Come nasce la Costituzione

MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE 1946

ASSEMBLEA COSTITUENTE

XIV.

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE 1946

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SARAGAT

INDICE

Sul processo verbale:

Dugoni                                                                                                              

Nobile                                                                                                               

Congedi:

Presidente                                                                                                        

Dimissioni di Deputati:

Presidente                                                                                                        

Comunicazioni del Presidente:

Presidente                                                                                                        

Domande di autorizzazione a procedere:

Presidente                                                                                                        

Per la Venezia Giulia:

Presidente                                                                                                        

Interrogazioni (Svolgimento):

Presidente                                                                                                        

Corsi, Sottosegretario di Stato per l’interno                                                         

Buonocore                                                                                                       

Marazza, Sottosegretario di Stato per la grazia e giustizia                                  

Tonello                                                                                                            

Cassiani, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale                 

Trulli                                                                                                               

Petrilli, Sottosegretario di Stato per il tesoro                                                       

Lozza                                                                                                                

Bovetti                                                                                                             

Verifica di poteri:

Presidente                                                                                                        

Proposta di aggiunta al Regolamento della Camera (Discussione):

Presidente                                                                                                        

Crispo                                                                                                               

Perassi, Relatore                                                                                               

Annunzio di una mozione:

Presidente                                                                                                        

De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri,

Ministro dell’interno e ad interim degli affari esteri                                              

Perrone Capano                                                                                              

Interrogazioni e interpellanze (Annunzio):

Presidente                                                                                                        

Riccio, Segretario                                                                                              

De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri,

Ministro dell’interno e ad interim degli affari esteri                                              

La seduta comincia alle 16.

RICCIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 25 luglio ultimo scorso.

Sul processo verbale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul processo verbale l’onorevole Dugoni. Ne ha facoltà.

DUGONI. Onorevoli colleghi, il Presidente del Consiglio, nella seduta il cui verbale è sottoposto ora alla nostra approvazione, ha testualmente affermato, come risulta dal resoconto stenografico: «Quando l’altro giorno a Mantova si è arrivati, durante lo sciopero, a dover chiedere il permesso della Camera del lavoro per entrare e uscire dalla città, siamo proprio in quella situazione che ricorderete, amico Mazzoni, del tempo passato, che ci ha portato alle squadre fasciste e agli stessi sistemi».

Già, nel momento in cui la provincia che ho l’onore di rappresentare in quest’Assemblea era messa all’ordine del giorno della Nazione come un focolaio suscettibile di legittimare una nuova reazione fascista, io ebbi vivacemente a protestare, e la mia protesta continua oggi in forma più precisa, perché mi sembra per lo meno strano che sulla bocca del Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana si trovi una specie di postuma giustificazione dello squadrismo fascista. (Interruzione a destra).

D’altra parte, noi sappiamo che non mancano alla Presidenza del Consiglio i mezzi per avere precise informazioni su quello che succede nelle diverse provincie.

Orbene, la frase pronunziata dall’onorevole Presidente del Consiglio è stata, per indiscusso riconoscimento di personalità mantovane, il frutto di una informazione privata, fatta da persona non politicamente imparziale, e sovrattutto da persona che ha preferito seguire una via di speculazione politica, invece di seguire la via della verità; la quale verità è molto più semplice di quello che non si possa credere.

Al principio di luglio 20 mila disoccupati della provincia di Mantova, perché tanti ne contiamo, hanno chiesto la solidarietà di tutti i lavoratori occupati, per richiamare l’attenzione dei pubblici uffici ed in ispecie del Ministero dei lavori pubblici (che in quel momento sembrava caduto in letargo, sotto la direzione della diarchia Cattani-Corbino), per richiamare, dicevo, l’attenzione dei pubblici servizi sulla disperata situazione di queste 20 mila persone. Ed in linea di massima si era deciso uno sciopero generale. In quel momento, sono intervenuti i tre partiti di massa, i quali, appoggiando le rivendicazioni dei disoccupati, hanno fatto sì che si potesse evitare in un primo tempo lo sciopero. E ciò grazie anche agli accordi presi con persone delle classi abbienti, che hanno garantito il finanziamento di quei lavori, per cui Corbino negava le somme richieste e Cattani l’approvazione, secondo un sistema per combattere la disoccupazione che non sappiamo come qualificare.

Successivamente, il lavoro, che era stato in un primo tempo fatto per garantire la sospensione dello sciopero, fu interrotto a causa del ritardo nell’esecuzione degli accordi di due o tre uffici della provincia di Mantova e del ritiro delle firme concesse a garanzia da parte di alcune persone. Perciò, il 14 luglio è scoppiato lo sciopero generale, limitato alla sola città di Mantova. Sembrava che tutto si dovesse svolgere con molto ordine. E affinché nulla succedesse, la Camera del Lavoro univa a ciascuna squadra della polizia un certo numero di operai, i quali avevano il compito di impedire che succedessero inconvenienti nella circolazione automobilistica, all’entrata o alla uscita, oppure anche all’interno della città.

Contemporaneamente, e per facilitare la opera di questa squadra, la Camera del lavoro rilasciava delle dichiarazioni per il riconoscimento delle persone che per ragione del loro ufficio dovevano circolare in città (Commenti – Rumori).

Questo è stato definito dal Presidente del Consiglio una specie di coprifuoco (Interruzioni – Commenti), perché egli, senza specificare di che cosa si trattasse, ha detto che occorreva un permesso della Camera del lavoro per circolare.

Io faccio osservare che in provincia di Mantova, durante la liberazione, non c’è stato mai alcun disordine; fino ad oggi non c’è stato nessun ferito, non una denunzia è stata sporta a carico di nessuno per fatti politici.

Ebbene, questa provincia di Mantova è indicata dai giornali reazionari, come II Mattino d’Italia, l’Italia Nuova e il Giornale della Sera quale una delle più indisciplinate d’Italia!

A nome delle organizzazioni operaie della mia provincia io respingo questa accusa ed auguro che il Governo abbia a lamentare soltanto fatti come quelli successi a Mantova. (Applausi all’estrema sinistra – Commenti).

PRESIDENTE. Sul processo verbale ha anche chiesto di parlare l’onorevole Nobile. Ne ha facoltà.

NOBILE. Prego i colleghi della Camera di scusarmi se li intratterrò per pochi minuti su di un fatto personale; ma ho il dovere di farlo.

L’onorevole Cevolotto, riferendosi alle critiche da me fatte circa la promozione di 40 generali dell’aeronautica, dichiarò (come risulta dal resoconto stenografico) che anch’io avessi richiesto che fosse rispettato il mio diritto alla promozione.

Devo precisare che la mia promozione a tenente generale (decisa dalla Commissione di avanzamento senza che nulla ne sapessi in precedenza) non fu benevola concessione del Ministro, né di chiunque altro; ma un diritto spettantemi per legge. Essa aveva un significato che andava oltre quello di un’ordinaria promozione, giacché, faceva parte della ricostruzione di carriera stabilita dal decreto legislativo 29 ottobre 1944, in base al quale ero stato reintegrato nella mia posizione nel genio aeronautico. Questa reintegrazione ebbe luogo nel marzo 1945, dopo la pubblicazione del mio libro Posso dire la verità, e dopo che una Commissione di generali, di ciò incaricata dall’onorevole Gasparotto, ebbe esaminato i numerosi documenti da me esibiti per dimostrare, in modo schiacciante, che nel marzo 1929, quando, dopo 18 anni di lavoro aeronautico, ero stato costretto a lasciare il servizio, si era commessa una palese ingiustizia.

Debbo avvertire che, all’atto della riammissione, ripetutamente dichiarai al Ministro dell’aeronautica che avrei spontaneamente lasciato il servizio permanente effettivo non appena la ricostruzione della mia carriera, prescritta dalla legge, fosse stata compiuta.

La mia riassunzione in servizio e la conseguente ricostruzione di carriera costituiscono una parziale riparazione morale alle persecuzioni cui fui fatto segno. À questa riparazione, anche se avessi voluto, non avrei potuto rinunziare: anzi era mio dovere chiederla, significando essa, da parte dell’Italia democratica, il riconoscimento dell’ingiustizia commessa dal governo fascista, riconoscimento che aveva importanza non tanto per me personalmente quanto per una grande impresa nazionale che indarno il fascismo tentò contaminare con le sue indegne calunnie. (Commenti).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Congedi.

PRESIDENTE. Comunico che hanno chiesto congedo i Deputati: Bruni, Grieco, Labriola, Penna Ottavia, Cingolani Guidi Maria, Pallastrelli, Alberti, Condorelli, Bolognesi, Terranova, Musotto, Zerbi, Grandi.

(Sono concessi).

Dimissioni di deputati.

PRESIDENTE. Comunico all’Assemblea la seguente lettera inviatami dall’onorevole Corassori:

Modena, 3 settembre 1946.

«Onorevole Signor Presidente,

«È con vivo rincrescimento che mi accingo a rassegnare le dimissioni da deputato. Solo dopo lunga riflessione, con il consenso della Direzione del mio Partito e in accordo con la Federazione Modenese del P.C.I., sono venuto a questa determinazione, spinto dal continuo aggravarsi della situazione e conscio che non avrei più potuto adempiere a questo incarico senza pregiudizio per il mio lavoro di sindaco di Modena.

«Il mio desiderio sarebbe stato quello di poter assolvere contemporaneamente tutti e due gli incarichi, anche perché ciò mi sembrava utile per il comune che la fiducia degli elettori mi ha chiamato ad amministrare.

«L’esperienza mi ha però dimostrato che non è possibile fare l’una e l’altra cosa e, d’altra parte, chi mi sostituirà saprà, come tutti i Deputati comunisti, assolvere al proprio dovere nell’interesse del popolo e del Paese. Io potrò così dedicare tutta la mia attività all’Amministrazione comunale di Modena ed ai gravi problemi che la rovinosa guerra fascista ci ha lasciato in eredità.

«Certo che la S.V. e l’Assemblea Costituente riterranno valide le ragioni che mi hanno spinto a rassegnare le dimissioni, rivolgo a lei, Signor Presidente, ed a tutti i Deputati, il mio più rispettoso saluto, con l’augurio di un proficuo e sereno lavoro per il bene del Paese.

«Alfeo Corassori».

Nessuno chiedendo di parlare, pongo ai voti l’accettazione di queste dimissioni.

(Sono accettate).

A sua volta, per motivi di salute, ha rassegnato il mandato l’onorevole Ponticelli con la lettera seguente:

Siena, 8 settembre 1946.

«Poiché le condizioni della mia malferma salute mi impediscono di esercitare con la diligenza e l’assiduità indispensabili il mandato affidatomi, compio il dovere di rassegnare le mie dimissioni da membro di codesta Assemblea, onde il seggio da me finora occupato venga attribuito, a sensi dell’articolo 64 del decreto legislativo luogotenenziale 10 marzo 1946, n. 74, al candidato che nella stessa mia lista mi segue immediatamente.

«Con ossequio.

« Francesco Ponticelli».

Nessuno chiedendo di parlare, pongo ai voti l’accettazione anche di queste dimissioni.

(Sono accettate).

Comunicazioni del Presidente.

PRESIDENTE. Comunico che, a norma del Regolamento, ho chiamato a far parte della Commissione per l’esame delle domande di autorizzazione a procedere gli onorevoli Deputati: Caccuri Edmondo, Cannizzo Bartolomeo, Ciampitti Giovanni, Cifaldi Antonio, Clerici Edoardo, Di Giovanni Edoardo, Fietta Cornelio, La Rocca Vincenzo, Marinaro Francesco, Mastino Pietro, Paolucci Silvio, Preziosi Costantino, Scalfaro Oscar, Sicignano Ludovico, Varvaro Antonino.

Nella riunione dell’8 agosto ultimo scorso la Commissione ha proceduto alla sua costituzione, nominando presidente l’onorevole Di Giovanni, vicepresidente l’onorevole Clerici e segretario l’onorevole Marinaro.

 

L’onorevole Cicerone si è dimesso da componente del Gruppo parlamentare del Blocco nazionale della libertà e ha chiesto di essere assegnato al Gruppo misto.

A sua volta l’onorevole Simonini si è dimesso da membro della Commissione per la Costituzione. Ho chiamato a sostituirlo l’onorevole Di Giovanni.

 

Non potendo l’onorevole Alberti svolgere più oltre le sue funzioni di componente della Giunta delle elezioni, l’ho sostituito con l’onorevole Tambroni Armaroli.

Domande di autorizzazione a procedere.

PRESIDENTE. Comunico che sono state sottoposte all’esame della Commissione per le domande di autorizzazione a procedere due richieste, trasmesse dal Ministro di grazia e giustizia, contro il deputato Gallo per insurrezione armata contro i poteri dello Stato, radunata sediziosa, omicidio, tentati omicidi e altri reati.

Lo stesso Ministro ha trasmesso, poi, due domande di autorizzazione a procedere contro Parise Michele per vilipendio dell’Assemblea Costituente, e contro il deputato Colombi per diffamazione a mezzo della stampa.

Sono state stampate e inviate alla competente Commissione.

Per la Venezia Giulia.

PRESIDENTE. Comunico che il Comitato di liberazione nazionale della Venezia Giulia mi ha fatto pervenire un messaggio, perché – a nome della stragrande maggioranza delle popolazioni di Trieste e dell’Istria italiana e attraverso la voce dei rappresentanti del popolo italiano – sia chiesto alle Nazioni democratiche, partecipanti alla Conferenza della pace, che nelle zone contestate, e cioè a Trieste e nell’Istria occidentale, nonché a Fiume e Zara, sia indetto un plebiscito sotto controllo internazionale: solo modo di risolvere con giustizia la questione giuliana e sola garanzia di pace tra l’Italia e la Jugoslavia.

Com’è noto, l’Assemblea ha già fatto proprio il grido di dolore e le rivendicazioni dei fratelli italiani di Trieste, dell’Istria e della Dalmazia e se ne è resa interprete anche presso le Assemblee delle Nazioni unite e associate con un appello, invocante una pace equa per l’Italia, che ha avuto un’eco profonda di simpatie e di consensi.

Essa non può, dunque, che manifestare ancora una volta la sua solidarietà per una causa, nella quale è impegnata l’anima stessa del popolo italiano (Vivissimi applausi).

Interrogazioni.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni. La prima è quella dell’onorevole Buonocore al Ministro dell’interno, «per conoscere quali provvedimenti intenda adottare per il funzionamento della Fondazione del Banco di Napoli, recentemente eretta in Ente morale».

L’onorevole Sottosegretario di Stato per l’interno ha facoltà di rispondere.

CORSI, Sottosegretario di Stato per l’interno. Con la legge 30 gennaio 1939 sulle istituzioni di pubblica beneficenza, la Fondazione per l’assistenza infantile, istituita dal Banco di Napoli per celebrare il suo IV centenario, fu eretta in Ente morale e sottoposta alla disciplina della legge organica sulle opere di pubblica beneficenza del 1890.

Successivamente, con legge 17 luglio 1942, il detto Ente fu dichiarato istituto del partito fascista e posto alle dirette dipendenze della Gioventù italiana del littorio.

Così l’Ente venne privato della sua originaria natura giuridica e sottratto alla vigilanza che questa comporta; escluso quindi dal quadro della beneficenza napoletana a favore dei minori in istato di abbandono, e privato di un cospicuo patrimonio.

Ora si è riparato a questa situazione con un decreto luogotenenziale 29 marzo 1946, testé pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e la detta Fondazione è stata restituita alla sua originaria destinazione. In questo modo e in questo senso sono state impartite istruzioni al prefetto di Napoli perché la istituzione venga inclusa nel piano di riordinamento generale delle opere pie locali, che è allo studio presso l’ufficio della prefettura di Napoli. D’altra parte il funzionamento di questa istituzione è subordinato alla disponibilità dei locali per la sua sede. Questi locali furono già requisiti dalle autorità alleate e poi destinati a coloro che sono privi di tetto nella città di Napoli. Si rende ora necessaria una opera di ripristino, di adattamento di questi locali; e ciò sarà fatto. Il Ministero non mancherà di svolgere il più efficace interessamento perché si provveda nel modo più sollecito.

PRESIDENTE. L’onorevole Buonocore ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

BUONOCORE. Ringrazio l’onorevole Sottosegretario della risposta, della quale però non posso dichiararmi completamente soddisfatto. Il Banco di Napoli fu benemerito quando creò quel vasto edificio che doveva servire per accogliere 3 mila bambini poveri e derelitti. Il regime fascista ebbe il torto di trasformare quella istituzione, facendola servire ad un fine diverso da quello che s’era proposto il fondatore, contro la volontà del fondatore. Gli eventi bellici hanno fatto il resto, e questo edificio è passato dall’uno all’altro occupante, né si vede per ora la possibilità che sia derequisito. Vi è di più: pare che esso sarà destinato ad accogliere non i senza tetto, ma le famiglie di popoli stranieri di varie nazionalità che vi saranno allogate. In questo modo la destinazione dell’edificio sarà frustrata. È vero che il Ministero dell’interno ha recentemente emanato il decreto col quale ha eretto in ente morale la Fondazione, ma non si è preoccupato che questo edificio non potrà servire, in un tempo relativamente breve, a sovvenire la infanzia abbandonata.

Inoltre con lo stesso decreto il Ministero si impegna a corrispondere appena 2 milioni all’anno per contributo del mantenimento. Ora, se si pensi che quell’edificio dovrà contenere 3 mila bambini; se si pensa che il Banco di Napoli non potrà provvedere al mantenimento, perché soltanto un quinto degli utili secondo lo statuto può essere erogato ogni anno a tutta la beneficenza napoletana, non si comprende come si potrà mantenere un istituto il cui fabbisogno si calcola in 200 milioni. Altre risorse non si saprebbe donde attingerle, sicché il provvedimento del Governo sarebbe destinato a rimanere lettera morta. Io perciò invoco dal Governo due cose: che si facciano pratiche intense ed efficaci, perché si eviti la iattura che quell’edificio debba servire a comodo albergo di famiglie straniere e che siano stanziati i fondi necessari, perché, avvenuto lo sgombero, possa, senza ulteriore indugio, iniziarsi quest’opera di bonifica sociale, alla quale spero e desidero che il Governo voglia porre mano, se è vero che ha a cuore l’avvenire del Mezzogiorno e di Napoli. (Approvazioni).

PRESIDENTE. Segue un’altra interrogazione dell’onorevole Buonocore, al Ministro dell’interno, «sulla impressionante situazione finanziaria delle Opere Pie di Napoli e sui provvedimenti di urgenza da adottare».

L’onorevole Sottosegretario di Stato per l’interno ha facoltà di rispondere.

CORSI, Sottosegretario di Stato per l’interno. La situazione finanziaria delle Opere Pie di Napoli non differisce da quella di tutte le altre istituzioni di assistenza e beneficenza del territorio nazionale, determinata, questa situazione, dall’alto costo dei servizi e dalla insufficienza delle entrate patrimoniali. Il Ministero, come è evidente, si rende conto perfettamente delle difficoltà che si oppongono al definitivo assetto di questi istituti ed interviene a favore di quelli maggiormente deficitari con i fondi di bilancio destinati a tale scopo.

Particolarmente alle Opere Pie di Napoli sono stati destinati e concessi dal primo gennaio al 20 luglio di quest’anno più di 100 milioni per sovvenzioni diverse, oltre a 183 milioni nell’annata assistenziale 1945-46.

Continua, per altro, l’esame delle domande di ulteriori contributi da parte dello Stato sul bilancio dello Stato; ma il problema presenta difficoltà che sono quelle stesse della finanza statale e, d’altra, parte, occorre richiamare tutti questi enti alla necessità di realizzare le maggiori economie possibili nelle spese per il personale, le quali assorbono spesso somme cospicue che dovrebbero essere destinate all’assistenza e alla beneficenza. Occorre altresì realizzare delle economie in rapporto alle possibilità effettive del bilancio proprio di queste istituzioni e a quelle che offre il bilancio dello Stato, e contenere ragionevolmente l’attività assistenziale adeguandola a questa possibilità.

PRESIDENTE. L’onorevole Buonocore ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

BUONOCORE. La risposta dell’onorevole Sottosegretario è tutt’altro che soddisfacente. Le Opere pie di Napoli vivono alla giornata: le rendite, dato il blocco dei fitti, non sono molto cresciute; le spese raggiungono cifre impressionanti, sia per gli stipendi al personale, sia per il costo dei viveri. Si va avanti a furia di espedienti, sicché un giorno o l’altro gli ospedali, gli orfanotrofi e le altre opere similari dovranno cessare dal funzionare.

I funzionari del Ministero vengono a constatare che degenti e ricoverati sono mal nutriti e malvestiti; che tutti i servizi sanitari lasciano a desiderare, ma non propongono i rimedi adatti ad arrestare questo flagello; o meglio, hanno proposto quel rimedio che è stato adombrato nella risposta dell’onorevole Sottosegretario: cioè adeguare il numero dei ricoverati alla disponibilità delle entrate. Io non voglio commentare questo rimedio che ha del cinico e che può passare solo per il cervello di una burocrazia sorda od ostile, perché esso porterebbe a metter fuori il 90 per cento dei ricoverati dagli istituti e il 90 per cento dei degenti dagli ospedali.

Io penso invece che il Governo debba intervenire, sia concedendo lo sblocco dei fitti, quando non si tratti di case di abitazione, in modo che le amministrazioni possano realizzare una maggiore entrata, sia concedendo contributi straordinari adeguati nella misura indispensabile al funzionamento di queste Opere pie.

I Ministri competenti hanno promesso di elargire miliardi per la ricostruzione materiale di Napoli. Il Ministro dell’internò dovrà preoccuparsi anche della ricostruzione morale, indispensabile più di quella materiale, affinché non avvenga che mentre si ricostruisce un edificio diroccato dalla guerra cessi di funzionare un ospedale od un orfanotrofio. (Approvazioni).

