Come nasce la Costituzione

MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 1946

ASSEMBLEA COSTITUENTE

COMMISSIONE PER LA COSTITUZIONE

SECONDA SOTTOCOMMISSIONE

39.

RESOCONTO SOMMARIO

DELLA SEDUTA DI MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 1946

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TERRACINI

INDICE

Sull’ordine dei lavori

Presidente – Lussu – Ambrosini – Zuccarini – Lami Starnuti – Mortati – Codacci Pisanelli – Laconi – Piccioni – Fuschini – Conti – La Rocca.

Organizzazione costituzionale dello Stato (Seguito della discussione)

Presidente – Fuschini – Lussu – Uberti – Mortati, Relatore – Conti, Relatore – Rossi Paolo – Nobile – Ambrosini – Perassi.

La seduta comincia alle 17.20.

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE informa i colleghi di alcuni colloqui avuti con il Presidente della Commissione e con il Presidente dell’Assemblea Costituente. Il Presidente Saragat, convinto dell’opportunità di convocare, prima della fine dell’anno, l’Assemblea Costituente per porla di fronte al compito specifico di esaminare il progetto di Costituzione, ha insistito molto cortesemente, ma con una certa energia, sulla necessità che le Sottocommissioni concludano il più rapidamente possibile i loro lavori, almeno per quelle parti del progetto che possono essere considerate e presentate isolatamente. L’Assemblea Costituente, pertanto, dovrebbe essere convocata, non solo per risolvere i problemi relativi alla proroga dei poteri della Commissione e ai limiti di tale proroga, ma anche per poter annunciare pubblicamente lo stato dei lavori a cui è giunta la Commissione e quindi per decidere se convenga o pur no procedere subito all’esame di parti staccate del progetto della Costituzione presentate dalla Commissione.

La terza Sottocommissione ha già ultimato i suoi lavori e la prima è prossima alla fine dei suoi. La seconda Sottocommissione, invece, per quanto abbia tenuto riunioni assai frequenti e laboriose, per la complessità delle materie che è chiamata ad esaminare, è ancora lontana dall’aver esaurito il suo compito. Affinché anche la seconda Sottocommissione possa presentare, in occasione della prossima convocazione dell’Assemblea Costituente, una parte a sé del progetto della Costituzione, sarebbe opportuno iniziare nelle prossime riunioni la discussione sul problema delle autonomie regionali, tanto più che l’apposito Comitato ha ultimato i suoi lavori, formulando un progetto che già è stato dato alle stampe e le cui copie potranno essere distribuite ai componenti la Sottocommissione prima della fine della corrente settimana.

Questo è sembrato opportuno anche al Presidente della Commissione, al quale egli ha promesso che la seconda Sottocommissione terminerà il suo esame della questione delle autonomie regionali verso la metà del corrente mese, così che la Commissione plenaria, nella seconda quindicina del mese in corso, possa esaminare, non soltanto i risultati dei lavori della prima e della terza Sottocommissione, ma anche la parte relativa al problema del futuro ordinamento regionale dello StatoCosì l’Assemblea Costituente potrebbe riunirsi ai primi del prossimo mese.

Si augura pertanto che la promessa da lui fatta al Presidente della Commissione sia approvata e tenuta in debita considerazione dalla Sottocommissione.

Si potrebbe frattanto, nella riunione odierna, procedere nell’esame delle ultime questioni concernenti il potere legislativo, e cioè il problema dei conflitti fra le due Camere e il modo di elezione della seconda Camera.

LUSSU sente il dovere di protestare per il modo con cui sono state capovolte le deliberazioni prese nell’ultima riunione plenaria della Commissione. Egli non ha potuto parteciparvi, ma, se fosse stato presente, avrebbe appoggiato con il suo voto la proposta di presentare all’Assemblea Costituente, non già singole parti staccate, bensì l’intero progetto della Costituzione. Ora, questa proposta fu approvata e tale decisione, a suo avviso, non solo è opportuna, ma è anche saggia: il testo della futura Costituzione, di un documento, cioè, che avrà una notevolissima importanza storica per il Paese, non potrà essere reso pubblico, per ovvie ragioni, che nel suo insieme.

