solo mese; onde spesso accade che, quando giunge il permesso italiano di esportazione, sia già scaduto quello estero di importazione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Pellizzari».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’industria e commercio, dell’agricoltura e foreste e del commercio con l’estero, circa il modo come intendano risolvere il problema del divieto opposto dalla Francia all’entrata ed al transito per il Belgio delle piante ornamentali provenienti dall’Italia, per motivi sanitari, provocati dal parassita «aspidiotus perniciosus» (coccinella di San Josè). L’interrogante fa presente che le piante ornamentali sono immuni da questo parassita, come può far fede l’Osservatorio di fitopatologia di San Remo; e che il certificato rilasciato da tale Osservatorio, ed eventualmente controllato dal delegato francese in materia, dovrebbe bastare, non soltanto a far concedere il libero transito sul territorio francese alla piante ornamentali spedite nel Belgio da Ventimiglia o da Chiasso in vagoni chiusi, ma anche ad aprire loro l’importazione ed il commercio e la vendita nello stesso territorio francese. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Pellizzari».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’industria e commercio, dell’agricoltura e foreste e del commercio con l’estero, intorno ai provvedimenti che intendono prendere affinché, nella rinnovazione dei trattati commerciali con la Francia, venga tenuto conto della vasta e florida produzione di piante e semi di piante ornamentali da serra e da piena aria, che viene fatta nella riviera ligure, e specialmente nella provincia di Imperia. Più specialmente l’interrogante chiede se si propongano di fare includere, sia nei trattati con la Francia, sia in quelli con altri Stati, le seguenti voci doganali: fiori e foglie ornamentali; piante ornamentali in genere, da serra o da piena aria; cactea (piante grasse) e semi di piante ornamentali; le quali tutte, prima della guerra, venivano esportate in Germania, in Ungheria, in Austria, in Cecoslovacchia; ciò tanto più che gli orticoltori francesi, belgi, svizzeri ed inglesi fanno larga richiesta di tali prodotti, e dall’esportazione di questi generi, non necessari per l’economia nazionale, verrebbe il doppio vantaggio delle divise estere, e dell’occupazione di una mano d’opera attualmente inutilizzata. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Pellizzari».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se gli consti che nella città e nel circondario di Milano le privative sono sovente, e per più giorni, prive di sale, cosicché il pubblico è costretto a perdere giornate per rintracciare una derrata, che dovrebbe essere costantemente alla portata di tutti, e nel caso che tale deficienza sia imputabile non alla Amministrazione dei monopoli, ma a negligenza dei rivenditori (negligenza dovuta a sua volta al minimo interesse che essi hanno a rivendere il sale), quale provvedimento abbia preso o intenda prendere per fare cessare uno stato di cose che compromette gravemente, quanto inutilmente, il Governo nella opinione pubblica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Clerici».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se e quali provvedimenti siano stati presi in vista del grave pericolo che incombe al Cenacolo Vinciano di Milano, che, quasi miracolosamente salvatosi dalle bombe aeree, sta ora rovinandosi per colpa di insipienze, incoscienze, incapacità ed inerzie burocratiche neppure credibili; e particolarmente se siano stati presi o si intendano prendere provvedimenti adeguati contro i responsabili organi amministrativi, i quali, avvertiti il 2 febbraio 1946, con telegramma del professore Ettore Modigliani, sovraintendente alle Gallerie di Milano, che urgeva provvedere alle condizioni estremamente gravi del Cenacolo, causate sia da intonaci inconsideratamente praticati durante l’inverno nell’ambiente, che dal sommovimento di trecento metri cubi di terra bagnata e fetida senza la minima preoccupazione dell’insigne monumento, attesero tre mesi ad inviare sul posto una commissione (aprile 1946) e quindi restarono praticamente in inerzia per quasi un anno, senza preoccuparsi dei pericoli del nuovo inverno, e degli irreparabili danni all’insigne pittura che costituirebbero onta indelebile per il Governo e per il popolo italiano verso il mondo e verso i posteri. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Clerici».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere quali provvedimenti abbia preso o intenda prendere in merito alle disastrose condizioni in cui versa a Milano il Pio Istituto di Santa Corona, a proposito del quale dal dicembre 1946 è pervenuto al Ministero dell’interno un dettagliato rapporto del Prefetto di Milano.
«È da tenersi presente che il Pio Istituto, una antichissima fondazione assai popolare a Milano, gestisce nell’Istituto ospitaliero di Pietra Ligure 1500 letti per tubercolotici extra polmonari, nell’Istituto eliotermale di Sirmione 120 letti per bambini profilattici, e nel Sanatorio di Garbagnate Milanese oltre 1250 letti per tubercolotici polmonari; che esso è creditore per lire 81 milioni a tutto il 31 dicembre 1946 verso il comune di Milano, mentre questo ha dichiarato di non essere in grado di far fronte al proprio debito, ed inoltre lo stesso Istituto di Santa Corona era in tale data debitore per 70.500.000 lire per anticipazioni del tesoriere, per stipendi arretrati e scaduti, per mandati di pagamento ineseguiti, e cioè per debiti tutti scaduti ed urgentissimi, oltreché per altre decine di milioni di lire di debiti in scadenza per importo di forniture.
«La situazione appare disperata e l’Istituto di Santa Corona, se non soccorso, dovrà a breve scadenza declinare il ricovero di oltre 2500 ammalati, che sono a carico del comune di Milano, chiudere il Sanatorio di Garbagnate e l’Istituto di Sirmione e pressoché arrestare l’attività dell’Istituto di Pietra Ligure. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Clerici».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, e i Ministri della guerra e dell’assistenza post-bellica, per sapere se corrisponda al vero quanto è stato di recente pubblicato da un settimanale romano, e cioè che i prigionieri italiani fatti in Russia ammontavano a 115.000, e che di essi sono tornati in Patria soltanto 18.000, e se, in caso affermativo, vi siano speranze di sapere la sorte degli altri 97.000, e quali passi si siano fatti e si intendano fare in proposito presso la U.R.S.S. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Clerici».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se gli annunciati provvedimenti intesi a lenire l’imponente disoccupazione magistrale, resa più grave dall’esodo dei maestri giuliani, e disperata per la mancanza di una forma qualsiasi di sussidio, saranno adottati d’urgenza, come richiede la dolorosa situazione di tanti insegnanti esclusi dalla scuola dopo anni di servizio, senza indennità di sorta. (L’interrogante chiedo la risposta scritta).