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione dell’onorevole Pellizzari, al Ministro di grazia e giustizia, «se non gli sembri giusto ed opportuno che il bando recentemente pubblicato, col quale si invitano i vicepretori onorari, i laureati in legge, col voto 110 su 110, e i procuratori legali, i quali abbiano 3 anni di servizio, a presentare domanda per essere assunti nei ruoli della Magistratura senza concorso, venga esteso anche ai cancellieri laureati in legge, la cui preparazione all’esercizio della Magistratura è attestata dalle medesime funzioni inerenti al loro ufficio, sia per quanto concerne il diritto civile, sia per quanto ha riguardo al diritto penale».

Non essendo presente l’onorevole interrogante, s’intende che vi abbia rinunciato.

Segue l’interrogazione dell’onorevole Montagnana Mario, al Ministro di grazia e giustizia, «per sapere: 1°) se non ritenga opportuno ed urgente precisare, coll’autorità che incontestabilmente possiede, dato il carattere politico della misura, la portata, prevista e perseguita, del provvedimento di amnistia, il quale, deformandosi nell’applicazione, da atto di ponderata seppure ampia clemenza, con indiscriminato oblio di colpe gravosissime, riesce, anziché a sopirli, a riaccendere passioni e risentimenti giustificati ove l’aspirazione popolare di giustizia resti od appaia troppo negletta; 2°) in qual modo intenda ottenere che venga, senza ulteriori dilazioni, realizzato l’impegno assunto da autorità competenti di fare fruire di analoga misura di clemenza i partigiani colpiti dalla giustizia dei Tribunali militari italiani o da Corti alleate; 3°) affinché precisi che la scarcerazione od il proscioglimento per amnistia o condono non comportano di diritto la riassunzione nell’impiego presso pubbliche o private amministrazioni, il che provocherebbe – come già sta avvenendo – il licenziamento di coloro che, assunti in sostituzione, dovrebbero – essi senza colpe verso la Nazione – pagare il prezzo doloroso del beneficio concesso ai colpevoli».

Non essendo presente l’onorevole interrogante, s’intende che vi abbia rinunciato.

Segue l’interrogazione dell’onorevole Recca, al Ministro dei lavori pubblici, «sulle misure che intende prendere per alleviare la grave e persistente disoccupazione che determina miseria e scontento fra i 45 mila abitanti di San Severo, in provincia di Foggia, per la maggior parte braccianti. Come è noto, tale disoccupazione ha originato i gravi disordini del 16 luglio 1946 e provocato morti e feriti in una città tradizionalmente pacifica che chiede soltanto pane e lavoro».

Non essendo presente l’onorevole interrogante, s’intende che vi abbia rinunciato.

Segue l’interrogazione dell’onorevole Tonello, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, ed al Ministro di grazia e giustizia, «per sapere se dopo la famigerata recente amnistia intendano: a) rimettere in libertà tutti i poveri ergastolani che contano 30 o più anni di terribile espiazione e distintisi per buona condotta; b) provvedere gli ergastolani liberati di ricovero e di assistenza, se sprovvisti di mezzi di sussistenza».

L’onorevole Sottosegretario di Stato per la grazia e giustizia ha facoltà di rispondere.

MARAZZA, Sottosegretario di Stato per la grazia e giustizia. Si stanno rivedendo le posizioni di tutti i condannati all’ergastolo, per accertare con benevolenza quali possano essere posti in libertà, in considerazione del gran numero di anni trascorso in carcere, della condotta tenuta e delle eventuali ripercussioni nell’ambiente nel quale è stato commesso il delitto. Prima di porli in libertà, tuttavia, si vuole accertare che il liberato trovi ricovero presso parenti o enti assistenziali. Si stanno a questo scopo svolgendo pratiche per organizzare il ricovero negli ospizi degli ergastolani graziati che non abbiano famiglia o mezzi di sussistenza, con assunzione da parte di questa amministrazione dell’onere del loro mantenimento.

PRESIDENTE. L’onorevole Tonello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

TONELLO. Io ho un dubbio e lo manifesto all’onorevole Sottosegretario di Stato: che le pratiche per accertare lo stato e il ruolo di condotta di questi disgraziati si prolunghino troppo, fino a quando forse non ce ne sarà più bisogno. Sono anni ed anni che infelici ergastolani hanno avanzato domanda di grazia. Vi furono speranze, poi abbandonate, poiché nulla si fece. Vorrei sperare che le promesse fatte fossero adempiute in breve tempo, perché dopo 25 anni di agonia e di espiazione atroce venga finalmente concessa la libertà a questi disgraziati, quale premio della loro buona condotta durante l’espiazione. È cosa questa che deve essere accetta ad ogni uomo di buon cuore, in tutti i settori della Camera.

Io non faccio disquisizioni giuridiche, per dimostrare la fondatezza della mia richiesta. Certo si è che questi individui, rientrando nella vita, ben poco alla vita possono ormai chiedere. Ma almeno che l’Italia nuova, l’Italia finalmente redenta dalla schiavitù del passato fascismo, dica a questi suoi figli sventurati e colpevoli una parola di bontà umana.

A me l’interrogazione fu suggerita da Carlo Fassetta, nobile tempra di combattente socialista della Marca Trevigiana, in un commovente articolo dove erano descritte le pene, i tormenti ed anche le speranze di questi sepolti vivi. Ebbene, che queste speranze non vadano deluse; le pratiche che dovete iniziare siano rapide e finalmente questo voto che è nei cuori di tutti i buoni in Italia abbia una favorevole soluzione.

Se invece, onorevole Ministro, dovessi convincermi che le vostre promesse fanno parte del programma fin qui escogitato dal Governo, programma di nullismo, allora dispererei ancora della bontà umana. (Applausi).

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione degli onorevoli Rodi, Miccolis, Trulli e Ayroldi, al Ministro del lavoro, «per conoscere se allo stato della legislazione vigente e nello spirito della nuova democrazia l’organizzazione sindacale si intende monopolio della Confederazione generale italiana del lavoro o so viceversa è consentita piena ed assoluta libertà di organizzazione».

L’onorevole Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale ha facoltà di rispondere.

CÀSSIANI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. Per dare risposta all’onorevole interrogante non potrò che limitarmi ad enunciare l’aspetto giuridico della questione che egli si pone. Dirò pertanto che nell’attuale fase di carenza legislativa in materia sussiste la più ampia libertà di associazione nel campo dei rapporti di lavoro, in attesa di quello che dovrà essere domani il nuovo ordinamento pubblico del lavoro. 

Questa affermazione, peraltro, trova conferma nell’esistenza in Italia di libere associazioni sindacali non aderenti alla Confederazione del lavoro. Mi auguro che l’onorevole interrogante si dichiari soddisfatto.

PRESIDENTE. Nell’assenza del primo firmatario dell’interrogazione, l’onorevole Trulli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

TRULLI. Sono soddisfatto, ma desidererei che fosse trovato un sollecito rimedio a questa situazione, che va determinando nei paesi risentimenti i quali provocano, il più delle volte, situazioni veramente incresciose. Desidero pertanto che il Sottosegretario di Stato per il lavoro trovi urgentemente un rimedio e completi la legislazione a questo proposito.

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione degli onorevoli Lozza e Platone ai Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per sapere quali provvedimenti intendano prendere a favore dei maestri elementari «per venire incontro, fra l’altro, alle rivendicazioni giustificate, di cui il Sindacato magistrale si è fatto interprete e difensore: a) dei ruoli aperti; b) dell’adeguamento delle pensioni».

L’onorevole Sottosegretario di Stato per il tesoro ha facoltà di rispondere.

PETRILLI, Sottosegretario di Stato per il tesoro. Il Ministero del tesoro è compreso dell’assoluta necessità dell’attuazione dei ruoli aperti per gli insegnanti elementari ed è in ciò pienamente d’accordo col Ministero della pubblica istruzione. Le trattative tra i due Ministeri per attuare i ruoli aperti, in sostituzione del ruolo unico nazionale, sono avviate ad un punto soddisfacente, di tal che si prevedono imminenti le conclusioni in base ad un progetto che il Ministero della pubblica istruzione ha trasmesso a quello del tesoro. Si ravvisa questa necessità per le difficoltà pratiche dell’attuazione del ruolo unico nazionale, soprattutto per quanto riguarda le promozioni dei maestri elementari. Il ruolo unico nazionale, che fu costituito con legge del 1° gennaio 1942, n. 675, merita, ad avviso dei due Ministeri, di essere sostituito col ruolo aperto.

L’esame, come ho detto, è ormai verso la sua conclusione ed i risultati sono imminenti, nel senso che si prevede una nuova tabella la quale prescinderà dalla popolazione dei comuni e terrà conto sia della qualifica dei maestri straordinari e dei maestri ordinari, sia dell’anzianità di servizio ai fini della graduazione degli stipendi.

Per quanto riguarda poi l’adeguamento delle pensioni dei maestri elementari, devo premettere che già i maestri hanno fruito di tutti gli aumenti che sono stati apportati all’assegno di caroviveri annesso alle pensioni a carico dello Stato. Soggiungo che la Direzione Generale della Cassa depositi e prestiti, dipendente, come è noto, dal Ministero del tesoro, ha già predisposto uno schema di provvedimento legislativo inteso ad accordare ai maestri elementari pensionati e a tutti gli altri pensionati di quegli altri istituti di previdenza che sono amministrati appunto dalla Cassa depositi e prestiti, tutti indistintamente i miglioramenti di pensioni che sono stati concessi dall’8 settembre 1943 in poi al personale statale in quiescenza.

Questo schema di provvedimento legislativo è stato già diramato ai vari Ministeri coi quali bisogna operare di concerto ed appena giunta al Tesoro l’adesione di detti Ministeri, lo schema sarà inviato alla Presidenza del Consiglio, perché sia posto all’ordine del giorno.

PRESIDENTE. L’onorevole Lozza ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

LOZZA. Sono soddisfatto, ma raccomando la massima sollecitudine per quanto riguarda il comma a) dei ruoli aperti. Se i maestri non avranno soddisfazione su questo punto si metteranno in sciopero (Rumori – Interruzioni a destra).

Bisogna venire incontro a questa categoria benemerita e non costringerla allo sciopero per la tutela dei suoi diritti. Da troppo tempo i maestri italiani chiedono solo il riconoscimento dei loro diritti. (Applausi all’estrema sinistra).

RUSSO PEREZ. Noi siamo contro gli scioperi, non contro i maestri! (Interruzioni – Rumori).

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione dell’onorevole Canevari, al Presidente del Consiglio dei Ministri; Ministro dell’interno, «per sapere se non ritiene giusto e opportuno accogliere la richiesta dei cooperatori italiani, promuovendo una legge che rivendichi alle Cooperative, alla Società di mutuo soccorso e agli istituti similari, senza eccezioni di termini di prescrizione e trasferimento a terzi, la proprietà dei beni sottratti o alienati anche con la parvenza della legalità, durante il regime fascista, e il risarcimento dei danni comunque subiti dagli enti medesimi per le violenze fasciste; e perché siano perseguiti civilmente e penalmente i responsabili della violenza distruttrice del patrimonio cooperativo».

Non essendo presente l’onorevole interrogante, s’intende che vi abbia rinunciato.

Segue l’interrogazione dell’onorevole Riccio Stefano, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, «per conoscere; 1°) se ritiene che abbiano il diritto di usufruire delle provvidenze, di cui al Regio decreto 6 gennaio 1942 (Gazzetta Ufficiale 16 febbraio 1942) non solo quanti dopo il 16 febbraio 1942, ma anche quelli che, prima di tale epoca e dopo la dichiarazione di guerra, parteciparono ai concorsi; se, quindi, nel bandire il concorso riservato, di cui al Regio decreto su richiamato, per Vicesegretario di Prefettura, intende ammettere agli orali quelli che prima del 16 febbraio 1942 superarono le prove scritte e non poterono sostenere gli orali, perché sotto le armi o per non aver potuto raggiungere le sedi di esami per ragioni dipendenti dallo stato di guerra; 2°) o se, invece, non ritiene quanto sub 1°) ed intende, prima dei bandi di concorso, emanare un provvedimento legislativo integrativo, che abbia ad estendere le dette disposizioni a quanti si trovano nelle condizioni di cui alla seconda parte del n. 1°) per eliminare sperequazioni ingiuste e rispettare i diritti quesiti».

Non essendo presente l’onorevole interrogante, s’intende che vi abbia rinunciato.

Segue l’interrogazione dell’onorevole Bovetti al Ministro dell’interno, «per sapere se non intenda dare disposizioni, perché si proceda alla ricostituzione dei comuni soppressi dall’ex regime fascista. Risulta, per vero, che non pochi comuni hanno da tempo inoltrato al Ministero le relative pratiche completamente istruite e che inutilmente hanno sollecitato i provvedimenti relativi. Si impongono quindi immediate disposizioni e ciò per un doveroso senso di giustizia riparatrice e per evitare nelle prossime elezioni comunali gli inconvenienti e le confusioni che derivano dall’attuale ibrida situazione amministrativa di molti comuni italiani».

L’onorevole Sottosegretario di Stato per l’interno ha facoltà di rispondere.

CORSI, Sottosegretario di Stato per l’interno. Il Ministero dell’interno, sin dal ritorno del Governo italiano a Roma, ha adottato la direttiva di massima di favorire la ricostituzione dei comuni che in gran numero furono aggregati ad altri e maggiori comuni.

Per altro, non ha ritenuto opportuno di adottare un provvedimento di carattere generale, poiché l’attuale condizione di dissesto e di grave difficoltà finanziaria degli enti locali rende difficile la vita dei grandi comuni, ed ancor più di quelli piccoli. Ma è da considerare che l’istruttoria delle pratiche per le ricostituzioni viene condotta a termine con la maggiore celerità. Essa è soprattutto rivolta ad accertare se le richieste dei comuni rispondono ad una concorde manifestazione di volontà delle popolazioni interessate e se sono approvate dalle deputazioni provinciali competenti. Finora si è provveduto alla ricostituzione di 119 comuni, mentre dinanzi al Consiglio dei Ministri sono pronti per l’approvazione numerosi provvedimenti. Occorre, infine, considerare che non si può omettere una istruttoria, sia pure ridotta ed accelerata, e qui va ricordato che a questa materia si provvede con decreto legislativo, superando l’antica procedura, molto più laboriosa.

PRESIDENTE. L’onorevole Bovetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

BOVETTI. Mi dichiaro soddisfatto.

PRESIDENTE. Avverto che lo svolgimento dell’interrogazione dell’onorevole Mazza al Presidente del Consiglio, Ministro ad interim degli affari esteri «per conoscere i motivi che hanno fatto sospendere dall’agosto 1945 il rimpatrio di prigionieri dall’Australia», è rinviato.

Sono così esaurite le interrogazioni iscritte all’ordine del giorno di oggi.

Verifica di poteri.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 27 luglio 1946, ha verificato non essere contestabile l’elezione dei Deputati Froggio Giacinto, Siles Nicola, Turco Alessandro, per la Circoscrizione di Catanzaro (XXVIII); e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge elettorale, ne ha dichiarata valida la elezione.

Do atto alla Giunta di questa sua comunicazione e, salvo i casi di incompatibilità preesistenti e non conosciuti sino a questo momento, dichiaro convalidate queste elezioni.

Discussione sulla proposta di aggiunta al Regolamento della Camera.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: Proposta di aggiunta al Regolamento.

Questa proposta è connessa con la discussione svoltasi nella precedente sessione dei lavori dell’Assemblea, allorché fu sollevata la questione delle funzioni legislative dell’Assemblea stessa.

Nella relazione, che è stata distribuita, la Giunta del Regolamento propone che, al fine di determinare quali disegni di legge, all’infuori di quelli previsti dall’articolo 3 del decreto legislativo 16 marzo 1946, n. 98, debbano essere deliberati dall’Assemblea, siano istituite quattro Commissioni permanenti per le materie di competenza dei vari Ministeri.

Dichiaro aperta la discussione su tale proposta.

CRISPO. Chiedo di parlare per mozione d’ordine.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CRISPO. Onorevoli colleghi, domando il rinvio della discussione a domani perché la proposta, sulla quale si dovrebbe discutere, non è stata comunicata per lo studio e l’esame di essa. Abbiamo anzi saputo che la proposta era stata ritirata e che stamani vi era una riunione per la modifica della proposta stessa, modifica di cui nemmeno abbiamo avuto alcuna cognizione. Io sono iscritto a parlare e devo dichiarare che in tali condizioni non potrei occuparmi in alcuna guisa della questione, non essendomi stata comunicata né la proposta originaria, né la proposta successivamente modificata.

PRESIDENTE. Il relatore onorevole Perassi potrebbe riferire sulla proposta, salvo a rimandare a domani la discussione.

(Così rimane stabilito).

Ha facoltà di parlare il relatore onorevole Perassi.

PERASSI, Relatore. Onorevoli colleghi, come si ricorderà, nella seduta del 15 luglio, l’onorevole Calamandrei, col suo fine spirito giuridico, sollevò una questione particolarmente delicata, quella concernente l’esercizio della funzione legislativa ordinaria ed i rapporti fra Governo ed Assemblea a questo riguardo. In quella occasione, altri colleghi intervennero accennando anche a qualche proposta. Ricordo una proposta dell’onorevole Terracini.

In sede di discussione delle comunicazioni del Governo, l’argomento riaffiorò. Diversi oratori vi fecero allusione e qualche ordine del giorno a questo riguardo venne presentato.

Ora, su questo argomento il fatto più importante che si è successivamente registrato consiste in una dichiarazione di particolare rilievo, fatta dall’onorevole Presidente del Consiglio nella seduta del 25 luglio, in sede di risposta agli oratori sulle comunicazioni del Governo.

In sostanza, la dichiarazione dell’onorevole Presidente del Consiglio si risolve in questi due punti.

Anzitutto, il Governo dichiarò formalmente che avrebbe fatto il più ampio uso della facoltà di sottoporre alla deliberazione dell’Assemblea Costituente disegni di legge, anche al di fuori di quelli per i quali la deliberazione dell’Assemblea è necessaria in maniera indiscutibile. Ma, oltre questa, il Presidente del Consiglio fece un’altra dichiarazione, che, ai fini del problema attuale, è particolarmente importante. Ed è questa: che, a prescindere dall’uso di quella facoltà, il Governo avrebbe dato modo all’Assemblea Costituente di esprimere essa stessa il suo apprezzamento discrezionale sull’opportunità che i disegni di legge elaborati dal Governo fossero sottoposti alla deliberazione della Assemblea, anziché avere corso sotto forma di decreti legislativi.

Il Presidente del Consiglio accennò anche, a titolo indicativo, a procedure che si sarebbero potute escogitare per disciplinare questa iniziativa attribuita all’Assemblea. Il Presidente del Consiglio, a questo riguardo, si è rimesso, peraltro, all’Assemblea, la quale, nella sua competenza, avrebbe potuto stabilire queste modalità procedurali. Il Presidente del Consiglio si limitò a dichiarare che il Governo avrebbe accettato queste procedure.

A titolo di completezza di questa esposizione degli antefatti, è opportuno anche ricordare che l’onorevole Presidente dell’Assemblea, dopo il voto sulle dichiarazioni del Governo, riferendosi a quanto aveva dichiarato il Presidente del Consiglio, fece queste dichiarazioni:

«Come la Camera ha udito, l’onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri non solo ha dichiarato che il Governo intende fare il più largo uso della facoltà attribuitagli dall’articolo 3 del decreto legislativo 16 marzo 1946, ma ha chiesto all’Assemblea di stabilire i modi di esame per quei disegni di legge, sui quali, a cagione della loro particolare importanza, essa stessa ritenga opportuno deliberare.

«Raccogliendo questo invito del Governo, convocherò al più presto la Giunta del Regolamento per determinare i modi predetti e sarà cura sottoporre all’Assemblea, alla prima seduta della prossima ripresa, le relative proposte, che, appena approvate dall’Assemblea medesima, entreranno in vigore».

Sulla base di questi precedenti, la Giunta del Regolamento si è riunita per esaminare il problema, così come era stato indicato e impostato.

Il rinvio alla Giunta del Regolamento, come il Presidente dell’Assemblea aveva annunziato, significava naturalmente che il problema sarebbe stato esaminato dalla Giunta, nell’ambito della sua competenza, quale è indicata dal nome stesso che porta. In altri termini la Giunta del Regolamento non avrebbe potuto arrivare ad altro se non a proporre disposizioni del Regolamento ed aventi, quindi, il valore che ad esse è proprio.

Che cosa ha fatto la Giunta?

Il punto di partenza delle proposte che sono ora sottoposte all’esame dell’Assemblea è la dichiarazione dell’onorevole Presidente del Consiglio. È questo, si può dire, il punto d’appoggio sul quale è stato costruito il meccanismo che è proposto.

La Giunta del Regolamento, esaminata la dichiarazione del Governo, ha ritenuto, anzitutto, che essa implicava logicamente l’impegno da parte del Governo di comunicare all’Assemblea tutti gli schemi di provvedimenti legislativi che il Consiglio dei Ministri avesse deliberato, allo scopo di dare all’Assemblea, attraverso un suo proprio organo, la possibilità di esaminare caso per caso quale schema dovesse essere lasciato alla procedura del decreto legislativo, cioè lasciato all’attività legislativa del Governo, e quale invece ritenesse che dovesse essere sottoposto alla deliberazione dell’Assemblea.

Fissato questo punto, la Giunta è passata ad escogitare il meccanismo pratico ai fini di tale esame, ed è arrivata alla conclusione di proporre l’istituzione di quattro Commissioni permanenti, ciascuna delle quali avente una certa competenza per materia, così come è indicato.

Qual è il compito di queste Commissioni?

È un compito di esame, che implica una facoltà discrezionale, il cui esercizio non è rigorosamente determinato dalle norme del regolamento. Il regolamento proposto si limita ad affermare il concetto che queste Commissioni avranno cura di considerare i singoli schemi di provvedimenti legislativi, avuto riguardo alla loro maggiore o minore importanza tecnica o politica.