Disapprova perciò il modo, che reputa poco democratico, con cui la Presidenza della Costituente, il Presidente della Commissione e il Presidente della Sottocommissione hanno creduto di poter mutare una decisione già presa, senza interpellare la Commissione stessa.

Riconosce che occorre procedere con la dovuta rapidità nell’espletamento dei compiti demandati alla Sottocommissione, ma non crede che per questo si debbano affrettare i lavori, così da giungere a conclusioni non sufficientemente vagliate e approfondite. L’elaborazione di una Carta Costituzionale è cosa troppo seria e non può essere fatta senza un massimo sforzo di cultura e di esperienza. Uomini impegnati in un’opera simile non possono essere considerati come dei lavoratori a cottimo. Ritiene quindi che il Presidente della Sottocommissione, al quale per altro va il senso di stima e di deferenza di tutti i colleghi, abbia mal fatto impegnandosi a presentare una determinata parte del progetto della Costituzione entro un dato termine arbitrariamente stabilito.

Si domanda poi se sia opportuno presentare per prima all’Assemblea Costituente la parte del progetto relativa alle autonomie regionali. I membri dell’apposito Comitato di redazione hanno lavorato con la massima buona volontà, spesso con notevole sacrificio dei propri interessi personali, ed hanno preparato un progetto per le autonomie, che però deve essere riveduto prima di essere presentato come definitivo. In ogni modo, non crede si possa pensare che la parte concernente le autonomie regionali possa essere considerata a sé, staccata da tutto il resto della Costituzione. Teme che nella proposta fatta di presentare isolatamente questa parte sia un inconfessato desiderio, non vorrebbe dire di sabotare, ma almeno di compromettere la futura riforma nel campo dell’ordinamento regionale, che è voluta dalla grande maggioranza dei cittadini; e ciò non è ammissibile. Ritiene quindi che il progetto per le autonomie regionali debba essere presentato a tempo debito, quando cioè saranno superate tutte le gravi difficoltà che ancora si incontrano nel compimento di tale lavoro. Ogni impazienza al riguardo dev’essere frenata. Ricorda che in Francia la nuova Costituzione è stata approvata solo da poco tempo, per quanto i lavori per la formazione della nuova Costituzione siano colà stati iniziati un anno prima che in Italia. La Nazione, da un lato, deve sapere che la Commissione non è affatto in ritardo nell’espletamento dei compiti che le sono stati affidati. Dall’altro, non si deve procedere con leggerezza nell’elaborazione di una nuova Carta costituzionale soltanto perché si vuol dare, in una forma più o meno teatrale, l’impressione di non essere ancora troppo lontani dalla meta da tutti agognata.

Dichiara che avrebbe preferito di non parlare nei termini con i quali si è espresso, ma che è stato indotto a farlo per rispondere a un preciso senso del dovere.

AMBROSINI farà soltanto alcune dichiarazioni di carattere strettamente personale, non sentendosi affatto autorizzato a parlare come rappresentante di una determinata forza politica; e ciò tanto più in quanto si è assunto il compito di collaborare solo da un punto di vista tecnico nel Comitato per le autonomie regionali.

Nella serata precedente alla riunione odierna il Comitato, che ha lavorato con entusiasmo e abnegazione, ha consegnato alla stampa il testo degli articoli del progetto sulle autonomie regionali, cui bisogna aggiungere l’ultima parte relativa alle norme transitorie. Sulla sorte del progetto spetta naturalmente alla Sottocommissione di decidere. In ogni modo, tiene a far presente che i suoi colleghi si sono espressamente riservati il diritto di rivedere le bozze di stampa prima che il testo degli articoli sia presentato alla Sottocommissione. Occorre quindi un’altra riunione del Comitato, per l’approvazione definitiva del testo, che sarà accompagnato da una breve relazione.

Circa poi la questione sollevata dall’onorevole Lussu, fa osservare che egli già espresse il suo parere quando ebbe luogo la riunione della Commissione. Comunque, spetta alla Commissione ogni decisione in merito all’indirizzo generale dei lavori.