«Mariani Francesco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali sono le ragioni che impediscono l’emanazione di un decreto che annulli la disposizione del tesoro, per sapere se intenda mettivo 27 maggio 1946, n. 557, e dia agli insegnanti di materie speciali una retribuzione pari a quella accordata agli incaricati fuori ruolo delle scuole medie, avendo gli stessi titoli di studio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Mariani Francesco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del Tesoro, per sapere se intenda mettere a disposizione del Ministero della pubblica istruzione i fondi necessari, affinché gli annunciati provvedimenti contro la disoccupazione magistrale, che condanna alla fame tante famiglie di maestri, siano attuati con carattere di urgenza. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Mariani Francesco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se non ritenga opportuno concedere l’autonomia comunale alla frazione di Santa Giusta (Oristano), venendo incontro al concorde voto della popolazione interessata. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Laconi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere per quali ragioni non sia stato ancora presentato alla Costituente il disegno di legge sulla stampa, che l’apposita Commissione nominata dal Governo ha compilato e consegnato oltre un mese fa. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Cianca».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere quale azione abbia svolto o intenda svolgere, affinché siano identificati e chiamati a rispondere dei loro delitti, i criminali di guerra responsabili dei massacri perpetrati nella Valle del Reno, e in particolare nel comune di Marzabotto dove, dal 28 settembre al 10 ottobre 1944, 1830 persone furono atrocemente trucidate dal barbaro invasore tedesco. Gli interroganti sono certi che qualora il Governo italiano facesse le pratiche necessarie presso le Autorità alleate, queste non negherebbero il loro concorso ad un’opera di giustizia umana. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).
«Colombi, Dozza».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se sia vero che a Cortina d’Ampezzo all’albergo Miramonti, sotto il nome apparente di Club Dolomiti, sia stato aperto un casino da giuoco e quali provvedimenti intenda prendere perché cessino queste violazioni palesi della legge. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Merlin Umberto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere quali misure intenda prendere per venire incontro alla crisi manifestatasi nella coltivazione dell’olivo, particolarmente nei vivai della zona pesciatina, alla reintegrazione delle piante distrutte dalla guerra, e allo sviluppo di nuove piantagioni di questo albero prezioso; se non ritenga opportuno, nell’interesse nazionale, accogliere la proposta degli olivicultori di Pescia, avanzata al Ministero in data 12 settembre 1946, a mezzo della Confederazione nazionale coltivatori diretti (Federazione provinciale di Pistoia), tendente ad ottenere, previa congrua assegnazione di mezzi finanziari da parte del Ministero stesso, che, attraverso le associazioni di categoria ed il controllo degli Ispettorati agrari, si proceda all’acquisto almeno di una parte delle pianticelle di olivo esistenti, per decongestionare la produzione giacente, facendola distribuire gratuitamente a coloro che ebbero le piante distrutte dalla guerra, e semi gratuitamente per le nuove piantagioni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Maltagliati».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno e il Ministro dell’agricoltura e foreste, per sapere quali provvedimenti d’ordine disciplinare e giudiziario si intendano prendere nei confronti dei dirigenti del Consorzio agrario provinciale di Bergamo, al cospetto dei quali starebbe una situazione di fatto, che si riassume nel modo che segue:
1°) recentissimamente il giornale L’Unità, pagina di Bergamo, pubblicava come un quantitativo di zucchero, di cui il predetto Consorzio è responsabile, fosse adulterato con barite in ragione del 9,60 per cento;
2°) immediatamente dopo, pure il giornale Eco di Bergamo, ribadiva la gravissima accusa di cui sopra, annunciando che erano stati posti in arresto due operai per nome Imberti e Brambilla, nonché un impiegato per nome Mincia;
3°) secondo le asserzioni di cittadini, che affermano di essere bene informati, tanto il presidente che il vicepresidente del suddetto Consorzio erano da tempo perfettamente al corrente dei fatti delittuosi, ma ciò non pertanto non si decidevano a presentare denuncia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Caprani».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere in base a quali segni della volontà popolare si sta predisponendo il distacco dei due Comuni di Badia Tedalda e di Sestino dalla provincia di Arezzo per aggregarli alla non ancora costituita, ma progettata, provincia di Rimini. L’interrogante domanda se non sia il caso di sospendere la creazione della suddetta provincia, in attesa che l’Assemblea Costituente abbia predisposto la ripartizione delle circoscrizioni regionali. E in ogni caso fa presente l’inopportunità di distaccare i due predetti Comuni dalla provincia di Arezzo, senza aver prima interrogato mediante referendum le popolazioni interessate. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Fanfani».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere quali provvedimenti sono stati presi a carico dei responsabili della rissa che ebbe luogo a Roma in via Tor di Schiavi, alla vigilia delle elezioni amministrative, tra elementi del «Blocco del Popolo» e elementi del «Fronte dell’Uomo Qualunque». Il Commissariato distrettuale di pubblica sicurezza del Quadraro espletò subito le necessarie indagini, identificò le persone implicate nel fatto e stese un rapporto, in base al quale vennero deferiti all’Autorità giudiziaria tutti coloro che presero parte attiva alla rissa. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Canevari».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare l’Alto Commissario per l’igiene e la sanità pubblica, per sapere:
1°) se è esatto quanto è stato pubblicato da alcuni giornali, circa la giacenza nei depositi centrali dell’Endimea di notevoli quantità di materiale sanitario – pari a varie diecine di milioni – che avrebbero dovuto essere distribuite a prezzi americani;
2°) se è esatto che tali notevoli quantità di materiale sanitario siano in procinto di essere vendute in blocco ad una o più ditte, che, comperando a prezzi americani e rivendendo a prezzi italiani, effettuerebbero senza dubbio, una indegna speculazione;
3°) come intenda provvedere alla distribuzione del suddetto materiale ed evitare che esso divenga oggetto di speculazione, dato che l’Endimea avrebbe dovuto cessare dalle sue funzioni il 31 dicembre 1946;
4°) se non ritenga di dover chiedere conto a chi di ragione soprattutto della mancata tempestiva distribuzione del materiale sanitario deperibile, quali i vaccini, le insuline, i prodotti ipoterapici, cosa che, oltre al danno di ordine sanitario, importa un danno economico rilevantissimo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Coppa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della Marina mercantile, per sapere:
1°) come intende provvedere al rifornimento idrico delle isole Pontine, essendo venuto a cessare il servizio finora effettuato con mezzi Alleati;
2°) se non creda opportuno e necessario, data l’urgenza di provvedere a tale servizio soprattutto sotto l’aspetto dell’igiene pubblica, di assegnare a pagamento con l’impegno di provvedere al trasporto dell’acqua necessaria ai bisogni delle popolazioni delle isole Pontine, due delle motozattere con cisterna cedute dagli Alleati, che attualmente si trovano nel porto di Napoli, invece di destinarle – come sembra che si sia in procinto di fare – ad armatori che le adibirebbero a traffici ordinari e liberi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Coppa».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere se non ritenga urgente procedere alla concessione della autonomia comunale alla frazione di Suelli, in provincia di Cagliari. Il decreto, già approvato dal Consiglio dei Ministri, risulta infatti sospeso unicamente perché vi era anche prevista la concessione dell’autonomia alla frazione di Selargius, concessione alla quale si è dovuto soprassedere. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Laconi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri degli affari esteri e dell’assistenza post-bellica, per conoscere se non ritengano necessario ed urgente chiarire la discordanza esistente tra la Commissione ufficiale del Governo dell’U.R.S.S. che dichiara di aver provveduto al rimpatrio di circa 21.000 prigionieri italiani, e quanto risulta dalle comunicazioni ufficiali del Ministero dell’assistenza post-bellica, e cioè che finora sono stati rimpatriati circa 12.000 ex prigionieri italiani nell’U.R.S.S. Questo per porre termine alla tragica incertezza nella quale tante famiglie italiane vivono – tra la speranza e la pena – senza avere notizia alcuna dei loro cari, ancora dopo più di un anno e mezzo dalla fine delle ostilità. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Rumor».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere se non ritenga opportuno modificare l’articolo 1 del decreto legislativo 28 dicembre 1946, n. 298, col quale veniva bandito il reclutamento straordinario di cento sottotenenti in servizio permanente nell’Arma dei carabinieri. Tale concorso è riservato ai sottufficiali dell’Arma stessa, che parteciparono al concorso indetto con decreto ministeriale 26 marzo 1943, successivamente annullato con decreto ministeriale 17 ottobre 1944. Come è noto, solo pochissimi aspiranti poterono partecipare al concorso indetto con decreto ministeriale 26 marzo 1943, in quanto in quel periodo di guerra molti sottufficiali erano mobilitati e molti ammalati. Si chiede se non sia opportuno estendere agli altri sottufficiali la possibilità di partecipare al concorso in parola, per evidenti ragioni di equità e di giustizia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Castiglia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Governo, per conoscere se si è indagato al fine di accertare che fine hanno fatto i fondi da distribuire ai disoccupati per l’assistenza natalizia, i fondi per l’assistenza ai reduci disoccupati e tutte le altre provvidenze, essendo noto che in talune provincie è mancata qualsiasi assistenza ai disoccupati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Castiglia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’assistenza post-bellica, per conoscere quali passi siano stati fatti dal Governo presso le Autorità britanniche allo scopo di ottenere da loro il consenso al rientro in Africa dei profughi che abbiano colà il capofamiglia. In particolare: quello che si è fatto nei riguardi dei giovani appartenenti a famiglie residenti in Africa, che abbiano superato i 16 anni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Castiglia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere se non ritenga conforme a giustizia rivedere i soprassoldi delle ricompense al valore e le competenze, compresa quella della posizione di riserva, che sono rimaste ancora come nell’anteguerra. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Castiglia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e del commercio, sul modo con cui viene ripartito lo zucchero per le industrie marmellate ed affini. Si lascia la distribuzione alla Confederazione marmellatieri di Roma, la quale, essendo costituita in prevalenza da rappresentanti di vecchie industrie, assegna lo zucchero prima di tutto alle industrie di cui detti rappresentanti fanno parte ed assegna alle nuove industrie soltanto le briciole. Per ciò si mantengono in vita vecchie organizzazioni fasciste, si perpetuano situazioni di privilegio e si va contro alla libertà di industria e di commercio, che gioverebbe invece ai consumatori. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Merlin Umberto».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare di urgenza per affrettare la liquidazione del personale delle disciolte organizzazioni sindacali fasciste, liquidazione che, attraverso alcune ingiustificate lentezze della gestione commissariale, ha dato e dà l’impressione che si prolunghi oltre i limiti del tollerabile. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Caso».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se rispondano ad esattezza le notizie pubblicate da alcuni quotidiani dell’Emilia (Unità Democratica del 23 gennaio 1947, ecc.), a tenore delle quali a San Felice sul Panaro, dopo la rappresentazione del dramma «Senza patria» dell’anarchico Pietro Gori, il sindaco del luogo, Cesare Menarini, che aveva vivamente applaudito la scena in cui il protagonista del dramma calpestava la bandiera dello Stato, avrebbe rifiutato ad un gruppo di reduci ed ex combattenti, il permesso di affiggere un manifesto di protesta, dichiarando di riconoscere quale sola bandiera nazionale quella rossa con falce, martello e stella. Nella ipotesi che i fatti accennati rispondano ad esattezza, chiede se e quali provvedimenti il Governo abbia preso ed intenda prendere. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Coppi Alessandro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se sia informato che, contrariamente al tassativo disposto dell’articolo 280 del testo unico della legge sull’istruzione superiore, vi sono dei pensionati del Politecnico di Torino, ai quali i recenti provvedimenti in favore dei pensionati sono stati solo parzialmente applicati; e se non creda che il secondo comma dell’articolo citato costituisca pei pensionati stessi un indiscutibile diritto a fruire del medesimo trattamento che compete a tutti indistintamente gli impiegati civili dello Stato. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Colonnetti».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se non sia d’avviso di provvedere al trasferimento del maresciallo comandante la stazione dei carabinieri di San Giorio Lomellina, il quale, per il suo comportamento rispetto ai partiti politici locali, va creando un’atmosfera di diffidenza e di ostilità con le autorità comunali, non consigliabile al mantenimento dell’ordine pubblico.