Sulla base di questo apprezzamento, la Commissione si pronunzia nel senso indicato, cioè o per il rinvio puro e semplice al Governo in modo che il provvedimento abbia corso per decreto legislativo, oppure con la dichiarazione che lo schema di provvedimento debba essere sottoposto alla deliberazione dell’Assemblea come disegno di legge.

Per quanto concerne la composizione delle Commissioni, la Giunta si è attenuta al modo normale di formazione. Ogni Commissione sarà composta di delegati designati dagli Uffici, cioè dai Gruppi: ogni Ufficio designerà un certo numero di delegati, avuto riguardo alla sua composizione numerica. Risultato di questo modo di nomina è che ogni Commissione rifletterà in piccolo la composizione dell’Assemblea Costituente. Quindi i vari gruppi sono tutelati e, in particolare, i gruppi più piccoli, avranno tutti la possibilità di avere un delegato in ogni Commissione.

Il regolamento proposto disciplina anche alcune modalità circa i termini entro i quali le Commissioni dovranno esaminare, ai fini indicati, i disegni di provvedimenti legislativi trasmessi dal Governo.

È previsto un termine normale di 15 giorni ed è previsto anche un termine eccezionale per quei provvedimenti legislativi per i quali il Governo, inviandoli, dichiari l’urgenza. Per questi ultimi, la Commissione dovrà pronunciarsi nel termine di 5 giorni.

Questa è l’economia del progetto che vi è sottoposto. Come Relatore non ho altro da aggiungere. In particolare non spetta al Relatore di fare apprezzamenti sul meccanismo proposto. Mi limito a dire che la Giunta nel proporre queste norme si è ispirata ad un criterio essenzialmente pratico, lasciando impregiudicate tutte le questioni di principio e avendo in vista di contemperare le diverse esigenze: le esigenze della attività legislativa ordinaria, l’esigenza che i provvedimenti legislativi, sia pure ordinari ma aventi una particolare importanza, siano sottoposti all’esame dell’Assemblea, e soprattutto l’esigenza che la collaborazione alla legislazione ordinaria non pregiudichi l’assolvimento del compito principale dell’Assemblea costituente, che è quello di elaborare la costituzione.

Questi sono i criteri a cui si ispira il regolamento che la Giunta sottopone all’esame dell’Assemblea.

PRESIDENTE. Il seguito di questa discussione è rinviato a domani.

Annunzio di una mozione.

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente mozione subito dopo la chiusura dei lavori dell’Assemblea:

«L’Assemblea Costituente dello Stato italiano, in virtù dei suoi poteri, delibera che la nuova Costituzione sarà sottoposta alla diretta approvazione del popolo mediante referendum.

«Con successivo provvedimento saranno stabiliti i termini e i modi della consultazione popolare».

La mozione reca la firma dei Deputati: Perrone Capano, Badini Confalonieri, Villabruna, Bonino, Bozzi, Visocchi, Cortese, Fusco, Cifaldi, Martino Gaetano, Quintieri Quinto, Cuomo, Bellavista.

A norma del Regolamento, chiedo al Governo di esprimere su di essa il proprio parere.

Ricordo che, dopo udito il Governo e il proponente, avranno diritto di parlare non più di due Deputati.

DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno e ad interim degli affari esteri. Sarei del parere che la proposta fosse discussa prima dalla seconda Sottocommissione della Commissione incaricata di formulare il progetto di Costituzione. Se si raggiungesse un accordo generale, sarebbe superfluo un nuovo appello al popolo.

PERRONE CAPANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERRONE CAPANO. A nome dei presentatori della mozione dichiaro di non avere nulla in contrario in merito alla proposta del Presidente del Consiglio. Accettiamo cioè che la mozione resti ferma e se ne discuta dopo che saranno stati conclusi i lavori dell’apposita Commissione.

PRESIDENTE. La mozione sarà iscritta all’ordine del giorno e svolta a suo tempo.

Interrogazioni e interpellanze.

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza due interpellanze per le quali è stata chiesta l’urgenza.

Se ne dia lettura.

RICCIO, Segretario, legge:

«I sottoscritti chiedono d’interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’interno, per conoscere quali misure intende prendere il Governo contro il caro-vita al fine di coordinare e sviluppare l’azione iniziatasi in seguito ai movimenti popolari del Nord, i quali hanno già provocato decreti prefettizi per calmierare i prodotti alimentari di più largo consumo.

«Si richiede l’urgente discussione di questa interpellanza in considerazione del fatto che nelle provincie in cui i calmieri sono entrati in vigore si sta verificando una impressionante rarefazione delle merci, la quale minaccia di ridurre alla fame le popolazioni, con gravissime conseguenze per l’attività produttiva e per l’ordine pubblico.

«Negarville, Pajetta Gian Carlo, Montagnana Mario, Barontini Anelito, Pajetta Giuliano, Maltagliati, Lozza, Leone Francesco, Platone, Gavina, Scarpa».

«I sottoscritti chiedono d’interpellare d’urgenza il Presidente del Consiglio dei Ministri, su la politica del Governo in ordine al grave rincaro del costo della vita e, più precisamente, se intenda:

  1. a) prendere in considerazione e dare attuazione alle misure proposte dalla Confederazione generale italiana del lavoro;
  2. b) disporre che i Prefetti adottino dovunque il calmiere sui generi di prima necessità, secondo un indirizzo generale;
  3. c) promuovere la immediata costituzione di enti comunali di consumo;
  4. d) ratificare la costituzione delle Commissioni popolari di controllo aventi il potere di reperire e predisporre la distribuzione delle merci, fissandone il prezzo sia alla produzione che al consumo.

«Di Vittorio, Bibolotti, Bitossi, Alberganti, Bernamonti, Bianchi Bruno».

PRESIDENTE. Chiedo al Governo quando intende rispondere a queste interpellanze.

DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno e ad interim degli affari esteri. Ritengo che la risposta a queste interpellanze possa essere data contemporaneamente alle dichiarazioni del Governo, che saranno prossime.

PRESIDENTE. Sono pervenute alla Presidenza durante la sospensione dei lavori della Costituente e nella seduta di oggi, altre interrogazioni e interpellanze.

Se ne dia lettura.

RICCIO, Segretario, legge:

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della marina, dell’aeronautica e della guerra, per conoscere che cosa, o chi si opponga ancora alla rimozione da bordo delle navi, dagli uffici, dalle divise, dei simboli e degli emblemi monarchici e se non ritengano necessario dare a questo proposito immediati e precisi ordini, ciò oltre che per una evidente esigenza politica, anche per evitare che giuste ma spontanee iniziative in tal senso, possano sfociare in incresciosi incidenti.

«Barontini Anelito ».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della guerra e delle finanze, per chiedere spiegazioni sulla illegittimità della nomina a Comandante generale della guardia di finanza, di cui al decreto Luogotenenziale 12 marzo 1945, nella persona del Generale di divisione in servizio permanente effettivo Gio. Batta Oxilia, con palese violazione dell’articolo 1 della legge 20 marzo 1940, n. 234, sull’ordinamento della guardia di finanza. Infatti tale articolo dispone che il Corpo della guardia di finanza è comandato da un generale di Corpo d’armata dell’esercito in servizio permanente effettivo, senza distinzione alcuna fra stato di guerra e stato di pace.

«Preziosi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere se – data la irrigidita opposizione di tutti i Prefetti ad autorizzare la inclusione nei bilanci comunali di stanziamenti, pur modestissimi, per indennità di carica ai Sindaci, esplicitamente previste e autorizzate dalla legge per la ricostituzione delle Amministrazioni comunali e provinciali (decreto legislativo Luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1), non che di ogni spesa per quote di adesione alle volontarie associazioni e leghe di comuni in via di costituzione o ricostituzione in numerose provincie, con il programma di offrire agli amministratori comunali, in gran parte non ancora esperti nelle discipline amministrative, consigli e sostegno di esperti e di tecnici; e ravvisando in tale atteggiamento, avallato da sottili ed arteficiose interpretazioni di testi legislativi, un inspiegabile ed inescusabile impedimento alla effettiva partecipazione alla amministrazione pubblica degli eletti non dotati di beni di fortuna e di estrazione popolare, ed un’avversione ingiustificata al moto di libera consociazione degli Enti autarchici territoriali dei quali si sostanzia il tessuto unitario della società nazionale – non sia avvertita la impellente urgenza di un severo richiamo a detti funzionari affinché, rinunciando ad atteggiamenti mentali ed a metodi di governo locale che furono propri dei tempi peggiori della nostra storia più recente, non ostacolino le iniziative suddette segnalatrici della più rapida ripresa di una vita municipale veramente democratica.

«Terracini».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere, in rapporto al recente provvedimento che triplica la pena per l’evasione dagli ammassi, quale azione pratica intenda svolgere in Roma contro il mercato nero, esercitato pubblicamente; in modo che il suddetto provvedimento abbia ovunque effettiva applicazione.

«Mastino Pietro»

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per sapere se non intendano prontamente aderire alle richieste circa l’aumento delle diarie e propine nella misura richiesta dal Sindacato scuole medie, in modo da far cessare l’agitazione, a cui sono stati costretti i Commissari d’esame di maturità e d’abilitazione, i quali non firmeranno i verbali e gli atti di scrutinio inerenti agli esami in corso, se la loro giusta rivendicazione non sarà soddisfatta dal Governo.

«Lozza».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per conoscere le ragioni per cui non vennero riammessi i dipendenti dell’Istituto Poligrafico dello Stato, che erano stati licenziati nel periodo repubblichino per non aver voluto recarsi al Nord.

«Coccia».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, sulla urgente necessità d’intensificare la ricostruzione dei paesi della provincia di Frosinone devastati dalla guerra, dando la precedenza alle opere ed agli edifici destinati a servizi di interesse generale (acquedotti, ospedali, scuole), alla bonifica igienica di vaste zone infestate dalla malaria, alla ripristinazione di stabilimenti industriali, alla edificazione di case popolari, in modo da affrettare il ritorno a normali condizioni di vita civile, la rinascita economica della regione, l’eliminazione della piaga dei senza tetto e degli sfollati e la riduzione della disoccupazione.

«Carboni».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se è intendimento del Ministero di abbandonare la ricostruzione quasi ultimata della stazione di Terontola per provvedere alla ricostruzione di quella di Camucia-Cortona, che diventerebbe la stazione di smistamento per Perugia. E ciò con enorme nocumento sia dell’Erario, che sarebbe gravato di una spesa notevolissima, sia della città di Perugia, le cui comunicazioni con il resto dell’Umbria subirebbero un maggior percorso di oltre 12 chilometri.

«Coccia».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se non creda necessario promuovere una accurata inchiesta, con funzionario da inviarsi da Roma, circa lo scoppio di una bomba presso una chiesa a Bisceglie, avvenuto durante lo sciopero dei contadini in quel Comune onde poter procedere contro i responsabili.

«Pastore Raffaele».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se sia. vero che il Prefetto di Roma sta per ricostituire l’Amministrazione ordinaria dell’Istituto Margherita di Savoia per i ciechi, rinominando il vicepresidente dell’istituto nel periodo fascista e poi presidente nel periodo nazi-fascista (1944) e altri membri del vecchio Consiglio di amministrazione o loro stretti amici, mentre la gestione commissariale odierna ha accertato gravi responsabilità amministrative a carico di costoro, in quanto ha dovuto denunciare per peculato e altri delitti alcuni dirigenti dell’Istituto, e altro processo penale pende presso la Corte d’assise di Firenze (oltre una pratica per avocazione di profitti di regime) contro un precedente Commissario e poi presidente dell’ente nel periodo in cui era vicepresidente l’attuale maggior candidato. Per cui si potrebbe sospettare che le nomine in progetto – che risultano vivamente ed inopportunamente caldeggiate da elementi di qualche Ministero – siano dirette a impedire che si faccia luce sulle gravissime irregolarità di ogni genere che si sono verificate nella gestione dell’Istituto.

«Cevolotto».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per conoscere quali provvedimenti intende di adottare:

  1. a) per sanare il dissidio esistente, in materia di competenza professionale, fra laureati ingegneri e diplomati di istituti secondari, nell’esercizio della libera professione e negli incarichi conferiti in Uffici tecnici governativi;
  2. b) per venire incontro alla imperante disoccupazione di tecnici maggiori e minori a causa degli inconvenienti denunziati dall’Associazione nazionale Ingegneri ed Architetti italiani ed a causa dell’arresto di ogni iniziativa privata in materia edilizia.

«Miccolis».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e del commercio, per sapere se intende affrontare e risolvere nell’interesse dell’economia nazionale, il problema di una vasta ripresa della industria marmifera atteso che essa è stata gravemente danneggiata dalla politica monopolistica prima, di autarchia e di guerra poi, praticata dal fascismo. E se non ritenga doveroso verso quelle patriottiche popolazioni duramente provate da ben otto mesi di guerra (testa tirrenica della linea gotica) favorire l’impiego dei marmi apuani nel mercato interno e la loro esportazione verso i tradizionali mercati d’oltr’alpe e d’oltre oceano, adottando intanto, d’urgenza, di concerto coi Ministri interessati, misure atte a non lasciar disperdere il patrimonio delle maestranze specializzate nella escavazione, nel trasporto, e specialmente nella lavorazione artistica dei nostri marmi.

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro per l’assistenza post-bellica, per conoscere se non sia suo intendimento promuovere, di concerto con il Ministro dell’interno, un provvedimento di eccezione, allo scopo di andare incontro ai bisogni delle popolazioni della provincia di Massa e Carrara, della Versilia e della Garfagnana che più a lungo e più duramente ebbero a soffrire i danni morali e materiali della guerra, subendo distruzioni, evacuazioni forzate di intere popolazioni, incendi ed atrocità senza nome e che oggi si vedono costrette alla disoccupazione ed alla indigenza per la perdurante paralisi dell’industria marmifera e per la ritardata riattivazione di molti stabilimenti della «Zona Industriale» apuana.

«Bibolotti».

Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e del commercio, per sapere che cosa intende fare per favorire la ripresa di attività produttiva della «Zona industriale» di Apuania, grandemente danneggiata dalle operazioni belliche, e più particolarmente:

1°) se intende favorire e promuovere il ritorno del macchinario rubato dai nazi-fascisti, da essi trasportato al Nord ed attualmente trattenutovi da ditte capitalistiche soltanto sollecite dei loro interessi egoistici;

2°) se intende provvedere il carbone metallurgico indispensabile alla riattivazione dello stabilimento «Kokapuania», dal quale dipende la ripresa di numerose altre attività produttive.

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se non intenda promuovere, di concerto con gli altri Ministeri interessati, una vasta riforma a favore di tutti i pensionati, tendente:

1°) a migliorare sensibilmente il loro trattamento, tenuto conto che il fondo di quiescenza venne a suo tempo costituito da trattenute e da contributi in moneta avente ben più alta capacità d’acquisto;

2°) a promuovere il collocamento a riposo di tutti gli aventi diritti a pensione con quinquennio di anticipo, assicurando loro il trattamento normale di compiuto servizio, rendendo così possibile e lo svecchiamento delle pubbliche amministrazioni e l’assorbimento dei giovani reduci e partigiani ed ex combattenti della guerra di liberazione ancora disoccupati in grande numero.

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere le ragioni per le quali è stata ripristinata l’efficacia del decreto-legge 14 gennaio 1944, n. 13, riguardante la disciplina della stampa, considerato che:

1°) il provvedimento è stato preso dal Consiglio dei Ministri subito dopo l’aggiornamento dell’Assemblea Costituente, che doveva essere consultata in proposito;

2°) l’articolo 4 del decreto in questione, imponendo l’obbligo agli editori dei giornali di richiedere ogni tre mesi una nuova autorizzazione, pone praticamente la stampa alla discrezione delle Autorità competenti e di eventuali interferenze di natura politica;

3°) l’articolo 7 dello stesso decreto dispone che le norme ivi contenute vanno applicate per tutta la durata della guerra, il cui stato è ora ufficialmente cessato;

4°) il provvedimento in parola non trova giustificazioni plausibili nell’eccessivo esercizio della libertà di stampa, perché ogni licenza può e dev’essere punita con le leggi ordinarie.

«Rodi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere se non creda opportuno richiamare gli Uffici del Genio, civile a che negli appalti a società cooperative venga applicato l’articolo 42 del Regolamento 12 febbraio 1911, n. 278.

«Pastore Raffaele».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere le ragioni che ancora impediscono i concorsi per le scuole elementari e per le scuole medie per collocare i migliori, per togliere alla scuola lo stato di provvisorietà che tanto danno le arreca.

«Reale Vito».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per conoscere quale risposta intenda dare al memoriale inviatogli da una parte degli abitanti di Cortina d’Ampezzo, richiedente l’annessione del territorio di Cortina alla provincia di Bolzano.

«Pieri».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se e quando creda disporre la ripresa dei lavori di costruzione – interrotti da anni – del palazzo per gli uffici finanziari di Udine e ciò sta per concorrere a lenire la disoccupazione, sia per liberare gli edifizi attualmente occupati da detti uffici, edifizi per i quali lo Stato corrisponde al comune di Udine l’affitto mensile di lire 500 e che potrebbero servire ad altro uso.

«Tessitori».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere se non intende provvedere con la massima urgenza, in considerazione della riduzione degli effettivi attualmente alle armi – effettivi che si presume, e si augura, non verranno più aumentati – a rendere liberi il più rapidamente possibile tutti i locali (alberghi, case, immobili in genere di proprietà privata) occupati come accantonamenti, uffici, depositi, officine, ecc., dalle Forze armate, sia allo scopo di diminuzione di spese, sia per riportare anche in questo campo il paese alla normalità dopo oltre un anno e mezzo dalla cessazione delle operazioni belliche. Le numerose caserme possono ampiamente ospitare le truppe e gli uffici di qualsiasi genere, anche se di carattere militare riservato. L’interrogante, inoltre, chiede che sia provveduto con rapidità all’alienazione di caserme, casermette, ricoveri, baracche, capannoni, campi, ecc. di proprietà od in consegna al Genio militare, attualmente in completo stato di abbandono, che si trovano sparse in tutta Italia, ed in particolar modo nell’Italia del nord e nella zona alpina. Molti di questi immobili potrebbero essere assegnati ad istituzioni di beneficenza, ai comuni ed enti locali, ad opere assistenziali per i lavoratori, che potrebbero adibirli a colonie estive ed invernali, sia per i bimbi, come per i lavoratori stessi. L’importante è di rientrare nella normalità anche in questo campo e dimostrare che i miliardi malamente spesi dall’Amministrazione militare per opere inutili possono in parte essere ricuperati o meglio utilizzati per l’avvenire in favore delle classi meno abbienti e della collettività.

«Chiaramello».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro per gli affari esteri, per conoscere se il Governo abbia consentito che personalità estranee alla Delegazione italiana presso la Conferenza dei Ventuno espatriassero e raggiungessero Parigi, e se non abbia intenzione, il Governo, di impedire che simili incidenti si ripetano. Tanto, in considerazione della circostanza che alcuna di tali personalità ha manifestamente svolto azione contraria alla condotta ufficiale del Governo, compromettendo così gli interessi del Paese agli effetti della Pace.

«Cicerone».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della guerra e dei lavori pubblici, per sapere se, in considerazione che molte strade, e soprattutto quelle in zone alpine, di arroccamento e di allacciamento fra ì valichi terminali delle valli, già costruite dal Genio militare e ad esso in consegna, sono ora completamente abbandonate e prive anche di un minimo di manutenzione, tanto nelle massicciate, quanto nelle opere d’arte (ponti, cunette ecc.) non sia opportuno e conveniente passare le strade stesse direttamente in consegna agli speciali Uffici del Genio civile per la viabilità statale, istituiti in ogni regione data anche l’impossibilità dei comuni e delle provincie di provvedervi per l’esiguità e la deficienza dei loro bilanci. L’interrogante fa presente che buona parte di queste strade collegano le varie valli attraverso valichi importantissimi, servono non solo dal lato turistico, ma soprattutto contribuiscono a risolvere in parte il sempre aperto problema della montagna finora mai affrontato da nessun Governo; valgono a mettere in efficienza, anche dal lato agricolo, economico ed industriale, terreni, corsi d’acqua, miniere, ecc., che non devono essere trascurati in questo momento nel quale tutte le energie della Nazione devono essere impegnate nella ricostruzione e costituiscono una cospicua parte del patrimonio stradale nazionale che deve essere con energia salvaguardato.

«Chiaramello».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se non ritenga equa l’emanazione di un provvedimento legislativo col quale si disponga che il limite d’età per il collocamento a riposo degli insegnanti nelle Scuole medie venga esteso fino a compimento del settantesimo anno, almeno limitatamente agli insegnanti i quali erano già in servizio di ruolo nel 1935, quando una legge fascista modificò in modo arbitrario il patto giuridico col quale essi erano stati assunti in servizio.

«Pellizzari».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere se non creda opportuno, al fine di portare un efficace contributo alla soluzione del problema del ripopolamento della montagna, di fare studiare da un’apposita Commissione parlamentare un provvedimento atto a dispensare dal servizio militare, anche ridotto, gli alpigiani che si trovino in particolari ed eccezionali condizioni economiche e le cui famiglie siano stabilmente residenti nelle zone alpine, dedite all’agricoltura, alla pastorizia od al piccolo artigianato di montagna.

«Chiaramello».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se non ritenga opportuno impartire disposizioni agli Uffici provinciali del lavoro perché la procedura relativa alla risoluzione delle controversie individuali e collettive si svolga con la maggiore rapidità e con le minori difficoltà formali e sostanziali. L’esperienza dimostra l’utilità dei Collegi arbitrali aventi competenza giurisdizionale, composti da rappresentanti diretti delle parti, con l’intervento facoltativo delle Associazioni sindacali ai fini dell’eventuale tutela di principî di interesse generale riguardanti la categoria.

«Di Giovanni».