ZUCCARINI si associa alle dichiarazioni dell’onorevole Lussu. La Sottocommissione è ancora molto lontana dal termine dei suoi lavori. Inoltre il progetto per le autonomie regionali, che sarà presentato alla Sottocommissione, dovrà essere ampiamente discusso perché la sua elaborazione ha dato luogo a parecchi dissensi. Gli sembra quindi praticamente impossibile che entro il mese corrente il progetto anzidetto possa essere approvato dalla Sottocommissione e dalla Commissione.

Non riesce poi assolutamente a concepire come la Costituzione possa essere esaminata dall’Assemblea Costituente in singole parti staccate, e specialmente in quella relativa al problema delle autonomie regionali, così strettamente connesso agli altri del nuovo ordinamento costituzionale dello Stato.

LAMI STARNUTI ricorda che, nel corso della discussione fatta nella Commissione plenaria per stabilire l’ordine dei lavori, l’onorevole Bozzi propose appunto che il progetto per le autonomie locali fosse esaminato, in precedenza ad ogni altro argomento, sia dalla Commissione che dall’Assemblea Costituente; ma la sua proposta non fu accolta e fu deciso di dare la precedenza alle parti di carattere generale affidate alla prima e alla terza Sottocommissione. La Commissione votò un ordine del giorno col quale invitava queste due Sottocommissioni a costituire un Comitato di coordinamento per la redazione di un progetto di articoli contenenti la dichiarazione dei diritti, che avrebbero dovuto essere esaminati dalla Commissione, ma non presentati separatamente dalle altre parti della Costituzione all’Assemblea Costituente, perché la stessa Commissione si riservava di deliberare in merito all’opportunità o meno di presentare all’Assemblea Costituente singole parti staccate del progetto della Costituzione.

Dati questi precedenti, gli sembra strano che il Presidente della Commissione abbia insistito presso il Comitato delle autonomie regionali sulla necessità di affrettare i lavori di coordinamento del suo progetto e di inviare in tipografia gli articoli già approvati, qualora non vi avesse provveduto lo stesso Comitato. Di fatto è avvenuto che gli articoli sono stati inviati in tipografia senza che si sia avuta la possibilità di riesaminarne il testo completo. A nome, quindi, dei membri del Comitato, fa presente la necessità che le bozze di stampa siano rivedute, prima che il testo del progetto delle autonomie locali sia sottoposto all’esame della Sottocommissione.

Concorda poi con l’affermazione del Presidente della Sottocommissione che la competenza a stabilire l’ordine dei lavori spetta solo all’Assemblea Costituente. A suo avviso, però, all’Assemblea Costituente, quando sarà convocata, dovrà essere semplicemente comunicato lo stato di avanzamento dei lavori della Commissione. Per ovvie ragioni di opportunità, egli non è favorevole a una discussione di singole parti staccate della Costituzione; ma, se l’Assemblea Costituente dovesse addivenire a una tale deliberazione, la discussione dovrebbe essere iniziata sulla parte del progetto di Costituzione relativa alla dichiarazione dei diritti.

MORTATI ritiene, da un punto di vista giuridico, che la Commissione non sia abilitata a presentare all’Assemblea parti staccate dello schema, poiché l’articolo aggiuntivo al Regolamento dell’Assemblea, dal quale la Commissione trae la sua investitura e la misura dei suoi poteri, abilita questa alla presentazione del progetto completo. La Commissione potrà, a giustificazione della sua inadempienza in ordine al termine fissato pel compimento dei suoi lavori, dare conto delle ragioni del ritardo, e dipenderà dall’iniziativa dell’Assemblea chiedere la trasmissione delle parti già elaborate del progetto. Da un punto di vista tecnico, poi, osserva che, ove si volesse procedere a una discussione di singole parti staccate della Costituzione, essa dovrebbe iniziarsi dalla parte del progetto relativa ai diritti in generale, la quale costituisce un antecedente logico ed un presupposto della parte organizzativa.

CODACCI PISANELLI esprime il suo disappunto per l’intervento del Presidente della Commissione nella pubblicazione del progetto delle autonomie locali, che avrebbe avuto bisogno ancora di alcune modifiche in sede di coordinamento. Si dà forse scarsa importanza al problema delle autonomie locali, mentre si tratta di riformare tutto un sistema che risale al 1865, alla cui realizzazione hanno lavorato i più grandi giureconsulti italiani. Osserva inoltre che sottoporre all’esame dell’Assemblea Costituente per primo il progetto delle autonomie locali costituirebbe un grave errore da un punto di vista metodico, in quanto la questione delle autonomie locali riguarda l’organizzazione amministrativa dello Stato e presuppone la risoluzione di un complesso di altre questioni non meno importanti.