«L’interrogante fa presente che l’azione del citato maresciallo, ha provocato un procedimento penale, per cui a giorni, avanti al tribunale di Vigevano, verrà celebrato un processo nel quale si assisterà al poco edificante spettacolo di due autorità, l’una contro l’altra, in un duello di reciproche accuse.
«L’interrogante fa pure presente, che sul conto del prefato maresciallo ebbe, da parte dei superiori del medesimo, giudizi poco benevoli. (L’interrogante chiede la risposta scritta.
«Pistoia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere i motivi per i quali non si è ancora provveduto dalla concessionaria Società ferrovie Adriatico-Appennino alla riattivazione della ferrovia Sangritana nel tratto stazione di Guardiagrele-Ortona a mare. Il ripristino di tale linea (che importa una spesa irrisoria, perché non richiede la ricostruzione di nessuna opera d’arte) è di vitale importanza per la rinascita di molti Comuni sinistrati dalla guerra, le cui popolazioni sono tuttora tagliate dal mondo e servirebbe anche ad impiegare numerosi dipendenti di quella stessa Società rimasti disoccupati da oltre tre anni. (L’interrogante chiede d’urgenza la risposta scritta).
«Paolucci».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se sia informato dell’opera altamente benefica svolta nello scorso anno dall’UNRRA-CASAS a vantaggio delle popolazioni più gravemente colpite dalla guerra, e se sia vero che i più larghi finanziamenti predisposti dalla Missione dell’UNRRA per intensificare l’opera predetta siano stati in qualche modo ostacolati dalla Delegazione italiana, che vorrebbe almeno in parte distrarli a favore di consorzi a carattere capitalistico e speculativo. (L’interrogante chiede la risposta scritta, segnalando il carattere d’urgenza che la questione riveste nell’interesse degli innumerevoli senza tetto dell’Abruzzo).
«Paolucci».
«La sottoscritta chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere entro quale termine intende presentare al Consiglio dei Ministri lo schema di decreto che deve dare pratica attuazione alle promesse pubblicamente fatte sull’introduzione dei ruoli aperti nella carriera degli insegnanti elementari, dal momento che ogni ulteriore ritardo si risolve in un sempre maggiore danno per la scuola e per la categoria dei maestri che attendono da anni giustizia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Iotti Leonilde».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se, in vista della agitazione che si va diffondendo ed intensificando fra gli insegnanti degli istituti medi per l’abrogazione della legge De Vecchi 24 aprile 1935, n. 565, che abbassava i limiti di età per il collocamento a riposo dai 70 anni ai 65, intenda promuovere i provvedimenti per l’abolizione della legge fascista. È superfluo riferire le ragioni di carattere giuridico ed i motivi di indole umana che militano a favore della richiesta degli insegnanti, di quelli specialmente che furono assunti in ruolo prima del 1935, tanto essi sono evidenti. Allo scopo di eliminare un’altra causa di turbamento nel campo della scuola sarebbe opportuno andare sollecitamente incontro alla legittima richiesta degli insegnanti e risparmiare loro, oltre le mortificazioni cui oggi sono sottoposti ed alle quali accennò lo stesso Ministro nel saluto diretto alla scuola con parole gravi ed allarmanti, l’umiliazione di questuare di anno in anno il mantenimento in servizio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Ruggeri».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della guerra e del tesoro, per sapere se non ritengano doveroso ed urgente regolare la posizione dei militari reduci ed ex internati in Germania colpiti da tubercolosi per causa di servizio, ed oggi ricoverati nei Sanatori. Poiché attualmente le pratiche per l’assegnazione delle pensioni si svolgono con una lentezza e con una sperequazione di trattamento, tali da suscitare le più vive preoccupazioni ed un diffuso malcontento in questa massa di giovani così duramente colpiti, e allo scopo di evitare che il malcontento si traduca in dimostrazioni pregiudizievoli al buon nome dell’Esercito e della Nazione, è necessario:
1°) che siano accelerati i lavori delle Commissioni mediche per le pensioni di guerra per la fissazione delle visite collegiali che devono definire i gradi della pensione da corrispondersi;
2°) che, in attesa, venga corrisposto l’assegno mensile sospeso dal mese di ottobre 1946;
3°) che si provveda alla corresponsione del premio della Repubblica nella misura stabilita;
4°) che sia riveduta la disposizione secondo la quale viene tolto ogni sussidio dal giorno del rilascio della licenza di convalescenza, tenendo presente le conseguenze che si ripercuotono sulle famiglie degli interessati bisognosi di un trattamento speciale, al quale le famiglie non sempre possono provvedere;
5°) che sia estesa la distribuzione del corredo, oggi limitata agli appartenenti alla Marina e all’Aeronautica, anche ai ricoverati appartenenti all’Esercito (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Leone Francesco».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per richiamare la sua attenzione sul fatto che l’Ente distribuzione medicinali alleati (Endimea), ha i suoi depositi rigurgitanti di materiali in deperimento in oltre dieci grandi città italiane. Si tratta di circa duemila tonnellate di merce corrispondente a poco meno di due miliardi di valore. Talune forniture sono già scadute e rimaste inutilizzate nonostante le segnalazioni tempestive fatte e ripetute al Ministero dell’interno ed alla Presidenza del Consiglio. Gravissime fra le quali le lastre radiografiche e gli estratti epatici di cui il commercio è assetato da qualche anno, e che han raggiunto prezzi iperbolici assolutamente proibitivi. Imperdonabile poi è la perdita di forte quantitativo di pituitrina, scaduta, e di 232 mila flaconi di insulina, scaduti a fine 1946. Nessuno ignora che questi farmaci han la possibilità di letteralmente salvar la vita di moribondi. È tanto che il commercio nazionale ha sospeso la vendita di insulina, perché non ce n’è più. E la gente muore di coma diabetico e di gangrena diabetica, mentre l’insulina si perde nei vari depositi. Altri 37 mila flaconi di insulina stanno per scadere nei primi mesi del 1947. Ospedali e cliniche dappertutto han penuria di medicinali, mentre lo Stato per tenerli depositati inattivi ed in istato di progressivo deperimento spende attualmente circa due milioni al mese. L’interrogante domanda di conoscere quali urgenti provvedimenti il Governo intenda adottare per eliminare i gravi inconvenienti segnalati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«La Gravinese Nicola».