«II sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della guerra, per conoscere quali misure intenda prendere in relazione con gli ordini dati dal Comandante della Piazza di Verona, interdicendo la partecipazione delle reclute alle feste organizzate in loro onore dalle organizzazioni popolari femminili e giovanili il 25 agosto 1946 e intimando alle ronde di sorvegliare l’esecuzione di tale misura.

«Pajetta Giuliano».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste ed il Ministro dell’interno, sulla deplorevole condiscendenza della Prefettura di Siracusa, in occasione del sequestro di un rilevante quantitativo di grano evaso dall’ammasso. Sta in fatto che, in seguito al sequestro operato dai carabinieri di Buccheri di un carico di quaranta quintali di grano, l’Upsea di Siracusa provocava dal Prefetto in data 8 luglio la requisizione dell’autocarro, che a norma di legge doveva essere confiscato. Se non che un intervento qualunquista otteneva dal Prefetto in data 10 luglio la derequisizione dell’automezzo e la restituzione, malgrado le legittime proteste dell’Upsea, anche con telegrammi al Ministero. I quaranta quintali di grano, che avrebbero dovuto confiscarsi, con l’applicazione della penale e la denunzia dei responsabili, venivano ammassati e pagati. Così l’audacia degli evasori è incoraggiata ed il grano può impunemente emigrare perfino verso la Grecia e la Jugoslavia. Già in precedenza l’atteggiamento della Prefettura aveva dato luogo a non favorevoli rilievi. Il 14 aprile 1941 con nota n. 3500 la Sepral notificava al comune di Solarino che sessanta quintali di grano in carico al mulino Mangiafico, autorizzato a fornire la farina alla popolazione, avrebbero dovuto discaricarsi perché avariati; ma nessuna quantità di grano veniva consegnata perché avariata, ed il sindaco di Solarino non avallava lo scarico. La Prefettura informata si appagava di puerili giustificazioni invece di andare a fondo; e dei sessanta quintali di grano si ignora, ma si intuisce la fine. Successivamente lo stesso mulino Mangiafico veniva chiarito in contravvenzione per accertata alterazione del prodotto della macinazione. La Prefettura ordinava la chiusura; ma dopo due ore annullava l’ordine. In seguito alle continue proteste dei lavoratori di Solarino per la pessima qualità della farina distribuita dallo stesso mulino Mangiafico, la Prefettura disponeva che a partire dal 1° agosto la distribuzione fosse fatta dal mulino Cossigliaro di Siracusa, ma dopo qualche ora la stessa Prefettura revocava l’ordine ed il piego a mano veniva consegnato allo stesso gestore del mulino. Ancora: gli agenti preposti alla vigilanza degli ammassi accertavano a carico del Barone Catalano di Leontini il tentativo di evasione di circa 800 quintali di grano. Il Barone Catalano veniva fermato, ma successivamente rilasciato, non si sa per quale provvidenziale intervento, e si ha ragione di dubitare che la denunzia di autorità giudiziaria abbia messo in evidenza le effettive responsabilità. Gli esempi potrebbero continuare! Una rigorosa inchiesta si impone ed un energico provvedimento che ripulisca e risani tutto l’ambiente inquinato e corrotto della Prefettura di Siracusa.

«Di Giovanni».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, sull’arbitraria proibizione opposta dal Prefetto di Siracusa alla pubblicazione di un manifesto alla cittadinanza da parte di un Comitato dei partiti di sinistra e della Camera del lavoro, manifesto ispirato al lodevole scopo di assecondare e rinvigorire l’azione governativa e delle autorità in quei settori in cui era apparsa meno efficiente, in difesa della giovane Repubblica.

«Di Giovanni ».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se, assecondando i desiderata espressi dai maestri elementari nell’ultimo congresso di Palermo, il Ministero, prima che siano banditi nuovi concorsi per posti vacanti di maestri elementari nei vari comuni d’Italia, intenda, e fino all’esaurimento, avvalersi dei pochi concorrenti risultati idonei nell’ultimo concorso per titoli ed esami ultimatosi nell’anno 1942, e non assunti, disponendo conseguentemente per la loro nomina ai posti in atto vacanti o che si renderanno tali.

«Russo Perez».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere se, per combattere la disoccupazione, non creda opportuno applicare il decreto ministeriale 19 dicembre 1938, n. 12571, riflettente la trasformazione dell’agricoltura nel Tavoliere di Puglia ed estendendo lo stesso piano di trasformazione a tutta la fascia pre-murgiana.

«Pastore Raffaele».

 

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dell’agricoltura e delle foreste e dei lavori pubblici, per sapere se sia vero che, senza il voto dell’Assemblea, in dissenso con le rappresentanze della Lucania, sia imminente la costituzione di un Ente per l’irrigazione delle Puglie e della Lucania e per conoscere le ragioni che hanno indotto i Ministri competenti a respingere la richiesta della Lucania per la creazione di due enti distinti, uno per le Puglie, un altro per la Basilicata, a respingere la subordinata legittima richiesta di assegnare i fondi, con equa ripartizione, fra le due regioni, con l’indicazione specifica per ognuna delle regioni, con il contemporaneo inizio dei lavori nelle due regioni, per le zone più adatte alla irrigazione.

«Reale Vito, Pignatari».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell’interno, dell’agricoltura e delle foreste e dei lavori pubblici, per conoscere se non reputino opportuno promuovere un provvedimento legislativo che, abrogando il Regio decreto 11 marzo 1923, n. 691 (in Gazzetta Ufficiale n. 85 dell’11 aprile 1923) richiami in vigore l’ultimo comma dell’articolo 60 (dal predetto decreto abrogato) della legge 25 giugno 1865, n. 2359, sulle espropriazioni per causa di pubblica utilità. Il comma dell’articolo 60 – di cui si chiede il ripristino – stabiliva che, in caso di retrocessione per l’ipotesi che il fondo «non ricevette in tutto o in parte la preveduta destinazione», il prezzo da pagare da parte del proprietario espropriato non poteva eccedere «l’ammontare dell’indennità ricevuta dal proprietario per l’espropriazione del suo fondo»; e rispondeva ad un indiscutibile criterio di giustizia diretto a ripristinare, senza danno, il proprietario nel suo diritto quando fosse cessato il motivo superiore dell’utilità pubblica che legittimava l’espropriazione e ad impedire, in conseguenza, l’ingiustificato arricchimento da parte dell’ente espropriante per l’eventuale aumentato valore del fondo. L’abrogazione di quel Comma fu ispirata dal criterio statolatrico della legislazione fascista, forse non scevro di sotterranei riflessi particolari; e non è compatibile con il rinnovato spirito di difesa dei diritti dell’individuo. Il ripristino dell’ultimo comma dell’articolo 60, oltre che al segnalato motivo di guarentigia del diritto del cittadino, risponde ad una più rispettabile ed urgente esigenza: quella di consentire, mediante il facilitato diritto di retrocessione, il ritorno di molti fondi ai proprietari, che in regime di coltivazione diretta o di affitto riconquisterebbero alla coltivazione ed alla produzione appezzamenti, talora vasti, che dall’ente espropriante o sono abbandonati o non sono utilizzati a scopo di produzione agraria.

«Leone Giovanni».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se non ritenga, dati i continui investimenti stradali con conseguenze il più delle volte mortali, che si verificano per colpa dei conducenti alleati, di compiere dei passi presso il Comando Militare Alleato al fine di ottenere che sia prescritta una velocità moderata ai conducenti di automezzi alleati, specie nell’attraversamento degli abitati, nonché una sorveglianza su di essi con sanzioni ai contravventori e risarcimenti materiali e morali alle vittime. Considerati, inoltre, i frequenti incidenti tra militari alleati e civili italiani, tra cui particolarmente gravi furono quelli verificatisi a Mestre il 23 e 24 agosto scorso, nel corso dei quali le «Jeeps» della Polizia alleata, lanciate di proposito contro i civili, causarono la morte di due di questi, se il Governo non ritenga di prospettare al Comando Militare Alleato questo stato di cose, di modo che siano prese disposizioni atte ad evitare il ripetersi di tali gravi incidenti.

«Ravagnan».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se non si ritenga necessario, a circa tre mesi dalla proclamazione della Repubblica, di dare disposizioni precise perché dai fregi e distintivi militari vengano tolti gli emblemi della Monarchia e perché dai timbri, sigilli e intestazioni di Uffici e di Enti dell’Amministrazione dello Stato siano eliminate le diciture monarchiche.

«Ravagnan».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se non ritenga opportuno sospendere l’attuazione della legge che ripristina la giuria popolare nei giudizi di assise; affinché non sia preclusa la via per elaborare ed attuare, nel più breve tempo, norme le quali (secondo un’aspirazione sempre più viva nella coscienza collettiva e già largamente espressa da giuristi ed avvocati) consentano il riesame nel merito anche per i giudizi riguardanti i reati più gravi.

«Sardiello».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, sulla assurda disposizione, relativa alla compilazione delle graduatorie per il conferimento di incarichi e supplenze nelle cattedre delle scuole medie, per cui viene considerato a favore dei reduci ai fini del punteggio il servizio militare o il periodo di prigionia subìto posteriormente alla laurea e non anche quello anteriore a detta laurea, creando così una ingiusta disparità di trattamento verso coloro che furono costretti a ritardare la laurea per la chiamata alle armi e per l’impossibilità di conseguirla durante il tormentoso e difficile periodo della guerra. Per evidenti ragioni di giustizia si dovrebbero impartire disposizioni ai capi d’istituto tendenti ad equiparare agli effetti del punteggio in graduatoria tanto il servizio militare ed il periodo di prigionia sostenuto dopo il conseguimento della laurea, quanto quello anteriore.

«Di Giovanni».

«II sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere se egli non ritenga doveroso ed urgente far conoscere ufficialmente, con una succinta relazione, ciò che il soldato italiano fece nella guerra che, fedele alle tradizioni, combatté con disciplina ed alto valore per l’onore delle proprie bandiere, obbediente agli ordini del Sovrano. Il silenzio finora tenuto dall’Ufficio storico del nostro Stato Maggiore non depone a favore di quella fierezza di carattere che è doverosa, quando si tratti di rendere omaggio e riconoscenza a chi fece getto della vita per la Patria; a chi, vivente, porta il segno del sacrifizio; al popolo italiano tutto che, all’appello per la salute della Patria, rispose disciplinatamente, senza chiedersi se la guerra fosse giusta od ingiusta: giudizio codesto che darà la storia.

«Bencivenga».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere quali provvedimenti abbia presi o intenda prendere per garantire la libertà dei cittadini, a qualsiasi partito appartengano, in vista di quanto è accaduto a Partanna (Trapani), dove il professore Vito De Simone (già candidato nella lista dell’Uomo Qualunque per quella circoscrizione), intervenuto ad un comizio comunista, fu aggredito e gravemente ferito di coltello. Si desidera anche conoscere se, coi responsabili diretti, anche gli istigatori sono stati assicurati alla giustizia e se sia stato fatto quanto occorre perché nessuno sfugga al giusto castigo.

«Russo Perez».

«I sottoscritti interrogano il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere le ragioni per le quali – dopo di avere annunziato a Palermo la concessione dell’autonomia della Sicilia (ad evidente scopo elettoralistico) e dopo di avere emesso, alla vigilia dei comizi, il relativo decreto 15 maggio 1946, n. 455, non affatto rispondente alle necessità dell’Isola – non abbia ancora creduto, con aperta violazione di legge e con eccesso di potere, di dare esecuzione, trascorsi ormai quattro mesi, al decreto stesso che, per quanto insufficiente, costituisce un primo avviamento verso le maggiori ed ineluttabili realizzazioni auspicate dal popolo siciliano.

«Finocchiaro Aprile, Gallo, Castrogiovanni, Varvaro».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dell’interno sui fatti di Caccamo e per sapere se intenda di ordinare che siano ripristinati finalmente in Sicilia sistemi di civiltà e di umanità, facendo cessare le intimidazioni e le coercizioni che agenti della forza pubblica compiono a danno dei contadini dell’Isola, vittime sempre di soprusi e di sopraffazioni.

«Finocchiaro Aprile, Castrogiovanni, Gallo, Varvaro».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere se, riconosciuta l’assoluta insufficienza dei fondi stanziati per le opere della provincia di Catania, intenda di aumentare l’assegnazione di varie centinaia di milioni, sino al limite almeno delle somme concesse per le altre provincie dell’Isola; e ciò anche al fine di diminuire la preoccupante disoccupazione locale.

«Finocchiaro Aprile, Castrogiovanni, Gallo, Varvaro, Cannizzo».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se e come intenda di ridare vita ed incremento alle rappresentazioni classiche di Siracusa, conformemente alle insistenti richieste di quella cittadinanza ed alle imprescindibili urgenze della cultura e dell’arte.

«Finocchiaro Aprile, Castrogiovanni, Gallo, Varvaro, Cannizzo».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere quali somme siano state stanziate o si intende di stanziare per il completamento e l’attivazione dell’acquedotto di Montescuro Ovest, opera di alto interesse pubblico, destinata a soddisfare le esigenze idriche di ben 18 comuni delle provincie di Palermo, Trapani e Agrigento.

«Finocchiaro Aprile, Gallo, Varvaro, Castrogiovanni».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se riconosca la necessità che, nell’interesse dell’arte melodrammatica e della cultura musicale, sia superata la crisi del teatro lirico in Sicilia, che coinvolge tutte le categorie dei lavoratori dello spettacolo e spopola i conservatorii, e se, all’uopo, intenda provvedere, trasformando l’organo esistente, alla creazione ed al finanziamento di un ente autonomo siciliano che gestisca i due grandi teatri d’opera di Palermo e di Catania.

«Finocchiaro Aprile, Castrogiovanni, Gallo, Varvaro, Cannizzo».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per conoscere quali provvedimenti intenda prendere per le urgenti opere di riparazione e di ricostruzione del porto di Messina, che richiede altresì importanti impianti ed attrezzature per potere assolvere il suo precipuo compito di centro dell’attività marittima e mercantile del Mediterraneo, anche ai fini dell’indispensabile creazione della zona franca.

«Finocchiaro Aprile, Castrogiovanni, Gallo, Varvaro».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se il Governo intenda finalmente di ricostituire la Corte di Cassazione di Palermo della quale il fascismo privò la Sicilia con grave offesa di una gloriosa tradizione e con enorme danno degli interessi della giustizia, dei diritti dei cittadini e della cultura giuridica nell’Isola.

«Finocchiaro Aprile, Castrogiovanni, Gallo, Cannizzo».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere:

1°) come sono stati ripartiti tra le varie regioni i cinque miliardi stanziati per la bonifica col decreto legislativo presidenziale 26 giugno 1946, n. 30;

2°) se è vero che alla Sicilia sono stati assegnati solo quaranta milioni, perpetuando così la tradizione di una politica preferenziale nei riguardi di altre regioni che hanno finora assorbito quasi tutti i fondi disponibili, pur avendo minor bisogno delle bonifiche siciliane;

3°) se creda di dare affidamento di voler riparare a tale palese ingiustizia, disponendo che, sugli altri dieci miliardi stanziati nel bilancio del Ministero dell’agricoltura e delle foreste nel Consiglio dei Ministri del 6 agosto 1946 allo scopo di combattere la disoccupazione, almeno due miliardi siano assegnati alla Sicilia dove le bonifiche sono sempre allo stato iniziale.

«Finocchiaro Aprile, Gallo, Varvaro, Cannizzo, Castrogiovanni, Patrissi».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere quale sorte abbia avuto lo schema di decreto già disposto dai suoi onorevoli predecessori per riparare l’ingiustizia perpetrata dal regime fascista contro i professori esclusi, per motivi politici e razziali, dai concorsi a cattedre negli istituti d’istruzione secondaria; provvedimento che acquista un carattere di urgenza di fronte al fatto che professori, provveditori e presidi, già epurati per faziosità fascista, vengono via via riammessi in servizio.

«Rossi Paolo, Longhena, Malagugini, Binni».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se risponde a verità l’incredibile caso di contrabbando narrato da un giornale romano del mattino e – in caso affermativo – quali provvedimenti sono stati o saranno presi contro i coinvolti nell’ignobile episodio.

«Mazzoni, Montemartini, Canevari».

«I sottoscritti chiedono di interrogare i Ministri dell’assistenza post-bellica e dell’Africa Italiana, sulla condizione in cui si trova un numeroso gruppo di connazionali residenti a Malta che, alla data della dichiarazione di guerra, fu allontanato d’autorità e sbarcato a Siracusa a mezzo del piroscafo «Galatea».

«I predetti attualmente godono del trattamento assistenziale di lire 20 giornaliere e lire 99 mensili per caropane che, come è noto, è di gran lunga inferiore al trattamento usato ai profughi d’Africa.

«Poiché non si riscontrano ragioni idonee a legittimare il diverso trattamento per connazionali che hanno egualmente sofferto a causa della guerra, si chiede ai Ministeri competenti di predisporre idonei provvedimenti a favore dei profughi provenienti dall’estero eguagliando il trattamento assistenziale con i profughi d’Africa.

«Cannizzo, Patricolo».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dei lavori pubblici, del tesoro, dell’agricoltura e delle foreste e della pubblica istruzione, per sapere se non ritengano necessario, allo scopo di porre fine rapidamente alla tragica situazione in cui ancora vivono, dopo oltre due anni dalla cessazione delle ostilità, le popolazioni del Cassinate e paesi viciniori, di proporre una speciale ed efficace legislazione ed adeguati stanziamenti di fondi per la ricostruzione edilizia ed agricola di quella zona, che più di ogni altra ha subito i danni della guerra, nonché per il risanamento igienico e per la riattivazione delle scuole, considerato che la legislazione ordinaria in vigore ed i provvedimenti finora presi si sono dimostrati inefficaci.

«Angelucci».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per conoscere se non ravvisi la necessità di accelerare e definire dopo oltre cinque anni di attesa la graduatoria del concorso di cui al decreto ministeriale 15 ottobre 1940, n. 4, per 1200 posti di volontario nell’Amministrazione delle tasse e delle imposte indirette, onde evitare l’aggravarsi del pregiudizio ai concorrenti, che da tanto tempo attendono la nomina e la sistemazione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bubbio».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione, dell’industria e commercio e del tesoro, per conoscere – ritenuto che la ricostruzione materiale del Paese non possa andare disgiunta da un deciso sforzo di ricostruzione culturale, e constatato che l’attuale grave crisi dell’editoria nazionale, destinata ad accentuarsi nei prossimi mesi, rischia di infliggere un colpo mortale alle possibilità di diffusione del libro nei ceti popolari e quindi ad ogni possibilità di elevazione spirituale dei lavoratori italiani – se sia possibile un energico intervento del Governo secondo le seguenti direttive:

1°) immediata concessione di fondi straordinari e progressivo incremento degli stanziamenti annui in favore delle biblioteche dello Stato e degli Enti pubblici;

2°) assegnazione di fondi speciali a tutti i Provveditorati agli studi per l’istituzione di biblioteche circolanti annesse alle scuole, da costituirsi sotto la responsabilità dei rispettivi Presidi e direttori;

3°) istituzione di un Ente destinato ad anticipare a tutti i comuni della Repubblica italiana, e particolarmente a quelli del Mezzogiorno, i fondi necessari per la fondazione di biblioteche popolari circolanti in tutti i capoluoghi e in tutte le borgate di campagna, sotto la responsabilità di apposita commissione di cittadini, nominata dalla Giunta comunale in ogni municipio;

4°) attribuzione di premi in libri ai migliori licenziati dagli istituti medi;

5°) studio da parte dei competenti organi di governo di tutte le provvidenze opportune per affrontare nel modo più efficiente la crisi editoriale in corso (così nel campo fiscale e creditizio, come in quello dell’esportazione dei libri e dell’importazione della carta). (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Binni, Codignola, Calosso, Foa, Bianchi Bianca, Treves, Silone, Mazzei, Bernini, Zagari».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare i Ministri della guerra e dell’industria e commercio, per sapere se non ritengano giusto ed opportuno abrogare la disposizione che prevede il licenziamento al 31 luglio 1946 di tutti gli impiegati avventizi e delle maestranze «eccedenti» gli organici fissati per gli stabilimenti militari. Tale misura, oltre che aumentare la disoccupazione operaia e il disagio delle masse lavoratrici, non è giustificata dal punto di vista dell’incremento della produzione nazionale. La fabbrica d’armi di Terni e il suo distaccamento di Gardone Val Trompia, che produce brande, morse parallele, serramenta, maniglieria ed altri articoli commerciali e similari, ha attualmente lavoro assicurato per oltre sette mesi per commesse considerate urgenti dallo stesso Ministero. Inoltre la fabbrica d’armi di Terni è il solo stabilimento in grado di sfruttare sul posto una parte dei semilavorati siderurgici delle acciaierie della Terni con vantaggio evidente dell’economia nazionale. Ridurre perciò le maestranze, mentre sarebbe necessario un loro aumento, comprometterebbe il normale corso produttivo dell’azienda ed ogni possibilità effettiva di trasformazione, di utilizzazione e di sviluppo degli impianti e quindi della produzione in generale. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Farini, Fedeli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e del commercio, per sapere se non creda di abrogare la legge 14 aprile 1927, n. 571, che autorizza il Governo a legiferare sulla ricerca e coltivazione delle miniere. Segnatamente se non creda di abrogare il decreto 29 luglio 1927, n. 1443, emanato in virtù di detta legge, secondo il quale gli industriali del cemento possono occupare anche territori coltivati senza badare se sia maggiore il valore della produzione agraria o quello del materiale cementifero estratto, e in ogni modo senza indennizzare l’agricoltore. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Montemartini».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere se ha intenzione di intervenire, per la sua parte, alla soluzione del problema delle comunicazioni della Valsesia, che tanto ha bisogno e che tanto ha meritato nella lotta di liberazione.