LACONI ricorda che nella riunione della Commissione sono sorte due questioni: la prima, concernente i rapporti di lavoro tra le Sottocommissioni e la Commissione; la seconda, relativa ai rapporti di lavoro tra la Commissione e l’Assemblea Costituente. In ordine alla prima questione, si decise che le Sottocommissioni dovessero presentare parte per parte alla Commissione il risultato dei loro lavori. Per ciò che riguarda la seconda questione, non fu adottata alcuna deliberazione, e in realtà la decisione circa l’opportunità di presentare all’Assemblea Costituente l’intero progetto della Costituzione o singole parti staccate di esso non può spettare che all’Assemblea Costituente e la Commissione non ha alcun diritto di intervenire in questo campo.

PICCIONI dichiara che le affermazioni dell’onorevole Laconi rispondono senz’altro a verità, per cui, sulla base della decisione approvata dalla Commissione, la Sottocommissione sarà tenuta a presentare alla Commissione, a mano a mano che essa procederà innanzi nella sua opera, il risultato dei suoi lavori. D’altro per ora non occorre preoccuparsi. Non ha nulla in contrario, poi, a che nelle prossime riunioni della Sottocommissione sia data la precedenza all’esame del progetto sulle autonomie locali. Le preoccupazioni, quindi, manifestate dall’onorevole Lussu gli sembrano premature e come tali non giustificate.

PRESIDENTE osserva che in ogni sistema, anche ih più democratico, esiste sempre un elemento equilibratore, al quale si deferisce il compito di impedire che la democrazia possa portare a una dispersione e disorganizzazione dei lavori. Gli sembra evidente che tale elemento equilibratore, avente facoltà di dare orientamenti e direttive, in ogni organismo parlamentare non possa essere che la Presidenza. Ciò considerato, quando il Presidente dell’Assemblea Costituente ha preso l’iniziativa, di cui l’onorevole Lussu ha creduto di doversi rammaricare, non ha fatto altro che adempiere a un suo preciso compito. Lo stesso si può dire per il Presidente della Commissione quando, con il suo intervento, mira ad organizzare e a stimolare i lavori delle Sottocommissioni.

Si è parlato poi anche di termini perentori. Effettivamente essi esistono: la vita stessa dell’Assemblea Costituente è limitata a un periodo massimo di un anno. Quando si pensi che è già trascorso un terzo di questo periodo, sembra che, ponendo il problema di un certo ordine nello svolgimento dei lavori della Sottocommissione, non si faccia altro che tentare di organizzare i lavori stessi in modo che essi possano essere compiuti entro il limite di tempo previsto. Comunque, la Commissione dovrà riferire all’Assemblea Costituente sul lavoro da essa svolto negli ultimi tre mesi, ed è quindi necessario che le singole Sottocommissioni presentino i risultati a cui sono pervenute. Nell’opera finora compiuta dalla seconda Sottocommissione v’è anche quella relativa al progetto sulle autonomie, alla cui redazione il Comitato apposito ha lavorato a lungo e con diligenza. È da sperare che la Sottocommissione, lavorando con eguale diligenza, in una diecina di giorni al massimo possa completare l’opera del Comitato. Naturalmente i membri del Comitato hanno il diritto di rivedere il progetto, prima che esso sia sottoposto all’esame della Sottocommissione; ma ciò potrà essere fatto rapidamente, in una sola seduta, visto che la redazione del progetto è ormai già compiuta. Non è detto, poi, se l’Assemblea Costituente delibererà di esaminare singole parti staccate del testo della Costituzione, che la questione relativa alle autonomie regionali debba essere discussa prima di ogni altra; assai probabilmente, invece, la precedenza sarà data all’esame del lavoro compiuto della prima e dalla terza Sottocommissione.

AMBROSINI domanda ai componenti il Comitato se essi intendano riunirsi domani per la revisione delle bozze del progetto.