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’interno e degli affari esteri, per conoscere le ragioni dell’ordine dato al nostro Ministro a Berna di non vistare passaporti a stranieri desiderosi di venire in Italia e di ritardare di venti giorni il rilascio del visto agli svizzeri. L’interrogante, anche nella sua qualità di sindaco di Verbania, protesta energicamente chiedendo la revoca di tale insano provvedimento, causa di rovina per la risorgente industria turistica e di chiusura degli alberghi, fonte di eventuali gravi disordini, di cui non risponde. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Zappelli».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della guerra, per conoscere i provvedimenti che intende adottare per ovviare alla sperequazione cui hanno dato luogo i decreti-legge 11 ottobre 1944, n. 257; 26 aprile 1945, n. 294 e 9 novembre 1945, n. 702, in base ai quali agli ufficiali cancellati dai ruoli con perdita del grado per collaborazionismo, ai funzionari collaborazionisti o che disobbedirono al governo legittimo, è concesso il ricorso al Consiglio di Stato, mentre detto ricorso è negato ai primi colpiti (gennaio 1945), che notoriamente avevano obbedito al governo legittimo (come è dimostrato dal fatto che essi erano fisicamente presenti al sud nel gennaio 1945), o che addirittura avevano agito attivamente contro i tedeschi ed il fascismo, oppure che avevano fatto parte del governo legittimo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Bruni».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere:
1°) perché non si procede alla pubblicazione annuale delle presidenze e cattedre vacanti negli istituti medi di istruzione, considerando anche che tale pubblicazione venne soppressa dal cessato regime fascista, senza dubbio allo scopo di facilitare abusi e favoritismi;
2°) perché, come per gli insegnanti, anche per i presidi, non si tiene conto delle esigenze di famiglia in concorso col merito e l’anzianità. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Rubilli».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro delle finanze, per sapere quali disposizioni siano state impartite alle Intendenze di finanza provinciali per indennizzare quelle persone che, dietro promesse di restituzione, offersero somme rilevanti alle formazioni partigiane e detengono delle semplici ricevute provvisorie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Scotti Alessandro».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro delle finanze, per sapere quali disposizioni siano state emanate perché sia pagato il bestiame che dalle formazioni partigiane venne requisito agli agricoltori, ai quali vennero rilasciate delle semplici ricevute provvisorie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Scotti Alessandro».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’interno e del tesoro, per conoscere se non ritengano opportuno, al fine di consentire la sollecita riparazione degli edifici di proprietà degli Enti comunali di assistenza, non direttamente adibiti a servizi assistenziali, ripristinare la disposizione di cui all’articolo 27 della legge 26 ottobre 1940, n. 1543, la quale poneva a carico dello Stato tutto l’onere della riparazione dei beni immobili di proprietà degli Istituti di pubblica beneficenza distrutti o danneggiati da eventi bellici. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Martino Gaetano».
«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dell’industria e commercio e della guerra, per conoscere quali siano le norme giuridiche attualmente vigenti per la raccolta e il commercio dei rottami ferrosi sparsi, o sepolti, in larghe zone di campagna, ove più ha infuriato la guerra (come, ad esempio, nella zona del Cassinate). E ciò perché i contadini, che hanno visto distrutte le case e gli alberi e sconvolti i campi, avevano avuto fino ad oggi una piccolissima risorsa nella raccolta e nella vendita (che ritenevano libera) dei rottami metallici (non degli esplosivi, dei quali si occupano le competenti autorità militari) abbandonati, o ritrovati occasionalmente durante i lavori agricoli. La cosa è tanto più grave, in quanto sembra che si sia vietato a questi poveri e disgraziati contadini perfino la vendita dei rottami di provenienza casalinga, e ciò con inesplicabile arbitrio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Persico».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se non creda opportuno intervenire urgentemente e con mezzi adeguati a mettere in condizione i comuni di poter risolvere il problema degli ospedali ed in modo particolare quello dei sanatori antitubercolari, molti dei quali, stracarichi di debiti, non sono in condizione di curare, in modo adeguato, i degenti, ed in qualche caso mancano addirittura di biancheria e dei mezzi indispensabili all’igiene di questi luoghi di cura. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Mariani Francesco».
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’assistenza post-bellica, per conoscere le ragioni per le quali non sono state alimentate le Casse degli Uffici regionali del Ministero dell’assistenza post-bellica (ed in particolare l’ufficio regionale di Padova), creando disagio nell’erogazione dei sussidi agli aventine diritto, sussidi che sono mancati dal luglio 1946 e che tuttora non vengono erogati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Rognoni».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere le ragioni che hanno impedito finora l’assunzione in ruolo degli insegnanti elementari dichiarati idonei in esito al concorso nazionale rurale bandito con decreto ministeriale 26 marzo 1940, che prevedeva l’efficacia della graduatoria «fino al suo esaurimento» (Bollettino Ufficiale 4 aprile 1940, Parte II, n. 14). Della predetta graduatoria fanno parte reduci, sinistrati di guerra e supplenti, i quali hanno già avuto modo di dimostrare le loro attitudini didattiche. Con la nomina dei predetti idonei e la loro destinazione alle scuole urbane o rurali, si verrebbe a sostituire personale stabile e capace a personale avventizio e si realizzerebbe una più razionale ripartizione di posti, secondo i vari bisogni di ogni provincia. Ne deriverebbe, altresì, una notevole riduzione di concorrenti ai futuri concorsi, che si farebbero con maggiore ordine e serietà e con sensibile economia di spese. Lo Stato, infine, manterrebbe fede all’impegno morale e legale assunto in modo esplicito col bando del concorso succitato e darebbe sollievo a tante famiglie, che in questo duro periodo vivono di ansiose incertezze e di stenti. La preferenza accordata ai predetti idonei alle graduatorie annuali dei supplenti costituisce un beneficio del quale non si avvantaggia che un’esigua minoranza, sia perché vi sono altre categorie di preferiti, sia perché le innumeri domande di incarico sono oggi limitate alla sola provincia di residenza. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Guerrieri Emanuele».