«In particolare gli interroganti, chiedono:

1°) in ordine di tempo, l’uso di un autotreno, con residenza a Vercelli, per effettuare il collegamento diretto tra il capoluogo della provincia e il capoluogo della Valle. Il Compartimento ferroviario di Torino è già d’accordo per lo sfruttamento totale dell’autotreno stesso;

2°) che per alleviare la critica situazione in cui versa la già fiorente industria alberghiera della zona, sia istituito almeno nel periodo estivo dal 1° agosto al 30 settembre un servizio giornaliero di littorina diretta Milano-Varallo Sesia e ciò per facilitare l’afflusso alla zona montana dei forestieri appartenenti alle provincie lombarde;

3°) che il competente Ministero attui il progetto, già in studio presso la Deputazione provinciale di Vercelli, di una linea ferroviaria Vercelli-Rovasenda che non soltanto stabilirebbe un contatto più rapido e diretto con la Valsesia, ma risolverebbe il problema della comunicazione della zona di Baraggia che tanto preoccupa chi studia i problemi di bonifica agraria. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Bertola, Pastore Giulio».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere per quali motivi specifici, dopo tre anni dalla caduta del fascismo e dopo reiterate richieste del Sindacato del personale dei Convitti nazionali (vedi memoriale Nardo-Barbera, presentato al Ministro De Ruggiero, ordine del giorno del 22 gennaio 1946, ordine del giorno 22 febbraio 1946, presentati al Capo Divisione Monaldi), non si è provveduto nei riguardi del personale statale dei Convitti nazionali ancora sottoposto al regolamento fascista, 1° settembre 1925, n. 2009, regolamento contrastante con lo stesso stato giuridico degli impiegati dello Stato e lesivo dei più elementari diritti della persona umana (esempio: orario di lavoro superiore alle sette ore giornaliere ed a discrezione della Direzione, nemmeno un giorno di riposo settimanale, (articolo 97 del Regolamento), inadeguato sviluppo di carriera, possibilità di arbitrio, incontrollati da parte dei Rettori, ecc. (figura del Rettore quale è definita dal Regolamento, particolarmente ultimo comma, articolo 94). L’interrogante chiede se non si ritenga, in attesa di una totale e radicale riforma dei Convitti nazionali e senza pregiudizio alcuno per questo, di modificare gli articoli più ingiusti del predetto Regolamento, fissando con una circolare l’orario di lavoro nella stessa misura di categorie similari, il diritto al riposo settimanale e che le attribuzioni del personale di gruppo A siano confacenti a laureati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bruni».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se intenda provvedere con la maggiore possibile sollecitudine alla ricostruzione del tronco a vapore della ferrovia Alifana nel tratto Triflisco-Piedimonte d’Alife. Questa ferrovia è stata distrutta dalla guerra e dovrà essere assolutamente ricostruita, non solo per ragioni di giustizia, ma per ridare a tutte le laboriose e industriose popolazioni della vallata del medio e alto Volturno le condizioni di vita e di sviluppo. Né può essere di ostacolo la spesa, relativamente di non grande rilievo, di fronte ai risultati veramente incalcolabili di rinascita economica e morale di una delle più importanti zone della ricostituita provincia di Caserta, quella dell’Alifano. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Persico».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni, per sapere se intenda provvedere con cortese sollecitudine alla istituzione del servizio telefonico nella frazione del comune di Gallo (provincia di Caserta) denominata Valle Lunga. Detta frazione si trova lontana dal comune-centro (Gallo) ben 9 chilometri e ha una popolazione di oltre 600 abitanti, il che rende indispensabile l’attivazione del richiesto ufficio telefonico. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Persico».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’interno, del lavoro e previdenza sociale, della marina militare e della marina mercantile, per sapere quali provvedimenti intendano adottare oltre quelli assolutamente insufficienti annunciati dal Ministro della marina militare e consistenti nel ricorso parziale a mano d’opera locale nel ricupero di due o al massimo tre scafi attualmente giacenti nel porto di Savona, onde rimediare alla grave disoccupazione esistente fra le maestranze navalmeccaniche savonesi, minacciate di vedere trasferire altrove le navi da riparare attualmente ricuperate o da ricuperare nel porto. Quanto sopra senza che si sia tenuto e si tenga conto della attrezzatura industriale e della apprezzata mano d’opera specializzata, che permettono, con gli opportuni accorgimenti tecnici, la riparazione a Savona di navi anche di forte tonnellaggio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Pera».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’assistenza post-bellica e della marina mercantile, per sapere se in considerazione dell’ancora elevato numero di prigionieri italiani trattenuti oltre mare per mancanza di mezzi di trasporto, non intendano chiedere alle Autorità alleate di adibire al detto servizio il nostro naviglio in loro possesso e servito da equipaggi italiani. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Pera».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, sulla situazione creatasi a S. Severo (Foggia), ove gli agrari con la complicità dei qualunquisti hanno provocato gravi incidenti per tentare di utilizzare la disoccupazione e la miseria dei lavoratori allo scopo di impedire il funzionamento dell’ufficio di collocamento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Di Vittorio».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere in base a quale disposizione è stato messo in libertà il venticinquenne Nerino Cerovaz fu Marcello, da Udine, condannato a morte il 7 giugno 1945 dalla Corte Speciale di Udine, del quale era stato respinto il ricorso in Cassazione, e pure respinta era stata la domanda di grazia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Canevari».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se intenda dare sistemazione definitiva (secondo antiche promesse, che per la dignità della nuova vita nazionale è necessario siano finalmente adempiute) alla purtroppo ancora provvisoria Sezione autonoma di Corte di appello in Reggio Calabria, così come esigono gli interessi della giustizia e quelli di una patriottica nobilissima cittadinanza calabrese. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Sardiello».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per conoscere:

1°) quale atteggiamento intendano assumere in merito alle richieste del Sindacato nazionale Insegnanti medi, circa gli aumenti da portare alle indennità spettanti ai membri delle Commissioni per gli esami di Stato;

2°) quali assicurazioni intendano dare affinché, nel caso che gli aumenti siano concessi, sia emesso al più presto il decreto relativo e siano affrettate al massimo le pratiche amministrative necessarie per rendere esigibili le indennità stesse prima della ripresa degli esami della sessione autunnale. (L’interrogante, chiede la risposta scritta).

«Schiavetti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali provvedimenti intende adottare per il personale insegnante e non insegnante (dipendente dalla Direzione generale dell’ordine tecnico) privo dei titoli di studio richiesti, passato in ruolo per meriti fascisti dal 1924 al 1940 e se non crede opportuno ristabilire l’ordine di avanzamento sulla base dei titoli e delle capacità specifiche. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Farini».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri del tesoro e dei lavori pubblici, per sapere se intendano adottare provvidenze urgenti a favore dei sinistrati del terremoto del 13 gennaio 1915 che colpì il territorio della Marsica. L’interrogante attira l’attenzione degli onorevoli Ministri sul fatto veramente singolare che, a circa 32 anni dal disastro sismico, lo Stato non ha ancora adempiuto agli impegni solennemente presi verso tutti quei danneggiati. Lo Stato adottò infatti a suo tempo, varie provvidenze di legge che meritano di essere ricordate:

1°) per tutti i privati che avessero avuto danneggiata la casa, fu stabilita la concessione di un contributo in capitale;

2°) analogamente, ma in misura diversa, per i proprietari che avessero avuto distrutta la casa, lo Stato concesse un contributo in capitale;

3°) per gli edifici demaniali danneggiati o distrutti, fu prevista la riparazione o ricostruzione a totale carico dello Stato;

4°) la costruzione di case economiche per i ricoverati in baracche fu dichiarata a totale carico dello Stato;

5°) lo sgombero e la demolizione dei fabbricati danneggiati e pericolanti in conseguenza del terremoto furono anch’essi assunti a carico totale dello Stato;

6°) il contributo in capitale, per le chiese e per gli edifici attinenti al culto, fu fissato nella misura del 50 per cento.

«L’interrogante chiede ora agli onorevoli Ministri se essi siano in condizione di comunicargli in quale misura le sopra ricordate provvidenze sono ancora da soddisfare, e come e quando intendano che siano soccorsi i numerosi cittadini costretti da circa 32 anni ad abitare in penosa promiscuità ed in baracche pericolanti, la cui durata, al momento della costruzione, era stata prevista per pochi semestri.

«Trattandosi di norme e leggi ben definite e regolate, e attualmente facilmente applicabili, l’interrogante non ritiene che vi sia ora necessità di procedere ad aggiornarle, bensì di procedere soltanto all’aggiornamento dei relativi prezzi e coefficienti di maggiorazione, e pertanto chiede agli onorevoli Ministri se essi possano consentire all’immediata adozione delle seguenti provvidenze:

1°) per i privati che abbiano avuto danneggiata o distrutta la casa, si proceda subito all’aggiornamento dei relativi coefficienti di maggiorazione;

2°) per gli edifici di proprietà demaniale, per le case economiche, per la demolizione o lo sgombero di fabbricati tutt’ora pericolanti, per il contributo in capitale alla riparazione o alla ricostruzione delle chiese, si autorizzi il competente ufficio all’aggiornamento dei prezzi delle perizie già approvate e alla redazione delle nuove perizie ritenute urgenti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Silone».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere se e quando sarà posto fine alle gestioni Commissariali dei Consorzi agrari e sarà regolata la legislazione di questi in modo che essi ritornino di pieno diritto, come debbono, agli agricoltori, ai quali legittimamente appartengono. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Perrone Capano».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere le ragioni che hanno determinato, a soli pochi mesi dalla sua nomina, la sostituzione del Commissario governativo, ingegner Pietro Lorè, al Consorzio del Vallone della Silica (Bari), laddove questi ha sempre disimpegnato le sue funzioni con diligenza e con scrupolosità. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Perrone Capano».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere se non ritiene giunta l’ora di un organico e consapevole intervento del Governo nella disciplina dell’impiego dei disoccupati in agricoltura affinché, mentre non vi siano unità lavorative che restino prive di lavoro e quindi di pane, le aziende agricole, gravate da imponibili di mano d’opera ed ormai dissanguate, non ne ricevano oltre la loro razionale e massima capacità di assorbimento e gli accordi intervenuti all’uopo tra le Associazioni degli agricoltori e dei lavoratori per una regolare e tollerabile distribuzione, tra le varie aziende agricole, dei disoccupati (accordi consacrati da regolari decreti prefettizi) si rendano concretamente eseguibili mercé una seria e concreta selezione delle domande di lavoro e mercé la doverosa assunzione da parte dello Stato delle aliquote di mano d’opera eccedenti quelle collocabili e collocate come innanzi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Perrone Capano».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere i motivi che ostacolano l’adeguamento, mediante l’istituzione di treni diretti e l’adozione di vetture di 1a e di 2a classe, dei servizi ferroviari del Mezzogiorno alle condizioni degli analoghi servizi dell’Italia settentrionale, e per conoscere se e quando sarà possibile prolungare sino a Bari il treno rapido testé istituito sul tratto Roma-Napoli e Napoli-Foggia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Perrone Capano».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare per ridar vita quanto prima all’Università italiana per stranieri in Perugia, la cui funzione assume particolare importanza nel momento attuale per una migliore conoscenza all’estero degli autentici valori storici e culturali del nostro Paese; e in ispecie se non ritenga opportuno far cessare lo straordinario periodo commissariale che ormai si protrae da due anni, e dare all’Università, nei limiti in cui i peculiari suoi fini lo consentano, ordinamenti analoghi a quelli in vigore presso gli altri Istituti superiori, onde assicurarle serietà e dignità scientifica consone all’appellativo che porta. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Ermini».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per conoscere se non ritenga opportuno ed urgente promuovere una inchiesta, eseguita da una Commissione composta da tecnici indipendenti e da rappresentanti di commissioni interne di fabbrica, per constatare le vere cause della presente insufficiente e disordinata distribuzione dell’energia elettrica nella città di Roma, distribuzione che mentre nuoce gravemente all’andamento di numerose industrie romane, preserva da ogni limitazione i locali di divertimento e i ritrovi serali che sono costantemente e sfarzosamente illuminati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Fuschini».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri del lavoro e previdenza sociale e dell’industria e commercio, per sapere perché la regolarizzazione del Consorzio nazionale canapa – così urgente nell’interesse dèi Paese – venga sempre procrastinata, mantenendo la provvisoria amministrazione attuale, che non gode affatto la fiducia della stragrande maggioranza delle categorie interessate, tanto più che l’assoluta incompetenza di uno degli attuali Vicecommissari è fuori discussione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Tega».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere perché da parte del Genio civile di Foggia, dopo quattro mesi che è stato completato il lavoro, da parte della Cooperativa «La Proletaria» di Foggia, non si riesce ancora ad ottenere il mandato di pagamento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Pastore Raffaele».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro ad interim per gli affari esteri, per sapere se, ed eventualmente sino a qual punto, risponda a verità la notizia pubblicata da giornali parigini, secondo la quale il Governo italiano sarebbe disposto, in cambio di ipotetici vantaggi altrove, a rinunce territoriali nella zona nord-orientale della provincia di Udine; e se non creda, ove – come ritiensi – la notizia sia tendenziosa, di intervenire con pronta smentita al fine di tranquillizzare l’opinione pubblica del Friuli, che si sente indignata ed offesa per il solo fatto che sia prospettata l’ipotesi di un simile baratto. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Fantoni, Schiratti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere le ragioni che hanno motivato, da parte delle Autorità politiche e di polizia di Taranto:

  1. a) la denuncia alla Commissione per il confino di polizia del signor Vito Acquasanta, mutilato di guerra, segretario corrispondente della Lega contadina di Laterza, il quale, in seguito a ciò, è stato diffidato;
  2. b) la diffida contro il signor Angelo Gigante, segretario della Lega dei contadini di Palagianello, con la quale si può giungere alla stessa procedura che ha condotto l’Acquasanta dinanzi alla Commissione per il confino di polizia.

«L’interrogante desidera inoltre conoscere:

  1. a) se non ritenga errata la opinione delle Autorità politiche di Taranto che il fermento per la grave situazione esistente nella provincia, a causa della disoccupazione, debba attribuirsi ai capi lega; mentre sarebbe primo dovere dell’Autorità intervenire con tutti i mezzi che la legge impone e la ragione consiglia per attenuare il disagio dei disoccupati, adoperando, ove occorre, contro i grandi proprietari esosi e retrivi quei mezzi di intimidazione e di forza che vengono invece usati contro i dirigenti dei lavoratori che esigono il diritto elementare di vivere;
  2. b) se non creda necessario prendere delle misure per far cancellare lo scandaloso provvedimento preso dalle Autorità di Taranto a carico dell’Acquasanta di Laterza, e misure adeguate per dirimere le cause del malessere esistente tra i lavoratori disoccupati di Laterza, di Palagianello e di altre località della provincia di Taranto, anziché seguire la vecchia, facile e pericolosa via della repressione, sterile di risultati positivi per la tranquillità delle famiglie, delle popolazioni e della Repubblica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Grieco».

 

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, sulla opportunità di promuovere, con la necessaria urgenza, una legge speciale che conceda ai comuni che abbiano in proprio delle proprietà fondiarie, a coltura di scarso rendimento, l’autorizzazione di eseguire lavori di trasformazione fondiaria a fine di migliorie; lavori che servirebbero per assorbire buon numero di disoccupati e per contribuire ad aumentare la produzione agricola nazionale. Stante la grave situazione fondiaria in cui versano quasi tutti i comuni d’Italia, tale legge potrebbe naturalmente prevedere l’assegnazione di fondi da parte dello Stato in maniera da conciliare l’esigenza di eliminare la disoccupazione con gli interessi dei comuni e quelli dello Stato. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Di Vittorio».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno e dei lavori pubblici, sui gravi incidenti accaduti ieri a Bari e più precisamente per sapere:

1°) quali motivi hanno indotto le forze di polizia a venire meno a quello che dovrebbe essere un principio dello Stato democratico e repubblicano di non aprire mai il fuoco contro le masse affamate che domandano lavoro e pane;

2°) quali misure sono state prese per determinare le responsabilità di un fatto così grave, e quali provvedimenti pensa di poter prendere il Governo contro i responsabili;

3°) considerato che i fatti di Bari, come analoghe manifestazioni di disoccupati in tutti i centri della Puglia, sono determinati dalla disoccupazione particolarmente grave che affligge quelle popolazioni, ridotte all’estremo limite della miseria, quali provvedimenti d’urgenza crede di poter prendere il Governo per dare utile lavoro ai disoccupati di Bari e delle Puglie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Di Vittorio».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’agricoltura e foreste e dell’interno, per sapere quali provvedimenti immediati intendano assumere di fronte alle generali giustificate lamentele della cittadinanza torinese per la scadente qualità delle farine fornite per la confezione del pane. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Villabruna».

 

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere le ragioni del mancato funzionamento dello Enopolio di Poggio Rusco (Mantova), le cui attività sono improrogabili per una difesa degli agricoltori in vista dell’abbondante raccolta di uva nel 1946, per dar lavoro ai disoccupati, per svolgere un’azione calmieratrice sul conto del vino, alimento tanto utile ai lavoratori manuali. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Zanardi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Governo, per sapere quali direttive e quali istruzioni abbia dato o intenda dare al Provveditorato regionale opere pubbliche per l’Emilia (Bologna), che in contrasto con quanto disposto dall’articolo 27 della legge 26 ottobre 1940, n. 1543, intenderebbe escludere le case coloniche dei benefici ecclesiastici, anche congruati, e degli Enti di pubblica beneficenza ed assistenza dai benefici di cui all’articolo stesso. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Braschi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se il Governo intenda estendere il premio della Repubblica e quello della Liberazione nazionale ai lavoratori t.b.c. ricoverati nei vari ospedali e sanatori, riconoscendo una categoria di lavoratori che in generale sono da considerarsi vittime del lavoro o della guerra. (L’interrogante chiede la risposta scritte).

«Bernardi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se intenda proporre severe disposizioni punitive contro i borsaneristi, sull’esempio della recente legislazione francese, che nei casi più gravi prevede anche la pena di morte, allo scopo di reprimere il commercio nero, che è una delle cause del rialzo dei prezzi e inoltre offende la miseria della grande famiglia dei lavoratori italiani. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bernardi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se non sia giunto ormai il momento di mantenere il contingentamento e razionamento solo per i cereali, eliminando ogni vincolo per gli altri generi e specialmente per i grassi. All’uopo l’interrogante prega di considerare che per i cereali il vincolo riesce utile, indispensabile anzi, ed efficace altresì, perché assicura ad ogni cittadino una razione di pane e di pasta abbastanza sufficiente. Per gli altri generi invece è assolutamente inutile ed inefficace, perché con la scarsa distribuzione a lunghi intervalli di qualche pezzetto di lardo o di pochi decilitri d’olio o di poche decine di grammi di zucchero non si dà che un approvvigionamento derisorio, di nessun valore, e non si fa altro che dare maggiore incremento al mercato nero, a cui tutti i cittadini di qualsiasi condizione sono costretti a ricorrere, e dove non si fa quistione di quantità, il che significa che i generi non difettano, ma esclusivamente di prezzo, con grave danno dei consumatori. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Rubilli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere se non ritenga opportuno e necessario disciplinare e moderare, ai fini di un evidente interesse sociale, la cronaca nera giornalistica, specie per quanto ha tratto a delinquenza minorile, suicidi e fattacci passionali, la cui diffusa e colorita narrazione non può purtroppo che avere dannosissimo effetto epidemico.