ZUCCARINI fa osservare all’onorevole Ambrosini che occorrerebbe lasciare ai membri del Comitato un congruo termine per fare un ultimo approfondito esame delle norme contenute nel progetto. In ogni modo, non crede che per l’approvazione definitiva possa bastare una sola seduta.

MORTATI spera che le copie stampate del progetto siano distribuite almeno 48 ore prima dell’iscrizione del problema delle autonomie locali all’ordine del giorno della Sottocommissione.

FUSCHINI propone, in riferimento a quanto ha fatto presente l’onorevole Mortati, che la Sottocommissione inizi la discussione sul progetto delle autonomie locali il 12 novembre, anche in considerazione della necessità di lasciar liberi i Commissari per le imminenti elezioni amministrative, alle quali tutti i rappresentanti dei partiti sono interessati.

LUSSU non comprende per quale ragione debba essere cambiato l’ordine dei lavori della Sottocommissione. A suo avviso, sarebbe meglio proseguire nell’esame della parte della Costituzione relativa al potere legislativo.

PICCIONI ritiene che sia opportuno esaminare in precedenza il problema delle autonomie locali, per un motivo soprattutto di carattere pratico. Occorre infatti dare all’Assemblea Costituente la possibilità di discutere prima di ogni altro questo problema, perché esso riguarda un’innovazione radicale nella struttura e nella organizzazione dello Stato. L’istituzione dell’Ente regione si ricollega a quella della seconda Camera, tanto che non si potrà procedere alle elezioni del futuro Senato, se prima non saranno create le Assemblee regionali. Queste elezioni, quindi, rappresenteranno una novità e non saranno così facili come quelle a suffragio universale e diretto per la prima Camera. Se poi, come tutto lascia credere, la nomina del Capo dello Stato richiederà il funzionamento simultaneo delle due Camere, occorrerà predisporre un tale funzionamento, altrimenti la nomina del Presidente della Repubblica dovrebbe essere rinviata, prolungando quello stato provvisorio che da tutti oggi è più o mono deplorato. Inoltre, con l’eventuale accettazione del principio della parità fra le due Camere, non si potrebbe procedere all’elezione della seconda Camera con ritardo rispetto a quella della prima, altrimenti sarebbe paralizzata l’attività legislativa e quindi la vita stessa dello Stato.

Per tali ragioni ritiene che sarebbe saggio che l’Assemblea Costituente decidesse di esaminare in precedenza il problema delle autonomie locali e approvasse l’istituzione dell’Ente regione, salva naturalmente la ratifica dell’istituzione stessa all’ultimo momento, in occasione dell’approvazione dell’intero testo della nuova Carta costituzionale. Così si potrebbe addivenire al lavoro preparatorio dell’organizzazione dell’Ente regione, in modo da poter indire le elezioni regionali subito dopo l’approvazione definitiva della Costituzione.

CONTI trova giuste le osservazioni dell’onorevole Piccioni in merito alla necessità di sottoporre preventivamente all’esame dell’Assemblea Costituente il progetto sulle autonomie locali, tanto più che l’approvazione definitiva di esso non potrebbe aver luogo che con l’approvazione di tutto il testo della Costituzione.

LUSSU dichiara che le parole dell’onorevole Piccioni hanno fatto aumentare le sue preoccupazioni, perché le elezioni della seconda Camera non potranno aver luogo, se prima non sarà approvato l’intero progetto della Costituzione. La creazione dell’Ente regione, inoltre, non può essere considerata a sé, bensì nel sistema generale del nuovo ordinamento dello Stato.

LAMI STARNUTI fa presente che la sua proposta relativa alle norme transitorie, per ciò che riguarda l’attuazione del nuovo istituto dell’Ente regione, è stata dettata appunto dalle preoccupazioni espresse dall’onorevole Piccioni.

LA ROCCA ritiene che occorra affrettarsi a presentare i risultati del lavoro compiuto dalla Sottocommissione, anche perché bisogna dare al Paese la sensazione che l’Assemblea Costituente ha finora svolto la sua opera con la massima solerzia e scrupolosità, ciò che da qualche malevolo può esser messo in dubbio. Sarebbe bene anche mettere in luce le gravi difficoltà che occorre superare nell’espletamento dell’arduo compito affidato alla Sottocommissione.