«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere come egli possa giustificare l’ingiusto ed illegale provvedimento di sospensione dell’esercizio, preso a carico della benemerita azienda di autoservizi Sereni & Maselli di Bazzano, che per circa un anno ed a prezzo di gravissimi sacrifici ha servito la popolazione di Savigno, Castel di Serravalle, Bologna, ricollegando fra loro questi importanti centri, quando nessun’altra via di comunicazione era attivata e nessuna ditta si era sentita di assumere i gravi rischi economici e umani. Nella ditta Sereni & Maselli, fra l’altro, il Maselli valoroso ex partigiano e benemerito combattente della Causa democratica, trae l’unico cespite di vita dall’esercizio dell’Azienda nella quale ha impegnato gravissimi interessi con pericolo attuale di una completa rovina economica: mentre la S.A.T.I.B., alla quale la nuova concessione è stata accordata gestisce altre linee. Si domanda che per elementare principio di equità e per la restaurazione di un diritto acquisito, almeno una delle due linee (e cioè quella gestita già da circa un anno) sia concessa alla ditta Sereni & Maselli. (Gli interroganti chiedono la risposta. scritta).
«Manzini, Tega».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se, esaminata la relazione inviatagli in data 27 gennaio 1947, tramite il prefetto di Aquila, da 219 firmatari, che costituiscono la maggioranza dei contribuenti del comune di Collepietro; accertati i fatti e ritenuti validi i motivi in essa esposti, non ritenga opportuno modificare quanto disposto nel decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 29 novembre 1946, n. 511, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 1947 circa la delimitazione territoriale fra il comune di Collepietro e la frazione di San Benedetto in Perillis, eretta a comune autonomo in virtù di detto decreto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Corbi».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se la linea ferroviaria Battipaglia-Potenza-Taranto si svolga in Italia o su terreno coloniale; se e per quali ragioni in questi treni non sia possibile trovare vetture per viaggiatori; se e per quali ragioni su queste linee non sia possibile l’istituzione di littorine che congiungano i numerosi ed importanti centri a sud-est di Battipaglia con i treni veloci e comodi che uniscono Napoli e Roma con le Calabrie e la Sicilia, mentre ciò è possibile per tutte le altre regioni d’Italia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Reale Vito».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e l’Alto Commissario per l’alimentazione, per sapere se sono a conoscenza del fatto che nella provincia di Reggio Calabria è stato denunziato a mezzo della stampa che cinquanta quintali di latte evaporato sarebbero stati buttati in mare perché ridotti in istato di avaria e una ingente quantità di marmellata starebbe per subire la stessa sorte; ed, in conseguenza, quali provvedimenti si è pensato di disporre per l’accertamento del fatto e delle eventuali responsabilità, ed – ove queste sussistano – quali misure si intende adottare perché la cosa non abbia a ripetersi e per assicurare la popolazione, turbata dalla notizia predetta, che non può esservi indulgenza verso chiunque, preposto ad uffici ed incarichi di responsabilità, non senta il dovere di cooperare ad attenuare o per lo meno di non aggravare le presenti dolorose condizioni alimentari del Paese, specialmente dei poveri e dei malati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Sardiello».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se non ritenga opportuno modificare l’articolo 17, n. 5, del Regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1570, sull’ordinamento delle professioni di avvocato e procuratore, eliminando l’obbligo dei due anni consecutivi di pratica fatta posteriormente alla laurea, come condizione per la inscrizione all’albo dei procuratori, e ripristinando la facoltà agli aspiranti di inscriversi nell’albo dei praticanti procuratori legali subito dopo aver superato gli esami delle materie professionali. In tal modo i laureati potranno affrontare l’esame di procuratore subito dopo la laurea e comunque senza lasciare trascorrere, dopo di essa, un biennio di attesa spesso insostenibile. Coerentemente a tale modifica si chiede di conoscere se non ritenga del caso l’onorevole Ministro emanare delle disposizioni transitorie a favore dei laureati inscritti nell’albo dei praticanti da meno di due anni, autorizzandoli a sostenere gli esami di procuratore ancora prima dello spirare del biennio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Castiglia».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere se non creda di dover intervenire per il sollecito ripristino del servizio tramviario Frascati-Monte Porzio-Monte Compatri, servizio che apporterebbe grande sollievo alle popolazioni di quella zona dei Castelli tanto provate dalla guerra. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Marinaro».
«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere come si concilii con l’ordinamento tributario dello Stato l’obbligo imposto, col decreto 10 giugno 1946 dell’Alto Commissario per l’alimentazione, legislativamente convalidato col decreto del Capo Provvisorio dello Stato in data 23 dicembre 1946, n. 553, di corrispondere una quota di lire 300 o 400 al chilogrammo (da versare presso istituti bancari su un conto speciale vincolato a disposizione dell’Alto Commissariato dell’alimentazione) sulle giacenze di formaggio grana al 1° agosto 1945 della produzione dell’annata 1944 e precedenti, in dipendenza della concessione della libera vendita delle giacenze medesime. (L’interrogante chiede la risposta scritta).
«Marinaro».
«Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere quali criteri intende adottare per risolvere ì gravi ed urgenti problemi che assillano la città di Napoli.