«Ciò tanto più che non si vede come una moderata disciplina in questo settore possa comunque menomare la libertà di stampa, che non può mai arrivare sino ad essere dannosa nel campo sociale e morale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Schiratti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’aeronautica e delle finanze, per conoscere quali provvedimenti intendono prendete per tenere in piedi e sviluppare le officine di Venezia Lido della Società Ala Italiana, recentemente posta in liquidazione. Dette officine, distrutte dai tedeschi, vennero per iniziativa del Comitato liberazione nazionale aziendale, ricostruite dagli stessi operai, tecnici e amministrativi che prima vi lavoravano, e che con mirabile esempio si improvvisarono muratori e manovali. Ultimata la ricostruzione, essi si procacciarono, vincendo difficoltà ed opposizioni di ogni sorta, il macchinario necessario, ed attrezzarono le officine in maniera da renderle atte a compiere lavori di revisione e riparazioni di veicoli, di motori, di automezzi terrestri e marini, di gruppi elettrogeni, di motori elettrici, di apparecchi radio riceventi e trasmittenti ecc. Durante gli ultimi mesi le officine di Venezia Lido, procurandosi ordinazioni da parte della Marina, del Comune e di altri enti locali, hanno dato lavoro a 190 operai e 21 impiegati, ma molto di più avrebbero potuto fare se anche l’Aeronautica avesse sorretto lo sforzo di quelle maestranze, affidando loro, sia pure una minima parte, dei lavori che la Direzione delle costruzioni aeronautiche affida a ditte private. L’interrogante ritiene che nell’attuale crisi di disoccupazione che il Paese attraversa, sarebbe assurdo che l’iniziativa presa dai tecnici e dalle maestranze dell’aeroporto di Venezia venisse annullata con la messa in liquidazione delle officine, da cui oggi, compiendo lavori utili alla ricostruzione del Paese, traggono i mezzi per vivere oltre duecento famiglie. Il passaggio delle officine alla diretta dipendenza dell’Aeronautica con tutto il personale addettovi, oppure la costituzione di una cooperativa di lavoro, alla quale potrebbero venir concesse in uso le officine stesse insieme con l’impegno, da parte del Ministero dell’aeronautica, di affidare ad esse i lavori di manutenzione e riparazione, potrebbero essere soluzioni convenienti del problema, sulle quali più particolarmente l’interrogante richiama l’attenzione del Ministro dell’aeronautica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Nobile».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se il circolo ferroviario di Milano ha controllato la Tramvia Intra-Omegna gestita dalla S.A. Verbano perché detta Società in circa 36 anni non ha mantenuto in istato d’efficienza normale il materiale circolante e gli impianti al punto di dover confessare, in una comunicazione al comune di Verbania, che la Società non può più rispondere della incolumità dei cittadini. L’interrogante desidera quindi che il Ministero dei trasporti non conceda a una emanazione di detta Società, che si dice in costituzione, e che si chiamerebbe «Verbania» il permesso di esercitare i trasporti con mezzi automobilistici, dato il cattivo esempio della gestione dell’attuale Società tramviaria. L’interrogante prega di voler esaminare se non sia meglio far impiantare un filobus, che farebbe risparmiare la benzina, che è un prodotto d’importazione; e chiede che, prima di concedere qualunque concessione per detta pratica, voglia sentire le Amministrazioni dei comuni interessati al servizio della linea tramviaria e precisamente: Omegna, Gravellona Toce, Verbania. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Zappelli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere se ravvisi o meno l’opportunità – in considerazione che il raccolto del grano nelle zone di alta montagna è tuttora in corso – di prorogare almeno sino al 10 settembre prossimo venturo la concessione del premio di lire 300 al quintale per il sollecito conferimento del grano agli ammassi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Marinaro».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere:

  1. a) se non creda opportuno di proporre che siano decorati al valor militare gli otto eroici carabinieri della stazione dell’ex feudo Nobile, territorio di Niscemi, che sacrificarono la loro giovane esistenza per adempiere al loro dovere;
  2. b) se non ritenga necessario assegnare all’Arma benemerita una adeguata provvista di automezzi, perché sia condotta con successo la lotta contro la delinquenza in Sicilia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Pasqualino Vassallo»

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Governo, per sapere come intenda disporre e provvedere alla immediata sistemazione del personale della soppressa milizia della strada, improvvisamente rimasto fuori servizio e senza stipendio. In particolare l’interrogante chiede perché non si sia finora provveduto e perché non si provveda d’urgenza al pagamento degli arretrati di stipendio e alla riammissione in servizio di quanti ne siano degni e meritevoli, tenendo conto dei diritti da ciascuno acquisiti in ordine al grado, al servizio e allo stipendio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Braschi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere su quali basi poggia la contestazione fatta all’archivista capo in servizio presso la Direzione lavori del Genio militare di Udine, signor Caprile Giuseppe, di collaborazione col nemico posteriormente all’8 settembre 1943. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Piemonte».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri dell’industria e commercio e del lavoro e previdenza sociale, per conoscere se – dato lo stato di abbandono in cui è volutamente tenuta un’ingente ricchezza idraulica ed elettrica di proprietà delle Cotoniere Meridionali di Piedimonte d’Alife (provincia di Caserta), mentre quasi mille disoccupati rimpiangono il lavoro perduto in seguito alla totale distruzione dello stabilimento ed attendono che risorga un’industria qualsiasi che valorizzi le materie prime locali (lana, frutta, tabacco) non sia possibile ottenere la ricostruzione delle Cotoniere in relazione anche alle attuali difficoltà del mercato del cotone. L’interrogante insiste nel prospettare la necessità immediata per Piedimonte d’Alife di una ripresa industriale, nel quadro generale della ricostruzione e del potenziamento del Mezzogiorno, non solo perché le maestranze specializzate di Piedimonte non sono seconde a quelle delle altre città d’Italia, ma anche perché non deve essere consentito trascurare una cittadina come Piedimonte d’Alife e una zona come quella Alifana, che vantano ogni possibilità d’iniziativa ed una gloriosa tradizione industriale. Fa inoltre presente ai due Ministri interessati che, se la Società delle Cotoniere Meridionali non intenderà ricostruire lo stabilimento distrutto, i cittadini con azione popolare chiederanno alle Autorità che sia revocata la concessione del suolo (20.000 metri quadrati) e della forza idraulica che, nel lontano 1812, furono concessi con la clausola della reversibilità e per lo scopo ben determinato dell’industria del cotone. Chiede, infine, l’esplicita assicurazione del Governo che il problema industriale di Piedimonte d’Alife sia compreso nel piano della risoluzione del problema meridionale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Caso».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere:

1°) come intenda provvedere a ripristinare un decente e comodo servizio automobilistico fra Napoli-Caserta-S. Maria Capua Vetere e Piedimonte d’Alife al posto della distrutta ferrovia per Piedimonte d’Alife nel suo tratto da S. Maria Capua Vetere a Piedimonte d’Alife, migliorando in modo decisivo l’attuale deficiente servizio di vetture automobilistiche affidato alla Gestione commissariale della ferrovia e alla Ditta E. Fortuna, la quale ultima gestisce anche il servizio automobilistico Pelese-Piedimonte-Caianello anch’esso meritevole di ogni attenzione per l’utilità del traffico fra la linea delle Puglie e quella di Roma (via Cassino);

2°) se non ravvisi la necessità di comprendere, nella imminente risoluzione del problema del Mezzogiorno, la costruzione sollecita di un tronco ferroviario a scartamento ordinario da S. Maria Capua Vetere a Piedimonte d’Alife, che sostituisca lo scartamento ridotto della distrutta ferrovia per Piedimonte d’Alife. Con le maggiori possibilità di traffico dovute alla ferrovia ordinaria accoppiate all’istituzione di un filobus fra Piedimonte e Campobasso, ora che saranno ultimati gli ultimi otto chilometri della strada 76 del Matese (già compresi nelle opere del 2° semestre 1946) si riuscirà a creare la più breve congiungente fra Termoli e Napoli, cioè dall’Adriatico al Tirreno, sia per via stradale che ferrofiloviaria, con quanto vantaggio per le due Regioni limitrofe e per l’Italia è facile immaginare. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Caso».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere quanto vi sia di vero nella pubblicazione dei giornali che smentiscono che la ferma militare sia stata ridotta a 12 mesi, e se ciò non sia materia da Consiglio dei Ministri e non di un solo Dicastero. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Calosso, Giua».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’aeronautica, per sapere se non creda opportuno iniziare subito trattative anche con l’Unione Sovietica per l’impianto e l’esercizio di linee aeree, sia interne, sia di collegamento con i Paesi dell’Europa Orientale e con l’Unione Sovietica stessa, in analogia ai contratti stipulati con Ditte americane ed inglesi (contratti che egli confida siano stati modificati tenendo conto delle critiche mosse nell’adunanza del 23 luglio dell’Assemblea Costituente), restando intesi che anche tali linee come le altre dovrebbero venire gestite con velivoli di costruzione italiana. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Nobile».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’aeronautica, per sapere se intende mantenere nella sua ormai storica sede di Caserta l’Accademia aeronautica, secondo il voto unanime della popolazione di quella città, che attende dal Governo l’aiuto dovutole per la sua rinascita morale ed economica, anche in riparazione della ingiustizia subita dal fascismo, quando ebbe a sopprimere il capoluogo della Provincia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Persico».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere quale politica intenda fare per promuovere lo sviluppo della sana cooperazione ed a qual punto si trovi l’opera di censimento e di registrazione, resa necessaria per garantire la moralizzazione delle cooperative che intendono rimaner fedeli ai principî solidalistici e mutualistici. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere se non ritenga opportuno far passare dalla gestione commissariale a normali Consigli di amministrazione gli Enti per la rieducazione e l’addestramento professionale dei giovani lavoratori dell’industria e del commercio, unificando amministrativamente i due distinti Istituti pur conservandone le necessarie distinzioni didattiche, e se non ritenga conveniente innestarvi l’insegnamento dell’agronomia mediante la ricostituzione delle cattedre ambulanti dell’agricoltura e l’istituzione dell’agronomo condotto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere i suoi intendimenti a proposito della riforma previdenziale attesa dalle masse lavoratrici, e per conoscere le sue intenzioni circa l’anticipata ricostituzione di un Consiglio superiore del lavoro e della previdenza sociale esteso ai rami della emigrazione e della cooperazione. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per conoscere i suoi intendimenti circa la necessità e l’urgenza di un passaggio degli Istituti assicurativi e previdenziali dal regime commissariale a quello di normali Consigli di amministrazione, con netta prevalenza in essi dei rappresentanti dei lavoratori, e se intenda attenersi ai suggerimenti del Comitato consultivo che ha funzionato e funziona presso l’Istituto nazionale infortuni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere:

1°) se sia a sua conoscenza che, in conseguenza delle distruzioni ivi operate in ritirata, alcuni impianti per la produzione della energia termoelettrica a Larderello (Pisa) restano tuttora inutilizzati con grave danno dell’economia nazionale e di quelle laboriose popolazioni;

2°) se abbia predisposto i lavori necessari all’immediato ripristino degli impianti in parola e se sia suo intendimento procedere ad un più vasto e razionale sfruttamento dei soffioni boraciferi di Larderello, procedendo a nuove trivellazioni del terreno, ed alla congiunzione per via ordinaria e ferroviaria del centro di produzione a Piombino, Pontedera, Pisa, Livorno ecc. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bibolotti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere se non ritenga opportuno far studiare d’urgenza, dai servizi tecnici ministeriali, la possibilità della costruzione di una via d’acqua che congiunga Pisa e il porto di Livorno a Viareggio e ad Apuania, allo scopo di includere quest’opera nel piano di emergenza nazionale e per combattere il flagello della disoccupazione e di ridurre notevolmente, in via permanente, le spese di trasporto delle merci pesanti e specialmente dei marmi e della sabbia necessaria alla loro lavorazione, e del carbone necessario agli stabilimenti della «Zona Industriale» di Massa e Carrara. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bibolotti».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere se sarà abolito, per l’imminente prospero raccolto, l’ammasso dell’olio d’oliva che – se pure ha avuto una giustificazione negli anni di guerra – oggi è una bardatura gravemente dannosa tanto ai produttori quanto ai consumatori e utile soltanto ai borsaneristi, come la quotidiana esperienza dimostra. L’abolizione dell’ammasso dell’olio d’oliva è concordemente invocata dai Consorzi agrarii, dalle Associazioni dei commercianti, dalle Cooperative di consumo e dalle altre organizzazioni dei lavoratori e da tutti i partiti. Si confida pertanto che il Governo vorrà per l’olio d’oliva provvedere come già lodevolmente ha fatto per l’olio di seme e per gli altri grassi. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Canepa, Rossi Paolo, Pera».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per conoscere se intenda provvedere al più presto al completamento del personale operaio del Laboratorio pirotecnico di Capua per poter rispondere alle esigenze delle commesse di lavoro già in corso. Si verrebbe in questo modo incontro, almeno in parte, agli impellenti bisogni dei disoccupati della città di Capua, così duramente provata dalla guerra. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Persico».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri (Alto Commissario per l’alimentazione), per conoscere le ragioni, secondo le quali la «Sepral » di Mantova obbliga i fornitori di burro razionato in Poggio Rusco (Mantova) ad acquistare il prezioso alimento in una località lontana, mentre il basso mantovano produce burro ottimo ed in quantità notevole, con il solo risultato di aumentare il costo di questo genere di prima necessità, rendendo nullo lo sforzo di contenere il caro-vita secondo le direttive del presente Governo e di distribuire burro lavorato, che ha minor valore nutritivo. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Zanardi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per conoscere se non ritenga opportuno di estendere la disposizione esistente, con la quale possono essere promossi al grado 5° i magistrati che riportarono voti 46 nel concorso, per titoli, bandito con decreto ministeriale 10 marzo 1943, pubblicato nel Bollettino Ufficiale del 16 marzo 1943, anche a quei magistrati che, a suo tempo, presero parte a quel concorso e furono dichiarati idonei, pur riportando la votazione di qualche punto in meno di 46. Ciò in considerazione delle particolari condizioni nelle quali successivamente si son venuti a trovare questi magistrati – specialmente quelli appartenenti al pubblico ministero – a causa del lavoro affannoso che hanno dovuto disimpegnare dal 1942 al 1946, per i reati annonari o di quelli in danno di Forze armate alleate, che hanno assorbita tutta la loro quotidiana attività senza dar loro la possibilità di un qualsiasi lavoro presentabile. Ed anche nella considerazione che, per coprire i posti di 5° grado, dovrebbe essere bandito un concorso – che pare preannunziato – al quale prenderebbero parte, quasi esclusivamente, gli stessi magistrati che già presero parte al precedente concorso del 1943. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Trulli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, in ordine alla ufficiosa comunicazione d’un provvedimento col quale il Governo penserebbe di sottoporre all’esame del Consiglio dei Ministri la posizione degli impiegati discriminati nel procedimento di epurazione, e per sapere se e come sia sostenibile la legalità di una tale misura eccezionale, in quanto la pronuncia di discriminazione, emanata in sede giurisdizionale, non può esser messa nel nulla per la efficacia ad essa attribuita dalle leggi vigenti, e tanto peggio col pretesto di motivi di ordine pubblico, pretesto che darebbe adito ad ogni sorta di persecuzioni politiche e di manovre da parte degli interessati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bertini».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere se non ritenga opportuno, a modifica di quanto stabilito con legge 9 giugno 1945, n. 305, elevare il limite massimo di lire 300.000 entro il quale lo Stato concede un sussidio del 50 per cento per la riparazione di case danneggiate dalla guerra. E ciò per le seguenti considerazioni:

1°) il sussidio entro le 300.000 lire è insufficiente allo scopo, perché i danni anche dei più piccoli fabbricati sono quasi sempre superiori a lire 300.000;

2°) benché oltre tale somma lo Stato concorra per 1/3 nel pagamento di mutui, nessun istituto di credito, fino ad ora, ha concesso o intende concedere mutui per la riparazione di case. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Corbi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della guerra, dell’assistenza post-bellica e del tesoro, per sapere:

  1. a) quali urgentissimi provvedimenti intendano prendere per il ricovero in sanatori idonei dei reduci colpiti da tubercolosi ossea, e bisognosi di cure marine, ora ospitati in ospedali militari di località contro indicate, come ad esempio Alessandria;
  2. b) quali provvedimenti intendano prendere per il ricovero in sanatori particolarmente attrezzati dei reduci colpiti da tubercolosi polmonare, e il cui recupero è solo possibile per mezzo di interventi chirurgici, ora degenti in sanatori non attrezzati come quello di Alessandria;
  3. c) se non intendano disporre per l’aumento, a favore dei tubercolotici degenti negli ospedali militari, delle razioni viveri, attualmente affatto insufficienti, specialmente per i grassi e la carne. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Lozza».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere se ritenga giusto che le sette maestre della scuola parificata «Opera Pia S. Elena» di Villafranca d’Asti, unica scuola del Comune con più che duecento alunni, dopo venticinque anni di servizio percepiscano lo stipendio di lire 1300 mensili. E se non creda necessario provvedere colla massima urgenza a sollevare la situazione di fame in cui dette maestre si trovano. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Grilli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere:

1°) perché ai supplenti delle Scuole medie che furono militari di leva durante la guerra e fuori legge nel periodo della repubblica di Salò, non viene assegnato il punteggio eguale a quello dei colleghi che, liberi dai vincoli suddetti, poterono esercitare l’insegnamento;

2°) perché, nell’assegnazione delle supplenze, non si tien calcolo, per la preferenza, dei richiedenti residenti nella provincia particolarmente bisognosi, ma si ammettono senza distinzione alla graduatoria richiedenti di ogni parte d’Italia;

3°) perché non si tien conto delle condizioni di famiglia dei richiedenti, nella valutazione dei titoli. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Grilli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della marina militare e del lavoro e previdenza sociale, per conoscere se non possano riprendere in esame le indennità d’imbarco del personale militare categorie macchinisti e fuochisti, e adeguarle al sacrificio e al logorio fisico che tale personale, per il suo speciale impiego, è costretto a subire. Si fa presente che attualmente, per una mentalità sorpassata, il trattamento delle categorie militari della Marina, di cui trattasi, è inferiore a quello di altre categorie della stessa Marina che assolvono a compiti molto meno gravosi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Cicerone».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il. Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere in base a quali disposizioni e di che natura, pur dopo la dichiarazione di incostituzionalità che la Suprema Corte di cassazione ha emanato sul decreto Gullo, che dimezzava ai proprietari i fitti in natura, tali fitti vengono ancora oggi corrisposti dai fittuari nella misura di due terzi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Cicerone».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della marina militare e dei lavori pubblici, per conoscere se, nel piano di ricostruzione in elaborazione, non si possa prevedere la costruzione nelle nostre basi navali di appartamenti da tenere a disposizione degli ufficiali della Marina militare e delle loro famiglie. Si fa presente che attualmente, per la difficoltà di trovare una sistemazione nelle nostre città portuali, accompagnata dalla intempestività dei trasferimenti, quasi tutti gli ufficiali della Marina sono costretti a vivere lontani dalle proprie case, e di conseguenza vengono sottoposti a un dispendio superiore a quello che sarebbe consentito dal loro trattamento economico. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Cicerone».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della marina militare, per conoscere se la Marina militare non sia in grado di migliorare il corredo degli equipaggi di navi che si recano in porti stranieri, nei quali occorre presentarsi nel modo migliore, atto a tenere alto il nostro prestigio. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Cicerone».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, per sapere se risponde a verità l’informazione pubblicata da giornali a proposito di incidenti occorsi al dottor Muzzicato alla Dogana di Roma. Secondo tale informazione all’Aeroporto romano agenti della Dogana avrebbero preteso l’apertura di tutti i colli che il dottor Muzzicato destinava alla Sicilia ed il cui contenuto risultò esattamente quale era stato dichiarato. La visita doganale inoltre sarebbe stata condotta con modi poco urbani, tanto da impedire che il dottor Muzzicato arrivasse a tempo a bordo. Il dottor Muzzicato, cittadino degli Stati Uniti, d’origine italiana, da tempo raccoglie in America materiale sanitario, strumenti chirurgici e medicinali che invia in Italia, gratuitamente, là dove c’è maggior bisogno di assistenza. Il dottor Muzzicato, recandosi all’aeroporto di Roma si proponeva di portare in Sicilia altro materiale da distribuire ai nostri ospedali e medici. Una persona che si sobbarca a spese ed a spostamenti da New York in Italia per compiere un’opera di assistenza, disinteressata, dovrebbe essere segnalata alle Autorità italiane, onde il suo compito sia facilitato e non incontri, invece, il rigore di agenti di dogana, i quali spingono il loro zelo fino all’inurbanità. L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Natoli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere quali provvedimenti intenda prendere a favore di coloro, che per ragioni politiche o razziali furono impediti di prendere parte ai concorsi di libera docenza, e se in tale senso, in analogia e a completamento dei disposti dell’articolo 18 del decreto legislativo Luogotenenziale 5 aprile 1945, n. 238, non sia opportuno bandire concorsi a tutte le facoltà universitarie, perché in base ad esse venga fatta la revisione di tutti gli incarichi a cattedre universitarie conferiti in regime fascista a liberi docenti. L’interrogante fa presente che analoga richiesta fu già presentata in sede della cessata Consulta Nazionale senza che, a quanto risulta, il problema in questione sia stato risolto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Battisti».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per conoscere se non ritenga opportuno annullare le contravvenzioni per infedeltà di denunzia, quando la inesatta denunzia di grano trebbiato non raggiunga il 15 per cento, e ciò in considerazione del fatto, più volte accertato, che un notevole calo di peso in alcune partite di grano trebbiato fresco si verifica nei giorni immediatamente successivi alla trebbiatura. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Rivera».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per sapere se non ritenga doveroso contribuire alla soluzione del grave e preoccupante problema dei senza tetto con opportune disposizioni intese ad affrettare la liquidazione ed il pagamento delle indennità di risarcimento a favore di coloro che, possessori soltanto di una modesta abitazione, l’hanno avuta distrutta dalla guerra e, per le loro condizioni economiche, non sono in grado di rifarsi una casa. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Carboni».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se non ritenga necessaria l’urgente promulgazione di una legge di prevenzione allo scopo di sottoporre a vigilanza speciale e a particolari misure di polizia i numerosi criminali fascisti che il recente decreto di amnistia ha liberato dal carcere e ciò per le seguenti sostanziali ragioni:

1°) il provvedimento di amnistia che è stato deliberato dal morituro Governo dell’esarchia, senza previa consultazione dell’Assemblea Costituente, oltre che essere stato, come è emerso evidente dalle reazioni, che ha determinato, un atto assolutamente impolitico, ha anche suscitato lo sdegno di tutto il popolo, il cui innato senso di giustizia è rimasto profondamente offeso dalla liberazione della maggior parte di coloro che furono i responsabili della politica del fascismo e delle sciagure della Patria;

2°) nella loro quasi totalità i liberati dal carcere sono ritornati nei loro luoghi di abituale residenza, ove tengono un contegno spavaldo, quando non svolgono addirittura una sfacciata attività politica contraria agli interessi della Repubblica e della rinata democrazia italiana;

3°) questo contegno impudente e provocatorio ha suscitato in molte regioni il legittimo risentimento del popolo ed in particolare modo di coloro che più ebbero a soffrire dalle angherie e dai delitti fascisti, dando luogo a reazioni che sono umanamente giustificabili. Èperciò necessario che il Governo intervenga al più presto, con una legge che limiti, con opportuni controlli di polizia, le libertà degli amnistiati sottoponendoli a misure di prevenzione e provvedendo eventualmente ad assegnarli ad un confino di polizia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bernardi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere se e come intende provvedere alla corresponsione ai ferrovieri, che vennero esonerati per ragioni politiche nel 1923 e 1924 in base alle disposizioni capestro del decreto fascista n. 143 del 28 gennaio 1923, di quanto loro spettava a titolo di pensione per avere, all’atto dell’esonero, l’anzianità di servizio (10 anni) stabilita dalle leggi allora vigenti. Le varie anzianità di servizio stabilite dal detto decreto erano illegali, in quanto violavano diritti acquisiti con la legge sulla pensione dei ferrovieri, legge che è tutt’ora in vigore. Da ciò è risultato praticamente il fatto che mentre la legge stabiliva un uguale minimo di anzianità di servizio per aver diritto alla pensione, agenti con l’anzianità di diciannove anni, si videro negata la pensione corrisposta invece ad agenti con la sola anzianità di 15-16 e 18 anni. Mentre si pagano ai ferrovieri epurati fascisti, e per tutto il tempo della loro assenza dal servizio, tutte le competenze compreso il premio di liberazione, risulta incomprensibile la negazione ai ferrovieri epurati dal fascismo per il loro pensiero politico, di quanto loro spettava per legge. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Giua».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri delle finanze e del tesoro, per sapere se con i provvedimenti annunciati dal Governo, a favore dei pensionati; s’intenda eliminare la ingiusta sperequazione fra il trattamento dei pensionati dello Stato e quello a carico di Istituti amministrati dalla Cassa depositi e prestiti. In particolare per i pensionati dipendenti dalla Cassa di previdenza impiegati enti locali, ai quali va concesso, a fronte delle attuali esigenze di carattere economico, uguale riconoscimento sia pure con l’intervento dello Stato al fine di integrare gli assegni attualmente insufficienti. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Tambroni Armaroli».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’aeronautica, per conoscere se sia vero che il Governo ha intenzione di trasferire da Caserta ad altra sede – si dice a Firenze – l’Accademia aeronautica, istituita nel 1926. Ciò costituirebbe notevole menomazione degli interessi morali e materiali di quelle popolazioni e accrescerebbe il disagio in cui esse, per note ragioni, già versano. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bozzi».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere quali provvedimenti intenda sollecitamente prendere per riattivare il turismo, assolutamente indispensabile all’economia nazionale, e segnatamente se, autorizzando i Comuni a requisire gli alberghi i cui proprietari ne indugiano le riparazioni, o con qualche altro modo rapidamente efficace, voglia mettere la industria alberghiera in grado di funzionare e svilupparsi. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Canepa».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere le ragioni che hanno provocato l’abolizione, fin dall’anno 1943, del Corso di perfezionamento di direzione d’orchestra presso l’Accademia di S. Cecilia in Roma, che era l’unico esistente in Italia. L’abolizione di tale Corso impedisce di fatto ai giovani diplomati in composizione di dedicarsi all’attività dì direzione d’orchestra, in quanto tali studi non possono essere svolti privatamente, senza cioè l’appoggio di una istituzione che abbia a sua disposizione un’orchestra. Poiché tanti altri Corsi di molto minore importanza e comunque di gran lunga meno necessari vengono tuttora mantenuti, si sollecita un provvedimento che permetta il ripristino integrale ed effettivo del Corso suddetto nell’imminente anno scolastico, non potendosi ritenere efficace il tentativo fatto l’anno scorso di istituire presso il Conservatorio un corso teorico di direzione, senza cioè l’orchestra, che è l’unico elemento indispensabile per l’accennata preparazione professionale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Persico».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno ed il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se sono a conoscenza della viva agitazione e delle unanimi manifestazioni di protesta nella città di Catanzaro e provincia, per le predisposte misure preparatorie di mutazioni in quelle circoscrizioni giudiziarie che aumenterebbero enormemente il disagio prodotto dalla iniqua mutilazione inflitta dal fascismo alla circoscrizione calabrese, comprometterebbero irreparabilmente l’avvenire economico di quella zona priva di industria, di commercio e di prospera agricoltura; o se non credono, almeno, di sospendere per ora ogni mutamento sino alla definizione costituzionale dell’ente regionale in gestazione, per non interferire con fatti prematuramente compiuti sull’auspicato libero ordinamento regionale. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Turco, Galati, Froggio».