Ciò considerato, trova giusto che si proceda all’esame del progetto delle autonomie locali, tanto più che esso è stato ormai ultimato dal Comitato di redazione.

PRESIDENTE fa presente all’onorevole Lussu che la Sottocommissione non si era affatto impegnata a non discutere la questione delle autonomie locali. Inoltre, non crede che i colleghi debbano aspettare il momento in cui sarà presentato alla Presidenza dell’Assemblea Costituente il progetto sulle autonomie locali per formarsi un’opinione sul problema dell’Ente Regione. Ognuno avrà in proposito idee abbastanza chiare, che certamente si manifesteranno durante la discussione generale in seno all’Assemblea Costituente.

In ogni modo, per evitare il sorgere di qualche altra deplorazione in merito alla necessità che da parte della Sottocommissione sia discusso il problema del nuovo ordinamento regionale dello Stato, mette in votazione la proposta che sia iniziata la discussione sul progetto delle autonomie locali il 12 novembre, previa distribuzione, 48 ore prima, del testo del progetto definitivamente approvato dal Comitato di redazione.

(È approvata).

Seguito della discussione sull’organizzazione costituzionale dello Stato.

PRESIDENTE ricorda che sono ancora in sospeso alcune questioni attinenti al potere legislativo, fra cui quella della determinazione del numero minimo fisso di seggi da assicurare ad ogni regione nella seconda Camera, sulla quale l’onorevole Perassi ha proposto di assegnare ad ogni regione un numero minimo fisso di 5 seggi.

FUSCHINI osserva che non si può fissare il numero minimo fisso di seggi da attribuire ad ogni regione, se prima non sia determinato il numero delle regioni, perché i due problemi sono strettamente connessi fra loro. Fa presente che alcuni autorevoli competenti in materia sostengono che le regioni dovranno essere 22, anche in relazione alle agitazioni in corso da parte di alcune popolazioni per ottenere un’autonomia regionale.

LUSSU ritiene che il numero minimo fisso di seggi da attribuire ad ogni regione possa senz’altro essere fissato, perché non crede che si avranno sensibili variazioni nel numero delle regioni. Lo stesso Comitato per le autonomie regionali ha previsto che, al massimo, poco più di due provincie potranno costituirsi in regione a sé.

UBERTI è pure del parere che il problema in esame possa essere risolto indipendentemente dalla determinazione del numero delle regioni.

MORTATI, Relatore, osserva che sarebbe meglio rinviare ogni decisione sulla questione in esame a quando si dovrà discutere il problema dell’Ente regione, come del resto fu già deciso in una precedente riunione, secondo le giuste osservazioni fatte allora ed oggi confermate dall’onorevole Fuschini.

CONTI, Relatore, si dichiara favorevole alla proposta fatta dall’onorevole Mortati.

PRESIDENTE mette ai voti la proposta di procedere senz’altro all’esame della questione della determinazione del numero minimo fisso di seggi da attribuire a ciascuna regione.

(È approvata).

ROSSI PAOLO propone che il numero fisso dei seggi sia di 3 anziché di 5, anche in considerazione del fatto che il numero delle regioni potrà essere portato a ventidue.

NOBILE rileva che il numero minimo fisso di seggi da assegnare ad ogni regione, anche se sarà ridotto, avrà una scarsa importanza in avvenire a causa del prevedibile aumento della popolazione.

AMBROSINI è favorevole alla proposta dell’onorevole Rossi, perché ritiene che con essa gli interessi regionali siano sufficientemente salvaguardati.

MORTATI, Relatore, insiste nel ritenere che non si possa procedere alla determinazione del numero fisso di seggi da attribuire a ciascuna regione, se non si è in grado di conoscere la reale configurazione geografica e demografica del Paese e delle regioni. In ogni modo, ritiene che la proposta dell’onorevole Perassi sia la più rispondente alla situazione oggi esistente in Italia.

PRESIDENTE non trova convincenti le osservazioni dell’onorevole Mortati, perché un nuovo testo di Costituzione non deve rispondere soltanto alle esigenze del momento presente, una anche possibilmente a quelle dell’avvenire.