«Porzio».
«Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro del tesoro, per conoscere quali solleciti e reali provvedimenti si propongono di adottare per migliorare sostanzialmente le condizioni economiche degli impiegati statali, e dei pensionati, e per sanare la piaga dell’avventiziato.
«Di Giovanni».
«Il sottoscritto chiede di interpellare il Governo, perché voglia dare le spiegazioni necessarie intorno alle notizie pubblicate dal giornale Roma di Napoli nei giorni 18, 19 e 20 dicembre 1946, concernenti il fatto che da circa quattro mesi 75 mila tonnellate di viveri sono depositate nei magazzini dell’UNRRA di Napoli senza che si sia proceduto alla loro ripartizione, mentre una parte cospicua di essi è andata perduta in seguito alla loro prolungata giacenza e alla nessuna cura avuta della loro conservazione.
«Labriola».
«Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della marina militare, per conoscere se risponde a verità quanto è stato pubblicato da qualche giornale circa la distruzione di tutto il materiale relativo alla documentazione delle gesta dei nostri marinai prima del1’8 settembre 1943. E, in caso affermativo, quali sono state le ragioni che hanno determinato un tale ordine che, se vero, offenderebbe le più pure e gloriose tradizioni della nostra Marina, calpesterebbe la sacra memoria dei nostri morti. Per conoscere infine quali provvedimenti sono stati presi o saranno presi contro l’ideatore di un sì mostruoso atto di pirateria.
«Castiglia».
«Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell’aeronautica, per conoscere:
- a) perché si è negata ad una società, che ne aveva fatto richiesta e che avrebbe ripristinato l’aeroporto di Agrigento, l’autorizzazione all’esercizio di una linea aerea che avrebbe congiunto, con scali intermedi, Roma ad Agrigento, lasciando quella provincia e la limitrofa provincia di Caltanissetta sprovviste di servizi aerei;
- b) perché, anziché lasciar vivere l’«Ala italiana», società con capitale esclusivamente statale e provvista di una organizzazione e di una attrezzatura di primissimo ordine, si è creduto di metterla in liquidazione, disperdendo un ingente patrimonio nazionale, con gravissimo danno per l’Erario, e si è stipulata una inqualificabile, antigiuridica convenzione con una privata società americana che, come si apprende, versa in gravi difficoltà finanziarie, associando lo Stato a tale società, con gli evidenti pericoli che una associazione del genere potrà arrecare alle pubbliche finanze e stanziando per l’esecuzione della convenzione la somma di un miliardo e mezzo di lire;
- c) perché la mostruosa convenzione, redatta a tutto beneficio della società straniera e che vincola lo Stato per dieci anni, non è stata portata all’esame del Consiglio di Stato e fatta sanzionare da un decreto del Capo dello Stato, per cui la convenzione stessa deve ritenersi nulla ed improduttiva di effetti giuridici;
- d) perché, nella distribuzione delle linee aeree si è concessa la totalità delle più importanti e redditizie linee, fra cui la Roma-Palermo-Catania, alla società italo-americana costituita con capitale statale italiano e privato americano, malgrado che il Vice Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America Dean Acheson abbia pubblicamente sconfessato la società americana, dichiarando che il suo Governo è contrario ai privilegi commerciali nei paesi ex nemici e che «l’Italia è completamente libera di organizzare ed esercitare le sue linee aeree nel modo da essa ritenuto più adatto»;
- e) perché si è rifiutata la concessione delle linee richieste ad attrezzate società con capitale privato interamente italiano, alle quali per maggiore beffa ed allo scopo di impedirne l’esercizio, sono stati concessi soltanto tronconi inattuabili di linee secondarie, a cui le società stesse sono costrette a rinunciare, per non incorrere in sicuro fallimento, pregiudicando così i diritti nazionali in materia di traffico interno;
- f) perché il Ministero dell’aeronautica ha omesso di agire, come sarebbe stato suo dovere, a carico del colonnello Gallo, ex direttore generale dell’aviazione civile e del traffico aereo, il quale, mettendo interessi privati negli atti del suo pubblico ufficio, ha annientato, per suo esclusivo tornaconto personale, i diritti dell’aviazione civile italiana in favore della società italo-americana, della quale, come è notorio, fin da quando era in servizio attivo permanente, si era accaparrato, in compenso dei suoi favori, il posto di direttore, che ha occupato, non appena costituita la società da lui, per le sue pubbliche funzioni, patrocinata e posta in essere, con la inesplicabile connivenza degli organi direttivi del Ministero, il quale ne ha avallato l’azione, in favore della predetta società, continuandola e portandola a compimento;
- g) se non ritengano doveroso di sospendere il piano di distribuzione delle linee predisposto, portando la convenzione e la procedura da adottare nell’assegnazione delle linee alla discussione dell’Assemblea Costituente, che sentirà il dovere di nominare una Commissione parlamentare d’inchiesta per acclarare fatti e circostanze.
«Finocchiaro Aprile».
«I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, perché confermi, che, respingendo ogni suggerimento o richiesta comunque motivata e da qualunque parte proveniente, diretta ad ottenere la concessione di licenze per casinò ed altri locali da giuoco da gestirsi da comuni ed altri enti pubblici, egli si atterrà, col Governo tutto, all’impegno pubblicamente e solennemente assunto di non autorizzare nuove iniziative del genere e di stroncare quelle abusivamente permesse.
«Nobile, Terracini».
«I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere quali misure intende immediatamente adottare per reprimere energicamente la delinquenza politica e prevenire altri assassini organizzati dagli esponenti del blocco agrario monarchico neo-fascista in danno di elementi democratici, colpevoli solo di lottare con i mezzi legali, cioè facendone espressa richiesta alle autorità competenti, per l’applicazione anche in Sicilia della legge in favore dei lavoratori, delle istituzioni repubblicane e delle libertà democratiche.