«I sottoscritti chiedono di interrogare i Ministri del lavoro e previdenza sociale e del tesoro, per sapere se – considerato che sulla massa dei disoccupati solo una minima parte è in condizioni di percepire l’indennità di disoccupazione – non sia necessario emanare con la massima sollecitudine un decreto che, come previsto dal Regio decreto legislativo del 20 maggio 1946, n. 373, conceda facoltà per determinate località, e nell’ambito di ciascuna di esse anche limitatamente a particolari categorie di lavoratori, di disporre la corresponsione di sussidi straordinari di disoccupazione ai lavoratori che si trovano involontariamente disoccupati per mancanza di lavoro, e per i quali risulti versato e dovuto un contributo dell’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione posteriormente al 30 giugno 1939, o, se richiamati alle armi, nell’anno precedente al richiamo, sempreché non possiedano i requisiti prescritti per il diritto dell’indennità giornaliera di cui all’articolo 19 del Regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636, o ne abbiano esaurito il periodo di godimento. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Minella Angiola, Negro».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere quali provvedimenti intenda prendere per ovviare alla insostenibile crisi che minaccia di paralizzare gli ospedali civili di Genova, e in genere tutti i grandi complessi ospedalieri d’Italia, in seguito alla morosità dei comuni che non pagano la retta a loro carico. E in specie, se non ritenga:

  1. a) di provvedere, quanto meno, alla sollecita liquidazione delle spedalità arretrate a carico dello Stato (stranieri, venerei, lebbrosi);
  2. b) di autorizzare, attraverso la Cassa depositi e prestiti, un mutuo a lunga scadenza, e a modico interesse, il quale consenta di fronteggiare le attuali necessità, in attesa di provvedimenti che, in deroga della superata legge del 1890, risolvano radicalmente la questione, ora legata all’insolvenza di migliaia di comuni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Rossi Paolo».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere se, a proposito del progettato Ente per l’irrigazione delle Puglie e per il raggiungimento delle finalità economico-sociali per le quali esso è costituito, non ravvisi l’opportunità di disporre anche la utilizzazione delle acque dei quattro fiumi della costa ionica, Bradano, Basento, Agri e Sinni, secondo relativi progetti tecnici già predisposti: e ciò sia per lo spirito di giustizia distributiva che deve presiedere alla esecuzione dei lavori che devono ridondare a vantaggio di tutte le provincie pugliesi, senza privilegi, preminenze e monopoli da parte di nessuna di esse, sia per necessità di sviluppo e di valorizzazione dell’economia agricola delle zone interessate. Da quest’ultimo punto di vista si fa presente che per lo sviluppo e la valorizzazione dell’economia delle zone ionico-salentine, aggiornati studi tecnici hanno messo nel dovuto rilievo che lo scopo è egualmente raggiungibile non soltanto per mezzo di sistemi irrigui, ma anche per mezzo di escavazione di pozzi artesiani, in considerazione della particolare natura geologica delle zone Murge-Salento, il cui sottosuolo, da esperimenti antichi e nuovi, è risultato ricco di acqua. A questo proposito, e nell’eventualità che i pareri tecnici delle Commissioni interessate dovessero orientarsi anche per la utilizzazione di questo secondo procedimento, l’interrogante chiede se il Ministro può dare ampie assicurazioni che l’Ente per l’irrigazione proceda ugualmente, senza pregiudizio, all’erogazione dei fondi necessari per l’esecuzione dei lavori. A parte, comunque, questo e ogni altro aspetto tecnico del problema irriguo, l’interrogante si permette di richiamare l’attenzione del Ministro sulla necessità che nello statuto in via di elaborazione, che deve regolare la costituzione e il funzionamento dell’Ente sopracitato, sia contemplata e disposta, nell’apposito consiglio direttivo, la rappresentanza delle singole provincie pugliesi non in relazione all’entità demografica di ciascuna di esse, ma in ragione dell’importanza e della portata, reale e potenziale, dell’economia agricola con cui singolarmente si inquadrano nel piano generale dell’attività produttiva nazionale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Motolese».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere quali provvedimenti intenda prendere perché sia iniziata e condotta alacremente avanti la costruzione dell’acquedotto consorziato del Busento, destinato a rifornire acqua potabile a sette comuni della provincia di Salerno, e fra gli altri alla città di Sapri.

«Il progetto di tale acquedotto, già compilato da tempo prima della guerra, venne aggiornato il 27 ottobre 1941, e rappresenta la soluzione di un problema igienico di vitale importanza per la salute pubblica di quella zona, essendosi verificati casi letali di tifo tra la popolazione di Sapri che attualmente beve acqua di dubbia potabilità.

«La costruzione urgente di tale acquedotto, oltreché per le pressanti necessità igieniche accennate, servirà a far fronte anche alla disoccupazione locale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Nobile».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere quali sono le ragioni per le quali ha inteso limitare il beneficio del decreto legislativo presidenziale del 28 giugno 1946, n. 46, apparso nella Gazzetta Ufficiale n. 184, agli agricoltori della provincia di Foggia, escludendo gli agricoltori delle rimanenti provincie pugliesi di Taranto, Brindisi, Lecce e Bari, anch’essi ugualmente danneggiati dalla siccità e dalle cavallette. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Motolese».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei lavori pubblici, per conoscere se, nel programma di lavori da iniziarsi prossimamente in provincia di Caserta, non sia compresa la costruzione di un ponte sul Volturno nella località ove ora si trova la scafa di Caiazzo, ponte già progettato ed approvato e pel quale si dovevano soltanto appaltare i lavori. Tale ponte è reclamato urgentemente dalle popolazioni dell’Alifano per ricollegarsi a Caserta, capoluogo della Provincia. Il che non toglie che debba venir ricostruito a suo tempo anche lo storico ponte di Annibale, che provvedeva ai bisogni di altre zone della stessa provincia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Persico».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere quali motivi abbiano ispirato e giustifichino il recente provvedimento di riapertura, sia pure per breve tempo e in limitati settori, dei giudizi di epurazione; e in quali rapporti logici, morali e giuridici si trovi tale provvedimento con le ripetute assicurazioni di voler limitare nel tempo tale genere di giudizi, con la più volte prorogata data limite di applicazione dei medesimi, con la volontà di pacificazione del Paese proclamata più volte e recentemente consacrata da un decreto di amnistia, con l’inderogabile principio del non bis in idem, per cui un cittadino già sottoposto a giudizio, non può essere sottoposto a nuovo giudizio per lo stesso obietto. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Russo Perez, Patrissi, Selvaggi».

«Il sottoscritto chiede dì interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro per gli affari esteri e il Ministro per l’assistenza post-bellica, per conoscere se, al fine di alleviare la terribile ansia in cui vivono tante famiglie italiane per la sorte dei loro cari dispersi in Russia, ed anche in accoglimento dei voti formulati nel suo recente appello al Presidente della Repubblica dal Comitato d’azione dei congiunti dei 169.500 militari dell’A.R.M.I.R. che tuttora risultano dispersi, non ritengano umanamente doveroso e urgente:

1°) disporre che in ogni comune venga compilato un apposito elenco nominativo di tutti i militari dell’Armir rientrati dalla Russia e di quelli risultanti tuttora colà dispersi;

2°) di costituire, previe opportune intese con i Governi alleati e segnatamente con quello Russo, un Comitato misto di rappresentanti dei detti Governi, del Governo italiano, di congiunti di dispersi in Russia, e di ex-cappellani dell’Armir, col compito di organizzare, direttamente oppure per tramite della Croce Rossa internazionale, accurate ricerche in territorio russo, atte a convogliare in determinati centri di raccolta tutti i militari italiani dispersi ed esistenti – come anche Radio Mosca ebbe ad ammettere nella sua trasmissione del 14 giugno u. s. – nel territorio stesso presso privati e presso aziende agricole o industriali, provvedendo adeguati mezzi di trasporto per il loro rimpatrio;

3°) di assumere a carico dello Stato italiano le spese per il funzionamento di detto Comitato. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Ponticelli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro di grazia e giustizia, per sapere quando credano reintegrare nella piena attualità delle loro funzioni i magistrati che ne furono (come è stato poi comprovato) ingiustamente rimossi, giacché ogni indugio riesce estremamente lesivo alle vittime di tali provvedimenti e costituisce un grave disdoro all’intero Ordine giudiziario e alla Amministrazione della giustizia. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bertini».

«II sottoscritto chiede dì interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare, anche ad evitare il ripetersi di simili eventi, nei confronti dell’autorità qui sotto indicata, per l’atteggiamento da essa assunto, in aperto contrasto con la libertà di stampa e di critica, nella seguente occasione: la Federazione comunista di Grosseto stampò giovedì 22 agosto ultimo scorso, un manifesto dal titolo «Chi sono i veri patriotti» in risposta alla campagna di stampa che accusava i comunisti italiani di antipatriottismo. Questo manifesto fu inviato la mattina stessa del giovedì alla Questura di Grosseto al fine di ottenere il visto per l’affissione. Per tutto il giovedì e il venerdì seguente, la Questura malgrado le ripetute richieste non si pronunciò a favore o no del visto, adducendo vari pretesti per il ritardo. Soltanto il venerdì sera il Prefetto di Grosseto signor Gardini, cui il Questore si era rivolto per chiedere consiglio, disse, alla presenza di due rappresentanti della Federazione comunista e del Questore, che negava il visto per l’affissione del manifesto poiché era di opinione che in esso fossero esposte delle ingiuste critiche al Presidente De Gasperi e delle frasi poco riverenti per gli Alleati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Magnani».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se, data la necessità improrogabile di provvedere all’aggiornamento delle attuali miserrime pensioni degli insegnanti elementari, non ritenga di voler disporre perché, frattanto, si soprassieda al collocamento a riposo d’ufficio di quegli insegnanti che abbiano raggiunto i limiti di servizio di cui all’articolo 134 del Testo unico 5 febbraio 1928, n. 577; e ciò al fine di non accrescere il numero degli educatori del popolo costretti, per vivere, a ricorrere alla carità pubblica. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Taviani».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere se non creda opportuno e necessario che lo Stato assuma su di sé la ricostruzione delle linee Bologna-Molinella-Portomaggiore e Bologna-Medicina Massalombarda, ora in subconcessione alla Società veneta, e, rapidamente rimettendole in essere, le unisca alla propria gestione. La lentezza nell’opera di ripristino delle due importantissime linee, che collegano il Bolognese al Ferrarese ed al Ravennate e servono di rapido trasporto della ricca produzione di tale fertilissima plaga, collegando il maggior centro dell’Emilia con il suo naturale sbocco, Ravenna, assai contrasta con lo slancio con cui gli umili ferrovieri si sono posti fin da principio al lavoro di riattivazione di tali linee; perciò gli interroganti chiedono che lo Stato intervenga, più sollecito che non gli industriali privati. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Longhena, Taddia, Tega, Zanardi».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei trasporti, per conoscere se non ritenga necessario ed urgente riattivare la linea ferroviaria Sacile-Pinzano (almeno firn a Maniago, che potrebbe servire provvisoriamente come capolinea) dato che la chiesta riattivazione impone soltanto il ripristino del Ponte sul Cellina, danneggiato dai bombardamenti aerei, e che Maniago, sede di industrie di coltellerie impieganti circa 1500 opera e di filanda con circa 200 operaie, potrebbe anche costituire il centro di irradiazione delle comunicazioni con le valli del Cellina, del Colvera e del Meduno dalle quali proviene gran parte del legname occorrente alle provincie di Treviso, Venezia e Vicenza. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Costantini».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro della pubblica istruzione, per conoscere se, considerato che per il disposto della lettera C dell’articolo 12 della circolare ministeriale n. 7777, modificato con successivo telegramma ministeriale del 10 agosto corrente anno, n. 9636, viene affermato il nuovo principio che il servizio prestato dagli insegnanti medi presso Istituti non governativi, ma legalmente riconosciuti, debba essere computato – agli effetti della graduatoria – per il conferimento di incarichi e supplenze alla stessa stregua del servizio prestato presso Istituti governativi, non ritenga opportuno disporre allo scopo di evitare ingiustificata disparità di trattamento, che l’assunzione del personale insegnante presso gli Istituti non governativi, ma che godono del riconoscimento legale, debba venire disciplinato dalle stesse norme che regolano quelle degli Istituti governativi, attenendosi alle medesime graduatorie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Costantini».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dei trasporti, per sapere:

  1. a) se non ritenga opportuno, al fine di facilitare le comunicazioni ferroviarie tra i paesi posti sulla linea Alessandria-Milano, ripristinare un’altra coppia di treni (possibilmente con sezioni per e da Milano P. Genova) in partenza al mattino da Alessandria alle ore 6 con arrivo a Milano alle ore 9,15, e con ritorno da Milano alle 16,40 in arrivo ad Alessandria alle ore 19,30 in coincidenza coi treni in partenza da questa stazione, per varie direzioni;
  2. b) se non sia d’avviso di dovere effettuare almeno due coppie di treni, anche la domenica, giorno in cui attualmente si è privi di ogni mezzo di trasporto;
  3. c) e non creda di dovere, in un prossimo futuro, soddisfare una legittima e più che trentennale aspirazione delle popolazioni della laboriosa Lomellina, e specialmente della città di Vigevano, consistente nella costruzione di un secondo binario sul tratto ferroviario Mortara-Milano, in proseguimento a quello già esistente sulla medesima linea, da Alessandria fino a Mortara; tale aspirazione trova la sua ragione nelle crescenti necessità di una maggiore facilità di comunicazioni, e del traffico ferroviario con Milano, da parte dei paesi della Lomellina, e in primo luogo Vigevano, divenuta in questi ultimi anni, il maggiore centro italiano manifatturiero della calzatura, in crescente progressivo sviluppo industriale e demografico. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Pistoia».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere:

1°) se intenda avviare il ritorno dei Consorzi agrari alla forma cooperativa autonoma, e se intanto voglia rendere eleggibili i consigli di amministrazione dei detti Consorzi;

2°) se intenda ristabilire le Cattedre ambulanti d’agricoltura, che tanto progresso avevano determinato nell’arte dei campi, inconsultamente soppresse dal regime fascista, e la cui opera di guida degli agricoltori e dei contadini è oggi più che mai necessaria. (L’interrogante chiede la, risposta scritta).

«Canepa».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro del tesoro, per conoscere se, a tranquillità dei danneggiati e dei tecnici, qualora l’emanazione di nuove disposizioni regolanti le denuncie dei danni di guerra dovesse ancora ritardare, non creda necessario provocare una larga proroga del termine attualmente previsto. La legge 26 ottobre 1940, numero 1543, all’articolo 13 stabilisce, infatti, che le domande di risarcimento per danni di guerra devono essere presentate entro il termine perentorio di mesi sei dalla data di cessazione dello stato di guerra. Il decreto legislativo luogotenenziale 9 giugno 1945, numero 1945, contenente le disposizioni per il ricovero dei senza tetto, all’articolo 1, nel secondo comma, rimanda a disposizioni generali «da emanarsi per i danni di guerra». È naturale che tale dicitura indichi come di fatto la legge 26 ottobre 1940, n. 1543, sia ritenuta superata dagli eventi, e debba essere sostituita da altra legge che esamini e risolva il problema del risarcimento dei danni di guerra in modo definitivo. Di questa legge finora non si ha alcun sentore, e pertanto si deve ritenere tuttora in vigore quella del 26 ottobre 1940, n. 1543, nonché i relativi termini di sei mesi dalla cessazione dello stato di guerra per le denuncie. Ora la mole delle denuncie, specialmente nel campo edilizio è tale che non si può pensare sia possibile presentarle, corredate dalle relative perizie, spesso molto laboriose, entro il termine fissato dalla predetta legge, e cioè entro il 15 ottobre prossimo venturo: di qui l’opportunità della proroga sopra cennata. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Ferrarese».

«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere, se, tenute presenti le condizioni agricole attuali dei comuni dell’Alta Valle Intelvi in provincia di Como, non ritenga opportuno agevolare questi tenaci lavoratori della montagna, eliminando nei loro confronti ed almeno in certa misura l’onere della decurtazione delle carte annonarie o comunque elaborando altre misure di previdenza in loro favore. Dalle tabelle dimostrative – che si trasmettono a parte – risulta che la produzione cerealicola è assolutamente insignificante e il disagio di quelle popolazioni montanare è accresciuto dal fatto che i calcoli di produzione granaria, in rapporto alla estensione del terreno coltivato, vengono fatti dagli uffici di accertamento con criteri di eccessivo rigore, senza tener conto che si tratta di una zona che si trova ad un’altezza da 500 a 1000 metri sul livello del mare e che troppo spesso il grano non giunge a completa maturazione e serve soltanto per l’alimentazione del piccolo bestiame da cortile. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bernardi».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, e il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se i competenti Ministeri siano per prendere concreti provvedimenti per la condizione di cose che va determinandosi a Bergamo e provincia, ove si è in presenza di quarantasettemila disoccupati in continuo aumento. In particolare per sapere se di fronte al fatto che il Genio civile di Bergamo ha predisposto a sollievo della disoccupazione un piano di lavori vari per oltre un miliardo attraverso progetti già presentati al provveditorato opere pubbliche, i competenti uffici non siano per entrare nell’ordine di idee che, trattandosi fra l’altro di lavori d’utilità imprescindibile, vada fatto alla Provincia di Bergamo uno stanziamento sulla base del preventivato pur detratto il già percetto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Montagnana Mario, Caprani».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste, per sapere se non ritenga equo ed utile all’interesse nazionale un provvedimento che estenda agli stavoli, stalle, fienili, casere e simili fabbricati rurali, la concessione dei contributi sanciti nel decreto legislativo luogotenenziale 1° luglio 1946, n. 31, al fine di combattere la disoccupazione e favorire la ripresa produttiva delle aziende agricole. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Gortani, Schiratti, Garlato, Tessitori».