LUSSU ricorda che quando, in una precedente riunione, si trattò della questione, qualche collega manifestò il desiderio che alle regioni del Mezzogiorno fosse assicurata una rappresentanza alla seconda Camera tale da garantire ad esse una migliore situazione rispetto alle regioni del Settentrione. Dichiara che anch’egli è favorevole a questo punto di vista. Fu anche, in quella occasione, accennato alla possibilità di ridurre il numero minimo fisso di seggi da cinque a quattro. È una proposta che potrebbe essere ripresa in considerazione, perché forse il numero minimo fisso di cinque seggi può sembrare troppo alto, mentre è troppo basso quello di tre, proposto dall’onorevole Rossi.

PRESIDENTE ritiene che la determinazione del numero minimo fisso dei seggi dovrebbe essere presa congiuntamente a quella della percentuale della popolazione per l’elezione di deputati alla seconda Camera: i due problemi, infatti, sono evidentemente collegati fra loro.

ROSSI PAOLO propone di stabilire un numero minimo fisso di tre rappresentanti per ciascuna regione e un rappresentante elettivo per ogni 200.000 abitanti.

FUSCHINI osserva che, se dovesse essere accolta la proposta dell’onorevole Rossi, la seconda Camera verrebbe ad avere un numero di rappresentanti pressoché eguale a quello della prima, ciò che non sarebbe opportuno.

LUSSU propone che sia preventivamente stabilito che per ogni regione il numero dei rappresentanti alla seconda Camera non dovrebbe mai superare quello dei rappresentanti alla prima e chiede che questa proposta sia messa in votazione.

MORTATI, Relatore, non crede vi sia troppo da preoccuparsi, se per qualche regione il numero dei senatori potrà essere superiore a quello dei deputati.

NOBILE comunica che, secondo calcoli provvisori da lui fatti, adottando il numero minimo fisso di 5 seggi per ogni regione, le regioni del Nord fino all’Umbria, Lazio escluso, avrebbero il 46 per cento dei seggi, anziché il 55 che avrebbero qualora si facesse riferimento soltanto al numero degli abitanti. Adottando invece un numero mimmo fisso di tre seggi la percentuale si eleverebbe al 49 per cento.

PRESIDENTE mette ai voti la proposta dell’onorevole Lussu, secondo la quale per ogni regione il numero dei rappresentanti alla seconda Camera non potrà mai superare il numero dei rappresentanti alla prima.

ROSSI PAOLO dichiara che voterà a favore della proposta dell’onorevole Lussu, pur rendendosi conto delle difficoltà tecniche che essa comporta.

(È approvata).

PERASSI propone, allo scopo di conciliare le varie tendenze manifestatesi nel corso della discussione, di ridurre a quattro il numero minimo fisso di seggi da attribuire a ciascuna regione e nello stesso tempo di fissare il criterio dell’elezione di un rappresentante per ogni 200.000 abitanti. In tal modo la seconda Camera verrebbe ad essere composta di 272 rappresentanti, e cioè 68 come quota fissa, se le regioni saranno 17, e 203 come quota proporzionale alla popolazione, oltre un rappresentante per la Val d’Aosta.

PRESIDENTE crede opportuno mettere prima in votazione la proposta antecedente fatta dall’onorevole Perassi, cioè di fissare in 5 il numero minimo di seggi da assegnare a ciascuna regione, e nello stesso tempo di stabilire il criterio di eleggere un rappresentante per ogni 200.000 abitanti. Se tale proposta sarà approvata, dovranno intendersi decadute tutte le altre.

(Con 12 voti favorevoli e 11 contrari è approvata).

La seduta termina alle 19.50.

Erano presenti: Ambrosini, Bocconi, Bozzi, Codacci Pisanelli, Conti, De Michele, Di Giovanni, Fabbri, Finocchiaro Aprile, Fuschini, Laconi, Lami Starnuti, La Rocca, Lussu, Mortati, Nobile, Perassi, Piccioni, Ravagnan, Rossi Paolo, Terracini, Tosato, Uberti, Vanoni e Zuccarini.

In congedo: Bordon, Leone Giovanni, Targetti.

Assenti: Bulloni, Calamandrei, Cappi, Castiglia, Einaudi, Farini, Grieco, Mannironi, Patricolo, Porzio.