«I molti assassinî consumati recentemente e sistematicamente in danno di dirigenti delle organizzazioni contadine siciliane, tra cui l’ultimo quello del ragioniere Accursio Miraglia, segretario della Camera del lavoro di Sciacca, rimasti tutti impuniti, destano un gravissimo allarme tra tutta la popolazione siciliana, mettono in evidenza che il blocco agrario monarchico neo-fascista riceve in Sicilia l’appoggio delle prefetture e dell’autorità di polizia e fanno recisamente affermare agli interroganti che le cose non possono più rimanere come per il passato.
«Il Governo democratico deve subito intervenire nell’Isola con la massima energia per salvare le istituzioni repubblicane e colpire i responsabili morali e materiali, diretti e indiretti, della criminalità politica in Sicilia, che fa capo agli agrari ed ha per complice (almeno indirettamente) l’apparato poliziesco dell’Isola.
«Li Causi, D’Amico Michele, D’Agata».
«I sottoscritti chiedono d’interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro delle finanze, per conoscere le ragioni che hanno determinato il Governo a ridurre, nel Salento, di 1200 ettari la superficie autorizzata alla coltivazione del tabacco orientale. Tale provvedimento lede le condizioni economico-agricole della Regione Salentina ed aggrava in maniera allarmante il fenomeno della disoccupazione perché fa venire meno un milione e trecentomila giornate lavorative. Esso non tiene conto inoltre che gran parte della superficie coltivata a tabacco è costituita da terreni per cui non sono possibili altre colture.
«Gabrieli».
«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere il suo pensiero in merito alla situazione, che qui di seguito si denunzia.
«Nella provincia di Campobasso la maggior parte dei veri braccianti agricoli, per ignoranza delle disposizioni a suo tempo in vigore e per incuria degli organi comunali, che su tali disposizioni avrebbero dovuto richiamare la loro attenzione, non si trovano iscritti negli elenchi anagrafici degli anni 1940-41 e successivi. Si è così determinata una situazione di fatto, incresciosa per tale categoria, che, pur avendo in effetti prestato la sua opera esclusivamente presso terzi, non ha, malgrado ciò, diritto a quelle prestazioni concesse ai soli iscritti negli elenchi suddetti.
«Poiché è rilevante il numero di coloro che si trovano in queste condizioni, sarebbe opportuno continuare ad adottare il sistema, che fu adottato sino al 1942 per i non iscritti (informazioni a mezzo carabinieri), limitando, però, le prestazioni a coloro che, unitamente ad informazioni favorevoli, possano dimostrare di non avere mai posseduto terreno od altri beni immobili. Si verrebbe, in tal modo, ad eliminare il diffuso malcontento di tanta povera gente e si ridurrebbero al minimo gli abusi, che potrebbero derivare dalle molteplici richieste di informazioni.
«Colitto».
«Il sottoscritto chiede d’interpellare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per sapere se, accogliendo le istanze delle Accademie scientifiche e delle Società storiche, si intenda provvedere ad evitare che esse continuino, come oggi accade, a trovarsi nella assoluta impossibilità di assolvere al loro ufficio essenziale, che è mezzo di comunicazione fra le scoperte e le indagini italiane e straniere, con grave nocumento alla parte che l’Italia ha ragione di avere nell’avanzamento scientifico e culturale internazionale.
«Einaudi».
«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Ministro dei trasporti, per sapere se gli accertamenti da lui disposti – come deriva da una risposta scritta data ad una interrogazione del sottoscritto nello scorso agosto – per la ricostruzione del tronco Triflisco-Piedimonte d’Alife della ferrovia alifana si siano conclusi e con quali esiti.
«Il sottoscritto fa osservare:
- a) che nell’interesse esclusivo e precipuo di oltre 30 comuni aventi una popolazione di 85.000 abitanti operai su una superficie di 92.000 ettari, non sia più il caso di trascinare oltre la discussione dell’inizio dei lavori di ripristino e riparazione del tronco ferroviario Biforcazione-Piedimonte d’Alife della ferrovia Napoli-Piedimonte d’Alife;
- b) che non è logico ed umano, dopo la catastrofe, studiare la possibilità di altre linee e tratti ferroviari da costruire ex novo, abbandonando le riparazioni di un tronco ferroviario già esistente e funzionante da oltre 30 anni e reclamato dalle popolazioni interessate;
- c) che la ventilata proposta di aumentare, come soluzione definitiva, le corse degli attuali autobus dell’autolinea Napoli-Piedimonte d’Alife, al posto della messa in efficienza del tronco ferroviario, è semplicemente da scartarsi perché non rispondente allo scopo del traffico moderno sia per passeggeri sia, maggiormente, per le merci; e che fino a quando non sarà ricostruito il tronco a vapore è necessario aumentare le coppie delle due autolinee in modo da dare la possibilità di viaggiare a circa 300 persone al giorno.
«Chiede che la presente interpellanza sia posta di urgenza all’ordine del giorno dell’Assemblea Costituente.
«Persico».
«Il sottoscritto chiede d’interpellare i Ministri dei lavori pubblici e del lavoro e previdenza sociale, per sapere:
1°) come sia stato possibile che una Società con denominazione di «Consorzio Ricostruente» e mascherata come Consorzio di cooperative di lavori, con sede in Roma, presieduta da un impresario e con la partecipazione di funzionari dell’ufficio provinciale del lavoro, abbia potuto ottenere dallo Stato, mediante cottimi fiduciari, per lire 99.735.000 di lavori, e abbia pure ottenuto per circa lire 300 milioni di lavori a regia;
2°) quali provvedimenti si intendano adottare con la maggiore urgenza perché siano colpiti con la giusta severità i colpevoli di simile truffa, e siano riparati i danni in tal modo causati allo Stato.
«Canevari».
PRESIDENTE. Le interrogazioni testé lette saranno iscritte all’ordine del giorno e svolte al loro turno, trasmettendosi ai Ministri competenti quelle per le quali si chiede la risposta scritta.
Così pure le interpellanze saranno iscritte all’ordine del giorno, qualora i ministri interessati non vi si oppongano nel termine regolamentare.
La seduta termina alle 17.25.
Ordine del giorno per la seduta di domani.
Alle ore 16:
- – Dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri.
- – Esame del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.