Come nasce la Costituzione

Come nasce la Costituzione
partner di progetto

Elisabetta Lamarque

Non è impossibile

 lavorare con concretezza, ed insieme con idealità.

Bisogna essere realisti, cercare di costruire sul solido, tener conto delle nostre possibilità,

ma se non ci anima un afflato, una ispirazione che ci porti a vedere al di là del momento presente,

non credo che riusciremo a scuotere questo nostro Paese.

dal discorso di Meuccio Ruini in Assemblea Costituente del 12 marzo 1947, a chiusura della discussione generale sul progetto di Costituzione elaborato dalla Commissione dei 75

Si è fatto il possibile:

nessuna altra carta ebbe una più minuta preparazione;

 nessuna fu più a lungo discussa;

per nessuna si è fatto con maggiore completezza il punto […].

La formulazione della nostra costituzione non poteva che svolgersi con metodi democratici.

Noi abbiamo assistito – foggiandolo noi stessi – a ciò che è

un processo di formazione democratica, e cioè collettiva.

Una costituzione non può più essere l’opera di uno solo, o di pochissimi.

Deve risultare dalla volontà di tutti i rappresentanti del popolo;

e i rappresentanti del popolo non si conducono con la violenza;

l’unico modo, in democrazia, di vincere

è di convincere gli altri.

dal discorso di Meuccio Ruini in Assemblea Costituente del 22 dicembre 1947, all’atto di consegnare a Umberto Terracini il testo definitivo della Costituzione

1. Premessa. Un periodo veramente incerto e difficile

Nei settantacinque anni che sono ormai trascorsi dal momento in cui la nostra Costituzione è venuta alla luce molto è stato scritto, e raccontato, su quel periodo così travagliato della storia del nostro Paese che va dal 25 luglio 1943, data della caduta del regime fascista, al 1° gennaio 1948, giorno in cui la Repubblica italiana assume finalmente la sua fisionomia definitiva – quella che abbiamo ancora oggi – grazie appunto all’entrata in vigore della nuova Costituzione.

Per chi desiderasse soltanto un assaggio del clima che si respirava in Italia in tutta quella fase – di dolore per i lutti della guerra, di miseria, di incertezza e insieme di grande speranza per il futuro – sarà sufficiente guardare qualche immagine dell’epoca. Oltre al video che è stato preparato proprio in occasione della questa ripubblicazione in open access dei lavori dell’Assemblea Costituente, che si può vedere cliccando qui, consiglio di fare una ‘passeggiata’ nella galleria video e nella galleria fotografica predisposte dalla Camera dei Deputati sempre in occasione del 75° anniversario della nostra Costituzione, che si trovano a questo indirizzo.

Per chi invece preferisse conoscere in modo approfondito gli eventi di quegli anni – a cui spesso ci si riferisce come al ‘periodo costituzionale provvisorio’, proprio perché segnato dall’incertezza e dalla provvisorietà, nell’attesa della nuova e definitiva Carta costituzionale per l’Italia – rinvio sia ai contributi dei costituzionalisti, degli storici e dei politologi che hanno studiato il periodo, sia alle testimonianze e alle biografie dei protagonisti della ‘fase costituente’ – e cioè della fase finale di questo periodo di attesa, nella quale la Carta costituzionale entra finalmente in lavorazione – perché le parole e la vita dei padri e delle madri della nostra Costituzione raccontano quella fase in modo più vivo di tanti altri scritti.

Vi indico qui  alcuni di questi testi.

L’intento di questa mia introduzione è invece quello, molto più modesto, di offrire qualche coordinata a chi vorrà navigare nelle pagine dell’opera che ora si presenta per scoprire come lavorarono i padri e le madri costituenti quando scrissero il testo della nostra Costituzione.

Certo, per gustarsi le pagine dei lavori dell’Assemblea Costituente raccolte nel sito Come nasce la Costituzione non servirebbe neanche dotarsi di una guida alla lettura. Ovunque si approdi durante la navigazione all’interno del sito si trovano dialoghi di varia natura – conversazioni pacate, ragionamenti serrati e discussioni animate – e, nei momenti più solenni, monologhi di tenore e lunghezza differenti che si presterebbero, già così come sono, a essere utilizzati come copioni di uno spettacolo teatrale, e che possono essere letti piacevolmente, compresi e apprezzati da chiunque anche senza conoscere in quale passaggio del lungo percorso di costruzione del testo della nostra Costituzione sono collocati.

A qualche navigatore, tuttavia, potrebbe essere utile avere sotto mano le coordinate essenziali per un’esplorazione più consapevole.