«Il sottoscritto chiede di interrogare i Ministri dei lavori pubblici e del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se non credano urgente di promuovere il provvedimento legislativo invocato dal Congresso nazionale della cooperazione fin dal settembre 1945 perché sia abolito, o quanto meno elevato, il limite massimo consentito per le trattative private o le licitazioni fra cooperative, negli appalti di opere pubbliche, in relazione alla svalutazione della moneta e al conseguente aumento dei prezzi delle costruzioni. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Canevari».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’industria e commercio, per sapere se non ritenga utile alla ripresa nazionale facilitare il ripristino delle aziende artigiane distrutte o danneggiate dalla guerra, mediante la concessione di contributi statali per l’acquisto o la riparazione di attrezzi e di macchine, con norme analoghe a quelle emanate a vantaggio delle aziende agricole. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Gortani».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro del tesoro, per sapere se non ritenga opportuno dare agli Uffici competenti istruzioni in deroga a quelle emanate con circolare numero 80044, nel senso che fra i danni di guerra per i quali, in virtù della circolare stessa, è consentita la facoltà di concedere acconti, siano compresi quelli derivanti da saccheggio, asportazioni e rapine compiuti dai nazi-fascisti a scopo di rappresaglia. Sia per criteri di equità che per motivi giuridici si deve ritenere che la rappresaglia delle truppe tedesche contro azioni svolte dai partigiani o contro atti di resistenza alle truppe stesse compiuti da civili debba essere considerata fatto di guerra ai sensi dell’articolo 2 della vigente legge; tanto più se è avvenuta dopo la dichiarazione di guerra del Governo nazionale alla Germania per effetto della quale le truppe tedesche assunsero giuridicamente la figura di truppe nemiche occupanti il territorio nazionale. Si impongono pertanto immediate disposizioni nel senso sopra invocato allo scopo di eliminare la ingiusta sperequazione oggi esistente tra i danneggiati dalla guerra, causa di viva inquietudine e di giustificato malcontento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Viale».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere se di fronte ad una interrogazione in argomento, non degnata ancora di risposta, creda rispettoso delle buone norme parlamentari l’insistere, come è stato annunziato pubblicamente, nel provvedimento legislativo per la dispensa dal servizio degli impiegati discriminati, con evidente violazione delle norme vigenti e con aggravio per le pubbliche amministrazioni; e se non riconosca conveniente sottoporre il provvedimento stesso all’esame della Assemblea Costituente, trattandosi di materia che incide sulle garanzie fondamentali che sanciscono e tutelano la continuità del rapporto giuridico di prestazione fra gli enti pubblici e i loro impiegati. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Bertini».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro dell’interno, per sapere se è a sua conoscenza un efferato delitto consumato a Serracapriola (Foggia), dove il partigiano D’Adamo Pasquale veniva ucciso in pieno giorno in una pubblica piazza da una banda di malfattori ex squadristi, e se è stato informato del terrore che essa banda sparge tuttora nel paese intimidendo testimoni e avvocati allo scopo di impedire che luce completa si faccia sull’avvenimento. Gli interroganti domandano se non sia il caso di promuovere una severa inchiesta per accertare la responsabilità inviando sul posto un funzionario del Ministero. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Allegato, Imperiale».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere se non sia necessario provvedere alla perequazione delle pensioni per la invalidità e di quelle per la vecchiaia, onde porre termine ad una ingiusta sperequazione determinata dal Regio decreto legislativo 20 maggio 1946, n. 374. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Minella Angiolina, Negro».

«I sottoscritti chiedono d’interrogare i Ministri dell’interno, dell’agricoltura e delle foreste e dell’industria e commercio, sulle misure che il Governo ha preso ed intende adottare per porre rimedio al continuo rialzo dei prezzi dei generi alimentari, dovuto ad elementi speculativi, mentre in armonia col programma esposto dal Governo stesso all’Assemblea Costituente si doveva svolgere un’azione per contenere o ridurre i prezzi medesimi. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Dozza, Grazia, Colombi».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro della guerra, per sapere se non ritenga opportuno ed urgente dare disposizioni precise alle Direzioni di Artiglieria e del Genio militare di Torino, affinché si provveda a rimuovere da Bobbio Pellice, paese di confine, il deposito di esplosivi che, posto vicinissimo al. paese, costituisce un grave pericolo per il paese stesso, come attestano le numerose disgrazie avvenute in questi ultimi tempi, ed un danno rilevante per i proprietari dei terreni; e perché nel contempo si proceda alla alienazione di quegli stabili demoliti o rovinati durante le operazioni belliche, che continuano ad occupare terreni di proprietà privata. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Chiaramello».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro dell’agricoltura e delle foreste (Alto Commissario per l’Alimentazione), per sapere se sia possibile ottenere per le popolazioni delle vallate alpine, abitanti in località di accesso disagiato, la concessione di un’assegnazione in vece e luogo della tessera del pane, di un’uguale quantità di grano. In molti casi, infatti, questi valligiani, le cui case sono dislocate in montagna ed in località non servite da strade, ma da semplici sentieri, specialmente nel periodo invernale, devono compiere dei veri sacrifici per recarsi con frequenza nel capoluogo per rifornirsi del prezioso ed indispensabile alimento. L’assegnazione di grano, permettendo loro la confezione del pane in casa, eliminerebbe per questa categoria di lavoratori molti disagi, mentre lascerebbe inalterata la situazione nei riguardi del tesseramento. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Chiaramello».

«La sottoscritta chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per conoscere in quale modo si intenda ovviare alla grave sperequazione che si verifica attualmente ai danni dei maestri, direttori didattici ed ispettori scolastici che fruiscono di pensioni miste, ai quali non vengono corrisposti gli aumenti accordati con Regio decreto-legge 30 gennaio 1945, n. 41 e coi decreti legislativi Luogotenenziali del 13 maggio 1945, n. 116 e 21 novembre 1945, n. 722, emanati a vantaggio dei pensionati statali. Il fatto che essi non possano beneficiare totalmente di tali provvidenze li pone nella condizione di percepire pensioni molto al di sotto di quelle di impiegati di grado inferiore. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Titomanlio Vittoria».

«La sottoscritta chiede d’interrogare i Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, per conoscere come e quando intendano provvedere all’inquadramento dei direttori didattici nel grado VIII e degli ispettori scolastici nel VII, per il quale il precedente Ministro della pubblica istruzione aveva già preparato analogo disegno di legge e il precedente Ministro del tesoro aveva dato assicurazione di accoglimento alla Commissione nominata dal Congresso nazionale della Scuola. L’invocato provvedimento verrebbe a sanare una grave sperequazione che pone la categoria dei direttori didattici in condizione di inferiorità economica e morale rispetto a quei maestri che già si trovano nel grado IX a seguito dell’applicazione della legge sull’inquadramento dei maestri, nei ruoli dello Stato, i quali nel prossimo mese di ottobre godranno dello stipendio del primo scatto del grado IX, mentre i direttori didattici resteranno in quello iniziale. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Titomanlio Vittoria».

«La sottoscritta chiede d’interrogare il Ministro dell’interno, per conoscere i motivi per i quali non vengono ancora banditi i concorsi sanitari in genere e quelli per l’assegnazione delle farmacie in ispecie. Necessita da un lato normalizzare la situazione in questo delicato settore e dall’altro dare la possibilità ai reduci di occuparsi almeno in concorrenza con gli altri che hanno meno sofferto. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Titomanlio Vittoria».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare i Ministri della guerra, della marina e dell’aeronautica, per conoscere se per l’esecuzione del decreto legislativo 14 maggio 1946, n. 384, relativo al collocamento nella riserva o nell’ausiliaria degli ufficiali generali e superiori in servizio permanente effettivo, non ritengano opportuno, allo scopo di assicurare una maggiore obbiettività e serenità di giudizio, proporre che detto sfollamento sia effettuato su parere di una apposita commissione parlamentare, da nominarsi dall’Assemblea Costituente. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Nobile».

«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere perché, a oltre due mesi dalla proclamazione della Repubblica, non si sia ancora provveduto a rimuovere tutti i segni e le diciture monarchiche dalle divise militari e civili; intitolare alla Repubblica gli enti e gli uffici pubblici. Pare all’interrogante la forma, specialmente in questa prateria, sia garanzia di sostanza anche per vincere e negligenze e resistenze. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Carpano Maglioli».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere a quali principî si sia ispirato il Governo democratico per liquidare, con esito tanto contrario agli interessi della democrazia, le gestioni di imprese editoriali giornalistiche in seguito alla decretata soppressione dell’Ente Stampa. Ritiene, l’interrogante, che i Commissari straordinari nominati dal Governo democratico per la liquidazione di dette gestioni, avrebbero dovuto agire con un criterio non puramente commerciale ma anche politico, mentre nella maggior parte dei casi il sistema delle gare al miglior offerente per l’assunzione di dette gestioni ha messo praticamente i partiti di sinistra in condizioni di inferiorità in confronto a potenti gruppi finanziari locali, che sono riusciti così a sottrarre alla democrazia l’arma della stampa a vantaggio di interessi particolari e di correnti politiche reazionarie. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Momigliano».

«Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro delle finanze, sulla palese ingiustizia che si viene a determinare a danno di vaste zone montane della Valsesia, meritorie della riconoscenza nazionale per il largo contributo recato alla lotta parmigiana, per la interpretazione letterale che si dà al recente provvedimento di esenzione dall’imposta sui redditi agrari dei terreni la cui sede comunale è situata al disopra dei 700 metri sul livello del mare. Si hanno, cioè, specie nelle zone di montagna, terreni che si trovano al disopra dei 700 metri, ma la cui sede comunale è al disotto, anche per poche decine di metri, della stessa altitudine, i quali secondo la dizione del provvedimento non dovrebbero beneficiare dell’esenzione. La ingiustizia è così palese e l’incongruenza tanto evidente da rendere necessario un chiarimento che tranquillizzi le vaste zone di generosi montanari. (L’interrogante chiede la risposta scritta).

«Pastore Giulio».

«I sottoscritti chiedono di interrogare i Ministri della guerra, della marina e dell’aeronautica, per sapere se non ritengano conforme a giustizia emettere i provvedimenti opportuni perché agli ufficiali sfollati ai sensi del Regio decreto legislativo 14 maggio 1946, n. 384, il trattamento economico sia computato non già in base al trattamento largito agli ufficiali al momento in cui lasciano il servizio, ma segua le eventuali oscillazioni sia di stipendi che di indennità varie effettivamente corrisposte agli ufficiali che rimangono in servizio. E ciò allo scopo di evitare eventuali sperequazioni fra gli emolumenti percepiti dagli ufficiali che rimangono nei quadri e quelli percepiti dagli ufficiali sfollati.

«In particolare chiedono se non sia il caso di stabilire:

  1. a) che il trattamento di pre-quiescenza, oggi concesso agli ufficiali collocati nella riserva ed in ausiliaria, abbia costante riferimento per tutta la durata della concessione all’ammontare complessivo degli assegni percepiti dai pari grado rimasti in servizio, in modo che possa conseguire tutte le eventuali fluttuazioni;
  2. b) che il trattamento di pre-quiescenza così modificato sia esteso a tutti gli ufficiali generali e superiori che oggi vengono prescelti per essere trattenuti in servizio, allorché ne verranno allontanati a loro volta, per raggiunti limiti di età o per non conseguito avanzamento;
  3. c) che il termine per la presentazione delle domande per il collocamento nella riserva od in ausiliaria, di cui all’articolo 2 del Regio decreto legislativo 14 maggio 1946, n. 384, venga prorogato al 31 dicembre 1946. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Castiglia, Bencivenga».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della giustizia, per sapere se non ritiene equo ed opportuno aggiornare le tariffe giudiziarie con particolare riguardo ai compensi dei periti, le cui vacazioni sono in atto solo triplicate nei confronti delle tariffe anteguerra. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Bonino, Bellavista».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dell’interno, sulla opportunità di trattenere in servizio i sottufficiali di pubblica sicurezza colpiti dai limiti di età, ma tuttavia idonei al servizio stesso, in vista delle prossime elezioni amministrative e delle speciali condizioni della sicurezza pubblica del Paese. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Bellavista, Bonino».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro delle finanze sul decreto legislativo 5 agosto 1946, n. 43, che ha applicato una sovraimposta sui surrogati dello zucchero, portandola a lire 30 al chilogrammo da assolversi sulle giacenze; decreto dal quale le industrie sorte in Sicilia per i surrogati dello zucchero vengono fortemente danneggiate, giacché – in considerazione della scarsa vendita di tali prodotti e dell’aumento del prezzo dei predetti surrogati – i commercianti ed i consumatori in genere trovano convenienza a comprare lo zucchero fabbricato nell’alta Italia, di cui è stata autorizzata la libera vendita alle industrie che la richiedono, in compensazione del prezzo sottocosto cui debbono sottostare per la vendita razionata dello zucchero in distribuzione contingentata. E sulla opportunità di predisporre provvedimenti legislativi idonei a salvare le industrie siciliane dei surrogati dello zucchero, quali gli estratti dall’uva, dal carrubbo, e da frutta, che sono stati colpiti con una imposta tre volte superiore a quella del glucosio, onde evitare la perdita di ingenti capitali investiti con conseguente perdita di lavoro a migliaia di famiglie di lavoratori, giacché dette industrie, sorte quando i concentrati di frutta ed in particolare l’estratto di carrubbo erano esenti da imposte, allo stato attuale delle leggi protettive degli zuccherifici del Nord vengono a trovarsi in stato prefallimentare.

«Occorre disporre provvedimenti legislativi per alleviare la imposta di fabbricazione dei surrogati, qualora non si reputi più opportuno tornare alla esenzione totale dalla imposta.

«La questione è urgente ed interessa l’ordine pubblico, dando occasione a malumori nella regione. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Gannizzo, Patricolo, Gallo, Castrogiovanni, Finocchiaro Aprile, Varvaro».

«I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro dell’interno, per sapere:

1°) quali provvedimenti disciplinari siano stati o saranno adottati contro gli elementi di polizia ausiliaria ribellatisi in Asti, ed il cui gesto è stato definito dal Consiglio dei Ministri «di inammissibile indisciplina»;

2°) quali i motivi che imposero il licenziamento del capitano Lavagnini, e se sia esatto che costui sia stato riassunto in servizio e le ragioni che avrebbero indotto a fare ritirare il provvedimento di licenziamento;

3°) se approva l’operato del sindaco di Asti, se è esatto quanto si è letto sui giornali sull’accoglienza trionfale fatta in quella città ai rivoltosi;

4°) se risponde al vero che sia in progetto il provvedimento di reclutare 15.000 combattenti della liberazione per utilizzarli nelle forze regolari della polizia e per la costituzione di polizie speciali (ferroviaria, postelegrafonica, ecc.); in caso affermativo gli interroganti chiedono:

  1. a) se il Governo stimi opportuno che a tutelare l’ordine pubblico ed i pubblici servizi siano reclutati uomini, la cui eventuale appartenenza a partiti politici, oltre a non dare alcuna sicura garanzia del rispetto sereno ed obbiettivo della legge, potrebbe, in taluni casi particolarmente gravi, far trasformare un organo di Governo in una milizia di parte;
  2. b) se il Governo non ritenga giusto ed urgente comprendere in tale reclutamento una forte aliquota di ufficiali e soldati reduci disoccupati;

5°) quali provvedimenti ha adottato o intenda adottare per il disarmo delle forze partigiane, che si sono dimostrate fornitissime di armi e munizioni. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta).

«Coppa, Patrissi, Rodinò Mario, Rognoni, Patricolo, Cannizzo, Colitto».

«I sottoscritti chiedono d’interpellare il Ministro della pubblica istruzione, sulla irregolare situazione del Provveditorato agli studi di Siracusa, nel quale è stato illegalmente riassunto quale reggente il professor Giuseppe Agnello, già nominato Preside del Liceo di Castrovillari e considerato in aspettativa per la candidatura alla Costituente; e sulla necessità che sia disposta una inchiesta sull’attività del detto reggente per avvantaggiare la propria candidatura, favorendo amici o perseguitando avversari, e cercando di colpire intere collettività, ritenute responsabili del mancato successo, come nel recente tentativo di soppressione del Ginnasio di Pachino, centro importante per popolazione e sviluppo economico.

«Cartia, Di Giovanni».

«Le sottoscritte chiedono d’interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno ed i Ministri di grazia e giustizia e dell’istruzione pubblica, sulla opportunità che sia posto immediatamente allo studio ed emanato, in attesa che nella Costituzione sia affermata in piena forma l’uguaglianza di tutti i diritti per le donne italiane, un provvedimento legislativo che, annullando le limitazioni tuttora vigenti a danno, appunto, delle donne nel campo dei pubblici impieghi, apra loro senza eccezioni l’adito ai concorsi relativi. Accolte finalmente nelle assemblee rappresentative dello Stato e dei municipi, ed in questi ultimi degnamente affermatesi negli organi di governo locale, assurdo appare, ed è veramente, l’impedimento che, in eredità del passato, ancora si frappone alle donne nei servizi e nelle amministrazioni pubbliche; ed urge annullarlo con la misura legislativa che si sollecita.

«Mattei Teresa, Bei Adele».

«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Ministro della guerra, perché voglia assicurare che l’applicazione del decreto legislativo 14 maggio 1946, n. 384 sarà fatta in modo di far precedere la selezione d’autorità (ufficiali compromessi e ufficiali meno idonei) all’esodo a domanda e di subordinare questo a quella; ciò allo scopo di salvaguardare gli interessi superiori dell’Esercito e di gettare le basi per la sua ricostruzione, ottenendo che: sia evitato l’esodo a domanda di ottimi elementi e, per contro, il mantenimento in servizio di elementi meno buoni che sarebbe opportuno eliminare approfittando della necessaria riduzione di quadri; sia elevato, in conseguenza dell’applicazione di una severa norma di selezione, il livello morale degli ufficiali destinati a rimanere in servizio, nell’attesa di un indispensabile radicale miglioramento delle condizioni materiali.

«Perugi».

«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale sulla opportunità di richiamare in vigore la legge 3 aprile 1926, n. 563, ed il Regio decreto 1° luglio 1926, n. 1130, (sia pure provvedendo alle necessarie modifiche sotto l’aspetto politico) per il riconoscimento della libertà sindacale, per il riconoscimento giuridico del sindacato, e della rappresentanza legale della categoria, e per regolamentare la disciplina normativa dei rapporti di lavoro; e sulla utilità di stabilire i poteri dei Consigli del lavoro, ed il passaggio della competenza in materia di controversie del lavoro dalla magistratura ordinaria alle Commissioni o collegi arbitrali.

«Di Giovanni».

«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sulla utilità dell’esercizio di un regolare controllo da parte dei Consigli del lavoro, provinciali e nazionali, assistiti dagli Uffici tecnici del lavoro, sulla gestione economica di contributi percepiti dagli Istituti di assistenza (previdenza sociale, infortuni, malattie) ai fini della tutela dei lavoratori, per quanto riguarda le prestazioni ad essi dovute.

«Di Giovanni».

«Il sottoscritto chiede d’interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sulla necessità che la disciplina e la funzione del collocamento della mano d’opera sia esercitata da organi governativi (Ufficio del lavoro), sotto le direttive ed il controllo dei Consigli del lavoro e con l’intervento delle Associazioni sindacali interessate. Tali criteri renderebbero possibile la determinazione della capacità di assorbimento dei lavoratori nelle imprese, allo scopo precipuo di distribuire equamente la mano d’opera disoccupata sia attraverso un impiego definitivo, sia attraverso l’adozione di regolari turni di lavoro. Essendo il collocamento una funzione pubblica, che interessa la collettività, deve essere vietata ogni forma di assunzione diretta o di mediatorato privato.

«Di Giovanni».

«Il sottoscritto chiede d’interpellare la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulle ragioni che hanno determinato il ritorno per l’Istituto del Dramma Antico ad uno statuto ispirato al sistema fascista, e ciò tanto in ordine alla sede, spostata da quella naturale di Siracusa, dove nel meraviglioso Teatro Greco ebbe in antico culla e sviluppo la tragedia greca, e in epoca recente degna e gloriosa rievocazione; quanto in ordine alla nomina del Presidente, arbitrariamente imposto per decreto, contro la tradizione e contro il principio democratico della elezione da parte dei soci dell’istituto. Interprete del sentimento della intera cittadinanza di Siracusa, sorretta dalla adesione di tutta la Sicilia, l’interpellante chiede che sia ripristinata in Siracusa la sede dell’Istituto del Dramma Antico, e sia riconosciuto ai soci il diritto di elezione del Presidente.

«Di Giovanni».

«I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, per conoscere quali provvedimenti sono stati adottati e si intende adottare per l’immediato ed energico rastrellamento di armi da guerra illegittimamente detenute da privati cittadini; soprattutto dopo i recenti episodi durante i quali tale illegittima detenzione di armi è stata apertamente ostentata ed ha consentito la sicura identificazione dei luoghi dove le armi si trovano.

«Lucifero, Cortese».

«Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere se l’eventuale riforma dell’attuale ordinamento delle Corti d’assise non debba essere sottoposta all’esame ed alla decisione dell’Assemblea Costituente e non ritenga opportuno sospendere, intanto, l’attuazione della legge 31 maggio 1946, n. 560.

«Mastino Pietro».

«I sottoscritti chiedono d’interpellare il Ministrò delle finanze, per sapere le ragioni per le quali, a due anni di distanza dalla liberazione di Roma, ancora non siano stati adottati i provvedimenti del cambio della moneta (con decurtazione) e della imposta straordinaria sui patrimoni, al fine di procurare alla finanza statale, fortemente deficitaria e nella impossibilità di affrontare tutti i gravissimi oneri richiesti dalle eccezionali esigenze post-belliche, i mezzi all’uopo necessari.

«Belotti, Cremaschi»

«Le sottoscritte chiedono d’interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’interno, per sapere quali misure intenda prendere per fare diminuire il costo della vita e impedire nello stesso tempo la scomparsa dal mercato dei generi di prima necessità, e se il Governo non intenda dare il massimo sviluppo a tutti gli organismi sorti per iniziativa popolare con lo scopo di frenare il dilagare della speculazione.

«Noce Teresa, Bei Adele, Gallico Spano Nadia, Pollastrini Elettra, Montagnana Rita, Iotti Leonilde, Mattei Teresa, Rossi Maria Maddalena».

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé lette saranno iscritte all’ordine del giorno e svolte al loro turno, trasmettendosi ai Ministri competenti quelle per le quali si chiede la risposta scritta.

Così pure le interpellanze saranno iscritte all’ordine del giorno, qualora i Ministri interessati non vi si oppongano nel termine regolamentare.

La seduta termina alle 17.15.

Ordine del giorno per la Seduta di domani.

Alle ore 16:

  1. – Interrogazioni.
  2. – Verifica di poteri.
  3. – Seguito della discussione sulla Proposta di aggiunta al Regolamento. (Documento II, n. 5).