Quel navigatore potrà allora trovare qui di seguito qualche sintetica informazione su come era composta l’Assemblea Costituente, su come organizzò i suoi lavori  e, infine, su quale fu l’idea di Costituzione che trovò tra i deputati alla Costituente il maggiore consenso, e che quindi alla fine costituì l’obiettivo del lavoro di tutti in quell’anno e mezzo di vita dell’Assemblea, dalla sua prima seduta, il 25 giugno 1946, alla sua ultima riunione, il 31 gennaio 1948.

Vorrei tuttavia sottolineare fin da ora un aspetto fondamentale di cui io stessa non mi ero resa conto fino in fondo prima di iniziare a curare la presente opera, e di cui certamente anche quel navigatore curioso si accorgerà leggendo qua e là i resoconti dei lavori della Costituente.

Lo formulerei nel modo che segue. Il risultato finale dei lavori dell’Assemblea Costituente è una Costituzione per la Repubblica italiana molto avanzata per l’epoca in cui fu scritta – più evoluta, secondo il giudizio degli studiosi, rispetto alla stessa società italiana di quegli anni – e capace di svolgere il suo compito nel tempo, dato che ha tenuto allora e tiene ancora insieme una società pluralistica e conflittuale, assicurando la garanzia dei diritti fondamentali delle persone attraverso le regole e i limiti per l’esercizio del potere pubblico. Ebbene. A mio parere, questo risultato va attribuito in larghissima misura alla volontà, alla determinazione, alle capacità tecniche e politiche e alle stesse caratteristiche personali e di temperamento dei singoli deputati alla Costituente, uomini e donne, che hanno dato il loro personalissimo contributo nelle diverse fasi di lavorazione della Carta costituzionale.

Non si sarebbe avuta proprio questa Costituzione, ad esempio, se quel determinato deputato in quel certo momento dei lavori non avesse avuto l’intuizione di procedere a un compito così complesso come scrivere un patto tra forze politiche e sociali diverse e contrapposte proponendo di organizzare il lavoro dei colleghi in un certo modo, e non avesse avuto tutte le caratteristiche personali che invece, per fortuna, aveva, come l’esperienza e la cultura necessarie per ipotizzare proprio quel metodo organizzativo, la pazienza per svilupparlo concretamente nei dettagli, la capacità di convincere gli altri ad adottarlo, la determinazione nel portarlo avanti.

E ancora, per fare un altro esempio, non si sarebbe mai avuta questa Costituzione se non fossero stati presenti proprio durante quella certa fondamentale seduta quei due, o tre o quattro, determinati deputati che, avendo la stessa idea di quale tipo di Costituzione si sarebbe dovuta fare, hanno avuto anche l’intelligenza di comprendere che proprio sul quel punto, e non su altri, sarebbe stato opportuno combattere insieme, nonostante le barriere ideologiche apparentemente insormontabili che li dividevano, oltre che la disponibilità a mettersi in gioco personalmente, la statura intellettuale per formulare la propria proposta in modo ampio e alto, ma a tutti comprensibile, e l’autorevolezza personale per farsi ascoltare e, infine, seguire.

È’ proprio leggendo direttamente i resoconti delle discussioni, in definitiva, che possiamo accorgerci di quanto siano stati importanti, e anzi determinanti, per il risultato finale le doti umane e la statura intellettuale di molti dei nostri padri e madri costituenti.

Del resto, gli studiosi hanno notato che il ‘livello’ dei deputati che ebbero un ruolo attivo all’interno della Costituente era mediamente molto alto. Ciò accadde perché i partiti di allora scelsero di candidare i migliori – quelli più degni per la loro storia personale, più capaci, più dotati di visione – tra i loro iscritti e poi, a elezione avvenuta, selezionarono i migliori tra gli eletti per ricoprire i ruoli chiave nello svolgimento dei lavori.

La ripubblicazione dei lavori dell’Assemblea Costituente ci offre quindi la possibilità di guardare alla nostra Costituzione come a un’opera viva, scritta da donne e uomini del passato per donne e uomini di oggi e di domani e, contemporaneamente, ci ricorda anche che in una democrazia il momento fondamentale, da cui poi tutto deriva, è quello della scelta da parte degli elettori dei loro rappresentanti.

Una migliore conoscenza della fase costituente, tuttavia, ci insegna anche che la scelta degli elettori a sua volta dipende sempre in larghissima misura dall’etica pubblica dei partiti e movimenti politici, cui spetta di selezionare di volta in volta le persone da candidare alle elezioni e dall’etica personale dei loro dirigenti.